#Nadia,
Keep Calm and Read Nadia #34 - Il gatto che aggiustava i cuori - ovvero quando il libro è un “comfort book”
Buongiorno lettori cari come state? E' martedì, quindi Nadia vi aspetta proprio qui sotto con un libro che non pensavo rientrasse nelle sue grazie, invece... ho toppato. Vediamo insieme cosa ne pensa?
Buongiorno lettrici e lettori, tutto bene in questa grigia fine di novembre? Io sono alle prese con un insidioso mal di gola, ma cerco di tenerlo a bada con spremute, tisane menta ed echinacea, qualche pastiglia e… libri naturalmente!
A questo proposito, non capita anche a voi, una volta ogni tanto, di aver bisogno di una tipologia di libro particolare, cioè quel genere di libro che ti coccola, che ti commuove ma senza intristirti troppo, che ti fa sorridere e pensare che sì, dai, magari c’è ancora un po’ di speranza in questo vecchio mondo malato? Ecco, questi sono i libri che io chiamo “comfort book”, perché sarete d’accordo con me che non esiste solo il comfort food, almeno per noi lettori, giusto? Io sono incappata per caso in un libro di questo tipo qualche giorno fa, sebbene non sia recentissimo: si tratta de Il gatto che aggiustava i cuori, di Rachel Wells, prestatomi da una cara amica che conosce la mia passione per i mici (grazie Alessandra!).
Il gatto che aggiustava i cuori è la storia di Alfie, gattino di casa con poca esperienza del mondo, che, alla morte della sua anziana padrona, si trova a dover scegliere fra farsi portare in gattile dai parenti della vecchia signora o partire all’avventura e cercarsi una nuova famiglia. Dopo alcune peripezie troverà non uno, ma più “padroni”, e capirà che aiutare umani in crisi è la sua nuova missione.
Devo ammettere che ho sempre guardato con sospetto i romanzi che hanno come protagonisti gli animali: oltretutto in questo caso la storia è narrata proprio dal punto di vista di Alfie, quindi ci si mette un attimo per sospendere l’incredulità e accettare che un gatto, per quanto intelligente, capisca alla lettera l’inglese e sappia addirittura leggere quando gli fa comodo. Poi però, con l’avanzare delle pagine (che scorrono via davvero che è un piacere, complice anche l’impaginazione snella) si comincia inevitabilmente ad affezionarsi ad Alfie, perché è simpatico, sveglio e davvero irresistibile anche per i cuori più burberi. Si vede che la Wells ha posseduto gatti, ne descrive con garbo le reazioni e i sentimenti (o, perlomeno, le reazioni e i sentimenti che noi umani tendiamo ad attribuirgli).
Certo, la storia non offre particolari colpi di scena e il finale è mooolto telefonato, ma in fondo è quello che chiediamo a un comfort food: non che ci stupisca, ma che ci rassicuri, portandoci proprio dove vorremmo andare noi. Anche lo stile è perfetto per questo tipo di libri: semplice e delicato, senza digressioni o descrizioni inutili perché in fondo oggi vogliamo soltanto rilassarci e dimenticarci dei problemi di tutti i giorni. In conclusione, se siete raffreddati, stanchi, un po’ provati dall’autunno inoltrato e avete bisogno di scaldarvi non solo i piedi ma anche il cuore, chiamate Alfie e i suoi amici umani: non resterete delusi!
Uhhhh sì, anche io ho bisogno di "una tipologia di libro particolare, cioè quel genere di libro che ti coccola, che ti commuove ma senza intristirti troppo, che ti fa sorridere e pensare che sì, dai, magari c’è ancora un po’ di speranza in questo vecchio mondo malato?" e vuoi sapere qual è? Il thriller, gli sgozzamenti, il sangue!!! Quello mi fa dire che dai, la vita non è poi tanto male, che poteva andarmi peggio ahahahahah
RispondiEliminaLo so sono macabra ma io con i gattini pucciosi che oltretutto parlano e salvano il mondo non credo potrei andare d'accordo accidentaccio! Mi sento molto cinica ma tant'è, io mi spiaggio sul divano con il mio libro sanguinolento tra le mani e sorrido felice come una bambina ahahahahhahaha
ok rinchiudetemi! ;)
Ahahahaahhah mi hai fatto morire! Il thriller è anche il mio genere preferito, e capisco il tuo punto di vista perché anch'io non amo le storie melense e piene di buoni sentimenti. Questo libro però non è eccessivamente smielato, si ferma sempre prima di diventare sdolcinato e lancia anche qualche considerazione non buonista su temi come la violenza domestica, la nostalgia di casa e il trovare la bellezza nelle piccole cose. Insomma, più intelligente di quanto possa sembrare a prima vista ;-)
EliminaCiao, è molto carina questa serie, io la sto leggendo tutta, mi manca solo l'ultimo libro uscito da poco ;-)
RispondiEliminaMa dai! Sai che non avevo mica capito che fosse il primo di una serie!? Non so se riuscirò a leggerla, ma sapere che, volendo, potrò ritrovare Alfie mi mette di buonumore! Grazie!
EliminaMi piace molto la definizione di comfort book. Per me lo sono quelli ambientati nell'ottocento, meglio se in collegio! Ognuno ha le proprio fissazioni, la mia è imputabile a Charlotte Bronte.
RispondiEliminaTi auguro di guarire presto.
Leggerti è sempre piacevole.
Ciao da Lea
Ecco, questo è un comfort commento che mi ha scaldato la giornata! Grazie mille Lea, un abbraccio!
EliminaMA ciao! Dunque dunque... il mio genere di comfort book? Quei libri mix, dove c’è un po’ di mistero, ironia e magari una piccola storia d’amore sullo sfondo. Tipo? Boh la Basso, quello è proprio il top.
RispondiEliminaPoi c’è La Rosa Teruzzi, la Gazzola. Mi rilasso, stacco la spina e via ;-)
Che bello, ognuno ha il suo genere di comfort book prediletto! Mistero, ironia è una punta di love story sono ingredienti niente male in effetti!
Elimina