#5 blogger per un autore,

Cinque blogger per un autore #2 - John Grisham

giovedì, marzo 30, 2023 Baba Desperate Bookswife 2 Comments


Buongiorno signori, come state? Siamo a marzo e noi siamo tornate!!! Ditelo che vi siamo mancate un pochetto! Se invece non avete modo di conoscerci, ecco due righe su ciò che combiniamo insieme.
Chi siamo? Ecco qui:
ChiaraChicca,  Ombretta e io: ogni due mesi leggeremo libri di uno stesso autore deciso precedentemente. Un modo per ampliare i nostri orizzonti, per imbatterci in letture che magari non avremmo preso in considerazione, dandoci la possibilità di innamorarci ancora, in maniera inaspettata (oppure di detestare fortemente qualcosa che non vorremmo più riavere tra le mani) .

Questo mese abbiamo deciso di leggere John Grisham, autore che ho avuto modo di conoscere per la prima volta qualche anno fa e che ho ripreso in mano solo adesso. Un autore famosissimo per il Legal Thriller ma che ha scritto anche qualcos'altro. Io mi sono buttata a capofitto in "L'avvocato di strada"

L'avvocato di strada - fonte Google

Ho acquistato questo volume in un mercatino dell'usato senza pensarci due volte: la mia amica Francesca me lo consigliò un paio di mesi prima e io senza indugio l'ho portato a casa per pochi euro. Conoscevo Grisham grazie a "Fuga dal Natale" che lessi a dicembre del 2016 e da quel momento l'autore mi restò nel cuore per motivi diversi che non spiegherò altrimenti rischio di diventare ripetitiva e melensa, ma so per certo che questo amore è legato totalmente alla soggettività del momento. Di quel momento lì.
Leggere questo autore dopo sei anni e un pezzettino mi ha provocato diverse emozioni tra cui...il blocco quasi totale del lettore. Vuoi che i ricordi sono tornati e mi hanno sommerso, di conseguenza ogni volta che provavo ad aprire il libro ecco che si faceva avanti un pezzo di ricordo con appresso la nostalgia e quel dolore che non fa più male male ma che comunque va a innescare una sorta di prurito e tu ferma non puoi stare. Mettiamoci anche il fatto che è un libro...oddio come si chiama? Legale? Una sorta di Low&Order che in realtà non ho mai amato se non per l'attore ( un certo signor Cohen per chi guardava the OC). Come al solito sbrodolo parecchio ma per una giusta causa.
Questo libro parla di un avvocato di successo, prossimo a diventare ricchissimo e a far carriera nei piani alti di uno degli studi legali più importanti del paese che ad un certo punto cambia strada: dopo essere stato preso in ostaggio sul posto di lavoro da un homeless ed essersi ritrovato il cervello di quest'uomo sulla camicia decide di cambiare vita. Diventa un avvocato di strada. È la storia di un uomo che rinuncia ad uno stipendio stellare per aiutare la povera gente, un uomo che cerca di fare luce sulla condizione dei senza tetto e prova a tirare fuori il marcio proprio non troppo lontano da dove lavorava lui stesso. Ci vuole coraggio per certe azioni ma a quanto pare il nostro protagonista ha dimostrato di avene da vendere.
Una storia scritta con maestria, uno stile fluido, una penna esperta e capace di tenere viva l'attenzione ma...questo libro non fa per me. Innanzi tutto non ho amato la parte più tecnica/legale: non mi piace molto conoscere i vari cavilli, lo studio per una difesa e quant'altro. Mi rendo conto della bellezza del libro e della denuncia sociale. È fantastico tutto questo e sono comunque contenta di averlo letto, ho imparato molte cose. Qui il problema non è la storia, il protagonista o lo stile, è proprio il tipo di libro credo. Come però ho scritto sopra, credo anche di aver sottovalutato l'impatto che mi avrebbe fatto leggere questo autore. Sono stata sciocca, avrei dovuto mettere una pietra sopra e passare oltre, scavalcando Grisham. Non l'ho fatto, questo mesi ho letto poco niente, mea culpa. Francesca ti ringrazio comunque perché ho cercato di superare un ostacolo, in parte ci sono riuscita ma credo che non leggerò più null'altro del caro John che resterà per me solo e unicamente lo scrittore meraviglioso di "Fuga dal Natale" letto a voce alta tra il 19 e il 24 dicembre 2016.

Adesso vi invito ad andare a vedere cos'hanno letto le mie amiche: Ombre di Carta, La Lettrice sulle Nuvole e Libriintavola

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#Nadia,

Recensione di Nadia #3 - Maschio bianco etero di Niven

venerdì, marzo 17, 2023 Baba Desperate Bookswife 0 Comments


Desperate Bookswife

 Il libro
Maschio bianco etero di John Niven
Editore: Einaudi| Pagine: 370| Pubblicazione: 2014| Prezzo 13,00€| Trama:Qui
Genere: narrativa

Notizie sull'autore
John Niven è nato a Irvine, Ayrshire, Scozia. Ha lavorato per anni nell'industria discografica, contribuendo probabilmente a mandarla a catafascio. A volte ritorno (Stile Libero 2012, Super ET 2015) è stato un caso editoriale ed è ormai un romanzo di culto. Per Einaudi ha pubblicato anche Maschio bianco etero (2014 e 2015), Le solite sospette (2016 e 2017), Invidia il prossimo tuo (2018 e 2019), Uccidi i tuoi amici (Stile Libero 2019, Super ET 2020) e La lista degli stronzi (2020 e 2021).
 Recensione di Nadia

Buongiorno lettrici e lettori!

Oggi voglio parlarvi di un vecchio romanzo di uno dei miei autori preferiti, che però ho letto soltanto ora: mi riferisco a Maschio bianco etero, di John Niven.

Kennedy Marr, quarantaquattrenne irlandese, vive a Hollywood, dove fa lo scrittore di romanzi e lo sceneggiatore per il cinema. Ha alle spalle due matrimoni falliti, una figlia diciassettenne in Inghilterra, dal primo matrimonio, e una famiglia d’origine che non vede mai, in Irlanda. È sempre stato un po’ una testa calda, ma da quando ha avuto successo conduce una vita dissoluta, fatta di alcool, porno, onanismo (Kennedy calcola che, nel tempo trascorso a masturbarsi, avrebbe potuto scrivere altri due libri e mezzo), rapporti con giovani donne di cui non ricorda il nome, senza disdegnare un po’ di droga ogni tanto. I rapporti con i famigliari sono ridotti all’osso, e Kennedy continuerebbe a vivere così, se non fosse che vince un prestigioso premio, che gli frutterà mezzo milione di sterline esentasse, per andare a insegnare un intero semestre nel college inglese in cui lavora anche la sua ex moglie. Abituato com’è a scialacquare, e con la Finanza che gli soffia sul collo per un debito di un milione di dollari, Kennedy è costretto ad accettare…

Come dicevo, amo molto Niven: di lui apprezzo l’ironia, l’intelligenza e anche il suo saper essere, spesso e volentieri, molto politically uncorrect. Prima che la cancel culture si abbatta anche su di lui, sto cercando di recuperare tutte le sue opere. Il protagonista di Maschio bianco etero mi ha un po’ ricordato, per certi aspetti, il discografico di Uccidi i tuoi amici, opera d’esordio di Niven. Anche Steven Stelfox vive una vita di eccessi, ma, a differenza di Kennedy Marr, è un amorale psicopatico per il quale non avevo provato molta simpatia (anche se un pizzico sì, perché Niven ti fa fare anche questo). Kennedy invece me lo sono immaginato per tutta la durata del libro con la faccia di Jack Black, attore che adoro: secondo me ha la stessa faccia da schiaffi, quel sorriso beffardo che fa sì che, nonostante faccia una cavolata dopo l’altra, non si possa fare altro che tifare per lui, sperando che si renda conto della china lungo la quale sta inesorabilmente scendendo e che ritrovi la volontà e il coraggio per rimontarla.

In questo romanzo Niven ci parla anche un po’ di sé, a partire da quella dedica al fratello morto nel 2010 che si lega alla figura di Geraldine nella storia; si percepisce (o almeno io l’ho percepita) una sorta di bonaria indulgenza nei confronti di Kennedy, per cui anche il lettore si trova a tifare quasi dall’inizio. Ho trovato forse un po’ prolisse alcune parti; come spesso accade nei libri di questo autore trovo che spesso si potrebbero sfrondare di qualche decina di pagine senza arrecare danno. In questo caso, per esempio, le parti in cui Kennedy gozzoviglia e si dà alla pazza gioia sono state un po’ eccessive e mi hanno un po’ annoiato.

Ho invece apprezzato molto il finale, in cui un piccolo colpo di scena “alla Bussi” (passatemi la locuzione un po’ blasfema) serve a riportare le cose a posto e il romanzo verso la conclusione che il lettore si aspettava e per la quale almeno io tifavo. Un romanzo piacevole e simpatico, anche se non divertente come, appunto, Uccidi i tuoi amici né geniale come A volte ritorno. Niven comunque è sempre una garanzia e credo proprio che leggerò tutto di lui.

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