#Recensione,

Review Party - My Killer Vacation di Tessa Bailey

venerdì, giugno 30, 2023 Baba Desperate Bookswife 0 Comments


 Buongiorno lettori, come state? Dopo moltissimo tempo torno sul blog con un Review Party che ha come protagonista un libro edito da Mondadori: My killer vacation di Tessa Bailey. L'autrice è nota sopratutto al pubblico femminile per la sua scrittura romantica e speziata, ha pubblicato in Italia con Mondadori, nella collana Extra Passion e infine con Always Publishing. Questo volume, autoconclusivo, narra la storia di Taylor, maestrina della scuola primaria in vacanza a Cape Code insieme al fratello Jude, e del cacciatore di taglie Myles, uomo brutale e rude che dopo aver divorziato pensa solo a rapporti occasionali e senza conseguenze emotive. 

Probabilmente vi starete chiedendo il perché Taylor incontri un ex detective in un luogo di villeggiatura. Sarà in vacanza anche lui per dimenticare la sua precedente moglie? Si occuperà di proteggere i villeggianti dai malintenzionati? No, niente di tutto questo: Taylor e Jude trovano nella lavanderia il cadavere del proprietario della villetta che hanno affittato: il Signor Oscar. L'ormai defunto Signor Oscar, per essere precisi. Purtroppo le circostanze non convincono del tutto la sorella del proprietario quindi ecco che entra in gioco Myles, due metri di essere umano coperto di muscoli e falsa indifferenza. Il cacciatore di taglie dovrebbe scoprire la verità sulla morte appena avvenuta ma ahimè si trova letteralmente in mezzo ai piedi una giovane donna minuta e a modo che intralcia il suo operato pensando invece di poter dare una mano con la sola scusa di aver scoperto l'uomo senza vita. Così ha inizio questa storia, che vede un'alternanza dei punti di vista dei due personaggi, sempre narrati in prima persona. 

Taylor è un'insegnate molto riflessiva, una persona che pondera bene ogni sua scelta per paura di fare la mossa sbagliata. Non vuole pentirsi, desidera essere certa della strada da percorrere per evitare rischi indesiderati. Questa vacanza le serve per lasciarsi alle spalle un anno lavorativo intenso. Perché quindi improvvisarsi investigatrice? Forse perché è stufa di essere trattata come una bambola di porcellana? Desidera tirare fuori ciò che è sempre stato celato dal suo minuto corpo? Oppure molto più semplicemente ha guardato troppe puntate di un programma investigativo! Chissà.

Myles è un uomo rude, il suo corpo titanico lo rende fisicamente l'esatto contrario di Taylor. Questo personaggio ci appare menefreghista e superficiale, insofferente al perfetto clima vacanziero che si respira a Cape Cod, un uomo che incute nessuna fiducia e nemmeno verrebbe voglia di bere un caffè in sua compagnia. Sembrerebbe quasi un criminale se non lavorasse per scoprire la verità! 

Questo libro ci mostrerà come due personaggi opposti si attraggano, esattamente come uno dei detti più famosi al mondo. La bella e la bestia, il gigante e la "bambina", il gatto randagio e l'uccellino domestico, scegliete voi l'esempio che più vi va a genio. Siete pronti a farvi trasportare da battibecchi e scene piccanti? In questo romanzo troverete tutto questo: scene simpatiche, momenti eccitanti, indagini (comunque secondarie e di contorno), rapporti e una storia pronta a sbocciare anche se non sappiamo la piega che prenderà.

È il primo libro che leggo della Bailey, ad essere sincera mai l'avevo sentita e se non fosse stato per Lara...credo che non sarebbe finito tra le mie mani. È una lettura leggera, adatta a chi ama non dover pensare troppo, magari proprio in vacanza! Diciamocelo, ci sono lettori che attendono di leggere i mattoni proprio in spiaggia, altri che invece non vedono l'ora di staccare la spina. Questo è un romanzo per sognare una storia improbabile ma che funziona, che unisce il romance al mistero, lo spicy al sentimento e vede i personaggi prendere consapevolezza dei propri sentimenti nascosti, latenti ma pronti ad uscire al momento giusto. 

Se proprio devo essere sincera all'inizio della lettura, dopo i primi capitoli, non ero molto convinta: questo non è uno dei miei generi preferiti e ho scelto di dargli una possibilità solo grazie al lavoro della protagonista: anche io sono un'insegnate. Dopo circa venti minuti di lettura ho pensato che fosse banale e ho temuto di non riuscire a simpatizzare troppo. Sono andata avanti e invece, nonostante io non ami le scene pepate sopratutto se molto ravvicinate tra loro, ammetto di essermi appassionata alla storia e ho fatto il tifo per Taylor e Myles! Una lettura che intrattiene, che profuma di mare, che diverte. Sono sincera, probabilmente leggerò anche il primo volume di un'altra serie sempre scritto dalla medesima autrice, di tanto in tanto ci va un po' di leggerezza e l'acqua frizzante disseta moltissimo! 

Ve lo consiglio? Direi proprio di sì, fatevi trasportare dal tornado creato dai due personaggi principali, non opponete resistenza e godetevi questa lettura che vuole essere divorata con semplicità mentre sorridete grazie ai siparietti celati al suo interno. 

Se sono riuscita ad incuriosirvi non vi resta che andare a leggere le recensioni delle mie compagne di avventura che ringrazio: Libri, libretti, libracci , Le tazzine di Yoko, diario di un sogno e A spasso coi libri. Un ringraziamento all'ufficio stampa per la copia. Ci rileggiamo presto! 

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#Nadia,

Recensione di Nadia - Le impazienti di Djaili Amadou Amal

lunedì, giugno 05, 2023 Baba Desperate Bookswife 0 Comments

Fonte: Google

 Il libro
Le impazienti di Djaïli Amadou Amal
Editore: Solferino| Pagine: 224| Pubblicazione: 2021| Prezzo 17,00€| Trama:Qui
Genere: narrativa

Notizie sull'autrice
DJAÏLI AMADOU AMAL, di madre egiziana e padre fulani, è originaria del Camerun. Data in sposa a diciassette anni a un cinquantenne di buona famiglia, riesce a liberarsi del primo e poi anche del secondo marito, fuggendo a Yaoundé. Qui comincia una nuova vita lavorando, scrivendo e fondando un’associazione per l’istruzione femminile (Femmes du Sahel): diventa la «voce dei senza voce».
Nel 2010 il suo Walaande, l’art de partager un mari le attira l’attenzione del pubblico e delle istituzioni. Le impazienti, il suo terzo libro, esce in Camerun nel 2017 e nel 2019 riceve il Prix Orange du Livre en Afrique. L’edizione francese, per Emmanuelle Collas, è stata finalista al premio Goncourt e si è aggiudicata il Goncourt des Lycéens nel 2020, diventando un caso editoriale. In Italia, Le impazienti è stato tradotto da Solferino nel 2021.

 Recensione di Nadia

Buongiorno lettrici e lettori!

Torno su questi schermi per raccontarvi di un libro che mi è piaciuto perché mi ha insegnato parecchio: sto parlando de Le impazienti, di Djaïli Amadou Amal.

Ramla, Hindou e Safira sono tre donne camerunensi, musulmane. Ramla ha diciassette anni e, pur volendo diventare farmacista ed essendo innamorata di un giovane amico di suo fratello, è costretta dalla famiglia a sposare un cinquantenne amico di suo padre che ha già una moglie, Safira. Hindou è la cugina di Ramla. Anche lei diciassettenne, deve sposare il cugino Moubarak, violento, alcolizzato e drogato. In Camerun vige la poligamia, e soprattutto le donne non hanno voce in capitolo su chi devono sposare: la parola d’ordine per loro è munyal, pazienza. La donna dev’essere rispettosa, obbediente, deve compiacere in tutto e per tutto il marito e non avere desideri personali: soltanto così il matrimonio potrà essere felice. Nessuno prende le parti di una donna: né il marito, né la famiglia di origine, neanche se, come nel caso di Hindou, il marito picchia la moglie. Per i padri, infatti, le relazioni economiche e amicali sono più importanti della felicità delle proprie figlie. Per le madri, che a loro volta hanno subito la condizione che adesso tocca alle loro figlie, subentra la paura di perdere il proprio status e la serenità degli altri figli, nel caso in cui decidano di mettersi contro ai propri mariti. Alle giovani spose non resta che imparare in fretta l’arte della pazienza e dell’astuzia, per cercare di ottenere il massimo possibile dal proprio matrimonio.

Leggendo questo romanzo ho imparato diverse cose che non sapevo: in primis, nella mia ignoranza non conoscevo l’ubicazione esatta del Camerun sulla cartina, figuriamoci se ero a conoscenza del fatto che fosse un Paese musulmano in cui si praticasse la poligamia. A questo punto, che la situazione delle donne in questo stato non fosse idilliaca l’avevo già immaginato, ma la rabbia nel leggere certi passaggi è stata comunque violenta. Ciò che mi ha colpito è stata soprattutto l’impotenza delle spose, delle madri e delle figlie nei confronti di una società (questa sì, altro che la nostra) patriarcale e chiusissima, dove le donne sono considerate merce di scambio per accordi economici, alla stregua di un bue o di qualche pecora. Ho letto che la situazione vissuta dalla stessa autrice non è dissimile a quella che racconta per le sue protagoniste: anche lei è stata sposata a uomini che non ha scelto, ma è poi riuscita ad affrancarsi da questa situazione.

Devo ammettere che in alcuni punti ho trovato la storia un po’ ripetitiva, soprattutto nella parte narrata da Ramla. Forse per far comprendere appieno al lettore la situazione, l’autrice si sofferma più volte sugli stessi concetti, dal munyal all’impossibilità per la giovane Ramla di sposare chi desidera. La parte relativa a Hindou è stata quella che, prevedibilmente, mi ha fatto più rabbia: leggere di una ragazza piena di vita che si spegne lentamente perché non è minimamente supportata da nessuno mi ha spezzato il cuore. La parte dedicata a Safira è stata invece quella che mi ha maggiormente intrattenuta: Safira è la prima moglie di Alhadij Issa, il ricco cinquantenne che sposa anche la giovane Ramla. Safira non accetta di dover condividere il marito con un’altra, e mette in atto tutta una serie di stratagemmi, più o meno discutibili, per sbarazzarsi di lei. Safira ha trentacinque anni e per più di venti è stata l’unica moglie: ormai ha esperienza, è smaliziata e conosce bene i punti deboli del marito. È determinata ad averlo tutto per sé e non esiterà a mettere in cattiva luce l’incolpevole Ramla, se sarà necessario.

Una storia cruda, intensa, in cui difficilmente tra le donne c’è solidarietà, perché ciascuna è troppo occupata a non perdere i piccoli privilegi che ha conquistato con il tempo. Ho apprezzato questo romanzo perché mi ha aperto una finestra su un mondo che non conoscevo quasi per niente, sebbene in alcuni punti la storia fosse un po’ ripetitiva, tanto da diventare noiosa. Consiglio comunque questo libro a tutti coloro che sono curiosi di scoprire qualcosa in più su un Paese e su una cultura così lontana dalla nostra.

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