#Recensione,

Recensione - Corso base per analfabeti sentimentali di Rebecca Quasi

mercoledì, giugno 30, 2021 Baba Desperate Bookswife 2 Comments

Desperate Bookswife

Il libro
Corso base per analfabeti sentimentali   di Rebecca Quasi
Editore: Rebecca Quasi| Pagine: 174| Pubblicazione: 2017| Prezzo 1,99€| Trama:Qui
Genere: romance
Notizie sull'autrice
Rebecca Quasi è un'insegnate e per diletto scrive. Molto apprezzata dalle lettrici italiane appassionate di romance, ha pubblicato un considerevole numero di romanzi.
 Recensione
e mezzo

Buongiorno lettori, credo ricorderete il mio conflitto con questa autrice...più che conflitto, il mio pessimo esordio con il romance storico "La Governante". Tante lettrici mi hanno chiesto di dare una seconda possibilità all'autrice, magari con una storia contemporanea. Così ho fatto (complice una sfida di lettura che mi chiedeva un autore con la Q...). 

Isabella è una giovane donna con un problema: è totalmente anaffettiva. Non le piacciono le persone, non ha amici, non ha mai avuto fidanzati, scappa da tutto quello che potrebbe metterla di fronte ad una relazione. In un momento di crisi è costretta a cercare un lavoro e stranamente, nonostante lei non sia un'infermiera, la assumono per fare da badante ad una ricca signora malata di Alzheimer. Ettore, ovvero il figlio della paziente, è preoccupato poiché teme che la monotonia e la solitudine opprimano Isabella, costretta a stare tutto il giorno accanto ad una persona che apparentemente non ha niente da darle in cambio. Non si capacita proprio come Isabella riesca a rimanere impassibile, non chieda mai ferie o permessi, insomma appaia totalmente assente, comportandosi quasi come un robot con un manico di scopa attaccato alla colonna vertebrale. L'unica stravaganza...legge romanzi russi in lingua alla Signora, che pare apprezzare. 

---ATTENZIONE SPOILER---

E qui, scusate, mi parte la carogna. Scusa se te le scrivo cara Rebecca ma io mi sento un po' presa in giro. Ho letto la Governante lo scorso mese e tre quarti del libro sono pressoché indentici!!! Lui ricco e bello, un figlio che non è suo figlio, una ex moglie che muore e che ovviamente è stata una pessima persona (ma bellissima eh...). La protagonista che sembra aver ingurgitato un manico di scopa, bella da morire ma che ovviamente si veste male...quindi non conosce nemmeno lei le sue potenzialità. Il bambino che si affeziona immediatamente, ma subito subito eh, in entrambi i romanzi si recano ad una recita scolastica ma lei (La badante/governante...dipende dal libro che leggi) non vuole entrare e sedersi vicino al padre perchè "non sta bene, io sono una donna di servizio e ho la mia reputazione da mantenere". Lei (la badante/governante...dipende sempre dal libro) che non vuole farsi baciare perchè poi tutti gli altri cosa pensano, ma alla fine si scioglie ad ogni sguardo. Ora io dico: perchè ho dovuto leggere due libri pressoché identici? Non mi riferisco agli episodi proprio plateali scritti qui sopra, mi riferisco proprio anche a molti altri dettagli. No certo, il finale cambia, peccato che l'epilogo di questo libro mi abbia lasciata perplessa: davvero finisce così? No ma dai. Va bene che il genere romantico sia scontato, va bene che si debba seguire una scaletta, ma qui proprio è una copia di un libro scritto dalla medesima autrice. Durante la lettura ho provato prima una sensazione di fastidio per i motivi scritti sopra, poi quando ha iniziato a prendere una piega un po' differente mi sono resa conto che non aveva niente da dirmi. Unica nota positiva, guarda caso come nel precedente romanzo, è Paolo, ovvero il figlio di Ettore. Un ragazzino sveglio, simpatico e che riscuote consensi dal pubblico. Se per "La Governante" ho scritto che comunque ho sfogliato un libro scorrevole, non posso dire altrettanto di questo, a me veniva quasi spontaneo saltare le pagine, visto che palesemente avevo tra le mani qualcosa di già visto. Sarò stata sfortunata? Probabilmente, ma credo che a questo punto, dopo due delusioni passerò oltre. E niente, anche questo è andato, vedremo cosa accadrà in futuro. 

Credo che l'autrice volesse parlare di accettazione, di possibilità di cambiamento davanti alla persona giusta, del fatto che non è genitore chi mette il seme ma chi cresce un bambino...insomma penso volesse trasmettere anche questo, non dico che non ci fosse un intento, ma a me non è arrivato, o almeno non nel modo in cui un autore desidererebbe arrivasse il suo romanzo. Non sono qui a dire che Lei non sia brava, come ho scritto lo scorso mese, ha molto seguito e probabilmente sono io che non riesco a entrare con le chiavi che mi ha messo a disposizione. Pazienza, come dico sempre, meno male che i gusti sono diversi, oppure tutti avremmo voluto sposare lo stesso uomo, o il gelato alla Violetta o alla liquirizia sarebbe sempre terminato! 

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#Nadia,

Keep Calm and Read Nadia #92 - L'ospite inatteso - Recensione

martedì, giugno 29, 2021 Baba Desperate Bookswife 2 Comments



Buongiorno lettrici e lettori! Di ritorno dall'assolatissima Lampedusa (non vi preoccupate, non mi sono scottata!) oggi vi racconto di uno dei due romanzi che mi ha tenuto compagnia in vacanza: sto parlando di L'ospite inaspettato, dell'irlandese Patricia Gibney.

Fonte Google

La tranquilla località irlandese di Ragmullin viene sconvolta da un brutale omicidio nella cattedrale: una donna è stata strangolata con il filo delle sue cuffiette dell’iPod. Sul caso viene chiamata a indagare l'ispettrice Lottie Parker, rimasta vedova da poco. Molto presto l'indagine si complicherà, coinvolgendo personalmente anche Lottie e la sua famiglia. Conosceremo anche il segreto che Parker porta con sé e che pesa sui suoi rapporti personali.
Ho comprato questo romanzo spinta dalle buone parole spese per l'autrice da un'altra scrittrice di polizieschi, la mia amata Angela Marsons. Si tratta dell'esordio di Patricia Gibney, e, anche se per certi aspetti questo si percepisce (ho compreso subito quale fosse l'identità dei colpevoli, per esempio), in generale posso dire di aver apprezzato tantissimo questo romanzo, tanto da voler recuperare al più presto anche gli altri volumi della serie. La detective protagonista, Lottie Parker, non è un personaggio particolarmente originale: chi legge molti polizieschi ritroverà in lei i caratteri dell'ispettore oberato di lavoro, con un passato familiare problematico e poco incline ai sentimentalismi. A mano a mano che la storia ingrana, però, il lettore viene sempre più coinvolto nella trama, che si fa più incalzante e avvincente pagina dopo pagina, e comincia anche ad amare la protagonista, con le sue fragilità e le sue manie.

Ho apprezzato molto il personaggio del sergente Boyd, che tiene a Parker probabilmente più di quanto lei non senta di meritare, mentre non ho sopportato il sovrintendente Corrigan, preoccupato soltanto dell'esito delle conferenze stampa. Anche l'ambientazione è un buon punto di forza del libro: la scelta di ambientare questi gialli non nella capitale Dublino ma in un paese di periferia a mii avviso si è rivelata vincente, in quanto la storia ne guadagna in atmosfera. Il giallo è ben orchestrato e la tensione non cala mai fino alla fine. Nonostante la trama sia piuttosto intricata e i personaggi non siano pochi, il desiderio di scoprire come sarebbe andato a finire il romanzo non mi ha mai abbandonata. L'unico dettaglio che mi ha fatto storcere il naso riguarda la scelta del titolo italiano, che non c'entra assolutamente nulla né con quello originale, né con la storia in sé, o almeno io non l’ho capito (se qualcuno di voi conosce questo romanzo ed è stato più sveglio di me, vi prego di svelarmi l’arcano del titolo!). Quando avvengono queste scelte insensate davvero non mi capacito. A parte questo, per quanto mi riguarda leggerò sicuramente gli altri episodi della serie, e la consiglio anche a tutti gli amanti del genere!

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#Recensione,

Recensione - Mia amata Yuriko di Antonietta Pastore

lunedì, giugno 28, 2021 Baba Desperate Bookswife 1 Comments

 

Desperate Bookswife
Il libro
Mia amata Yuriko   di Antonietta Pastore
Editore: Einaudi| Pagine: 132| Pubblicazione: 2016| Prezzo 16,50€| Trama:Qui
Genere: narrativa
Notizie sull'autrice
Antonietta Pastore è nata a Torino. Visiting professor all'Università di Ōsaka dal 1977 al 1993, dopo essere tornata in Italia si è dedicata alla traduzione letteraria e alla scrittura. Oltre a gran parte della produzione di Murakami Haruki, ha tradotto le opere di numerosi autori, tra i quali Natsume Sōseki, Inoue Yasushi, Kawakami Hiromi. Con Einaudi ha pubblicato il saggio Nel Giappone delle donne (2004), la raccolta di racconti Leggero il passo sui tatami (2010), e il romanzo Mia amata Yuriko (2016).
 Recensione
e mezzo

STORIA DELLA MIA COPIA

L'anno in cui si è ammalato papà ho frequentato una libreria a due passi dall'ospedale all'interno della quale ho trovato serenità, amicizia e molti consigli. La libraia, anche se oggi non è più lì ma ha cambiato città, è in gamba, carismatica e sopratutto, quando ti racconta un libro...tu devi averlo, diventa una questione di necessità. Ecco, lei mi ha creato l'esigenza di avere il romanzo della Pastore, nota sopratutto per essere la traduttrice di Murakami, così lo comprai. Una volta arrivata a casa lo riposi in ordine alfabetico insieme agli altri libri e lì rimase. Oggi è arrivato il suo momento. Vi racconto un po' cosa ci ho trovato al suo interno...

IL MIO COMMENTO

Questo libro racconta delicatamente la storia di Yuriko, giovane donna che vive con la sua famiglia sull'isola di Etajima (Giappone), proprio vicino all'Accademia Navale. Per una serie di motivi incontra Yoshi,  ragazzo iscritto all'Accademia per volere dei suoi genitori. Li presenta il fratello di Yuriko, si innamorano, ma le origini diverse pesano, lei ha origini umili e mentre la famiglia di lui appartiene a una stirpe di samurai. In tempo di guerra però non si guardano troppo queste cose e così i giovani innamorati si scambiano le promesse e vivono ogni giorno con felicità e passione. Il tempo di partire si avvicina e al momento dell'imbarco restano solo i ricordi e le lettere che lui riesce a scriverle, fino a quando Yuriko, il 6 agosto del 1945, non si reca ad Hiroshima per cercare il marito di cui non ha notizie da tempo...

Mia amata Yuriko è una storia che ci viene raccontata grazie ad un personaggio che ci fa da narratore, lei è italiana, sposata con un giapponese e trapiantata lì per scelta e non per obbligo, è perfetta per accompagnarci in un luogo lontano da qui. tutto è più comprensibile grazie alla sua guida e alle sua spiegazioni. Sarà proprio lei a incontrare la zia acquisita Yuriko, ormai non più giovanissima e sopratutto...divorziata. Ma c'è qualcosa di strano in lei, un'aria assorta, distante, a tratti dolce. Conserva ricordi dell'ex marito in maniera stravagante. Proprio da questa visita a casa della nostra protagonista, la narratrice inizierà a comprendere la storia dell'infanzia e successivamente del matrimonio di Yuriko grazie ai ricordi di sua suocera, una donna che l'ha accolta in famiglia come una figlia. 

Grazie alla storia di un amore diverso da quello che potremmo immaginare, Antonietta Pastore affronta un argomento delicato, ovvero la condizione e se vogliamo il "razzismo" degli stessi Giapponesi nei confronti di coloro che erano ad Hiroshima quel giorno. Oltre alle vittime morte all’istante, in molti perirono entro un anno a causa delle radiazioni e delle bruciature, ed un alto numero di giapponesi moriranno in seguito di cancro o di malformazioni alla nascita, tutte conseguenze a lungo termine della bomba atomica. 

Un libro che parla di attese, di pazienza, di scelte quasi impossibili da prendere, di un amore così forte e lo struggente abbandono. Ci parla di guerra, di sofferenza, di diffidenza. Ma in guerra, c'è davvero il buono e il cattivo? Chi ha veramente iniziato? Centotrentadue pagine forti eppure apparentemente leggere. Ammetto che durante la lettura non ho provato molto...leggevo cercavo di immedesimarmi, cercavo di comprendere dove saremmo andati e perchè. A fine lettura pian piano ho metabolizzato e colto qualcosa, che non so se fosse quello che l'autrice volesse comunicare, ma qualcosa mi è arrivato. Continuo a sostenere che questo non sia proprio il mio genere di letture, ma devo dare a Cesare quello che è di Cesare e la Pastore merita di essere letta, anche solo per il suo stile, che ti arriva poco per volta, in punta di piedi. 

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#lettori intorno al mondo,

Lettori Intorno al Mondo #3 -Sud America - Brasile

giovedì, giugno 17, 2021 Baba Desperate Bookswife 2 Comments

LIBRO DAL QUALE HO PRESO ISPIRAZIONE PER QUESTA RUBRICA: IL SOLE IN TESTA di GEOVANI MARTINS - MONDADORI- 122 PAGINE

Buongiorno lettrici e lettori! Torniamo nuovamente con la rubrica dedicata a quelle letture che ci permettono anche di sognare, prendere virtualmente una valigia e partire per una terra magari lontana. A giugno le mie compagne e io abbiamo deciso di volare in America Latina, Nadia ci ha portato in Argentina (potete leggere il suo post Cliccando QUI), Marina si è spinta fino in Bolivia QUI e Viviana ha organizzato una visita all'interno della foresta Amazzonica grazie al caro Sepulveda QUI

Solitamente io decido di organizzare un viaggetto in stile "Travel Agency" per una presunta coppia di persone che desidera andare a vedere quel posto lì. Il libro al quale mi sono ispirata è totalmente ambientato all'interno di Rocinha, la più grande Favela di Rio, e così ho deciso che per questo mese il mio post sarà differente. Spero vi piacerà ugualmente. 

Rocinha dall'alto


CHE COS'È UNA FAVELA IN POCHE FRASI:
"Favelas" è il termine portoghese con cui si indicano le baraccopoli (o slum) brasiliane. Per la precisione, la favela  è una pianta che cresce nel semiarido sertão brasiliano, una regione che abbraccia molti stati del nordest del Brasile. Nascono quando i rifugiati o gli ex soldati della guerra di Canudos, 1895-96, a Bahia, occuparono un terreno libero a ridosso della montagna a Rio de Janeiro. Quando la guerra finì il governo smise di pagare gli ex soldati che non avevano di che sopravvivere, nemmeno le case. Con il passare degli anni la situazione mutò, gli ex schiavi liberati presero il posto degli ex soldati e si creò un gruppo etnico.  A quei tempi il posto era strategico dal punto di vista geografico, poichè le abitazioni erano situate accanto alle zone ricche, ed è proprio presso le famiglie facoltose che gli abitanti delle favelas trovavano impiego. 
Oggi, solo a Rio si contano 1019 favelas. 

FAVELA ROCINHA, situata a Sud della città alle pendici della montagna Dois Irmaos vicino ai quartieri di Gavea e Leblon, è considerata la più estesa baraccopoli del Sud America, ci vivono più o meno 250 mila persone.
La favela di Rocinha è nata dopo il 1930 attorno ad un insediamento abitato da immigrati italiani e del Brasile del Nordest. All'inizio, come si immagina, c'erano poche baracche costruite con materiali di fortuna e man mano si è allargata, utilizzando anche mattoni ed eternit (immaginate lo stato di salute...). Il sistema fognario è pressoché inesistente, l'acqua potabile manca e gli allacciamenti, spesso abusivi, sono arrivati in seguito. Oggi ci sono anche attività commerciali. Insomma una città nella metropoli. 
Purtroppo questo luogo è terreno fertile per i narcotrafficanti e le guerre tra bande ci sono da sempre. Con i mondiali di calcio e i giochi olimpici, dopo un periodi di relativa tregua, hanno ricominciato ad esserci scontri violenti tra forze dell'ordine e malavitosi. 

Mi rendo conto che le informazioni contenute in questo post siano davvero quasi ridicole, è un argomento complesso e vasto, parlare di Rocinha in poche righe è assurdo, ma credo possa essere uno spunto per chi volesse approfondire l'argomento. 

Un vicolo di Rocinha - fonte Qui

PERCHÈ visitare una Favela? 
Giusta domanda, anche perché non è mica un safari umano! PARLIAMOCI CHIARO, purtroppo spesso accade che si decida di andare a visitare un luogo degradato per poter sbarrare gli occhi e crocettare sull'agenda favela... x fatto. Se mi permettete credo che ognuno sia libero di fare le scelte che crede fino a quando non se ne offendono altre, di persone. Credo che visitare un luogo povero con una macchina fotografica al collo e guardare gli abitanti con gli occhi della pena sia tremendo. Ricorderò sempre il mio viaggio in Mozambico, eravamo in 20 su di un camion e ci siamo fermati in una stradina nel nulla, peccato che quello che credevamo fosse uno spiazzo era una sorta di cortile di una capanna dalla quale è uscita una famiglia con tanti, tanti bambini, evidentemente denutriti. Erano quasi le 14 e i miei compagni avevano fame, non ne hanno voluto sapere di andare via e hanno tirato giù il tavolo sbranando panini come se non vedessero cibo dal mese scorso. Io gli occhi di quella famiglia non li scorderò mai. Non sono voluta scendere dal camion perchè mi sentivo una cacca: eravamo nei pressi di una abitazione, non abbiamo chiesto il permesso e nemmeno alcuni miei compagni hanno voluto dividere il cibo. La scusa era: come pensi si sentano se facciamo loro carità. Oppure: il panino che mangiano oggi non li salverà domani. Io non ho mangiato e la mia razione ho chiesto alla madre se avesse voluto condividerla con me. Ho chiesto scusa a mio modo e sono risalita sul furgone. Non ho rivolto la parola ad alcuni miei compagni di viaggio per un bel pezzo. Cosa costava chiedere scusa per l'intrusione e andare un po' più in là? Stendiamo un velo. 
Diverso è se si vuole condividere, se si è in grado di entrare in punta di piedi togliendosi dalla faccia quella faccia che commisera, che ci fa sentire dei gran fighi (ma de che...). Scusate ma alcune cose mi fanno un po' arrabbiare. Dunque, dicevo, se uno si toglie dalla faccia quell'espressione lì, se uno decide di visitare una favela accompagnati da una guida locale, magari appoggiata ad una Onlus, in modo che i nostri soldi servano a qualcosa...allora magari è diverso. Perchè tutto dipende da COME una persona agisce. 
Visitare una Favela può essere istruttivo, per comprendere come le persone vivono, per capire una cultura, vedere con i propri occhi le poche possibilità che gli abitanti hanno di uscire da una situazione. 

Forse visitare una Favela può servire per togliersi di dosso il pregiudizio, perché non necessariamente Rocinha=malavita=crimine=disperazione. Grazie a numerosi associazioni che operano sul territorio la visita può diventare un atto di solidarietà, anche perché più visite ci sono e più ragazzi possono fare da guida, quindi lavorare. 

Prima di leggere la raccolta di racconti scritta da Geovani Martins non ne sapevo proprio nulla: ero a conoscenza dell'esistenza di questi luoghi, poveri e degradati, ma poco di più. È proprio vero che grazie ai libri non si smette mai di imparare e quindi non posso non ringraziare tutte le persone che hanno contribuito a ideare questa rubrica che mi permette di cercare, quindi imparare. 

Le poche informazioni che ho inserito le ho cercate online. Le fonti sono: Wainomi, Il sorriso dei bambini, La world citizen, Mente in viaggio, Viaggio nel mondo, Dentro Rio de Janiero, Wikipedia

La prossima settimana non perdete il post di Daniela sul suo blog Un libro per amico! Chissà dove ci porterà...

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#Nadia,

Keep Calm and Read Nadia #91- Il mistero delle croci egizie di Ellery Queen

martedì, giugno 15, 2021 Baba Desperate Bookswife 1 Comments



Buongiorno lettrici e lettori!

Oggi voglio parlarvi di un classico della letteratura “gialla” americana, che però purtroppo non mi ha convinta, nonostante moltissime recensioni entusiaste: mi riferisco a Il mistero delle croci egizie, di Ellery Queen.

L’investigatore Ellery Queen, figlio dell’ispettore Richard, si trova a dover indagare su un macabro omicidio in Virginia: un maestro elementare è stato decapitato e appeso a una croce a forma di T. Mentre le indagini sono in corso giunge la notizia che un altro delitto è stato perpetrato con le stesse modalità a New York. Ellery Queen, naturalmente, scoprirà l’assassino.

Fonte Google

Complice la challenge di Superlettori all’arrembaggio ho scelto di colmare una delle mie più clamorose lacune letterarie: pur essendo una grande appassionata di gialli e thriller non avevo mai letto nulla a firma Ellery Queen, che credo essere, insieme a Agatha Christie e a Rex Stout, uno dei pilastri del giallo classico. Purtroppo –e il dio della letteratura poliziesca mi fulmini, se c’è- non sono riuscita ad apprezzare granché questo romanzo. Innanzitutto i personaggi: ce ne sono veramente troppi, tutti citati per nome anche quando non ce n’era la minima necessità. Oltretutto molti erano, a mio avviso, del tutto superflui, e la loro unica funzione è stata, almeno nella mia esperienza, quello di confondere e innervosire. Come minimo sarebbe stato necessario uno schema dei personaggi in apertura, per permettere al lettore di seguire più agevolmente: la mia edizione, Mondadori, non ce l’aveva.

Parliamo poi proprio dell’edizione: capisco che la prima pubblicazione di questo romanzo risalga al 1932, capisco il voler mantenere uno stile consono all’epoca, ma scrivere “menomamente” al posto di “minimamente” e “a misura che” anziché “a mano a mano che” o qualcosa di più moderno infastidisce soltanto, ancora una volta, il lettore che sta già cercando di barcamenarsi tra mille personaggi, uno più inutile dell’altro. Già, perché il vero protagonista in tutto ciò è solo ed esclusivamente Ellery Queen: l’ho odiato, perché ha sempre la risposta pronta, è in grado di partorire a ogni piè sospinto teorie fantasiose e strampalate con grande sicumera e non manca occasione per demolire qualsiasi ragionamento venga da un ispettore o da un amico. Tutto questo senza avere la “presenza scenica” di un Nero Wolfe o di un Poirot. La simpatia fatta persona, insomma.

Un altro difetto che ho riscontrato riguarda l’impianto narrativo: il lettore non ha la possibilità di tirare minimamente il fiato, perché tutta la storia, dalla prima all’ultima sillaba, ruota intorno agli omicidi e alla loro risoluzione, o al tentativo degli autori di gettare fumo negli occhi al lettore. Questa tecnica può essere efficace per un racconto, ma se si tratta di un romanzo di media lunghezza non si fa altro che sovraccaricare il lettore, che, impegnato a sopravvivere alla mole infinita di informazioni e alle teorie astruse di Ellery Queen, rischia di lanciare il libro dalla finestra.



E ora, dopo aver demolito uno dei massimi maestri del giallo, chiedo a voi, se lo conoscete: sono tutti così i suoi romanzi o ho avuto sfortuna io? Siete d’accordo con la mia opinione? Fatemi sapere!

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#Recensione,

Recensione - Una felicità semplice di Sara Rattaro

martedì, giugno 08, 2021 Baba Desperate Bookswife 1 Comments

 

Desperate Bookswife


Il libro
Una felicità semplice   di Sara Rattaro
Editore: Sperling&Kupfer| Pagine: 243| Pubblicazione: 2021| Prezzo 16,90€| Trama:Qui
Genere: narrativa
Notizie sull'autrice
Sara Rattaro è nata a Genova. Laureata in Biologia e in Scienze della Comunicazione, ha lavorato come informatore farmaceutico prima di dedicarsi completamente alla sua grande passione, la scrittura. È già autrice di cinque romanzi, accolti con grande successo da librai, lettori e critica, e tradotti in nove lingue: Sulla sedia sbagliata, Un uso qualunque di te, Non volare via(Premio Città di Rieti 2014), Niente è come te (Premio Bancarella 2015), Splendi più che puoi(Premio Rapallo Carige 2016).

 Recensione
e mezzo

Un giorno come tanti Cristina esce di casa per comprare un paio di cose nel negozietto del quartiere quando all'improvviso entra un rapinatore che le punta il coltello alla schiena e chiede denaro al proprietario del locale. Proprio in qual momento la vita di Cristina è pronta cambiare strada, una di quelle che mai fino al giorno prima avrebbe pensato imboccare volontariamente. Perché forse le disavventure ci fanno ragionare sulle difficoltà e sulla vita, su quanto sia giusta viverla fino in fondo senza dare nulla per scontato, in un modo o nell'altro. 

Storia particolarmente  intensa ma delicata questa scritta da Sara Rattaro, maga nel costruire romanzi prendendo stralci di vite comuni, che lei rende straordinari per intensità e sentimenti. La sua protagonista è una donna provata dal dolore causato da una mancanza, il rimorso che non la lascia andare e di conseguenza si è autoimposta una vita a basso profilo, senza infamia e senza lode. Insomma, parliamoci chiaro, Cristina si accontenta di sopravvivere, ricordando tutto ciò che di bello ha già vissuto in precedenza, come se non avesse bisogno di altro. Ci vorrebbe proprio una MAGIA per farle cambiare modo di pensare, oppure un fattorino SDA e un'amica fedele e un po' invadente (ma solo per il suo bene). 

Questa mattina parlavo con la mia amica Daniela di "Un libro per amico" e mentre ci confrontavamo su questa lettura le ho detto una cosa e adesso provo a spiegarvela sperando di essere chiara, perchè è un concetto un po' strano. Quello che solitamente mi colpisce nei romanzi firmati Rattaro sono le storie, ovvero le relazioni tra due o più personaggi, perché è vero che i sentimenti individuali contano, ma c'è sempre un personaggio relazionato ad un altro. In questo caso Cristina mi è arrivata come Cristina e basta, ovvero una donna con un passato e un presente, una persona di mezza età momentaneamente fragile a causa del suo trascorso, ma a me è arrivata lei, non le emozioni correlate ai suoi legami. Ed è pur vero che all'interno del libro si parla del rapporto meraviglioso con suo marito...ma io l'ho sentita per davvero. 

Cristina è una donna come tante, ma ha avuto la fortuna di incontrare lungo il suo cammino La Persona con la quale ha condiviso un buon pezzo di vita. Come spesso capita stando insieme a qualcuno per tanto tempo, ci si modifica e a volte non si riesce a comprendere dove finisca uno e dove inizi l'altro. Oggi la nostra protagonista deve vivere da sola, prendere decisioni da sola, salvare quello che ancora può e non autoimporsi il ruolo di spettatrice passiva della sua vita. Riuscirà a vivere o continuerà a sopravvivere? 

Questo romanzo lo consiglio a tutte le persone che non riescono a ingranare la marcia, a tutte le persone che vorrebbero ma anche no, a quelle che invece sono convinte che tanto va bene così. Questo libro vorrei che lo leggesse mia madre, perché dopo la morte di papà va avanti per me e non per lei, questo romanzo vorrei che lo leggessero persone che sono state abbandonate, che certo non hanno subito un lutto, ma comunque devono portare dentro un doppio dolore ovvero la perdita del compagno e il sentirsi sbagliati (visto l'abbandono). In 240 pagine Sara ha sollevato un tappeto e ha trovato la sporcizia che alcune persone cercano di nascondere con l'aiuto della scopa: non si vede ergo non c'è, è meno faticosa da sistemare, è più veloce, non lascia traccia. Insomma, quanto è lontano il bidone? A volte non sembra, per alcuni sembra irraggiungibile. 

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#Recensione,

Recensione - Scusa ma ti amo troppo di Trodella e Tarducci

lunedì, giugno 07, 2021 Baba Desperate Bookswife 1 Comments

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Il libro
Scusa ma ti amo troppo di Trodella e Tarducci
Editore: Newton&Compton| Pagine: 315| Pubblicazione: 2014| Prezzo 5,90€| Trama: Qui
Genere: romance

Notizie sulle autrici
Elisa Trodella e Loretta Tarducci sono amiche da sempre. Un giorno decidono di raccontare una storia, che è diventata Scusa ma ti amo troppo, loro primo romanzo, che ha riscosso un grande successo di pubblico e critica. Con la Newton Compton hanno pubblicato anche Imperfetti innamorati, seguito da Cioccolata amara, con il quale le due autrici chiudono l'appassionante, romantica e imperdibile trilogia.
Recensione
e mezzo


Scusate autrici ma questo libro mi ha fatto...perdere del buon tempo a mia disposizione. Cioè possibile che in due a scrivere più gli editor non si siano resi conto della banalità di questa storia? Del fastidio che provoca la protagonista? Oddio quanto tempo era che non scrivevo una recensione così negativa? Partiamo dal principio.
Stella è una giovane donna con problemi di stress legati alla sua ultima storia d'amore. Abita in Lombardia, vicino a Milano insieme alla sua mamma, ovviamente una vulcanica e invidiabile madre separata, con la quale ha un rapporto strano ma affettuoso. Stella è una cozza, si vede brutta, non vuole mai uscire, rifiuta il suo corpo e tutto ciò che potrebbe farla divertire. Ha però una migliore amica, guarda un po' questa è stramba, vitale, anzi vulcanica (va beh, fin qui... gli opposti si attraggono). Questa amica la obbliga con la forza ad imbucarsi ad una festa, lei ci va mal volentieri e conosce Lui, un uomo molto più grande di lei che sta per tornare a Roma dove ha un ristorante. Stella è consapevole di non essere innamorata di quest'uomo ma comunque stringe un rapporto, va a trovarlo e infine che fa? Ci va a vivere insieme, sapendo e ammettendo di non amarlo. Ovviamente prima ancora di aver messo piede nella sua nuova dimora incontra un divo del cinema con il quale ovviamente scambierà delle battute, ci litigherà pure (vuoi non litigare e offenderti con la star del momento perché ci prova brutalmente con te e tu, dopo aver fatto l'oca giuliva ti offendi perché in quel brevissimo lasso di tempo ha deciso di apprezzare le tue tette e non il tuo grande cervello che ha messo su una conversazione sulle sigarette e sugli animali domestici ? Come ha osato a concentrarsi solo sull'aspetto fisico? Bruto e schifido uomo. Irrispettoso).
Da qui parte l'odio verso una protagonista che mi fa vergognare, io inorridisco, ma cacchio davvero due donne nel 2021 scrivono una cosa così??? Sul serio? E poi ci stupiamo che ancora oggi le belle donne bionde non possono essere intelligenti? Io svengo.
Quindi ricapitolando: protagonista insopportabile + trama inconsistente e banale + 300 pagine di assurdità cosa fanno? Un libro da usare per accendere il caminetto.
Sapete quanto io sia una persona mediatrice, una che cerca comunque il bello da qualche parte, una che non ama offendere gli altri, insomma cerco sempre di essere democratica, il più possibile (non ero così, poi son cambiata ah ah ah). Credo che questa sia la prima volta (forse la seconda al massimo) che io scriva una recensione priva di tatto. E mi sento già in colpa, perchè so che dietro a questo libro c'è tanto lavoro, però niente, non sono riuscita a fare di meglio. Scusate autrici. Se mi verrà la cagarella capirò. 
Se avete letto e amato questo libro...mi dispiace se vi ho irritato, ma questa volta è stato più forte di me, non potevo tenere dentro tutto questo, mi sarebbe uscito dalle orecchie. Non ce l'ho con voi eh? Mica vi giudico, ma accettate il fatto che io lo abbia detestato. Punto. E adesso vado a cercare qualcosa di più adatto alle mio modo di pensare. 

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#lettori intorno al mondo,

Lettori intorno al mondo #3 - Sud America

giovedì, giugno 03, 2021 Baba Desperate Bookswife 2 Comments

LIBRO DAL QUALE NADIA HA PRESO ISPIRAZIONE PER QUESTA RUBRICA: SOPRA EROI E TOMBE DI ERNESTO SABATO - EINAUDI- 579 PAGINE

Buongiorno lettrici e lettori!

Oggi, per la nuova puntata di Lettori intorno al mondo, vi porto in Argentina! Ho infatti letto Sopra eroi e tombe, di Ernesto Sabato: un romanzo strano, che probabilmente non ho compreso fino in fondo, ma in cui la città di Buenos Aires è viva e presente, non solo sullo sfondo. Avete con voi il vostro bagaglio? Allora partiamo, e attenzione, torneremo anche indietro nel tempo, perché questo romanzo comincia nel secolo scorso.

Siamo infatti nel 1953 quando il diciannovenne Martìn incontra quello che sarà il tragico amore della sua vita, ovvero la giovane Alejandra. Martìn, figlio di una madre orribile che non fa mistero di non aver mai voluto il figlio e di aver cercato di abortire in ogni modo, è un ragazzo fragile, pieno di insicurezze. Ha perso il lavoro da poco e si aggrappa ad Alejandra con tutte le sue forze, ma ancora non sa che la ragazza è pervasa da un’indole spietatamente autodistruttiva, e che la loro storia è destinata a finire molto male.

Il racconto del rapporto tra Martìn e Alejandra è intervallato dalle riflessioni di personaggi secondari sulla situazione dell’Argentina, sul peronismo, sulla massiccia presenza di italiani nel Paese, la seconda nazionalità dopo gli spagnoli, oltre a riflessioni filosofiche più o meno appassionanti. Il romanzo presenta anche una sorta di “intervallo”, funzionale alla storia, in cui uno dei personaggi secondari spiega in modo quasi scientifico la sua avversione nei confronti dei ciechi e il suo tentativo di smascherarne la natura, a suo dire, mostruosa e infingarda.

Se avete letto sin qui avrete probabilmente compreso che i personaggi fuori di testa abbondano in questo romanzo; si ha per tutto il tempo la percezione di assistere a una sorta di spettacolo grottesco, in cui verità e finzione sembrano sovrapporsi dando vita a un effetto straniante che lascia intontito lo spettatore. Ma per fortuna noi dobbiamo parlare di Buenos Aires: seguitemi allora!

Martìn e Alejandra si incontrano per la prima volta nel parco Lezama, uno dei più antichi della città. Al suo interno, ricco di sculture e viali alberati, è possibile visitare il Museo Historico National, che ha aperto i battenti nel 1897.
Parque Lezama

Spostandosi verso nord lungo l’Avenida Paseo Colòn si arriva facilmente alla più importante delle piazze cittadine, teatro di scontri politici nel corso dei secoli: sto parlando di Plaza de Mayo. Questo luogo fu teatro, ad esempio, della Rivoluzione di maggio nel 1810. Qui inoltre per la prima volta si riunirono le cosiddette “Madri di Playa de Mayo”, un’associazione di donne che cercava di far luce sulla sorte dei propri cari desaparecidos tra gli anni 1977 e 1983.

Plaza de Mayo

Se osservate la fotografia di Plaza de Mayo (qui sopra) potete notare sullo sfondo alcuni grattacieli. Martìn spesso li ammira nel suo girovagare per la città. Si tratta di imponenti palazzi costruiti nella prima metà del ventesimo secolo, che per molti anni ebbero a turno il primato di grattacielo più alto dell’America Latina. L’edificio Alas (Foto sottostante) per esempio, che al tempo della costruzione nel 1950 si chiamava Atlas, fu il più alto del Sudamerica fino al 1966, mentre oggi è soltanto il ventesimo dell’Argentina.
Alas Building

Anche il Kavanagh era, al tempo della sua costruzione nel 1934, il più alto grattacielo del Sudamerica. Ospitava appartamenti di lusso con comfort eccezionali per l’epoca, come l’aria condizionata e dodici ascensori.
Kavanagh Building


Camminando senza meta per la Buenos Aires Martìn ci porta alla scoperta di quartieri famosi della città, come per esempio Palermo e il Barrio Norte. Oggi Palermo comprende al suo interno locali e ristoranti trendy, il museo di arte contemporanea MALBA e il Parque 3 de Febrero, che molti abitanti di Buenos Aires scelgono per i loro pic nic nel weekend.
Quartiere Palermo

Parque tres de Febrero

Ci sarebbero naturalmente moltissimi altri posti da visitare nel nostro tour virtuale di una città enorme come Buenos Aires. Da parte mia io ho già voglia di partire e spero di aver messo un po’ di curiosità anche a voi! Ci leggiamo presto!

------------------NADIA---------------------

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#Blogtour,

Blog Tour - Il grido della Rosa di A. Basso - Tappa 4 Gioia:Una nuova indagine per Anita

giovedì, giugno 03, 2021 Baba Desperate Bookswife 6 Comments



Buongiorno lettori, siamo giunti al quarto appuntamento del blog tour dedicato all'ultimo romanzo della splendida Alice Basso. Secondo capitolo della nuova serie ambientata a Torino negli anni '30.

Sul blog "A spasso coi libri" la presentazione del libro QUI

A casa di "Un libro per amico" Anita e i gialli della casa editrice Saturnalia QUI

Da Bookspedia si parla di Anita e Sebastiano QUI

Oggi io invece vi racconterò qualcosa in più sull'indagine che Anita seguirà tra un impegno e l'altro. Siete pronti?

Nel volume precedente abbiamo lasciato Anita Bo confusa, felice del suo nuovo e temporaneo lavoro, in procinto di sposarsi (più o meno) e con un'indagine appena lasciata alle spalle che le ha regalato energia pura. Cosa accadrà in questo nuovo libro? Se la mitica Basso ha ideato una nuova serie di gialli...beh qualcosa dovrà pur accadere. Quel qualcosa si chiama Gioia, è una ragazza madre sordomuta alla quale hanno "sottratto" il figlio per darlo in adozione a una coppia di nobili torinesi decisamente in vista. La nuova "famiglia" organizza una serata di gala presso la propria "umile" dimora dove invitano tutte le persone che contano (per il fascio) e mentre le donne mettono in mostra le spalle nude e i capelli ondulati, perché ricordiamoci che al duce fa piacere anche vedere le belle donne e non solo relegare queste ultime nel ruolo delle donne di casa, insomma tra una chiacchierata melliflua e l'altra viene ritrovato il corpo della madre del bambino appena adottato...MORTA. 
La versione ufficiale è che Gioia, colpita dal rimorso, abbia cercato di rapire suo figlio per riportarlo dovenonsiasa e sia caduta mentre cercava di scavalcare la cancellata, rompendosi l'osso del collo. C'è un però. Diana, la migliore amica di Gioia, ha vestito il cadavere della poverina e ha notato due cose sconcertanti: i lividi ovunque e il fatto che indossasse già il suo abito migliore. 
Le domande quindi si formano da sole: come ha fatto cadendo da un cancello a procurarsi lividi pesanti su gran parte del corpo se nemmeno è rotolata via? Se aveva intenzione di rapire suo figlio e darsi alla fuga, perchè indossava il suo abito più bello che è anche il più scomodo? Ma sopratutto Diana sostiene che GIOIA MAI AVREBBE FATTO UNA COSA DEL GENERE. Era consapevole che lei non avrebbe saputo come mantenerlo e che a casa di persone ricche e nobili avrebbe avuto un futuro. 
Qualcuno quindi voleva liberarsi di Lei. Ma perché far fuori una sordomuta indigente? 
Alice Basso ci accompagna in gite notturne, faccende che una ragazza per bene non dovrebbe fare negli anni '30, appostamenti e altro ancora. E mentre lo fa...ovviamente prosegue la storia personale di Anita, di cui non vi parlerò perché andiamo fuori tema. 
Io in realtà non posso parlarvi molto del giallo in sé, vi ho descritto dei fatti che sono il preludio, da questo momento si aprono le danze. 
Molto interessante è l'approfondimento sull'Onmi, ovvero l'Opera Nazionale Maternità e Infanzia, nata nel 1925 durante il Regime per tutelare le madri e i propri figli. C'è il sospetto che questo ente sia nato per incrementare la popolazione abbassando il tasso di mortalità infantile. Grazie a Candida, la professoressa di dattilografia di Anita e Clara, avremo modo di farci un'idea. Ma dato che questa non deve essere una recensione ma semplicemente la presentazione della parte gialla...direi che mi sono allungata abbastanza.

Non dimenticate l'appuntamento di domani sul blog "Letture a Pois" dove Manuela ci racconterà qualcosa sulle donne fasciste dell'epoca e sul personaggio di Anita. Sabato invece Esmeralda elencherà cinque motivi per leggere questo libro.

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#challenge2021,

Super Lettori all'arrembaggio - Tappa sei - giugno

martedì, giugno 01, 2021 Baba Desperate Bookswife 0 Comments

Carissimi equipaggi, ci siamo imbarcati senza possibilità di ritorno e siamo già alla sesta tappa! Spero stiate facendo il vostro lavoro con cura, sapete ormai quanto sia spietato il mostro e quanti agguerriti gli altri vascelli. Bando alle ciance, Qui potrete trovare il post dove viene spiegata a grosso modo la sfida nel caso abbiate qualche dubbio o non ricordiate più le regole QUI

COME SI GIOCA?

Le tappe sono mensili, quindi dodici tappe in un anno. 


Ogni mese vi daremo 6 obiettivi e una mappa. Ogni libro che leggerete vi farà accumulare punti (1 punti ogni 10 pagine) e il vostro punteggio sarà sommato a quello di tutti i componenti del vascello. QUINDI CI SARA' UN PUNTEGGIO UNICO DEL VASCELLO, NON PERSONALE. 

Ecco gli obiettivi di questo mese, che potrete usarli tutti, uno, due, tre...insomma senza vincoli. Potrete anche leggere 20 libri in un mese seguendo sempre lo stesso obiettivo. 

1. Il pirata Barbanera ebbe il controllo del Mar dei Caraibi durante la cosiddetta età dell'ora della pirateria. Leggi un libro ambientato in America Centrale o America Meridionale (Dal Messico in giù).

2. Sui pirati sono state scritte storie infinite con cui si potrebbero riempire intere enciclopedie. Leggi un libro con più di 500 pagine.

3. Ogni pirata che si rispetti è descritto con un aggettivo che ne tesse le lodi o che ne aumenta una pericolosità. Leggi un libro con un aggettivo nel titolo.

4. Spesso i pirati hanno dei nomi fantastici che hanno diversi significati. Leggi un libro in cui il cognome dell'autore abbia un significato di senso compiuto (Basso, King, Bosco, Brown...etc ).

5. I pirati sono grandi assalitori ma di certo non vengono ricordati per il loro essere acculturati, anzi, chissà se sapevano mettere tre lettere in fila!? Leggi una catena di 3 libri il cui cognome inizi con tre lettere dell'alfabeto consecutive. Esempio: A-B-C / G-H-I / P-Q-R vale alfabeto inglese. I libro della catena con la lettera più vicina alla Z, sarà raddoppiato.

6. ? domani mattina in diretta lo scoprirete. Collegatevi sul gruppo Facebook alle 10:30, chi non ce la fa...troverà la registrazione.

Passiamo alla mappa. Come abbiamo scritto i vostri singoli punteggi saranno sommati e andranno assegnati al vostro vascello di appartenenza. Quando LA PRIMA NAVE raggiungerà 1200 punti sbarcherà sull'ISOLA, poi quest'ultima si autodistruggerà (distruggendo anche il marinaio di Ombretta che ovviamente arriverà prima, e sto mese, stop, finito). ah ah ah. 
Come sempre scoprirete i dettagli una volta arrivati, il nostro consiglio è quello di sbrigarvi ancora più del solito. Quindi ricordate: Un'Isola solo solo per i primi che stabiliranno i giochi a cui gli altri dovranno adeguarsi.

Se non perirete, quando la nave conquisterà 2200 punti incontrerete il mostro. (Quindi Sonia e le sue perfide trovate). 




Nel frattempo potrete continuare a leggere i vostri libri, questo non ostacolerà le vostre letture.


E cosa facciamo noi TRE? Noi avremo la possibilità di leggere assieme a voi quanti libri vorremo e che si accumuleranno alla fine del mese ai vostri punti totali! Bello eh! 

Ogni mese il vascello che raggiungerà il punteggio più alto vincerà una fiasca di Rum (gli altri acqua salata...) e il punteggio verrà azzerato a tutti per ripartire da zero il mese successivo. Vincerà la sfida finale il vascello più ubriaco (ovvero chi avrà accumulato più fiasche di Rum in dodici mesi). 

Cosa fanno i NOSTROMI? Questa figura l'abbiamo pensata per aiutarci nel lavoro di coordinazione, ci aiuterà a tenere i punti del proprio vascello, ad avvisarci al raggiungimento di un traguardo, insomma coordinerà mozzi e marinai e farà da portavoce. Rappresentanti di classe venite a noi!! Può rimanere sempre lo stesso oppure potrete variare ogni mese, basta che entro un giorno dall'inizio del mese voi lo comunichiate al vostro Capitano. 


COME SI INSERISCONO I PUNTI? DOVE SI MANDANO LE RECENSIONI?

Esiste un Gruppo dedicato alla challenge in cui è OBBLIGATORIO ENTRARE (cliccare QUI per richiedere l'accesso) all'interno del quale inserirete la recensione o il link nel caso la vogliate scrivere altrove e dovrete allegare il titolo, numero di pagine, obiettivo, la foto e tassativamente l'# di appartenenza (#laperlanera #olandesevolante #jollyroger). Ci sarà un foglio Drive di riepilogo con il vostro nome e i punti ottenuti che gestiremo noi. ATTENZIONE IL GRUPPO FACEBOOK PER INSERIRE LE RECENSIONI E' QUELLO GENERALE, LE RECENSIONI SI METTONO Lì, VISIBILI A TUTTI I PARTECIPANTI

COME FACCIO A PARTECIPARE?

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Per adesso è tutto, ci ritroviamo in alto mare. 

 

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