#Recensione,

Recensione di Baba #19 - La scatola dei bottoni di Gwendy di S. King e R. Chizmar

lunedì, maggio 30, 2022 Baba Desperate Bookswife 0 Comments

 


Il libro
La scatola dei bottoni di Gwendy di Stephen King e Richard Chiznar
Editore: Pickwick| Pagine: 240| Pubblicazione: 2018| Prezzo 9,90€| Trama:Qui
Genere: narrativa
Notizie sugli autori
STEPHEN KING vive e lavora nel Maine con la moglie Tabitha e la figlia Naomi. Da più di quarant'anni le sue storie sono bestseller che hanno venduto 500 milioni di copie in tutto il mondo e hanno ispirato registi famosi come Stanley Kubrick, Brian De Palma, Rob Reiner, Frank Darabont. Oltre ai film tratti dai suoi romanzi, vere pietre miliari come Stand by me - Ricordo di un'estate, Le ali della libertà, Il miglio verde, It - per citarne solo alcuni - sono seguitissime anche le sue serie TV. Per i suoi meriti artistici, il presidente Barack Obama gli ha conferito la National Medal of Arts. Nel 2018 ha ricevuto il PEN America Literary Service Award.
RICHARD CHIZMAR è noto soprattutto come editore della casa editrice Cemetery Dance e redattore dell'omonima rivista, specializzata in particolare nel genere horror. Oltre a scrivere racconti, sceneggiature e a insegnare scrittura creativa, collabora da tempo con Stephen King ad alcune edizioni speciali dei suoi libri.
Recensione di Baba


Buongiorno cari lettori, vi spero bene! 
Oggi vi parlerò di un libro che ho letto per caso e che probabilmente non avrei preso in considerazione, si tratta del romanzo scritto a quattro mani da King e Chizmar: La scatola dei bottoni di Gwendy. 
Ho comprato e letto subito questo libro perché mi "serviva" un romanzo ambientato in un posto che iniziasse con la C e che fosse indicato nella trama. Possibilmente breve. Magari molto bello. Chiacchierando con le mie compagne di avventure è venuto fuori questo titolo. Non appena mi hanno parlato di King ho fatto un passo indietro, per quelli che sono i miei gusti non è propriamente uno stile scorrevole il suo, o almeno non sempre. Poi è venuto fuori che nasce per i ragazzi...insomma una storia lievemente surreale dalle tinte horror per ragazzi. Dai, proviamo.
Gwendy Peterson è una ragazzina di dodici anni che vive a Castle Rock, ha problemi di peso, non ha moltissimi amici e per cercare di dimagrire tra una mangiata e l'altra percorre di corsa la "scala del suicidio", una scalina dritta su di un dirupo dalla quale un paio di persone si sono buttate di sotto. Un po' inquietante e un po' attrazione macabra, fatto è che sta ancora lì e Gwendy la percorre ogni giorno. Siamo negli anni '70, i cellulari sono ancora decisamente lontani dai pensieri dei comuni mortali e i genitori recitavano ancora la frase "non parlare con gli sconosciuti" e così fa Gwendy, fino a quando non conosce il signor Farris, un uomo con il cappello nero a bombetta e l'aria serena. Un pomeriggio mentre lei sta per dirigersi al parco giochi avviene l'incontro: lui è seduto su di una panchina, la chiama ma lei ha un po' paura. Lui sostiene di non avere cattive intenzioni, si presenta e le consegna una scatola, perché solo lei potrà averne cura. Questa scatola ha dei pulsanti e una levetta. schiacciando quello nero esce un cioccolatino minuscolo ma bellissimo che da quel momento cambierà la vita alla giovane ragazza. Quello rosso non è da premere, potrebbe essere pericoloso. 
Una storia che a tratti potrebbe sembrare banale: dove ci porterà? Osserviamo la protagonista crescere nascondendo a tutti questa scatola, costretta a portare un fardello che le provoca gioie e dolori, una sorta di gabbia dorata. Piano piano, senza accorgercene, vogliamo sapere cosa accadrà a Gwendy perché in fondo al cuore tutto questo successo quasi piatto non ci convince e sappiamo che gli autori ci stupiranno con effetti speciali.
Interessante riflettere e far riflettere i più giovani sulla veste del male, su quanto sia ingannevole e camuffato, sulla difficoltà oggettiva di capire come, dove, quando e perché. E' anche buffo pensare che il male sia soggettivo. Non fraintendetemi. Un'azione sbagliata è sbagliata, punto. Avete però pensato che chi commette delle cattiverie ha un suo lato della medaglia? Oppure...qualcosa che può creare del danno per alcuni porta dei benefici ad altri. Questo fa sentire meglio, è come scaricare la coscienza a chi commette qualcosa che non si fa e non ammetterà mai il fatto di non essere una brava persona. 
Se ve lo state chiedendo...sì, vorrei leggere gli altri due e spero di poterlo fare presto. 
 E' il primo volume di una trilogia scritta qualche anno fa, infatti questo volume è stato pubblicato per la prima volta nel 2018 in Italia da Sperling & Kupfer per poi riproporlo in edizione economica nel 2019 ad un prezzo più popolare. 


0 commenti:

#5 blogger per un autore,

5 blogger per un autore #3 - Rick Riordan - Percy Jackson e gli dei dell'olimpo. Il ladro di fulmini

venerdì, maggio 27, 2022 Baba Desperate Bookswife 1 Comments


Buongiorno signori, come state? Siamo a fine maggio, c'è già che sogna le vacanze e sta facendo il conto alla rovescia!
Nel frattempo però... "cinque blogger per un autore" sono tornate! 
Chi sono? Ecco qui:
ChiaraChiccaDaniela, Ombretta e io ogni due mesi leggeremo libri di uno stesso autore deciso precedentemente. Un modo per ampliare i nostri orizzonti, per imbatterci in letture che magari non avremmo preso in considerazione, dandoci la possibilità di innamorarci ancora, in maniera inaspettata (oppure di detestare fortemente qualcosa che non vorremmo più riavere tra le mani) .

Questo mese abbiamo deciso di dare una possibilità a Rick Riordan, autore famoso che ha dato vita a Percy Jackson. Io ho letto il primo della serie, ovvero "Il ladro di fulmini". 
.
Posseggo questo libro da diverso tempo, Percy Jackson è un personaggio molto caro alla mia amica Ombretta e sono anni e anni che mi consiglia di conoscerlo. So che avrei dovuto darle ascolto, quando insiste tanto ha quasi sempre ragione!
La mia esperienza è stata parzialmente positiva. 
Non posso dire di esserne uscita senza parole ma ammetto una certa affinità. Rick Riordan scrive libri tendenzialmente indirizzati ai ragazzi ma che possono essere letti dagli adulti senza problemi. Il protagonista di questo volume è un mezzosangue (fa molto Harry Potter in effetti ma in questo caso non è usato in senso dispregiativo) ovvero è figlio di una persona mortale (la madre che lavora in un negozio di dolci) e il padre, uno degli dei dell'Olimpo. Percy conduceva una vita quasi normale, con delle stranezze è vero, ma non stava nei suoi panni. Ad un certo punto però accadono cose ancora più strane, il suo migliore amico è un satiro e lui sconfigge il Minotauro. Caspita! Ovvio è che sulla Terra insieme ai morta li non può più stare, così finisce in un campo di addestramento per mezzosangue invisibile agli umani.
.
Una storia carina e divertente, scritta in maniera fluida, scorrevole ma senza mai risultare banale o poco curata. Un romanzo adatto a chi ha piacere di staccare la spina dalla realtà, a chi ama i miti greci e se la sente di vederli raccontati in un modo non propriamente canonico, a chi legge la narrativa per ragazzi, a chi piace l'avventura, a chi è piaciuto Harry Potter (anche se qui è tutto molto più semplice e leggero a partire dallo stile narrativo).

Questo libro è promosso nonostante non mi abbia completamente rapita. Carino, accogliente e di compagnia. 
Voi conoscete l'autore? Cosa ne pensate? 
.


1 commenti:

#Recensione,

Recensione di Nadia #10 - Il sentiero perduto delle arance di N. Marks

giovedì, maggio 26, 2022 Baba Desperate Bookswife 0 Comments

 


Il libro
Il sentiero perduto delle arance di Nadia Marks
Editore: Newton| Pagine: 336| Pubblicazione: 2014| Prezzo 16,90€| Trama:Qui
Genere: narrativa
Notizie sull'autrice
Nadia Marks
È nata a Kitromilides, che in greco significa “limoni amari”, ed è cresciuta a Londra. È stata direttore creativo e editor per numerose riviste femminili inglesi, ma adesso la scrittura occupa la maggior parte del suo tempo. Vive con il marito Mike e i due figli a Londra. La Newton Compton ha pubblicato Il sentiero degli alberi di limone, L’isola degli amori perduti, Il sentiero perduto delle arance e Una magica vacanza da sogno.


Recensione di Nadia
Buongiorno lettrici e lettori!

Come state? Ormai l’estate è arrivata, con più di un mese di anticipo, e con lei la mia voglia di partire per le vacanze si fa sempre più pressante, ma c’è da aspettare ancora un po’, purtroppo! Allora consoliamoci parlando di libri!

Oggi voglio raccontarvi di un romanzo nel quale avevo riposto parecchie aspettative, ma che mi ha un po’ delusa: sto parlando di Il sentiero perduto delle arance, di Nadia Marks.

Leila e Orhan, Anastasia e Lambros: due coppie di fratelli, una turca e musulmana, l’altra greca e cristiana, vivono in armonia sulla meravigliosa isola di Cipro. Le loro madri sono grandi amiche dalla nascita, e la differente religione non costituisce affatto un problema. Un giorno, però, qualcosa di sconvolgente farà sì che le due famiglie si allontanino, forse per sempre…

Quando ho scelto di leggere questo libro l’ho fatto soprattutto perché speravo di ritrovarvi l’atmosfera accogliente e magica che ho respirato qualche anno fa a Cipro. L’ospitalità e la gentilezza degli abitanti, la bellezza dei paesaggi e la sicurezza che ho percepito per le strade di Pafos e Limassol mi hanno fatto innamorare di questo splendido Paese. Purtroppo non sono stata particolarmente soddisfatta: ho trovato la scrittura della Marks troppo didascalica e per nulla evocativa, e questo le ha impedito di rendere giustizia a quello che dovrebbe essere il suo luogo di nascita. Non ho ancora potuto visitare Istanbul, ma ho avuto l’impressione che i capitoli che si ambientano nella capitale turca fossero invece un po’ più vibranti di energia rispetto a quelli ciprioti.

La vicenda delle famiglie Terzi e Costantinou, unite dall’amicizia ma separate dalla religione, avrebbe potuto essere avvincente, ma l’autrice purtroppo non è riuscita a impartire alla storia un ritmo sufficientemente incalzante. Il risultato è, a mio parere, una storia che si dipana troppo lenta e anche un po’ noiosa, senza grandi colpi di scena e con più tragedie di quante avrei personalmente gradito.

Per quanto riguarda l’editing, come al solito Newton Compton ha ancora tantissima strada da fare per diventare una casa editrice degna di questo nome. Tra refusi ed errori di sintassi, infatti, anche questa volta sono stata disturbata più volte. In definitiva, tornando alla storia, un romanzo che aveva delle ottime potenzialità, ma che a mio parere non ha uno stile interessante e non decolla mai veramente.

0 commenti:

#Recensione,

Recensione di Baba #17 - Un bacio con gli occhi di Virginia Bramati

giovedì, maggio 19, 2022 Baba Desperate Bookswife 0 Comments


Il libro
Un bacio con gli occhi di Virginia Bramati
Editore: Giunti| Pagine: 282| Pubblicazione: 2022| Prezzo 15,90€| Trama:Qui
Genere: narrativa
Notizie sull'autrice
Virginia Bramati vive e lavora a Milano. Ha cominciato a scrivere per sé e per le sue sorelle, giungendo all’esordio nel 2014, con Tutta colpa della neve (e anche un po’ di New York). Da allora è seguita da una community sempre più vasta di affezionate lettrici e ha pubblicato Meno cinque alla felicità, E se fosse un segreto?, Tutta colpa della mia impazienza (e di un fiore appena sbocciato), Cercasi amore vista lago, Quello che ancora non sai di me e Un bacio con gli occhi. I suoi romanzi sono tradotti in diversi Paesi.

Recensione di Baba


Ecco che un altro libro di Virginia Bramati arriva a casa mia: un romanzo dalla copertina stupenda e dal titolo che ti fa capire tutto. Un bacio con gli occhi. Quante volte avete dato o ricevuto un bacio così? È bellissimo, soprattutto riceverlo. Ahhhhh mi vengono gli occhi a cuore che non ho. Mannaggia a te Virginia, io non sono romantica, ah ah ah non mi trasformare eh.
Dunque, torniamo seri e addentriamoci in questa storia.
Periodo: il Covid-19 la fa da padrone, infatti il tutto si svolge durante il periodo della pandemia nell'arco di poco più di un anno.
Ambientazione: Milano, la città della Madonnina è il centro operativo, per l'esattezza l'ospedale. Eh sì perché gran parte di "un bacio con gli occhi" è ambientato nel reparto di ematologia all'interno di una struttura ospedaliera universitaria.
Personaggi: Agata Molteni e Edoardo Ruggeri sono i protagonisti che alternano capitolo dopo capitolo il loro punto di vista. Lei è una specializzanda al primo anno e lui è il medico strutturato che deve seguire gli studenti e passar loro tutto il suo sapere. Ma c'è anche Giulia, la coinquilina pugliese che coincide l'appartamento con Agata e Enrico, lo specializzando con cui la protagonista farà amicizia.
Trama: all'interno di queste pagine troviamo un po' di tutto, da ciò che non vorremmo ricordare come l'impossibilità di avere contatti fisici con le persone accanto a noi, al lockdown, all'Italia divisa in zone colorate camuffata da semaforo, alla vita del personale sanitario, all'amore che sboccia nonostante tutto. La Bramati ha scritto un pezzo della vita nel momento più critico che l'Italia ha vissuto negli ultimi tempi.
Emozioni e pensieri: se da una parte non mi ha fatto troppo piacere tornare indietro, ricordare le code per entrare in un negozio a comprare qualcosa da mangiare, l'ansia di essere fermati dai carabinieri, la paura di farsi male e di dover andare all'ospedale ( diciamocelo chiaro, l'ospedale lo abbiamo immaginato come un luogo infernale popolato da mostri pronti a ucciderci, l'ospedale era il luogo meno sicuro dove poter finire, cioè meglio cucirsi una ferita da soli in perfetto stile Rambo che andare a farsi infettare e correre il rischio di non uscire più), ecco dicevo, se da una parte non ero proprio felice di ripassare quella lezione lì, dall'altra ero curiosa di sapere come la mia cara Virginia avesse scritto il tutto. Ha messo sul mercato una storia a mio avviso importante, scrivendo con la delicatezza che la contraddistingue di un periodo buio ma facendolo in maniera non opprimente. A noi che lo abbiamo vissuto basta leggere perché il nostro cervello elabori le immagini e le sensazioni. Non c'è stato bisogno di calcare la mano, non sarebbe comunque da Lei. Nel bel mezzo di questa tempesta di meteoriti ha inserito un bacio con gli occhi, che chissà se riuscirà a passare di livello e concretizzarsi!
Una storia storia che quando la cominci...vuoi finirla, anche se ipotizzi parte dell'epilogo, anche se non vorresti rileggere di un periodo triste che tutti speriamo esserci lasciati alle spalle. Virginia ha inserito l'amore in tempo di pandemia per donare speranza. Ecco io faccio fatica a immaginarlo un amore così in un periodo così, ma è la speranza che deve regnare e cosa meglio di un sentimento come quello la può fare rinascere?
L'autrice ha scritto un romanzo al di fuori delle "ragazze di Verate" e lo ha impostato diversamente. Se solitamente era la leggerezza a farla da padrona e all'interno veniva trattato un argomento attuale e rilevante...questa volta è un po' il contrario, c'è tutta una serie di elementi tosti su cui si poggia la storia e all'interno troviamo un elemento leggero.
Lo avete letto? Cosa ne pensate? Vi ho incuriosito un po'?

0 commenti:

#Recensione,

Recensione di Nadia #9 - Magisterium di H. Black e C. Clare

martedì, maggio 17, 2022 Baba Desperate Bookswife 0 Comments


Fonte Google
Il libro
Magisterium, l'anno di ferro di H. Black e C. Clare
Editore: Mondadori| Pagine: 336| Pubblicazione: 2014| Prezzo 16,90€| Trama:Qui
Genere: fantasy ragazzi
Notizie sulle autrici


Holly Black
è autrice bestseller di più di trenta romanzi per bambini e ragazzi. Tradotti in trentadue lingue, i suoi libri le hanno permesso di aggiudicarsi numerosi premi. Vive in Massachusetts con il marito e il figlio in una casa che contiene una biblioteca segreta.
Cassandra Clare
è nata a Teheran e ha vissuto i primi anni della sua vita in giro per il mondo con la famiglia, trascinandosi sempre dietro bauli di libri. Dopo aver lavorato come giornalista tra Los Angeles e New York, ora fa la scrittrice a tempo pieno.
La saga Shadowhunters, che ha appassionato gli amanti del genere urban fantasy con milioni di copie vendute nel mondo, ha ispirato anche un film per il cinema e una serie TV.
Recensione di Nadia
Buongiorno lettrici e lettori!

Oggi voglio parlarvi del primo volume di una serie fantasy che forse voi già conoscete, ma che io ho scoperto da poco e che credo mi farà compagnia a lungo: sto parlando di Magisterium – L’anno di ferro, di Holly Black e Cassandra Clare.

Diversi anni fa, ormai, avevo iniziato la serie degli Shadowhunters di Cassandra Clare, e la stavo anche apprezzando parecchio. Solo che, a un certo punto, devo essermi persa tra i mille libri che la compongono e, se avessi voluto rimettere ordine tra quello che avevo già letto e quello che mi mancava, probabilmente avrei dovuto ricominciare da capo, perché era passato troppo tempo. Ero però alla ricerca di qualcosa di simile, una storia che potessi leggere per diversi romanzi, che fosse avvincente come quelle di Cassandra Clare ma allo stesso tempo ne fosse indipendente. Ho così scoperto Magisterium, e, arrivata alla fine del primo volume, devo dire che ne sono davvero soddisfatta.

Dopo il Massacro gelido, nel quale sua moglie ha perso la vita, Alastair Hunt è rimasto da solo con il figlio Callum, al quale si rifiuta categoricamente di insegnare la magia. Quando Callum viene selezionato per partecipare ai test di ingresso e poter entrare così alla scuola di magia, il Magisterium, il padre lo prega con tutte le sue forze di fallire la prova. Ma i Magister, nonostante i disastrosi risultati di Callum, hanno per lui altri piani…

Appena ho cominciato questo libro sono stata avvolta da quella sensazione che ricerco sempre in un romanzo, ma che non sempre riesco a trovare: l’impressione, cioè, di essere catapultata completamente in un altro scenario, di ritrovarmi quasi fisicamente nel mondo che l’autore (in questo caso le autrici) hanno creato. Ho avuto la certezza di aver trovato ciò che cercavo, e a questa sensazione si è sommata la felicità nel sapere che Callum e gli altri personaggi mi avrebbero fatto compagnia per i successivi quattro romanzi. La storia è avvincente già da subito, con lo strano colpo di scena che chiude il prologo, e di cui il lettore scoprirà il significato soltanto alla fine del libro. Callum i suoi compagni di apprendistato Tamara e Aaron e tutti gli altri personaggi sono caratterizzati perfettamente; ho amato da subito Subbuglio, il cucciolo di lupo del caos, e anche Groviglio, la lucertola-primitivo, anche se mi ha ricordato in un certo senso Dobby, l’elfo domestico di Harry Potter. La storia è abbastanza originale, nonostante credo non possa fare a meno di qualche debito nei confronti della Rowling. I colpi di scena sono diversi, ben dosati e calibrati lungo tutto il romanzo, e devo dire che, nonostante sia un’amante di gialli e thriller e quindi dovrei avere una certa esperienza, non me ne aspettavo neanche uno. Non vedo l’ora di proseguire questa storia e stavolta non ripeterò l’errore fatto con Shadowhunters: la leggerò quasi tutta di seguito, per non perdermi neanche un dettaglio!

0 commenti:

#Recensione,

Recensione di Baba #16 - Una specie di scintilla di Elle McNicoll

mercoledì, maggio 11, 2022 Baba Desperate Bookswife 0 Comments


Il libro
Una specie di scintilla di Elle McNicoll
Editore: Uovo Nero| Pagine: 192| Pubblicazione: 2021| Prezzo 15,00€| Trama:Qui
Genere: narrativa ragazzi 10+
Notizie sull'autrice

Elle McNicoll è una scrittrice scozzese e neurodivergente che vive a Londra. Si è laureata in scrittura creativa e ha lavorato come libraia, barista, blogger e babysitter, il tutto mentre si divertiva a scrivere storie.

Dopo aver completato la sua tesi di laurea sulla scarsa rappresentazione dei bambini neuro-divergenti, si è stancata della mancanza di inclusività nell'editoria e ha scritto lei stessa un libro. Il suo primo romanzo, A Kind of Spark (Una specie di scintilla nell’edizione italiana di uovonero), è stato pubblicato nel giugno 2020 dalla pluri-premiata casa editrice indipendente Knights Of e ha come protagoniste due giovani donne apertamente autistiche.

Dopo la pubblicazione, A Kind Of Spark è diventato in breve tempo il Blackwell’s Children’s Book of the Month e “libro per bambini della settimana" sia del Times che del Sunday Times. Il libro ha vinto il Blue Peter Book Awards 2021, a dicembre ha ottenuto il riconoscimento di Blackwell’s Children’s Book of the Year, è stato nominato per la Carnegie Medal e recentemente è entrato nella longlist del Branford Boase Award.

Il secondo libro di Elle McNicoll è un romanzo sci-fi con due protagonisti neurodivergenti: Mostraci chi sei.

«Sono una scrittrice. Sono un’autrice neurodivergente. Scrivo di tutto e di più, ma scrivo sempre di neurodiversità. Perché tutta la mia infanzia è stata un grande catalogo infinito di libri neurotipici. Libri brillanti. Libri eccitanti. Ma libri in cui i bambini come me venivano nascosti. Nelle occasioni incredibilmente rare in cui un bambino neurodivergente faceva la sua comparsa, di solito era un peso o qualcosa da temere. E mai l’eroe. Ogni bambino merita di vedersi riflesso positivamente nelle storie»

Recensione di Baba


Ecco che un altro libro Buongiorno come state? Io tutto abbastanza bene, insomma nessuna nuova buona nuova e di questi tempi credetemi... è una gran cosa. Oggi vi parlerò di un libro che non conoscevo assolutamente e che ho scoperto per puro caso, cercando autori il cui nome contenesse una "N". Eh...cosa non si fa per le sfide di lettura ah ah ah.
Dunque Addie è una ragazzina di 11 anni, autistica ad alto funzionamento, che vive in un paese non tanto lontano da Edimburgo. Ha due sorelle gemelle più grandi e una delle due ovvero Keedie, autistica, che frequenta l'università. Addie e Keedie hanno un legame speciale proprio perché si somigliano, provano le emozioni in maniera analoga e si sentono fuori posto in un mondo dove dovrebbe esserci unione e non discriminazione. La scuola di Addie un giorno affronta l'argomento delle Streghe messe al rogo anche nel loro paesino, perché diverse, perché non capite, perché considerare strane. Da quel preciso momento la giovane protagonista insieme alla sua nuova amica Audrey decide di dover fare qualcosa, anche se questo significa combattere contro la tremenda professoressa Murphy che proprio non la sopporta e probabilmente la vorrebbe in un'altra scuola. Deve combattere anche con i compagni di classe, che se possono le fanno un dispetto. Insomma un libro per ragazzi scritto bene, adatto a partire a mio avviso dalla quarta/quinta classe della scuola primaria anche se consigliano la lettura a partire dagli 8 anni. Credo sia importante che la lettura oltre ad essere divertente (come può esserlo un libro delle Tea Sisters) debba insegnare qualcosa. Questo romanzo oltre ad essere simpatico, infatti parla dell'amore per i libri, dell'amicizia, di piccoli screzi familiari e del cercare di portare a termine un progetto, affronta il tema della diversità e di quanto possa essere doloroso non sentirsi accettati per ciò che si è. Quanto può fare male venire accusati ingiustamente? Ecco, ad esempio spesso l'autrice si imbatte in questo, oltre alla mancanza di accettazione c'è una sorta di colpevolizzazione. Insomma è risaputo che ciò che non conosciamo spesso ci spaventa, quindi si attacca per difendersi dall'ignoto. È giustificabile? No, anche se si tratta di bambini,sono proprio le basi che vanno tracciate per far sì che da grandi capiscano l'importanza del rispetto.
Altro aspetto che mi ha colpita è la mancanza di preparazione da parte degli insegnanti e delle strutture: si fanno tanti discorsi sull'inclusione ma poi chi deve lavorare con i bambini è davvero preparato? Esistono ancora professori che escludono invece di creare un insieme fatto di tante diversità? Si parla di normalità ma cosa è normale? È normale che una compagna di classe di mia figlia a nove anni si metta i top di pizzo che le coprono giusto le "tette" e abbia i capelli colorati? Si, probabilmente sì. Allora deve essere normale che un altro bambino esca in pigiama. O che un bambino decida che lui non mette le scarpe e usa i pattini per andare ovunque. Questi sono esempi stupidi ma se ci pensate alcuni atteggiamenti un po' sopra le righe sono giustificati e visti "fighi" altri invece giudicati come "sfigati" o "strani". Ma soprattutto, vi siete mai chiesti dove siano gli autistici adulti?
Leggete questo libro, non è un capolavoro ma è toccante.
Ps c'è una cosa che mi ha tremendamente infastidita: l'uso della parola "autostimolazione". Spesso i bambini autistici hanno dei comportamenti o degli atteggiamenti che usano per combattere la noia o lo stress. Ad esempio muovere le parti del corpo sempre nello stesso modo per più tempo o battere un oggetto sul tavolo in maniera sequenziale, insomma cose così. L'autrice ripeterà questa parola tante, tante volte nel libro e vi assicuro che dopo un po' da lettore è stato noioso. Ma probabilmente non esiste una parola analoga per descrivere quell'azione lì. Detto questo... consigliate il libro ai vostri amici bambini! Spero lo apprezzeranno.

0 commenti:

#Recensione,

Recensione di Baba #15 - Tenebre e ossa di L. Bardugo

mercoledì, maggio 04, 2022 Baba Desperate Bookswife 0 Comments



Il libro
Tenebre e ossa di Leigh Bardugo
Editore: Mondadori| Pagine: 240| Pubblicazione: 2020| Prezzo 17,90€| Trama:Qui
Genere: narrativa fantasy - distopico
Notizie sull'autrice
Leigh Bardugo, nata a Gerusalemme ma cresciuta a Los Angeles, si è laureata a Yale e ha lavorato, tra l'altro, nella pubblicità e come giornalista. Autrice bestseller di romanzi fantasy, è la creatrice del GrishaVerse, un universo narrativo di cui fanno parte la trilogia Tenebre e Ossa (2020), Assedio e Tempesta e Rovina e Ascesa (2021); la dilogia Sei di corvi e Il regno corrotto (2019); Le vite dei Santi (2021) e Il re delle cicatrici (2022), primo volume della sua ultima dilogia, di cui questo romanzo è la conclusione. Con Mondadori ha pubblicato anche La nona casa (2020). Dai suoi romanzi ambientati nel GrishaVerse, Netflix ha realizzato una serie di otto puntate di grande successo, di cui è ora in lavorazione la seconda stagione.
Recensione di Baba


Dopo aver accumulato una serie di fallimenti (dal punto di vista del mio gradimento, non perché siano brutti libri) ho deciso di cambiare momentaneamente genere per cercare di capire se leggere qualcosa di assolutamente inverosimile nella vita reale sia accettabile per me in questo periodo di vita.
Mai dire che un genere non fa per noi, forse c'è un determinato momento della vita in cui alcuni libri sono più vicini alle nostre esigenze rispetto a altri. Ecco cosa è successo con questo libro. Dopo aver letto anni fa Divergent insieme ad Ombretta, sulla spiaggia in una estate uggiosa...ho deciso di approcciarmi a qualcosa di simile (oddio sì lo so che i libri sono completamente diversi ma dai, ci siamo capiti).
Alina e Mal sono i protagonisti di questa storia apparentemente complicata ma in realtà assolutamente lineare: c'è una faglia oscura che divide in due una città. In questa faglia ci sono dei mostri che una volta erano esseri umani. Questi Volcra, così si chiamano quegli esseri, uccidono tutti coloro che cercano di attraversare la faglia. Per questo il Re e l'Oscuro vogliono cercare di eliminare la faglia e riportare tutto alla normalità.
In questo mondo surreale alcune persone hanno dei poteri magici, sono i Grisha, che da bambini vengono ispezionati per sincerare l'appartenenza a questa casta oppure no.
Alina lo è e Mal no, così dato che sono cresciuti insieme in una sorta di orfanotrofio...lei non voleva separarsi dal suo unico amico e in qualche modo è riuscita a mascherare i suoi poteri.
Un romanzo che prevede delle lotte, dei buoni e dei cattivi schierati, il male contro in bene e via così. Il finale è stato decisamente prevedibile, sia dal punto di vista della vita privata sia dal punto di vista dell'avventura. Non per questo però l'ho trovato banale. Una lettura piacevole che è riuscita a catturare la mia labile attenzione regalandomi qualche momento divertente proprio nel Palazzo Piccolo, il luogo dove Alina andrà a vivere per qualche tempo. Anche Mal non è male, nonostante sia un personaggio abbastanza stereotipato (almeno per adesso). Insomma non è qualcosa che mi ha sconvolta ma l'ho trovato piacevole e proseguirò la serie. Non garantisco di finirla ma...ci sono buone possibilità che io vada avanti ah ah ah.
Mi ha fatto bene cambiare aria, approcciarmi a qualcosa di più avventuroso e meno realistico. Mi sono allontanata dai problemi quotidiani della mia vita e da quelli che leggo all'interno dei libri di narrativa contemporanea. Mi ha fatto bene. Grazie Ombretta, buona scelta

0 commenti: