#Recensione,

Recensione di Nadia #16 - Cena con delitto al castello di Balmoral

giovedì, dicembre 22, 2022 Baba Desperate Bookswife 0 Comments



Il libro
Cena con delitto al castello di Balmoral di Chris McGeorge
Editore: Piemme| Pagine: 374| Pubblicazione: 2022| Prezzo 19,90€| Trama:Qui
Genere: giallo

Notizie sull'autore
Ha all'attivo diversi gialli e thriller di successo, tradotti in molti Paesi. Questo è il suo primo romanzo a tema royal, che si è divertito molto a scrivere e in cui l'autore immagina che Edoardo non abbia mai abdicato, e che quindi Elisabetta non sia mai salita al trono.... Vive in Irlanda con il suo partner e moltissimi animali.

                               Recensione di Nadia
Buongiorno lettrici e lettori!

In questo periodo pre-natalizio voglio parlarvi di un libro ambientato proprio a Natale, che ho deciso di leggere parlando con Baba: Cena con delitto al castello di Balmoral, di Chris McGeorge.

Il romanzo prende le mosse da un’idea originale: in questa storia il re Edward non ha mai abdicato per sposare Wallis Simpson, e di conseguenza l’attuale re e la sua famiglia sono i discendenti di Edward, e non di George. Ovviamente immagino che questo escamotage si sia reso necessario perché narrare questo tipo di storia con i “reali reali” (passatemi lo stupido gioco di parole) sarebbe stato improponibile… anche se il messaggio alla fine del libro si può applicare, suppongo, a qualsiasi monarchia.

Ma torniamo alla nostra famiglia reale immaginaria: nel giorno di Natale il re Eric ha deciso di festeggiare senza servitù e sicurezza, con l’eccezione del cuoco, il bahamense Jonathan Allayne, e il capo della security Tony Speck. In questa giornata di festa, Eric ha intenzione di svelare chi sarà il suo successore, e per fare questo convoca in udienza privata quasi tutti i membri della famiglia: dalla moglie (principessa consorte e non regina) alcolizzata al fratello perverso, dalle figlie gemelle al nipote diciottenne. Il pranzo si svolge senza intoppi, grazie alla scrupolosa preparazione di Allayne, ma, al momento del brindisi con il whisky, dopo la distribuzione dei regali, il re cade agonizzante: è l’unico ad aver bevuto, e nella mente di Jonathan si fa subito strada il pensiero dell’omicidio. Il castello è immerso in una fortissima tormenta di neve, i cellulari sono stati confiscati e non c’è modo di chiamare la polizia. Così la famiglia reale, sconvolta, dà al cuoco il mandato di indagare…

Devo ammettere che, come ho detto a Baba, ho faticato molto con questo libro per il primo terzo delle pagine. Per esprimere il concetto “il re è stato assassinato, e l’assassino può essere solo un familiare” l’autore ha impiegato quasi cento pagine. Vi dico solo che c’è un intero capitolo per raccontare come il re defunto sia stato caricato sul carrello del cibo e portato nella sua camera da letto! A quel punto mi sono davvero cascate le braccia, ma nonostante tutto non ho mollato e ho voluto proseguire per sapere chi fosse l’assassino. Ho fatto bene perché, da un certo punto in avanti, la storia prende abbrivio e migliora decisamente (anche perché peggiorare a questo punto sarebbe stato difficile!).

La seconda parte della storia è decisamente più brillante, il ritmo si fa più sostenuto e si comincia a capire che, chi più chi meno, tutti i membri della famiglia reale avevano un movente per assassinare il re. Il personaggio di Jonathan, cuoco sofferente nel corpo e nello spirito che si improvvisa detective per lealtà nei confronti del re e della Corona, mi è piaciuto molto, l’ho trovato genuino ed è stato facile empatizzare con lui. Inoltre l’autore rende molto bene l’atmosfera di Balmoral immerso nella tormenta e isolato dal resto del mondo. I personaggi hanno ciascuno la propria caratterizzazione, anche se nella maggior parte dei casi li ho trovati un po’ “tagliati con l’accetta” e l’autore avrebbe potuto conferirgli più tridimensionalità.

Sebbene il finale non fosse difficile da prevedere, mi è piaciuto il messaggio che sta alla base del romanzo e lo conclude, credo che faccia riflettere anche se non si è di stirpe reale, e che sia qualcosa su cui non ci soffermiamo spesso. In conclusione, un romanzo discreto, che non resterà negli annali del genere ma che può intrattenervi piacevolmente in questi giorni di vacanza, soprattutto se siete appassionati di Royal family e se superate lo scoglio delle prime novanta pagine!

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#Recensione,

Recensione di Baba #35 - Melody di Sharon M. Draper

venerdì, dicembre 02, 2022 Baba Desperate Bookswife 0 Comments

 

Desperate Bookswife

Il libro
Melody di Sharon M. Draper
Editore: Feltrinelli| Pagine: 249| Pubblicazione: 2016| Prezzo 13,00€| Trama:Qui
Genere: ragazzi

Notizie sull'autrice
Sharon M. Draper vive a Cincinnati, Ohio, dove ha insegnato per venticinque anni letteratura alle scuole superiori. Pubblicato in sedici paesi, Melody (Feltrinelli, 2016) è stato nella classifica dei bestseller del “New York Times” per due anni, conquistando oltre un milione di lettori e numerosissimi riconoscimenti, tra cui il Miglior libro dell’anno per “Kirkus Reviews” e per il “San Francisco Chronicle”, il Parents’ Choice Silver Honor negli Stati Uniti e il Sakura Award assegnato dai ragazzi in Giappone. In Italia ha vinto il Premio Andersen 2016 come Miglior libro oltre i 12 anni.

Recensione di Baba



Dopo aver letto parecchie recensioni positive, complice un'offerta Feltrinelli, ho deciso di acquistare questo libro, vincitore del prestigioso premio Andersen 2016 come miglior libro per i ragazzi over 12.
L'autrice, la cui figlia è su una sedia a rotelle, ha deciso di scrivere un romanzo per i genitori, per gli insegnanti, per i ragazzi, per i bulletti. Non una storia biografica o autobiografica, ma semplicemente la Draper ha preso spunto e ha costruito "Melody".
La protagonista, che si narra appunto in prima persona, è una bambina che frequenta la quinta emendare, ha i capelli scuri riccioli poco sopra le spalle ed è prigioniera del suo corpo. Già: Melody è tetraplegica ma nonostante i pareri medici la sua disabilità è solo fisica, ovvero lei è molto intelligente, forse anche di più del normale. Peccato che non abbia nessun mezzo per comunicare.
Questa è la storia di Melody ma non solo, la famiglia come si può immaginare, ha un ruolo chiave nella sua crescita e per la sua autostima. La vicina di casa, la Signora V, amica della mamma di Melody, è una figura portante, colei che dà sollievo quando i genitori devono lavorare e infonde sicurezza a Melody, spesso tartassata a scuola e considerata un oggetto, tanto che le persone non si rivolgono mai a lei, parlano come se lei non fosse presente. Un romanzo che non ha l'intenzione di fare piangere o commuovere il lettore, tutto il contrario! È una storia tosta, che fa riflettere su come va la vita e su quanto le persone "normali" possano essere una risorsa o al contrario un vero e proprio ostacolo. Melody è un libro da far leggere, ci insegna ad apprezzare i normali gesti scontati per i più, sottolinea la bellezza della vita e quanto dobbiamo essere grati per essere qui adesso, evidenzia l'importanza dell'amicizia, quella vera e infonde speranza. Anche quanto tutto sembra andare storto...ci sono persone che meritano, nonostante tutto.
Uno dei miei personaggi preferiti è proprio la vicina di casa, se questo fosse un film vincerebbe la statuetta come miglior attrice non protagonista. È una donna sola che vista da fuori appare fantastica. Sì affeziona a Melody, le sta accanto senza mai compatirla. Le costruisce una lavagna per comunicare e non smette mai di credere in lei. I genitori sono instancabili, hanno trovato la loro routine e ogni giorno eseguono gesti ripetitivi con cura, senza fretta e con amore. Perché l'amore per un figlio ti fa fare cose che non avresti mai pensato. Per quanto ne dica la gente Melody non è un peso ma un membro attivo della famiglia. Certo, non stiamo qui a raccontarcela, il fatto che non posso fare quasi nulla in autonomia è a volte difficile, ma con la giusta chiave si apre ogni porta.

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#baba,

Happy B-Day Desperate Bookswife

giovedì, dicembre 01, 2022 Baba Desperate Bookswife 0 Comments

 

Desperate Bookswife

Buongiorno bellini! Ebbene sì, oggi la Lettrice Disperata compie 40 anni tondi tondi. Non accade spesso che io non sappia cosa scrivere ma in questo caso, oggi, faccio fatica. 

Sono nata in un mercoledì piovoso all'ospedale di Moncalieri e la mia mamma, dopo aver partorito letteralmente a secco, dopo avermi fatto esaminare dai medici, si infilò gli stivali e salutò tutti: "io andrei". Ma signora, dovrebbe restare in osservazione almeno un paio di giorni... "No grazie, se mia figlia sta bene, io andrei a casa mia". Così è iniziata la mia vita, di fretta, di corsa, al bagnato, di mercoledì come la figlia degli Addams. 

Cosa ho combinato in tutto questo tempo? Non mi sento di fare bilanci, tendenzialmente mi tratto peggio di come meriterei, quindi scrivo solamente che ci sono arrivata, abbastanza intera. Sì perché involontariamente mi sono data fuoco un paio di volte in tenera età, sono stata morsicata da diversi cani, ho avuto qualche incidente e giusto lo scorso anno sono quasi finita giù da un dirupo mentre sciavo (eh se non ho preso bene la curva mica è colpa mia!).  Ah giusto, poi ho fatto un frontale con un cinghiale mentre tornavo dalla parrucchiera dalla quale non volevo andare (dì mercoledì, sbagliando parrucchiera, ovvero quella da cui prenotò la mia amica mi sta aspettando ancora adesso). Ma nonostante tutto mi è sempre andata bene e di questo non posso che ringraziare il Signore o chi c'è lassù, se c'è.  

Gli ultimi anni sono stati ricchi di imprevisti, la maggior parte dei quali poco piacevoli, ma si persevera e ci si fortifica. 

Mi sono laureata: sì, cosa che non credevo possibile, anni e anni a far finta che quella parentesi fosse chiusa e invece...l'ho riaperta e finalmente messo un punto. Diciamo che non mi sento più in colpa e incompleta. E sono riuscita a farlo entro i 40. Bellissimo. Mi sono emozionata, ho pianto. 

In questi anni ho partorito (anzi no, me l'hanno tirata fuori) una figlia, ho visto nel loro ambiente naturale i facoceri (mi sono quasi fatta azzannare), le scimmie, i leoni, gli ippopotami e i coccodrilli. Mi sono fatta morsicare la mano da un cammello, ho accarezzato un alpaca e ho preso in braccio almeno un paio di porcelli. Ho visto luoghi che non scorderò mai. Ho surfato in Portogallo, sono stata nel quartiere a luci rosse ad Amsterdam, visto il museo di Van Gogh, mangiato macarons a Parigi, pianto sulle spiagge dello sbarco in Normandia, bevuto birra a Brugges, dormito in un ostello al settimo mese di gravidanza a Berlino, mangiato torta Sacher a Salisburgo e molto, molto altro. 

C'è ancora tantissimo che vorrei fare: vedere i koala in Australia anche se sono cattivissimi, visitare il villaggio di Babbo Natale, assistere all'aurora boreale, andare in Botswana, riuscire a compensare e immergermi con le bombole, ammirare le Piramidi, fare una crociera sul Nilo, alzare gli occhi al cielo e riempirmi di stupore guardando la Grande Mela, salire su di un battello a vapore sul Mississipi, fare una foto ai pinguini al Polo Sud, vedere gli orsi in Alaska. Potrei partire però da obiettivi più fattibili e comprare un volo per Catania per perdermi in Sicilia; andare a mettere il naso a Corfù, paese natale di mio nonno materno; fare una vacanza in bicicletta; lanciarmi con un paracadute (sempre mio nonno era un paracadutista durante la seconda guerra mondiale); dedicare più tempo alle persone che contano; imparare una lingua stranissima; sentirmi speciale. 

Sono arrivata a 40 anni, spero di viverne altri 40 ma questo nessuno lo può sapere. Mi sento ancora una ragazzina insicura e ci resto male quando mi danno della signora, sopratutto i più giovani. Vorrei fare otto miliardi di cose ma poi mi crogiolo nella mia pigrizia. Ho quarant'anni, i numeri pari mi hanno sempre fatto schifo, ho cambiato la decina e non me ne faccio una ragione. Dicono che i quaranta siano i nuovi trenta ma signori, non prendiamoci per il culo, è una vita che si dice così. Sono grata delle persone che ho accanto, che mi sopportano e mi vogliono bene così come sono, o quasi. Stranamente non sono nostalgica, non penso ai tempi che furono ma sono abbastanza cosciente di dove sono e di chi sono, nel bene e nel male. Questa tranquillità però è un'illusione, durerà poco, il mio umore è perennemente in altalena e chissà come mi sveglierò domani,  quindi oggi prendetemi così. Buon compleanno Desperate Bookswife! 

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#5 blogger per un autore,

Cinque blogger per un autore #6 - Maurizio de Giovanni - Il senso del dolore

mercoledì, novembre 30, 2022 Baba Desperate Bookswife 0 Comments

 


Buongiorno signori, come state? Siamo a fine novembre, avete già fatto l'albero? Siiiiiii che bello, mi sento un po' elfa!
Nel frattempo però... "cinque blogger per un autore" sono tornate! 
Chi sono? Ecco qui:
ChiaraChiccaDaniela, Ombretta e io ogni due mesi leggeremo libri di uno stesso autore deciso precedentemente. Un modo per ampliare i nostri orizzonti, per imbatterci in letture che magari non avremmo preso in considerazione, dandoci la possibilità di innamorarci ancora, in maniera inaspettata (oppure di detestare fortemente qualcosa che non vorremmo più riavere tra le mani) .

Questo mese abbiamo deciso di leggere Maurizio De Giovanni, autore che volevo leggere da diverso tempo, del quale ho acquistato diversi volumi ma che poi, come al solito, sono rimasti ordinatamente impilati sugli scaffali. Questa è stata proprio la volta buona.

Il senso del dolore è il primo capitolo di una serie che ha come protagonista il commissario Ricciardi, un uomo che vive Napoli intorno agli anni '30, un personaggio tutto d'un pezzo che ha una specie di dono, i cadaveri che trova sulla scena del crimine gli raccontano una storia, come fossero fantasmi, lui vede stralci di momenti che in qualche modo subito non comprende ma che poi gli serviranno per ricostruire i fatti. 
Ammetto che immediatamente non ho sentito un chissà quale trasporto, i capitoli mi sono pesati come macigni sulle spalle già affaticate dalla mia vita personale e mi sono chiesta" ma perché Baba, perché?" Questa è un'epoca che non leggo così volentieri, Alice Basso a parte, e in più un morto ammazzato in un camerino di un teatro (altro mondo che conosco pochissimo)... insomma tutto questo mi è apparso distante e distaccato. Sono andata oltre, non volevo mollare l'osso e in qualche modo speravo che perseverando sarei arrivata ad un risultato diverso e così sono stata premiata. De Giovanni scrive abilmente e con passione, delinea i suoi personaggi con cura senza eccedere, il profilo del suo protagonista si delinea poco alla volta, lasciando il lettore nell'oblio ma dandogli qualche contentino di tanto in tanto. Ricciardi è un uomo apparentemente privo di sentimenti positivi: triste, distaccato, quasi asessuato, dedito al lavoro, vive ancora con la sua Tata, che gli prepara da mangiare e lo accudisce come se fosse un bimbo, senza però lesinare lamentele sul fatto che dovrebbe farsi una famiglia e metterla in una casa di riposo! Insomma dai...simpatico non sembra, no? E invece è proprio qui che mi sbagliavo, Ricciardi è un genio romantico e di sentimenti ne è pieno, ma sono altruistici e più inclini ad aiutare il prossimo che se stesso. I suoi collaboratori hanno iniziato a conoscere la sua dedizione e la sua voglia di giustizia, non si stupiscono più dei suoi silenzi e delle sue intuizioni che arrivano quasi dal nulla e combattono dei superiori che cercano di affossarlo e prendersi il merito: loro sono dalla sua parte, nonostante Ricciardi non si comporti proprio da amicone. Sicuramente il vero protagonista di questo libro non è l'omicidi ma il personaggio: il Sig. Vezzi, cantante prodigio e amato sul palco quanto odiato a livello umano è morto nel suo camerino, truccato da pagliaccio pronto per andare in scena. Qualcuno però deve averlo spinto o deve avergli conficcato una scheggia di specchio nella gola. Incidente, omicidio colposo o preintenzionale? 
Non importa così tanto, non a me, che ad un certo punto avrei potuto leggere qualunque castroneria ma l'unico mio interesse era quello di andare avanti a conoscere questo commissario. 
Posso dire adesso che sia il libro della vita? No, non posso, ma mi sbilancio a scrivere che sono soddisfatta del risultato raggiunto e che andrò avanti volentieri con questa serie. Sicuramente le premesse non c'erano e invece mi sono piacevolmente ricreduta. Anche se. Perché c'è un ma. Non sono più così felice di iniziare nuove serie, soprattutto se queste sono infinite. Io devo staccare tra una episodio e l'altro e quindi non saprei, mi fa paura una nuova avventura molto lunga. Devo ancora terminare Rocco Schiavone, la serie di Malvaldi, Casabona. Devo andare avanti? Dai, potrebbe essere un  buon proposito per il 2023! 
Ma adesso non ci resta che andare a scoprire cosa hanno letto le mie compagne di avventura! Non siete un po' curiosi?
desperate bookswife

 

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#Recensione,

Recensione di Baba #33 - Un angelo per sempre di Federica Bosco

lunedì, novembre 28, 2022 Baba Desperate Bookswife 0 Comments


Desperate Bookswife

Il libro
Un angelo per sempre di Federica Bosco
Editore: Newton Compton| Pagine: 352| Pubblicazione: 2020| Prezzo 9,90€| Trama:Qui
Genere: romantico
Notizie sull'autrice
Scrittrice e sceneggiatrice, ha al suo attivo una ricca produzione di romanzi e manuali di self help. Con la Newton Compton ha pubblicato il suo libro di esordio Mi piaci da morire, primo della trilogia che comprende anche L’amore non fa per me e L’amore mi perseguita. Nel 2009 è stata finalista al Premio Bancarella con S.O.S. amore. La Newton Compton ha pubblicato anche Cercasi amore disperatamente e la Serie dell’Angelo (Innamorata di un angelo, Il mio angelo segreto e Un amore di angelo), che ha ottenuto un successo clamoroso. Un angelo per sempre è il quarto attesissimo capitolo della fortunatissima serie.
Recensione di Baba
e mezzo


Buongiorno lettori vi spero bene! Guardate un po' di cosa vi parlerò oggi: un angelo per sempre, ovvero la chiusura ufficiale della trilogia composta da "Innamorata di un angelo + Il mio angelo segreto + un amore di angelo", l'ultimo episodio era uscito sette anni fa.
L'autore, che mai avrebbe pensato di riprendere in mano questa storia, spinta dai suoi lettori ha riflettuto su questo fatto e fa deciso di provare a scrivere un ultimo libro sulla vita della ballerina Mia e del suo amore perduto.
Quando uscì non lo acquistai. Subito pensai "wow dai, che bello" poi mi ricordai che grazie a quella trilogia conobbi la penna della Bosco, la mai follemente e inizia a leggere tutto il resto scritto da lei. Due anni fa decisi che non lo avrei letto, non volli rischiare di rovinare quel ricordo.
Le cose sono cambiate, qualche settimana fa l'ho trovato in un mercatino dell'usato a solo 1 euro e ho pensato che sì, avrei potuto dargli una possibilità.
Io e Ombretta lo abbiamo letto insieme, anche se io, per motivi legati alla rabbia in un momento ansioso della mia vita...non ho molto rispettato le tappe e l'ho finito prima di lei.
La storia di Mia mi sì letteralmente catapultata addosso ed è stato come averla lasciata solo qualche giorno prima. Lo stile dell'autrice è molto cambiato, è più maturo e più ricco e la storia non è un semplice romanzetto rosa.
È un inno al "farcela con le proprie forze", un inno al "non abbattersi e al tirare fuori gli attributi" un inno all'ottimismo e al costruire sulle macerie e prenderle come possibilità e non come catastrofi. Mi è piaciuto.
Se fosse stato un altro romanzo. Ho trovato pesanti i continui link di rimando all'amor perduto, a quell'amore che mai più potrà tornare, all'uomo perfetto affogato anni fa. Poi arriva Nathan e niente. Il peggio.
Io non so se l'autrice lo abbia pensato per se stessa o per i suoi fan, però questa parte l'ho trovata pesante e anche un po' poco credibile.
Ho adorato invece i personaggi così ben delineati, la Bosco ha la capacità di renderli reali. Sono sfumati, tridimensionali, hanno anche un odore preciso. Betty è un misto di incenso, vino e sigaretta. Adam ha l'odore di tabacco, di sudore e di "confezionato". Nina sa di shampoo e balsamo, di muschio, di aria.
Io li ho visti, ci ho parlato, abbiamo anche discusso e ho mandato a stendere Mia. Egocentrica e abbastanza superba nella sua ingenuità. Ho adorato la sua nuova amica Newyorkese, così viva e selvaggia, sensuale e sprovveduta, fragile ma solida, nonostante sembri impossibile.
Ve lo consiglio questo libro? E che ne so? Per certi versi scorre che è una meraviglia. Forse però è un po' troppo.
Eppure, nonostante la parte più importante non mi sia piaciuta sento questa sorta di felicità irrazionale, l'ho letto e ne sono contenta da matti! Va beh... sì sa, strana sono strana.

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#libriko,

Libriko - Sfida di lettura 2023 - presentazione e iscrizioni

giovedì, novembre 24, 2022 Baba Desperate Bookswife 4 Comments

 

SORPRESAAAAAAA!!!!

Buongiorno cari amici, eccoci giunti finalmente alla presentazione ufficiale della nuova sfida di lettura del 2023: LibriKo 

È una sfida in tutti i sensi, anche per noi che proviamo a spiegarvela senza fare troppi pasticci. 

Liberamente ispirata a un famosissimo gioco da tavolo, LibriKo vi porterà alla conquista del mondo a suon di libri. Una sfida a squadre che vi permetterà di spingervi oltre la vostra zona confort. 


PREPARAZIONE DEL GIOCO

Avete davanti a voi una mappa e Lei sarà la vostra migliore amica, stampatela, tatuatevela insomma non potrete giocare senza perché sarà letteralmente il vostro tabellone di gioco.


Desperate _Bookswife




La mappa è così suddivisa:


Desperate Bookswife


I continenti sono 6 (scritti in stampatello sottolineato) e suddivisi a loro volta in territori. Ogni territorio è contraddistinto da un numero per localizzarlo sulla mappa e si chiama come il titolo di un libro a lui assegnato. Tra parentesi trovate in rosso il numero degli obiettivi corrispondenti a quel territorio:

quelli da 3 sono conquistabili al raggiungimento di 3000 punti toccando tutti gli obiettivi con almeno un libro o racconto; quelli da 4 con 4000 punti, quelli da 5 con 5000 punti e quelli da 6 con 6000 punti.

Inoltre, sulla mappa, ci sono due Isole (Hogwarts e Ketterdam) che hanno 10 obiettivi l’una e a gennaio NON saranno ancora raggiungibili ma lo diventeranno durante la sfida, lo scoprirete strada facendo. Questi ultimi due territori NON saranno conquistabili ma serviranno per accumulare punti come vi spiegheremo più avanti.


COME SI GIOCA? 

- la gara è a squadre, per la precisione tre, capitanate da Baba, Dany e Ombretta; il nome della vostra squadra lo deciderete voi a partire da oggi fino alla fine del mese. Il simbolo sarà uno dei tre che vedete sul tabellone, ve lo dirà il vostro capogruppo.


- La gara durerà un anno e lo SCOPO finale sarà la conquista dei territori sulla cartina. Vincerà chi il 22 dicembre 2023 avrà conquistato o si avvicinerà a conquistare almeno: 

3 TERRITORI DA 3 OBIETTIVI + 3 TERRITORI DA 4 OBIETTIVI + 3 TERRITORI DA 5 OBIETTIVI + 3 TERRITORI DA 6 OBIETTIVI + ALMENO 36.000 PUNTI CONQUISTABILI SULLE ISOLE HOGWARTS E KETTERDAM. Il tutto per un totale di minimo 90.000 punti (a squadra). Se nessuno raggiungerà questa cifra o lo supererà vincerà chi avrà totalizzato più punti. Ha comunque precedenza la conquista dei territori, quindi se voi fate 50.000 punti sulle isole ma avete conquistato meno territori rispetto a una squadra con meno punti ma più conquiste…vince quella squadra lì. Quindi mettete bene in atto la vostra strategia! 


- Ogni squadra partirà da un territorio stabilito dalle capitane che dovrete conquistare raggiungendo i punti assegnati allo stesso con la partecipazione di ALMENO 10 COMPONENTI DELLA SQUADRA e toccando TUTTI GLI OBIETTIVI con anche solo un libro o racconto (la squadra deve toccare tutti gli obiettivi, non le singole persone).  Per farlo avrete al massimo 30 giorni, quando e se accadrà sarà vostro e verrà contrassegnato sulla mappa da un simbolo della vostra squadra. A quel punto avrete conquistato anche la carta con il simbolo corrispondente disegnato sopra. Non vi preoccupate, capirete! 


- Il libro che dà il nome al territorio è facoltativo. Se lo leggerete riceverete 20 punti bonus e potrete leggerlo durante tutto l’arco dell’anno senza scadenze SOLO DAL MOMENTO IN CUI LA VOSTRA SQUADRA AVRA’ TOCCATO QUEL TERRITORIO. Se lo leggete prima di averlo toccato non riceverete bonus e il suo punteggio sarà conteggiato solo se rientrerà in uno degli obiettivi del territorio su cui vi trovate in quel momento.


Desperate Bookswife



IMPORTANTE

Gli obiettivi escono privatamente e non vanno svelati alle altre squadre

Quando si scrivono le recensioni si scrive il numero del territorio e la lettera dell’obiettivo. Esempio: Obiettivo 5C



Perché c’è un simbolo sulla carta?

Alla conquista di ogni territorio vincerete la carta animali corrispondente. I simboli sulle carte possono essere combinati nei seguenti modi:

3 stregatti: scegli di provare a conquistare un territorio vuoto non confinante

3 metalupi: salti un obiettivo di un territorio

3 civette: scegli una squadra che al suo prossimo spostamento avrà 27 giorni invece di 30 per completare la sua conquista. 

3 carte diverse: avete dieci giorni in più per conquistare un territorio

2 stregatti + tris: scegli due libri a squadra che non rientrano negli obiettivi

2 metalupi + tris: prova a riconquistare un territorio che non sei riuscito a conquistare in precedenza 

2 civette + tris: spia gli obiettivi di un territorio a tua scelta


LE CARTE SONO GIOCABILI IN QUALSIASI MOMENTO, BASTERA’ POSSEDERLE E POI CREARE UN POST SUL GRUPPO FACEBOOK IN CUI SI RENDERA’ NOTA LA GIOCATA.


Ogni 60 giorni la squadra che avrà totalizzato il punteggio maggiore otterrà ALTRE DUE CARTE ANIMALI. Quella che avrà il secondo punteggio più alto OTTERRA’ UNA CARTA ANIMALI E la terza squadra…ritenta leggerai di più la prossima volta. Quindi non sedetevi sui ceci ma su un divano comodo e leggete. Questo proprio per te cara Dany, bradipa che sicuramente starai pensando “e io che gioco a fare? Non sarò mai tra le dieci che portano alla conquista del territorio, perché io sono bradipa e gioco con il cellulare (bacchettata sulle dita da parte di Baba che la cazzia ogni giorno anche se non sono in squadra insieme). Vedi Dany? Hai tempo comunque trenta giorni per leggere con calma e portare punti per ottenere le carte! Su leggi!! 


Cosa succede se finisco prima dei trenta giorni? 

 Verrà contrassegnato il territorio, potrete continuare a leggere quegli obiettivi fino alla fine dei trenta giorni ma contemporaneamente dovrete scegliere un territorio adiacente su cui spostarvi che proverete a conquistare nei trenta giorni successivi. 



Cosa succede se non riesco a conquistare il territorio entro i 30 giorni?

Il territorio non sarà vostro e non potrete più conquistarlo in seguito, ma sceglierete un altro territorio adiacente da provare a occupare ( a meno di utilizzare la combinazione di carte che potrà permettervelo, vedi sopra sezione carte). 


Esempio:

Il 29 dicembre siete sul territorio 24 che ha quattro obiettivi, ALMENO 10 partecipanti devono riuscire entro il 27 gennaio a raggiungere 4000 punti toccando tutti gli obiettivi con almeno un libricino per conquistare il territorio.  Il 20 gennaio lo avete già conquistato, potete decidere dove andare tra il territorio 23 e il 34. Dovete comunicarci la vostra scelta e a quel punto il 21 gennaio potete iniziare a leggere e avrete tempo fino al 20 febbraio per provare a conquistare quel territorio (30 giorni di numero, vanno contati, come le scadenze di Equitalia). Contemporaneamente potete continuare a leggere e pubblicare le vostre recensioni degli obiettivi del territorio 24 fino al 27 gennaio, poi spariranno.


Cosa succede se un’altra squadra sta cercando di conquistare un territorio che vorrei io?

Non si può più conquistare ma solo passarci sopra per raggiungere un altro territorio libero. Come si fa?  Niente, lo scavalcate, quasi come se non esistesse.


Cosa succede se un’altra squadra ha già conquistato un territorio che vorrei io?
Si può conquistare nel caso in cui quel territorio sia in "esubero" per la squadra che lo possiede, ovvero sia oltre i tre territori richiesti per quel numero di obiettivi. Esempio, una squadra possiede quattro territori da tre obiettivi. Uno di questi può essere conquistato da terzi.
Come si fa? La squadra attaccante dichiara di voler conquistare quel territorio e la squadra attaccata ha due opzioni:
1- decide che quel territorio serve per la conquista eventuale del continente, quindi combatte per non farselo portare via. Per 15 giorni ( per le due squadre in questione) da quel momento la gara classica si "congela" e parte una lettura basata sulla scelta di 3 obiettivi decisi dalla squadra attaccata. Vince il territorio chi in quei 15 giorni ha ottenuto più punti.
2- non le interessa perdere quel territorio, quindi la squadra attaccante per vincerlo dovrà in 30 giorni ottenere un punteggio più alto di quello ottenuto dall'attuale "proprietario" del territorio.

A cosa servono le isole?

Le due isole da 10 obiettivi l’una, ovvero Hogwarts e Ketterdam, come abbiamo scritto prima non sono conquistabili. Quando si apriranno saranno raggiungibili da voi passando dai territori ad esse collegate con le linee tratteggiate. Servono per accumulare i 36.000 punti necessari per giungere alla vittoria finale ma anche per accumulare punti per le carte bimestrali. Una volta che salirete sull’isola ci dovrete restare sopra 10 giorni, terminati i quali gli obiettivi diventeranno annuali; quindi, la vostra squadra potrà leggere senza limiti di tempo (fino al 22 dicembre) tutti i libri possibili per accumulare punti. Le due Isole non comunicano tra loro, quindi per passare da una all’altra dovrete fare il giro. Tranquilli, se guardate la cartina vedrete i trattini!



Come si contano i punti?

  • Ogni dieci pagine lette otterrete un punto. 

  • Valgono i racconti basta che abbiano almeno 10 pagine e siano pubblicati singolarmente. In caso di raccolta di racconti va letto tutto il libro. 

  • Potrete leggere una graphic novel a testa per ogni territorio ma otterrete 1 punto ogni 20 pagine.

  • I libri illustrati valgono ma è a discrezione degli organizzatori decidere come conteggiare le pagine in questione. 

  • 20 punti bonus se leggerete il libro che dà il nome al territorio, ma potrete leggerlo solo se “toccherete il territorio in questione”(vedi regole sopra). 

  • 50 punti se conquisterete un intero continente. I punti andranno sommati a quelli delle due Isole. 

  • 10 punti bonus alla catena da 3 libri (le catene sono nascoste all’interno di tutti i territori da 5 e nelle isole)

  • 30 punti bonus alla catena da 5 libri (le catene sono nascoste all’interno di tutti i territori da 5 e nelle isole)



Dove si scrivono le recensioni?

Le recensioni vanno postate sul gruppo Facebook principale. 

Gli obiettivi escono privatamente e non vanno svelati alle altre squadre.

Quando si scrivono le recensioni si scrive il numero del territorio e la lettera dell’obiettivo. Esempio: Obiettivo 5C. 

Le recensioni devono essere un po’ dettagliate e devono contenere le informazioni di base: 

  • Nome della vostra squadra con relativo #

  • copertina, numero di pagine, autore e casa editrice. 

  • Recensione scritta direttamente o link o videorecensioni

  • Tag dell’organizzatore perché veda il vostro post! 


E i bambini?

Potranno giocare con i grandi, gli obiettivi sono vasti e sicuramente all’interno di ogni territorio avranno la possibilità di trovare qualche libro che vada bene! Sono stati talmente bravi quest’anno che sono stati promossi! In fondo leggono più della Dany… Le recensioni potranno postarle i genitori, i parenti o gli amici.



Dove vedo i progressi e i punteggi? 

Ancora una volta ci sarà un file drive sempre consultabile. Vi daremo il link all’inizio della sfida condividendolo sul gruppo Facebook.



Come si formano le squadre e come interagiscono tra loro i partecipanti?

Le squadre verranno formate dopo che compilerete il format che troverete poco più sotto. In base a quanti libri più o meno dichiarate approssimativamente di leggere mensilmente noi vi suddivideremo per creare dei gruppi equi (il più possibile). I partecipanti, una volta iscritti, potranno scrivere sul gruppo Facebook principale, sul gruppo Facebook della squadra e sul gruppo whatsapp che non è obbligatorio ma caldamente consigliato per prendere decisioni strategiche in poco tempo. Comunque, si fa come si può! 


I bracci destri delle organizzatrici

Ancora una volta ogni organizzatrice avrà un braccio destro. Se quelli che ci sono già hanno piacere di continuare a mantenere quel ruolo…fantastico! Sappiate, care voi Giuls, Ines e Meshua che siete state un aiuto più che prezioso per noi. Se per motivi vari non potrete più prendere questo impegno con grande rammarico vi lasceremo libere. 


Come mi iscrivo e quando inizio a giocare?

Potete iscrivervi compilando il format qui sotto e vi smisteremo man mano. Potrete subito entrare nel gruppo Facebook per iniziare a socializzare e capire come si gioca.

Rullo di tamburi…quest’anno inizieremo il… 29 dicembre. 


Cosa si vince? 

Niente, un altro anno in nostra compagnia! 



Vi aspettiamo! Ma soprattutto…non fatevi spaventare da questo lunghissimo post. Giocare sarà più semplice del previsto. 

Con affetto 

Baba, Dany e Ombry


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Recensione di Baba #32 - Versilia Rock City di F. Genovesi

lunedì, novembre 21, 2022 Baba Desperate Bookswife 0 Comments

 

desperate bookswife

Il libro
Versilia Rock city di Fabio Genovesi
Editore: Mondadori| Pagine: 211| Pubblicazione: 2012| Prezzo 9,50€| Trama:Qui
Genere: racconti
Notizie sull'autore
Fabio Genovesi (Forte dei Marmi, 1974) ha pubblicato per Mondadori i romanzi Il mare dove non si tocca (2017), Chi manda le onde (2015, premio Strega Giovani), Versilia Rock City (2012) ed Esche vive (2011) e, per Laterza, il saggio cult Morte dei Marmi. Collabora con il “Corriere della Sera” e il suo settimanale “La Lettura"
Recensione di Baba
e mezzo


Cercavo un mezzo di trasporto in copertina. Sì, riconosco che il mio modo di scegliere i libri non sia così "normale", ma sono strampalata e lo sapete tutti. Ho un problema, quello della vastità della mia libreria. C'è una sindrome che comprenda il grande compiacimento nel guardarla e la successiva paura di scegliere una lettura? Se c'è è la mia, pensatemi.
Posseggo "Versilia Rock City" da maggio del 2005, andai a conoscere l'autore e comprai da Libraccio la copia che vedete in foto, autografata a qualcun altro. C'è qualcosa di malinconico e poetico, non trovate anche voi? Questo credo sia il suo romanzo d'esordio, pubblicato nel 2008 con una casa editrice che si chiama Transeuropa e successivamente abbracciato da Mondadori. 
Fabio Genovesi è un toscano di quelli che piacciono a me, con l'accento marcato, il sorriso aperto e la spontaneità genuina e vera. Nessuna frase di circostanza, nessun sorriso tanto per fare, un abbraccio stretto che senti  fatto con piacere, non perché io sia speciale ma piuttosto perché lettrice e fan, quindi l'abbraccio era come per ringraziare di aver letto e apprezzato qualcosa scritto da lui. Sono passati sei anni e mezzo e ricordo quel momento come fosse ieri.
Dopo aver letto "Chi manda le onde" mi innamorai della sua scrittura così diretta, ironica eppure tagliente, scanzonata e profonda, comica e tragica. Come fa questo autore a mettere insieme tutto questo? Non lo so. 
Versilia Rock City lo definirei quasi un romanzo corale, la storia di ragazzini di ieri e oggi adulti, ad ogni capitolo l'alternarsi di più storie, tutte unite da un filo. Mario è l'unico che si narra in prima persona, è forse quello che in qualche modo tiene in piedi il castello di carte. Abita a Forte dei Marmi Mario, ma sono tre anni che non mette un piede fuori di casa. Fino a tre anni fa era un dj molto famoso, Marius dj, amato dalle donne e ballato in discoteca un po' da tutti. Renato, il migliore amico di Mario, era un super secchione ma oggi si è trasferito a Milano dopo una delusione amorosa e nessuno ha ben capito che lavoro faccia, si mantiene sul vago e parla di Modelle che porta in giro...Nello detto il Botta è lo zio del nostro protagonista, vive nel capanno degli attrezzi e ha trascorso vent'anni a fare uso di stupefacenti, poi c'è Roberta, ovvero la ex fidanzata di Nello, un'avvocato in carriera ma dal cuore apparentemente arido. Altri personaggi minori ruotano intorno a questi che di cui vi h appena scritto e il loro intervento completa la storia. 
Questo è un romanzo sulle possibilità e sull'importanza degli errori, tante storie forse sbagliate che portano gli abitanti di questo romanzo ad essere terribilmente veri e malinconici, pieni di problemi eppure così carismatici, nonostante tutto. Persone che hanno commesso azioni non proprio lecite, sognatori, vite che si sono lasciate andare trascinandosi, altre che hanno tirato fuori i denti. Ognuno di noi subisce un torto o inciampa in un ostacolo maledettamente alto, e come reagisce? Le possibilità sono molteplici ma quello che conta è continuare a vivere, anche quando tutto sembra privo di senso, anche quando le mura di casa sono rassicuranti al massimo. Questa è una Versilia che non abbiamo mai visto e immaginato, un luogo che immaginiamo solo per le vacanze ma che in inverno si "chiude" e c'è spazio a malapena per chi ci abita. Anche in un luogo per molti incantato accadono cose normali, storie normali, vite normali di persone che sentono stretto questo luogo così amato dai turisti. Un Genovesi incantevole, da leggere senza ombra di dubbio.

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Recensione di Nadia #15 - Chi si ferma è perduto di M. Malvaldi e S. Bruzzone

giovedì, novembre 17, 2022 Baba Desperate Bookswife 0 Comments

Desperate Bookswife

Il libro
Chi si ferma è perduto di Marco Malvaldi e Samantha Bruzzone
Editore: Sellerio| Pagine: 352| Pubblicazione: 2022| Prezzo 15,00€| Trama:Qui
Genere: thriller

Notizie sugli autori
Marco Malvaldi (Pisa, 1974), di professione chimico, ha pubblicato con questa casa editrice la serie dei vecchietti del BarLume (La briscola in cinque, 2007; Il gioco delle tre carte, 2008; Il re dei giochi, 2010; La carta più alta, 2012; Il telefono senza fili, 2014; La battaglia navale, 2016, Sei casi al BarLume, 2016; A bocce ferme, 2018; Bolle di sapone,2021), salutati da un grande successo di lettori. Ha pubblicato anche Odore di chiuso (2011 e 2021, Premio Castiglioncello e Isola d’Elba-Raffaello Brignetti 2011), e Il borghese Pellegrino (2020), gialli a sfondo storico, con il personaggio di Pellegrino Artusi, e Milioni di milioni (2012), Argento vivo (2013), Buchi nella sabbia (2015), Negli occhi di chi guarda (2017), con Glay Ghammouri Vento in scatola (2019) e con la moglie Samantha Bruzzone Chi si ferma è perduto (2022).

Samantha Bruzzone (Genova 1974) chimica di formazione e appassionata di gialli, ha pubblicato con Marco Malvaldi, compagno nella vita, due libri per ragazzi, Leonardo e la marea (Laterza 2012) e Chiusi fuori (Mondadori 2022) e, con Sellerio, Chi si ferma è perduto (2022).

Recensione di Nadia

Buongiorno lettrici e lettori!
Il freddo alla fine è arrivato e cosa c’è di meglio, potendo, di trascorrere i mesi che ci separano dalla primavera leggendo buoni libri in compagnia di una tisana e di una copertina? Oggi vi parlo di uno dei romanzi che potrebbero farvi compagnia in questo autunno: è Chi si ferma è perduto, di Marco Malvaldi e Samantha Bruzzone. Malvaldi e Bruzzone sono marito e moglie e hanno già scritto insieme Chiusi fuori, un romanzo giallo per ragazzi.

Serena Martini in Rossi (già, manca qualche stuzzichino e l’aperitivo è servito) vive a Ponte San Giacomo con il marito e i due figli Pietro e Martino, e fa la rappresentante di classe da quando si è licenziata dal suo impiego per discriminazioni sul posto di lavoro. Serena infatti si è sempre sentita svalutata in un mondo di uomini dove, anziché trattarla come una dottoressa in chimica, l’apostrofavano come “la nostra Serena”. Un giorno Serena ritrova per caso in un bosco il cadavere di Luigi Caroselli, maestro di musica presso la scuola media di Pietro. Da quel momento, in collaborazione con la poliziotta Corinna Stelea, la nostra protagonista comincia una vera e propria indagine per scoprire e assicurare il colpevole alla giustizia.

Ho letto questo romanzo con vero piacere e devo dire che, per certi aspetti, forse l’ho amato anche più di alcuni autoconclusivi scritti solo “dal Malvaldi”, come si fa chiamare lui. La collaborazione con la moglie fa sì che, a mio parere, l’autore della serie del Barlume “sbrachi” molto meno con le curiosità scientifiche e le spiegazioni di fenomeni che, seppur spesso interessanti, a volte sono secondo me un po’ troppo tecniche e appesantiscono la vicenda. Questa volta le digressioni “chimiche” ci sono, ma sono decisamente più leggere e comprensibili.

Il giallo in sé è abbastanza semplice e non è difficile risalire al colpevole, se si sta attenti ai numerosi indizi che Bruzzone e Malvaldi dispongono sul cammino del lettore. L’ironia e l’arguzia che contraddistingue la coppia è ormai nota e strappa più di un sorriso a chi legge. Il libro scorre in modo molto piacevole e si divora in poche ore.

Parliamo un attimo, invece, del personaggio di Serena Martini, nel quale a mio parere risiede un pochino il punto debole del romanzo. Non credo di spoilerare nulla, in quanto il suo abbandono lavorativo è riportato anche nella trama del romanzo da Sellerio. Serena è una donna tosta, intelligente, ha una laurea in una materia che non è per tutti (per me sicuramente no, ad esempio) e ha un bel caratterino. Non le manda a dire a nessuno, ha le idee chiare e, pur non essendo mai maleducata, riesce a tenere testa anche alla suocera, che è stata anche la sua temibile insegnante di liceo e che tutti, all’epoca, chiamavano Augusta Pino (diminutivo di Pinochet). E allora, per quale motivo una quarantaseienne risolta, energica, decisa dovrebbe lasciarsi mettere i piedi in testa da capo e colleghi e lasciare un posto di lavoro semplicemente perché non le attribuiscono la giusta importanza? Nel racconto dell’episodio in questione Serena avrebbe potuto muoversi in mille modi diversi per farsi rispettare mantenendo rispetto e autorevolezza, ma non l’ha fatto. L’ho letta soprattutto come una semplice sorta di denuncia nei confronti degli ambienti di lavoro maschilisti e misogini, che per carità ci sono, ma sono anche facilmente smontabili senza perdere sorriso e credibilità.

A parte questo dettaglio, che a mio parere proprio dettaglio non è, ho trovato Chi si ferma è perduto un romanzo molto gradevole e piacevole per trascorrere qualche ora in relax, ma anche imparando qualcosa. Assolutamente consigliato, soprattutto se siete fan del Malvaldi.

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Recensione di Baba #31 - Il piano delle streghe di Benito Mazzi

martedì, novembre 15, 2022 Baba Desperate Bookswife 0 Comments

Desperate Bookswife

Il libro
Il piano delle streghe di Benito Mazzi
Editore: Priuli & Verlucca| Pagine: 128| Pubblicazione: 2005| Prezzo 16,90€| Trama:Qui
Genere: racconti
Notizie sull'autore
Benito Mazzi (Re, Verbania, 1938), studi classici, giornalista, narratore, saggista, è direttore responsabile del settimanale Eco dell'Ossola - Risveglio Ossolano e della rivista storica Verbanus. Sue opere sono state tradotte e pubblicate in una decina di Paesi europei e negli Stati Uniti. Ha al suo attivo oltre venti libri fra i quali: Il piano delle streghe (vincitore di cinque concorsi letterari compreso il Giacomo Bardesono di San Giorgio Canavese), La formica rossa (Premio Cesare Pavese), Giovanni Maria Salati, una beffa che fruttò il primato (Premio Coni per la Letteratura), Coppi Bartali & Malabrocca. Le avventure della Maglia Nera (Premio Selezione Bancarella Sport), Cervi in pineta (Premio Emigrazione), Il sogno di Gibo (Premio Cercasi Storia di Natale), Un uomo che conta (Premio Selezione Bancarella Sport). Nel 1991 ha curato per Rizzoli, con presentazione di Gaetano Afeltra, Almeno quest'anno fammi promosso. 130 temi di ragazzi del Nord. Il libro è risultato un bestseller, con sette edizioni ed il successivo inserimento nella BUR. È stato inoltre selezionato da Fabbri Editori - Corriere della Sera per la prestigiosa collana "La Biblioteca del Corriere della Sera". Sempre nel 1991 il suo romanzo Il colore le donne il vino il canto (Premio Lago Maggiore) è stato pubblicato in coedizione italo-svizzera da Libero Casagrande di Bellinzona e Alberti Libraio di Intra. Nel 1998, con Nel sole zingaro. Storie di contrabbandieri, edito da Interlinea di Novara, Mazzi è entrato nella Selezione Premio Strega. Con Priuli & Verlucca, editori ha pubblicato Fam, Füm, Frecc, il grande romanzo degli spazzacamini (2000), finalista Premio Biella Letteratura, uscito anche in lingua tedesca, Vecchie storie di paese (2002), La formica rossa (2003) e Il Piano delle Streghe (2004). Cultore di etnografia e legatissimo alla Valle Vigezzo, dove è nato, vissuto ed opera, lo scrittore ossolano ha ambientato la maggior parte delle sue pubblicazioni fra quelle montagne, delle quali gli preme salvare storie, tradizioni, personaggi, dialetti e scenari.
Recensione di Baba


Questo libro mi è stato inaspettatamente regalato dalla mia amica Eliana, Vigezzina nel sangue e nel cuore. Questa raccolta di racconti scritta da Benito Mazzi è un omaggio alla tradizione che spesso purtroppo è stata gettata nel fuoco per dare spazio ad altro, senza contare che accogliere e importare non significa necessariamente cancellare ciò che c'è. Quello che ho potuto notare frequentando la Val Vigezzo è che le librerie sono piene di libri di montagna, libri scritti da autori locali, volumi contenenti ciò che è la storia di quel territorio. E cosa c'è di più bello? Andare in un luogo e trovare qualcosa di tipico: prodotti enogastronomici, manufatti, artigianato, arte, letteratura, costruzioni. Cosa distingue un luogo da un altro? La tradizione propria. Preservare la tipicità non significa non seguire il progresso ma vuol dire non tirare una riga su ciò che è stato per fare spazio a ciò che sarà. Tutto può convivere, i cassetti dove contenere le nozioni sono molteplici.
Questo libro è un piccolo gioiellino assolutamente sconosciuto ai più ma non per questo da snobbare. Contiene racconti brevi e illustrazioni notevoli. Qual è il tema? Lo dicono sia il titolo che il sottotitolo: Streghe, fisica, misteri, accadimenti sovrannaturali. I protagonisti sono tutti in Valle, persone che vanno e vengono, abitanti del luogo, persone di passaggio. Ad ognuno accade qualcosa di strano e a volte una spiegazione non c'è. Una narrazione fluida e coinvolgente che intrattiene il lettore dall'inizio alla fine e al termine di ogni racconto vorrebbe sapere di più, mentre nulla, non può che accontentarsi e fantasticare su ciò che potrebbe essere.
Storie da assaporare un po' alla volta, guardando le immagini che di tanto in tanto popolano il libro, integrando, arricchendo.
Se avessi avuto un nonno, da ragazzina avrei voluto ascoltare racconti Direttamente dalla sua voce, seduti davanti alla stufa, con una copertina sulla spalle e le castagne in grembo. Immagino il rumore del fuoco a fare da contorno, una voce roca e coinvolgente a dare luce ad avventure strane, misteriose eppure vere.
Grazie a "il piano delle streghe" ho evocato dei ricordi che non esistono ma che mi piacerebbe avere, ho fantasticato su ciò che per qualcuno è stato, ho immaginato una situazione. Grazie Eliana, mi hai fatto un bel dono che custodirò. Se tu non me lo avessi portato io probabilmente non lo avrei mai e poi mai preso in considerazione.

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Recensione di Baba #30 - La piuma magica di Gwendy di R. Chizmar

venerdì, novembre 11, 2022 Baba Desperate Bookswife 0 Comments

Desperate Bookswife

Il libro
La piuma magica di Gwendy di Richard Chizmar
Editore: Sperling & Kupfer| Pagine: 280| Pubblicazione: 2021| Prezzo 9,90€| Trama:Qui
Genere: narrativa
Notizie sull'autore
RICHARD CHIZMAR è noto soprattutto come editore della casa editrice Cemetery Dance e redattore dell'omonima rivista, specializzata in particolare nel genere horror. Oltre a scrivere racconti, sceneggiature e a insegnare scrittura creativa, collabora da tempo con Stephen King ad alcune edizioni speciali dei suoi libri.
Recensione di Baba
e mezzo


Buongiorno cari lettori, vi spero bene. 
Questo è stato per me un romanzo " scoperta" dopo aver sentito diversi pareri negativi su questo volume in particolare. Ho letto il primo della trilogia, in collaborazione con il grande King, qualche mese fa e ho subito acquistato il seguito, scritto solo da Chizmar poiché secondo King...la storia poteva continuarla lui, in qualche modo King non era convinto ma gli ha lasciato carta bianca.
Gwendy è diventata senatore, grazie alla scatola Dei bottoni, che praticamente dovrebbe essere solo un ricordo. Fino a quando però non torna a casa...accadono delle cose che niente, le fanno tornare in mente la scatola, i cioccolatini e le monete.
Una scrittura che ho trovato dettagliata e piacevole, i dialoghi giusti e accattivanti, le emozioni sono arrivate inaspettatamente, riuscendo ad incutere quel minimo di ansia e sicuramente un po' di curiosità. Quando ti aspetti poco da una storia e invece si rivela carina...beh tanto di guadagnato.
Non conoscevo Chizmar prima di questa serie e devo ammettere che mi ha incuriosita il giusto.
Ho molto apprezzato la parte familiare, il suo ritorno a casa per le feste, queste descrizioni di vita normale, questi dialoghi così graziosi che per un attimo mi è sembrato di essere seduta a pasteggiare insieme ai protagonisti. Caspita che bello!
Anche la protagonista non mi dispiace, è cresciuta e il suo profilo è intrigante, nonostante la dispendenza...che riuscirà ad estirpare? E chi sarà l'uomo con il cappello che parla con sua madre? Quanti quesiti in questa lettura.
Un discreto seguito per la nostra protagonista, adesso non ci resta che leggere il terzo, nuovamente in collaborazione con King ( ecco questa cosa qui mica l'ho tanto capita però...).

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