#Recensione,

Recensione - Furore di John Steinbeck

mercoledì, dicembre 30, 2020 Baba Desperate Bookswife 0 Comments

Il libro
Furore   di John Steinbeck
Editore: Bompiani| Pagine: 660| Pubblicazione: 1939| Prezzo 14,00€| Trama:Qui
Genere: narrativa
Notizie sull'autore
Steinbeck (1902-1968), è uno dei massimi esponenti della letteratura americana e mondiale. Vincitore del National Book Award e del premio Pulitzer per Furore nel 1940, nel 1962 venne insignito del premio Nobel per la letteratura con la seguente motivazione: “Per le sue scritture realistiche e immaginative, che uniscono l’umore sensibile e la percezione sociale acuta”. Nel 1964 il Presidente Lyndon B. Johnson gli conferì inoltre la Medaglia presidenziale della libertà. Le nuove edizioni di tutte le opere di John Steinbeck sono in corso di pubblicazione presso Bompiani, a cura di Luigi Sampietro.

 Recensione


STORIA DELLA MIA COPIA
Credo che questo libro abiti all'interno della libreria di mia madre da tempo e prima ancora è appartenuto a mia zia che, proprio come mia mamma, leggeva moltissimo. Ho sempre visto quella copia decisamente vintage spuntare tra un romanzo e l'altro ma l'ho sempre tenuto a debita distanza da me. Credo che per i libri sia un po' come per le persone, è questione di simpatie a pelle, di rapporti che nascono di pancia grazie ad un'occhiata, di sentirsi affini oppure no. Questo volume mi ha sempre comunicato una discreta antipatia, è sempre rimasto sulle sue senza farmi l'occhiolino fino a...lo scorso lockdown! Niente, l'ho preso e portato a casa, così, di getto. Zona rossa ieri, zona rossa domani l'ho letto proprio durante quest'ultimo periodo di stop. 
SCARABOCCHIO
Innanzi tutto faccio una premessa: ci ho messo parecchio tempo a terminarlo, non tanto per il numero delle pagine ma per la difficoltà che ho riscontrato a leggere un'edizione degli anni cinquanta, quindi portatrice sana di una traduzione desueta. Non vi nego che a volte ho avuto qualche rallentamento davanti a frasi e costruzioni o termini che proprio non si usano più, ovviamente il tutto diventa meno scorrevole. Nonostante questo, il viaggio di Tom e della sua famiglia è stato eccezionale. 
Siamo negli Stati Uniti al tempo in cui le persone in campagna coltivavo la terra e la smuovevano con l'aratro, procurandosi i piaghe nelle mani, stanchezza oggi non concepibile e pance mai del tutto sazie. Contadini sottopagati destinati a lasciare la terra perchè le banche (o l'Anonima) li manda via da casa loro perchè arrivano le trattrici che possono fare il lavoro in un tempo infinitamente minore e con un decimo degli uomini. Macchine che sono il progresso, ma che sono viste come il male da chi vede davanti a sè il buio e la fame certa. La famiglia Joad  è una delle tante che decide di caricare il furgone per migrare in California, dove si dice che ci sia lavoro da vendere e sopratutto per tutti. Un viaggio della speranza verso un paradiso raccontato dai più ma che più si avvicina e più il vociferare porta notizie diverse e la paura del fallimento inizia a far capolino tra le menti, che però cercano di non concretizzare questo piccolo neo che si cerca di nascondere, proprio come farebbe lo struzzo con la sua testa...nella sabbia. 
Una storia di quasi cento anni fa  che è maledettamente attuale, cambiano gli anni, cambiano i mezzi, cambiano i soggetti ma la storia è la medesima: ci saranno sempre persone disperate che cercano il paradiso altrove. Voci che divinizzano una località che poi si mostra come un arcobaleno, tanto bello ma inafferrabile. 
Temevo di approcciarmi ad un romanzo lontano da me e magari di difficile comprensione: quanto mi sbagliavo! Questo è uno di quei capolavori che colpiscono per la loro semplicità e allo stesso tempo per la loro complessità. Quanto potrebbe essere noioso un viaggio lungo la Route 66 se raccontato da una persona normale? Un viaggio in cui apparentemente non accade nulla ma che in realtà è pieno di fatti pazzeschi? Sono rimasta affascinata dal modo in cui i personaggi comunichino al lettore il proprio stato d'animo, il modo in cui l'autore sia riuscito a costruire un capolavoro comprensibile a tutti. E vogliamo parlare della sottile ironia? Di come alcuni siparietti riescano a intrattenere il lettore distogliendolo dal momento drammatico o dalla routine del viaggio? Geniale. 
Sono sicuramente senza parole, perchè libri del genere non si incontrano tutti i giorni. 
Aggiungo anche un pensiero personale e sicuramente discutibile: di tanto in tanto mi sono avvicinata a classici o capolavori della letteratura italiana o straniera e non sempre l'indice di gradimento è stato così elevato. Cerco di spiegarmi meglio. Non credo sia così semplice comporre un racconto memorabile ma che può arrivare ad un pubblico molto vasto. Non vi è mai capitato di leggere libri premiati ma di far fatica ad arrivare al fondo per la loro complessità? Non vi è mai capitato di leggere romanzi considerati capolavori e alla fine di non averli capiti o di aver faticato ad arrivare al fondo? Quando frequentavo il liceo scientifico c'era un professore di matematica temuto da tutti e che veniva considerato un genio. In classe, in prima, eravamo 32, solo in cinque avevano la sufficienza, tutti gli altri vantavano la media del quattro a scendere. I suoi compiti in classe, scritti e inventati da lui, erano difficili da svolgere anche da studenti di ingegneria. Oh certo, il Professor Pinco Pallino sarà anche stato un genio, ma a mio parere inadatto all'insegnamento perchè se la maggior parte dei suoi studenti non comprendeva...forse l'errore lo sta commettendo lui stesso. Tutto questo per dirvi che secondo me funziona così anche per la narrativa: se si scrive un romanzo questo deve poter arrivare al maggior numero delle persone. E io vi assicuro che non mi reputo proprio scema, ma qualche romanzo quasi incomprensibile l'ho letto. Beh certo, posso "vantarmi" di aver letto anche io quel capolavoro lì...ma poi a cose fatte mi rimane poco in tasca. Questo invece è pazzesco. Punto. Non ho altro da aggiungere e mi scuso per lo sproloquio ah ah ah. 

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Keep Calm and Read Nadia #79 - Recensione di Bunny di Mona Awad

martedì, dicembre 29, 2020 Baba Desperate Bookswife 1 Comments



Buongiorno lettrici e lettori, come state? State trascorrendo delle buone feste?

Oggi voglio raccontarvi di un romanzo che ancora adesso, a distanza di qualche giorno, non riesco ad inquadrare: sto parlando di Bunny, di Mona Awad.

Samantha è una giovane donna con una storia famigliare complicata e la passione per la scrittura. Proprio su tale argomento frequenta un seminario esclusivo in una prestigiosa università del New England. In questo corso, decisamente originale e fuori dagli schemi, ha soltanto quattro colleghe, tra di loro amiche per la pelle, che formano un gruppetto completamente impermeabile a qualsiasi influenza esterna. Sono belle e ricche, ammantate di quella sicurezza che solo ricchezza e bellezza sanno dare. Si chiamano Eleanor, Kira, Victoria e Caroline, ma tra di loro si chiamano tutte “Bunny”. Finiscono una le frasi dell’altra, sembrano telepatiche e Samantha le odia profondamente, così come la sua unica amica, Ava. Fino a quando Samantha riceve l’invito a partecipare a una festa delle Bunny…
Fonte Google
Questo romanzo è una delle storie più strane e assurde che abbia mai letto, e leggo da quasi quarant’anni. La piccola parte di trama che vi ho raccontato non fa menzione di ciò che questo libro svela a poco a poco: strani riti “magici”, psicofarmaci, riflessioni pseudo-filosofiche, sperimentazioni post-avanguardistiche con insegnanti quantomeno discutibili, amici più o meno autentici nel senso più concreto del termine: in questo romanzo ci sono tutti questi ingredienti, e altri ancora che non citerò, perché sono sicura che per incuriosirvi basti questo.

Sicuramente arrivati fin qui vi direte che non avete capito un granché di questa recensione, probabilmente un grosso “WTF?” si starà facendo spazio nella vostra mente e penserete che l’autrice di questo post non sappia dove andare a parare nel migliore dei casi, e abbia completamente perso la testa nel peggiore. Ecco, queste sono esattamente le sensazioni che ho provato io leggendo Bunny. Per chi ha visto i film, posso dire soltanto che questo libro sembra l’incrocio tra Mean girls e Giovani streghe. Non lascia nessun appiglio alla razionalità, non fornisce alcuna spiegazione al perché succedano determinate cose e più di una volta il lettore si chiederà cosa sta leggendo. Semplicemente credo che, mai come in questo romanzo, sia proprio il lettore a dover dare un senso alla storia che gli si dipana tra le mani, in base alle proprie esperienze e convinzioni. Per quasi tutta la durata del libro mi sono ritrovata a pensare che la Waad avesse scritto questa storia sotto l’effetto di acidi e che avesse realizzato un pastrocchio allucinante (in tutti i sensi). Ma a distanza di giorni sento che, sebbene continui a essere convinta che molto di quanto ho letto non abbia alcun senso, le impressioni sono leggermente più positive che negative. Mi rendo conto che questa recensione è piuttosto tiepida e forse non è sufficiente a farvi dare una possibilità a Bunny, ma una cosa posso dirvela senza timore di smentita: è sicuramente il romanzo più originale che abbia letto in quest ultimo anno, e senz’altro vi farà pensare. Vi piacerà? Questo non posso assicurarvelo, ma se partite senza pregiudizi e pronti a tutto, sono sicura che vi godrete il viaggio.

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Recensione - La strada per Virgin River di Robyn Carr

domenica, dicembre 27, 2020 Baba Desperate Bookswife 2 Comments

Il libro
La strada per Virgin River   di Robyn Carr
Editore: Harper Collins| Pagine: 378| Pubblicazione: 2019| Prezzo 15,00€ Ma adesso si trovano i cofanetti con due volumi insieme ad un prezzo basso| Trama: QUI
Genere: narrativa rosa
Notizie sull'autrice
Americana, ha una notevole esperienza nel campo della scrittura, non solo di romanzi. Per i suoi libri ha tratto spunto dalla propria vita privata e dalle esperienze vissute da lei in prima persona e da amici e conoscenti.
Recensione
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Buongiorno carissimi, la scorsa settimana, stuzzicata da una polemica che riguardato le lettrici di romance, mi sono fatta prendere dall'entusiasmo e ho iniziato a leggere il libro più romantico in mio possesso. Sapete che ne leggo pochi, non essendo io un animo romantico, non amando le smancerie mi emoziono poco davanti a questi grandi amori, ma di tanto in tanto il mio animo asettico si fa prendere dalla tenerezza. 

STORIA DELLA MIA COPIA:
Lo scorso anno io e Daniela bazzicavamo per il mio paese in occasione dei mercatini di Natale organizzati dalle scuole. Tra un freddo, un naso congelato, un caffè al volo e l'attesa tra un potenziale cliente e un altro...siamo finite in edicola, anche con la scusa di riscaldarci un po'. Ecco che davanti ai miei occhi appaiono due volumi, questo e quello successivo, dalle copertine -a mio avviso - bellissime. Pensate mica che io possa lasciare lì due volumi così visivamente allettanti! E così Un libro per Amico mi presta la bellezza di 18,00€ perchè io avevo lasciato il portafoglio a casa. Tranquilli, glieli ho ridati non appena varcata la soglia di casa. 

IL MIO PENSIERO: 
Mel, appena giunta a Virgin River rimane senza parole dallo shock:  è una ragazza di città, arriva niente po po di meno che da Los Angeles alla guida di una piccola BMW assolutamente inadatta alla campagna, indossa abiti griffati e i suoi colpi di sole costano mezzo stipendio di un abitante del paesino dove è appena giunta. E' un'ostetrica specializzata, è abituata al lavoro duro e incessante all'interno di un grosso ospedale, le piace fare shopping e andare alle feste. Ad un certo punto della sua vita però sente la necessità di cambiare radicalmente la sua vita, deve lasciarsi il passato alle spalle e darsi una possibilità. Virgin River le sembra un'ottima occasione...o forse no. 
Avevo paura di questo libro, lo ammetto, temevo si trattasse di una lettura scontatissima e sdolcinata, invece mi ha stupita. Indubbiamente la trama si basa sulla storia d'amore nata tra Mel e...non ve lo dico, ma c'è di più: c'è un approfondimento su altri personaggi, c'è la vita di paese con le sue dinamiche, c'è un piccolo mistero da scoprire, ci sono i pazienti e i bambini che la protagonista farà nascere. Anche le descrizioni non sono mica male! Certo che di tanto in tanto la mia mente si è ribellata ad alcune smancerie o alcuni pensieri dei personaggi, così vogliosi di amore, tenerezze o sesso. Che un omone che ha sempre rinnegato i legami ad un certo punto si cuocia a puntino pensando all'amore come concetto e come massimo sistema mi ha fatto quasi sorridere, insomma ovvio che per i miei gusti alcune situazioni sono risultate quasi surreali o un po' eccessive, ma tutto sommato è stata una lettura piacevole e non nego di aver voglia di continuare la serie, intervallandola tra altre letture. E' stata un'esperienza piacevole e ammetto che di tanto in tanto non è così male staccare la spina da quelli che sono i generi che prediligo e dedicarmi ad una lettura semplice ma comunque coinvolgente. Quello che mi è piaciuto non è tanto la vita sentimentale di Mel, ma proprio quella che è la vita di paese, il rapporto affettivo tra i vari abitanti di Virgin River e sopratutto mi piacerebbe visitare quel paesino sperduto tra i monti americani, quel piccolo centro abitato braccato dai narco-coltivatori, visitato dai cervi o dagli orsi, quel posto dove l'aria è così pura che quasi bruciano i polmoni quando si inspira. Mi è venuta voglia di partire, quindi questo è un buon segno! 

CONCLUSIONI: 
Un libro per staccare la spina, un libro per viaggiare lontano dalla quotidianità, un libro per chi ama le grandi storie d'amore che si concretizzano, una storia fatta di belli che si innamorano tra loro, di personalità forti che diventano come il burro guardando la persona amata da lontano, una storia d'amore che credo nella realtà non esista ma che può far sognare gli animi romantici (non me, ma io ho apprezzato il tutto per altre caratteristiche). Non pensavo di scriverlo ma...leggerò il secondo! 

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Recensione - Le figlie del Barrio di Arianna Lai

venerdì, dicembre 25, 2020 Baba Desperate Bookswife 0 Comments

 


Il libro
Le figlie del Barrio   di Arianna Lai
Editore: Book a Book| Pagine: 215| Pubblicazione: 2020| Prezzo 14,00€| Trama:Qui
Genere: narrativa
Notizie sull'autrice
Arianna Lai nasce a Cagliari, dove consegue la laurea triennale in Lingue e Comunicazione e la laurea magistrale in Filosofia e Teorie della comunicazione. Prima dei suoi studi universitari vive tra Roma e l’Asia per quattro anni, durante i quali lavora come modella. Dal 2014 inizia la sua carriera nel mondo della comunicazione digitale. Nel 2018 si trasferisce a Madrid, per poi stabilirsi definitivamente a Siviglia, città di cui si è innamorata durante l’Erasmus. Attualmente si occupa a tempo pieno di aiutare i liberi professionisti a creare la propria marca personale. Le figlie del barrio è il suo primo romanzo.
Recensione
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Ma oggi... è Natale! Auguri a tutti voi miei cari. Non è magnifico iniziare una giornata di festa (per molti) con una recensione? Dai, allora non perdiamo tempo e tuffiamoci a capofitto in questa storia. 
Quando l'ufficio stampa di book a book mi ha contattata proponendomi delle storie, la mia attenzione è stata catturata dalla trama di questo libro. Qualcosa di doloroso e intenso mi ha incuriosito e ho subito pensato che questo libro facesse per me, adesso. 
Silvana abita a Roma, quartiere Centocelle, in una casa con i centrini e le tende pregni di polvere stantia, i mobili consumati, una stanza condivisa con la sorella e le camere che odorano sempre di soffritto. Non è una bambina felice, i suoi genitori ormai hanno in comune solo il mutuo, la sgridano sempre e non riescono a comprenderla. Lei è una diversa, non riesce ad integrarsi con gli altri bambini, al massimo è colei che passa i compiti fatti e finiti. Un giorno però arriva a scuola Ivonne, bambina un po' italiana e un po' argentina, esuberante, ingombrante, magnetica. Silvana ne è subito attratta e la loro amicizia si consolida, per arrivare lontano. 

Questa è la storia di rapporti, sani o malsani, è la storia di due amiche che in qualche modo sono dipendenti l'una dall'altra per ragioni differenti. Questa è la storia della vita in periferia, fatta di rapporti sessuali consumati senza amore tra i rami di un parco, di gravidanze precoci, di gomme da masticare rigirate e diventate palloncini pronti a scoppiare su di un viso troppo truccato per l'età, o forse per qualunque ragazza per bene. Le figlie del barrio ci parla di due bambine diventate grandi insieme che cercano di evadere dallo schifo in cui sono immerse, ma ognuna trova un modo differente, a seconda delle carte che ha da giocare. Silvana è intelligente e studiosa, Ivonne è bella e scaltra: la prima non è appoggiata dai genitori che la vorrebbero dietro ad un bancone a servire clienti e a portare a casa soldi, la seconda ha una madre talmente idiota che è come se fosse proprio del tutto sola. 

Questo però è anche un libro sui sogni, quelli che ci si porta dietro da quando si è piccoli. Sogni di gloria, di ricchezza, di felicità. Quanti compromessi per riuscire ad arrivare lontano? Quanto amaro è necessario buttare giù? E invece quanto influiscono le persone alle quali vogliamo bene sulle nostre scelte? quanto può essere vincolante un rapporto di amicizia? La vita di queste due ragazze, narrate da Silvana, mi è entrata dentro, nonostante non abbia provato particolare empatia per nessuna delle due. Silvana è una tosta che crede fortemente nella sua debolezza, mentre Ivonne a mio giudizio è un'insicura che si nasconde dietro alla sfacciataggine e alla finta arroganza. Due amiche che non potrebbero essere più diverse, ma la chiave è proprio la diversità perché queste due bambine non si sono mai omologate, non hanno mai commesso le azioni tipiche delle loro coetanee di periferia e infatti non sono mai riuscite a convivere con il gruppo.

Arianna Lai è brava, diretta e indubbiamente promettente: ai miei occhi non appare come una neofita, ma come una giovane donna abituata a scrivere e a trasmettere emozioni forti, senza esagerare ma senza nemmeno indorare la pillola. Io solitamente prediligo di più i romanzi ironici, ma in questo caso sono stata ammaliata dalla sua penna e ho letto questo romanzo nelle ore a disposizione contenute in una paio di giorni. In questo momento lo sta leggendo la mia amica Tamara, che sono certa apprezzerà. E voi lo conoscete? 

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Recensione - I segreti dello zerbino di Pierami e Rocco

giovedì, dicembre 17, 2020 Baba Desperate Bookswife 0 Comments

 

Il libro
I segreti dello zerbino   di Cecilia Pierami e Gian Luca Rocco
Editore: Morellini| Pagine: 223| Pubblicazione: 2020| Prezzo 15,90€| Trama: QUI
Genere: narrativa
Notizie sugli autori
Cecilia Pierami ha 29 annipersempre, da un bel po’ di “per sempre”. Lucchese, giornalista, ama le cose belle e spende in libri e borse il Pil di un piccolo stato africano. Ritiene di aver quasi sempre ragione. Preferisce l’inverno e non pulisce il bagno. È da sempre costantemente e inutilmente a dieta. "I segreti dello zerbino" è il suo primo romanzo.
Gian Luca Rocco nasce 44 anni fa. Genoano, padre, videogiocatore, con gli adolescenti condivide più di una passione (ma per fortuna sua e di chi gli sta accanto, si lava molto di più). Giornalista, lavora a Tgcom24 da una vita e si prende ben poco sul serio, perché da buon genovese sa che fare il brillante costa meno che comprarne uno. 
Recensione
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Buongiorno carissimi, come state oggi? Riuscite ugualmente ad assaporare il clima natalizio oppure siete letteralmente senza parole e senza voglia alcuna di festeggiare? Avendo io una figlia di poco più di otto anni vivo il Natale in maniera quasi normale, anche se mancheranno diverse cose...
Passiamo al libro di oggi! 
Questo volume edito da Morellini è scritto da una coppia, Cecilia e Gian Luca, che da bravi si sono accordati (li stimo molto) e hanno tirato fuori questo romanzo di narrativa contemporanea ambientato in Italia. Giorgia, la ex fidanzata di Manfredi è una ragazza semplice, arriva da un quartiere popolare ma è una grande studiosa con un buon cervello. Si innamora appunto di Manfredi, figlio di papà con la puzza sotto al naso, il portafoglio pieno di quattrini ma con la voglia di faticare di un bradipo. 
All'inizio di questo libro la loro storia d'amore è già defunta, ci sono due testicoli lievemente spinti in su, una protagonista scioccata e arrabbiata e un pallone gonfiato che si tiene stretto i gioielli di famiglia, ed essendo figlio unico farebbe bene a salvaguardarli con più attenzione. Voi penserete che Lui abbia messo i cornini a Lei. Che Lei abbia trovato Lui a letto con un'altra. Che Lui vada donnette e Lei abbia trovato delle foto sospette. No, no, no FERMI! Siete fuori strada, completamente. Lui è un Coglione, così lo chiamano da Gino, il bar che Giorgia ormai frequenta con costanza, ma oltre ad essere un coglione è uno stronzo, manipolatore, viscido, subdolo, altezzoso, ignorante, fancazzista individuo. In questo libro però c'è un Cacatore, ovvero un giustiziere che cerca di mettere ordine nel mondo. Manfredi sarà il suo prossimo bersaglio, ma chi è questo individuo che si prende la briga di defecare e poi lasciare il prodotto tra gli effetti personali delle vittime? Un Trattamento Ridarelli da adulti insomma! 
Un romanzo divertente, ambientato principalmente tra le quattro mura del Bar, dove i personaggi che popolano questo locale sono una famiglia allargata anche perché a loro modo sono tutti un po' strambi. Una storia per staccare la spina e concedersi quattro sorrisi, tra un caffè da pagare assolutamente perché Gino non fa Credito a Nessuno e uno spritz, attenzione però alla Gina che cambia fede e insieme rivoluziona il menù. 
Ho apprezzato come gli autori sono riusciti a gestire la parte dove viene svelato il misfatto e successivamente la parte dove il giustiziere si reca dall'omino e descrive al pubblico quanto succede dopo. 
Non posso dire che questa storia mi abbia stregato l'anima, ma l'ho trovata scorrevole divertente, ricca di persone da scoprire un po' alla volta. Questo libro lo consiglio a tutti coloro che vogliono leggere romanzi ironici e con una trama diversa dal solito, per tutti i lettori hanno amato i romanzi di Benni, per gli amanti dei libri insoliti e non scontati. 
Non mi resta che augurarvi buone letture, a presto, kiss. 

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Keep Calm And Read Nadia #78 - Recensione di Via delle Magnolie 11 - S. Bertola

martedì, dicembre 15, 2020 Baba Desperate Bookswife 2 Comments


Buonasera lettrici e lettori, come state? Percepite l’atmosfera natalizia in quest’anno così strano? Io devo ammettere che non sono mai una da albero di Natale e addobbi, metto giusto una decorazione sulla porta, ma quest’anno, forse proprio a causa del ridimensionamento delle feste, sento di più l’atmosfera natalizia… almeno qualcosa di positivo!

Oggi vi parlo di un romanzo che non c’entra nulla con il Natale, ma che ho amato e che mi ha fatto spesso ridere da sola: sto parlando di Via delle Magnolie 11, di Stefania Bertola.

Comincio con il dire che io adoro questa scrittrice, che tra l’altro lavora anche come traduttrice e ci regala infatti le versioni italiane dei romanzi di Sophie Kinsella. Con la Kinsella infatti ha in comune l’ironia, garbata ma efficace, e la capacità di far sorridere e riflettere allo stesso tempo.

In via delle Magnolie 11, nella immaginaria cittadina piemontese di Rivabella Lago, sorge una palazzina di quattro piani, tutta di proprietà della famiglia Boscolo. Al piano terra abitano i genitori, al primo il figlio Alvise con la moglie Giulietta e i due bambini, al terzo la nonna Maddalena con la nipote Claudia, e in mansarda c’è la figlia Stella Marina (sì, si chiama proprio così). I più attenti si saranno accorti che ho saltato il secondo piano: bene, viene affittato all’ingegnere Lorenzo, giovane dalla moralità discutibile e con la passione per il ballo e le Lamborghini. Questo appartamento in realtà apparterrebbe al ramo americano della famiglia, ma i Boscolo, approfittando della lontananza dei legittimi eredi, l’hanno sempre locato a loro insaputa. Ma il nipote Jeremy sta per trasferirsi dagli States in Italia per seguire l’apertura di un nuovo Starbucks, e vuole sistemarsi nella casa di famiglia…
Fonte Google 
Come avrete capito da queste poche righe, la famiglia Boscolo non spicca per correttezza e integrità, ma vi dimenticherete dei loro peccatucci (che non si esauriscono qui, sappiatelo) non appena comincerete a conoscerli un po’ meglio. Sì, perché tra nonne che vogliono diventare influencer su Instagram, nipoti sentimentalmente confuse e gare di ballo senza esclusione di colpi, Stefania Bertola vi farà ridere un sacco e affezionare parecchio ai suoi personaggi. 

Questa storia è nata come romanzo a puntate su Facebook durante il lockdown, per portare un po’ di buonumore e far dimenticare per qualche minuto ogni puntata la situazione senza precedenti che stavamo vivendo. I lettori sono intervenuti con commenti e suggerimenti, e le avventure della famiglia Boscolo hanno preso forma e riscosso un grande successo, cosicché sono state raccolte in questo libro. Lo stile ironico e la fantasia dell’autrice sono presenti più che mai in Via delle Magnolie 11, e vi promettono qualche ora davvero spensierata. La Bertola inoltre è un’attenta osservatrice delle mode e dei costumi del momento, e ci aiuta a guardarli nella giusta prospettiva, facendoci beffe di loro quando serve. In conclusione, se avete bisogno di una storia che vi tiri su il morale, di un romanzo breve che vi aiuti a sorridere in un momento che a volte può essere parecchio deprimente, vi suggerisco senza riserve Via delle Magnolie 11. Se lo leggerete fatemi sapere!

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#gruppo di lettura,

GDL - LA canzone di Achille - terza tappa + recensione

mercoledì, dicembre 09, 2020 Baba Desperate Bookswife 2 Comments

Carissimi, eccoci giunti alla Tappa Finale! Ancora una volta mi sento di dire...il tempo è volato. 

Descrizione:

Dimenticate Troia, gli scenari di guerra, i duelli, il sangue, la morte. Dimenticate la violenza e le stragi, la crudeltà e l'orrore. E seguite invece il cammino di due giovani, prima amici, poi amanti e infine anche compagni d'armi - due giovani splendidi per gioventù e bellezza, destinati a concludere la loro vita sulla pianura troiana e a rimanere uniti per sempre con le ceneri mischiate in una sola, preziosissima urna. Madeline Miller, studiosa e docente di antichità classica, rievoca la storia d'amore e di morte di Achille e Patroclo, piegando il ritmo solenne dell'epica alla ricostruzione di una vicenda che ha lasciato scarse ma inconfondibili tracce: un legame tra uomini spogliato da ogni morbosità e restituito alla naturalezza con cui i greci antichi riconobbero e accettarono l'omosessualità. Patroclo muore al posto di Achille, per Achille, e Achille non vuole più vivere senza Patroclo. Sulle mura di Troia si profilano due altissime ombre che oscurano l'ormai usurata vicenda di Elena e Paride.

                                                                     Informazioni:____________________________________

Titolo: La canzone di Achille

Autrice: Madeline Miller 

Casa Editrice: Marsilio

Pagine: 382

REGOLAMENTO:

- commentare questo post in caso di adesione. 

- seguire tutte le tappe (nel caso rimaneste indietro potrete sempre recuperare). 

- potrete diventare nostri follower cliccando "segui", ci farà piacere, ma non deve essere un obbligo. Non arrivano newsletter o spam. 

- potrete seguirci sul profilo Instagram poichè uscirà la tappa del gruppo di lettura anche lì, quindi se siete più comodi potrete decidere di commentare il nostro post su IG (prima tappa da unlibroperamico_dany, seconda tappa da ombredicarta e la terza tappa da desperate_bookswife ) oppure scattare voi una foto, scrivere un commento sotto al vostro post taggandoci. Quindi per intenderci, assoluta libertà di movimento! 


-------------------------------ATTENZIONE  SPOILER-------------------------

Da dove cominciare cari lettori? In questo momento sono molto combattuta perchè dovrei parlare esclusivamente della terza parte letta, ma allo stesso momento sono giunta all'epilogo, quindi ho davanti agli occhi il quadro complessivo. 

Se devo sviscerare il mio pensiero esclusivamente delle ultime 140 pagine circa vi dico che...che è tutto decisamente migliorato rispetto all'inizio: le impressioni iniziali erano pessime, avrei bocciato tutto a parte lo stile dell'autrice. Poi fortunatamente siamo partiti per Troia e abbiamo iniziato a combattere, Achille è diventato un guerriero a tutti gli effetti e noi scopriamo un Patroclo decisamente umano, sensibile e buono. Dal punto di vista "romanzesco" ho apprezzato l'amicizia del narratore protagonista con Briseide, mi è piaciuta la loro complicità, la sua delicatezza nel rifiutare la sua proposta d'amore senza calpestare la profonda amicizia reciproca. Mi è piaciuta le devozione di Patroclo verso Achille senza però lasciarsi trascinare nell'oblio: non perde mai il senso di giustizia. Ho apprezzato la lealtà e la sincerità di Achille nei confronti del suo compagno, il suo amarlo incondizionatamente, il suo essergli fedele (parlo del periodo nei pressi di Troia) nonostante la sua avvenenza. Che amore travolgente il loro! Che storia pazzesca! Wow sono senza parole. 

ECCO, TUTTO QUESTO SE FOSSE UN ROMANZO QUALSIASI, SE I PERSONAGGI FOSSERO IGNOTI, SE NON SI TRATTASSE DI ACHILLE. Perché niente, io ho in mente questi versi iniziali, 

Cantami, o Diva, del Pelìde Achille
l'ira funesta che infiniti addusse
lutti agli Achei, molte anzi tempo all'Orco
generose travolse alme d'eroi,
e di cani e d'augelli orrido pasto
lor salme abbandonò (così di Giove
l'alto consiglio s'adempìa), da quando
primamente disgiunse aspra contesa
l re de' prodi Atride e il divo Achille.

perché io sono cresciuta con un padre fissato con Omero, sono cresciuta con una madre che tutte le volte che ci mettevamo in macchina apriva l'Iliade e iniziava a leggere la prosa a voce alta, e così, tra un De Andrè in trentatré giri un Omero tipo Audiolibro narrato da mamma Bandoli io son cresciuta così. E lo so che questa non è l'Iliade, lo so che l'autrice ha voluto raccontare una storia diversa, lo so che sta scritto nella trama, ma nulla, io non pensavo arrivasse a tanto. Sappiamo tutti che ci sono diversi diverbi a riguardo, sappiamo che l'amicizia tra Achille e Patroclo è sempre stata discussa,  non trovo però giusto aver sminuito il rapporto tra Briseide e Achille: Omero fece chiaramente intendere che il Pelide provava dei sentimenti ben precisi, definisce Briseide quasi come sua sposa, anche se presa con le armi. Perchè la necessità trasformare Achille in questo modo? Qualcuno lo ha definito più umano. A me sembra diverso da quello che ho sempre pensato, ma non perché la Miller scriva che è innamorato pazzamente di Patrocolo, ma perché quando sua madre lo ha nascosto in un gineceo era vestito da ballerina e si butta tra le braccia di Patrocolo definendolo suo marito. Perché l'autrice scrive che Teti lo ha obbligato ad avere un rapporto sessuale con una donna, perché Patroclo, dato che è sensibile e buono, sembra una massaia che aspetta il marito dopo il lavoro, gli manca il grembiulino inamidato e abbiamo definito il quadretto. Nonostante tutto, quello che più ho apprezzato è proprio quest'ultimo personaggio, colui che narra e ci porta davanti alle mura di Troia, perchè nonostante secondo me sia un po' eccessivo, alla fine si dimostra il migliore. Ci racconta il suo punto di vista e in qualche modo il lettore soffre e gioisce con lui, vive con lui, combatte con lui, muore con lui. 

Per concludere scrivo che mi dispiace, se l'autrice avesse preso qualunque altro personaggio davvero sconosciuto e ci avesse costruito sopra una storia del genere la avrei apprezzata maggiormente e sicuramente mi sarebbe piaciuta, io tutto questo invece non l'ho interiorizzato per niente. Ma perché? Per quale motivo costruire un romanzo rosa con questi personaggi qui? Il fatto non è di chi sia innamorato Achille, il fatto è che per metà libro Patrocolo pensa solo al corpo di Achille come se fosse l'unica sua ragione di vita e Achille sembra etereo, senza spina dorsale e poi, ad un certo punto  diventa un uomo sanguinario che torna tutte le sere alla sua tenda a farsi pulire il sangue dal suo compagno e Patroclo è diventato l'uomo saggio e giusto. Cosa non ho capito? Cosa non mi è arrivato? Perché è ovvio (almeno per me) che io faccia il paragone con quello che so, o almeno il mio cervello lo fa. 

Come ho scritto all'inizio, se i protagonisti fossero stati altri, oppure se le carte non fossero state  cambiate così tanto sarebbe stata una storia bellissima. L'autrice ha uno stile coinvolgente e indubbiamente sa tenere viva l'attenzione. Lei è una mega professoressa universitaria che ha deciso di scrivere un romanzo sulla storia d'amore tra il capo dei mirmidoni e il suo compagno. Forse lo ha fatto per avvicinare le persone alla mitologia e ai poemi omerici. Ci ha messo dieci anni a costruire tutto questo e ne è uscita sicuramente un storia interessante. Io però non l'ho capita. Non mi è arrivata. Probabilmente non ero pronta a leggere una storia diversa da quella che ho sempre immaginato io. So di essere decisamente impopolare, ma come dico sempre...la lettura è soggettiva, il mio è un parere personale di gradimento e in nessun modo metto in dubbio la bravura dell'autrice: ha incantato il mondo intero a parte me, quindi di cosa stiamo parlando! 

CALENDARIO TAPPE PRECEDENTI nel caso le abbiate perse: 

Giovedì 12 novembre: iscrizioni

Mercoledì 25 novembre: discussione prima parte sul blog "Un Libro per amico" fino al capitolo 11 compreso, ovvero fino a pagina 122.

Mercoledì 2 dicembre: discussione seconda parte sul blog "Ombre di carta" fino al capitolo 22 compreso, ovvero fino a pagina 246.

Mercoledì 9 dicembre: discussione terza parte sul blog "Desperate Bookswife" da pagina 247 - inizio capitolo 23- fino alla fine del libro. 


2 commenti:

#Recensione,

Recensione - Le coincidenze dell'estate di Massimo Canuti

sabato, dicembre 05, 2020 Baba Desperate Bookswife 2 Comments

 

Il libro
Le coincidenze dell'estate   di Massimo Canuti
Editore: E/O| Pagine: 240| Pubblicazione: 2017| Prezzo 16,00€| Trama:Qui
Genere: narrativa
Notizie sull'autore
Massimo Canuti è nato a Piombino nel 1971. Laureato in Architettura, nel 1999 inizia a lavorare nel mondo della comunicazione. Contemporaneamente si dedica a ciò che ama di più: scrivere storie. Nel 2011 ha pubblicato con Gianluca Belmonte il libro illustrato Al buio vedi per la Franco Cosimo Panini e nel 2013 il suo primo romanzo, Contro i cattivi funziona (Instar), sui difficili temi della disabilità e del bullismo, romanzo che lo ha portato a lavorare a stretto contatto con i ragazzi. A ottobre del 2016, sempre per Instar, ha pubblicato Io, il Cinema, un’autobiografia non autorizzata della settima arte. Vive e lavora a Milano come copywriter freelance.

Recensione
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STORIA DELLA MIA COPIA
Eh allora siete curiosi! Ditelo che siete come scimmiette pronte a carpire i segreti altrui! Io però non mi tiro indietro per nulla e vi racconto che Daniela lesse questo libro poco dopo la sua uscita, se ne innamorò e mi disse che dovevo comprarlo, che ne sarebbe valsa la pena e io così ho fatto, al volo. Peccato averci messo quesi tre anni...ma son dettaglia che ormai voi conoscete, sapete quanto io ami accumulare, quanto io sia in grado comprare per fare scorta (e se venisse una guerra? e se il covid non mi facesse più recare in libreria? e se di punto in bianco non avessi più niente da leggere?). 

SCARABOCCHIO
Questa è la storia di un ragazzino che frequenta il liceo scientifico e che abita insieme a due genitori separati in casa, entrambi in carriera: la madre nel settore del giornalismo televisivo e il padre è un avvocato. La scuola finisce e la madre deve andare all'estero per vari servizi e il padre è in giro per lavoro. Lasciano Vincenzo a casa con parecchi contanti e la raccomandazione di partire dopo qualche giorno per il campus in montagna. Ma lui...niente per i motivi più disparati non mette i vestiti in valigia, insomma resta dov'è a fare il guardiano di una Milano deserta e nel frattempo stringe amicizia con la signora del piano di sopra e un clochard che ha perso la memoria. Diventano un terzetto niente male, nonostante la differenza d'età. Vincenzo (il protagonista) scopre se stesso, l'importanza di quello che desidera veramente e la necessità di accettarsi prima ancora che lo facciano gli altri. 

La stranezza di questi personaggi quasi surreali rende questo romanzo appetibile, scorrevole, divertente e intrigante. Ho subito cercato di chiudere gli occhi e di lasciarmi trasportare in una città non troppo lontana da dove vivo, tra le strade popolate gente cieca ma all'interno delle quali possono anche camminare persone che ci vedono benissimo. Ho amato questo ragazzino un po' nerd e un po' metallaro, che ancora non ha capito come mostrarsi al mondo così le magliette che raffigurano sangue gocciolante sono ancora la miglior difesa. Vincenzo è un ragazzo non integrato, ma che in realtà semplicemente è dotato di una sensibilità superiore alla media che non gli permette di avere amici giovani, semplicemente perchè non sarebbero in grado di capirlo. Vincenzo è sfortunato, ha due genitori che sono più ciechi  di quelli che popolano le strade milanesi di cui parlavamo prima, non interessa loro se il figlio stia bene, se sia felice, se soffra di solitudine o quali siano i suoi interessi, a loro basta non incontrarsi e spaccare a livello lavorativo (forse è l'unica cosa che rimane loro ma dimenticano una creatura che è cresciuta ma ha pur sempre bisogno di una guida). 
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Questo libro, lo ammetto, non mi ispirava per nulla: la copertina non mi comunicava emozioni, il titolo nemmeno e l'autore era a me sconosciuto. Devo ringraziare Daniela per avermelo fatto acquistare, certo ci ho messo qualche anno a leggerlo, ma poi il risultato l'ho portato a casa. È una storia un po' triste, un po' divertente e un po' fa riflettere. Un libro leggero ma non scritto con leggerezza, per chi desidera distrarsi ma facendolo può leggere qualcosa di qualità. Se avete voglia di conoscere Lorenzo, Italo lo smemorato e la signora Evelina, la ex parrucchiera di Cinecittà affrettatevi a comprare questo romanzo, vi allieterà, anche d'inverno!  

2 commenti:

#Nadia,

Keep Calm and Read Nadia #77 - Tilly e i segreti dei libri

giovedì, dicembre 03, 2020 Baba Desperate Bookswife 0 Comments


Buongiorno lettrici e lettori!

Dopo la parentesi horror della scorsa “puntata” voglio spostarmi oggi su un terreno decisamente più rassicurante: vi racconto infatti di un romanzo per ragazzi. Molto raramente mi avventuro in questo genere, perché solitamente rimango delusa dalla struttura non troppo complessa che, per loro stessa natura, questi libri tendono ad avere; la storia di cui vi parlo oggi, però, ha una trama così intrigante che mi ha ispirato dal primo momento in cui ne ho sentito parlare. Il romanzo in questione è Tilly e i segreti dei libri, di Anna James.

Fonte google

Tilly è un’undicenne molto amante dei libri, che vive con i nonni praticamente da sempre, da quando sua madre è sparita nel nulla poco dopo la sua nascita. I nonni possiedono una libreria in cui Tilly aiuta durante le vacanze; da qualche tempo la sua migliore amica sembra essere cresciuta un po’ troppo in fretta e ha cambiato la sua cerchia di frequentazioni, cosicché Tilly ha cominciato a trovare sempre più rifugio nei suoi amati libri. I suoi preferiti sono Anna dai capelli rossi e Alice nel Paese delle Meraviglie. Tutto sembra trascorrere come al solito, finché Tilly comincia a vedere i suoi personaggi più amati prendere vita nella libreria dei nonni e a interagire con loro… cosa starà succedendo?

Tilly si renderà presto conto che quello che credeva di sapere sulla storia propria e della propria famiglia è soltanto la punta dell’iceberg, e dovrà impegnarsi parecchio per capire che fine ha fatto davvero la sua mamma, aiutata anche dal nuovo amico Oscar. Anna James costruisce una storia originale, garbata e con la giusta dose di pathos e piccoli colpi di scena; attraverso le peripezie di Tilly riviviamo alcune scene dei più famosi romanzi per ragazzi. Oltre ad Alice e Anna (ri)facciamo la conoscenza di Sara, La piccola principessa, e di Long John Silver. La James è molto brava a intrecciare i piani della narrazione in modo che tutto si incastri alla perfezione, regalando anche qualche “piccolo brivido” ai giovani lettori. I personaggi non sono particolarmente caratterizzati, fatta eccezione per il cattivo della situazione (sì, c’è anche qui, come in ogni romanzo per ragazzi che si rispetti), ma immagino che questo non infici particolarmente l’esperienza dei lettori a cui principalmente si rivolge questa storia. Ho invece apprezzato l’inserimento nella storia della British Library, che credo affascinerebbe amanti della lettura di qualsiasi età.

Ciò che mi ha fatto storcere leggermente il naso, ma è colpa mia che devo trovare a tutti i costi il pelo nell’uovo, è stata la scelta dei libri “preferiti” da Tilly: capisco che fosse dettata dall’esigenza di scrivere di romanzi conosciuti da tutti e probabilmente anche da questioni di diritti d’autore, ma mi è parso molto forzato che una bambina di undici anni dei nostri giorni abbia come personaggi del cuore Anna dai capelli rossi e Alice. Nel complesso comunque un romanzo godibile, anche da un’adulta che ogni tanto sogna ancora come la sottoscritta!

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book challenge,

Challenge 2021 - Superlettori all'arrembaggio - Iscrizioni

martedì, dicembre 01, 2020 Baba Desperate Bookswife 22 Comments

 


Carissimi, eccoci tornate con una nuova e spumeggiante sfida di lettura! Non contente di esserci complicate la vita lo scorso anno, quest'anno abbiamo deciso di osare di più...siete pronti?

Avete schierate davanti a voi una Desperate Bookswife, Ombretta, Daniela e Sonia cariche e armate con i pugnali in mezzo ai denti decise a battagliare per 12 mesi alla conquista della vittoria. 

COSA SUCCEDE QUEST'ANNO? 

Ci sono tre vascelli, ognuno capitanato da una corsara, seguita a sua volta da un nostromo.

LA PERLA NERA, capitanata da Ombretta 

LA JOLLY ROGER, capitanata da Daniela 

L'OLANDESE VOLANTE, capitanata da Baba 

Nell'iscrizione vi chiederemo di comunicarci i vostri due generi letterari preferiti, se avete un profilo Instagram e indicativamente (esclusi imprevisti o blocchi) quanti libri in media leggete mensilmente, in modo da riuscire a smistarvi con equilibrio nelle varie navi. Se non l'avete capito sarà un sfida di gruppo dove anche noi capitane daremo il nostro apporto!

E se vi state chiedendo "Cosa fa Sonia?" Lei si occuperà di mostri...e sono tutti cavoli vostri, insomma il cattivo della situazione! 

Ma veniamo al dunque, che qui già ci perdiamo in ciance. 

COME SI GIOCA?

Le tappe sono mensili, quindi dodici tappe in un anno. 

Dopo l'iscrizione ogni partecipante verrà arruolato come mozzo in una nave pirata (una delle tre sopra citate) e dovrà giurare pubblica fedeltà al proprio capitano, elogiandone l'estetica, la cultura letteraria e la simpatia dichiarando di non fare ammutinamento! AH AH AH AH STIAMO SCHERZANDO (più o meno). 

Ogni mese vi daremo 5 obiettivi e una mappa. Ogni libro che leggerete vi farà accumulare punti (10 punti ogni 100 pagine) e il vostro punteggio sarà sommato a quello di tutti i componenti del vascello. Al raggiungimento di alcuni step che vi comunicheremo a sfida iniziata la barchetta avanzerà sulla mappa. Troverete isolotti, mostri, imprevisti... Non c'è un limite di pagine da leggere, ognuno può leggere tutti i libri che vuole in un mese, legati a qualunque obiettivo di quelli assegnati. 

Passiamo alla mappa. I vostri singoli punteggi si sommeranno con quelli dei vostri compagni di vascello e a ognuna delle vostre navi sarà richiesta la contabilità dei punteggi da parte del Nostromo, capirete questo meccanismo una volta che avrete davanti agli occhi la mappa, è più difficile scriverlo che farlo una volta iniziato il gioco sarà tutto più chiaro e in ogni caso le vostre Capitane saranno sempre a disposizione per tutti i chiarimenti.

E cosa facciamo noi TRE? Noi avremo la possibilità di leggere un massimo di tre libri mensili che si accumuleranno alla fine del mese ai vostri punti totali! Bello eh! 

Ogni mese il vascello che raggiungerà il punteggio più alto vincerà una fiasca di Rum (gli altri acqua salata...) e il punteggio verrà azzerato a tutti per ripartire da zero il mese successivo. Vincerà la sfida finale il vascello più ubriaco (ovvero chi avrà accumulato più fiasche di Rum in dodici mesi). 

Cosa fanno i NOSTROMI? Questa figura l'abbiamo pensata per aiutarci nel lavoro di coordinazione, ci aiuterà a tenere i punti del proprio vascello, ad avvisarci al raggiungimento di un traguardo, insomma coordinerà  mozzi e marinai e farà da portavoce. Rappresentanti di classe venite a noi!! Può rimanere sempre lo stesso oppure potrete variare ogni mese, basta che entro un giorno dall'inizio del mese voi lo comunichiate al vostro Capitano. 



COME SI INSERISCONO I PUNTI? DOVE SI MANDANO LE RECENSIONI? 

Quest'anno abbiamo pensato di pugnalare il format Google e di provare a facilitarvi/ci la vita con il gruppo Facebook. Esisterà appunto un Gruppo dedicato alla challenge (cliccare QUI per richiedere l'accesso) all'interno del quale inserirete la recensione o il link nel caso la vogliate scrivere altrove e dovrete allegare il titolo, numero di pagine, obiettivo, la foto e tassativamente l'# che vi comunicheremo. Ci sarà un foglio Drive di riepilogo con il vostro nome e i punti ottenuti che gestiremo noi. 

COME FACCIO A PARTECIPARE?

- Vi chiediamo di commentare questo post e compilare il format che utilizziamo solo per l'iscrizione, in caso di malfunzionamento potrete contattarci e scrivere sotto al post le informazioni richieste (Nome, email, due generi letterari preferiti, quanti libri approssimativamente leggete al mese,se possedete un profilo Instagram). 

- Essere iscritti ai nostri quattro blog: Desperate Bookswife, Il salotto del gatto libraio, Ombre di Carta, Un libro per amico


COSA SI VINCE? 

Niente...la gloria! Sceglieremo le lettrici che ci hanno colpito di più del Vascello che ha accumulato più casse di Rum, ma sarà qualcosa di artigianale e senza un valore commerciale. In realtà l'obiettivo è quello di trascorrere insieme un piacevole anno parlando di libri e speriamo che questo 2021 sia meno tragico del precedente!
Vi aspettiamo numerosi!!

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