#5 blogger per un autore,

Cinque blogger per un autore #1 - Valeria Corciolani - Il morso del ramarro

sabato, gennaio 29, 2022 Baba Desperate Bookswife 6 Comments


Buongiorno signori, come state? Bene bene, se avete notato un po' di assenza dovete attribuirla al Covid, che come dice la mia amica Dani, è come un cecchino che spara a caso con il fucile sempre carico: prima o dopo ti becca. 
Se vi state chiedendo il perché di questa lettura è semplice: "cinque blogger per un autore" sono tornate! Come chi sono? Mamma mia, la memoria dovrei averla persa io, non voi. 
Chiara, Chicca, Daniela, Ombretta e io ogni due mesi leggeremo libri di uno stesso autore deciso precedentemente. Un modo per ampliare i nostri orizzonti, per imbatterci in letture che magari non avremmo preso in considerazione, dandoci la possibilità di innamorarci ancora, in maniera inaspettata (oppure di detestare fortemente qualcosa che non vorremmo più riavere tra le mani) .


Liguria, giorni nostri. Un tripudio di personaggi e una banda di rapinatori detti "la banda del flessibile". Anziani signori con qualche cartuccia da sparare tra una pastiglia e l'altra, una donna che deve affrontare una separazione, la crescita di due gemelli, l'adolescenza della primogenita, le indigestioni della zia che vive con loro da quando il marito è stato cacciato dal talamo nuziale per adulterio.  Una ragazzina che non sente le farfalle nello stomaco per chi si aspettarebbe, una badante peruviana che sogna ad occhi aperti, un vecchio in carrozzina che prega di non aprirli più. 
Ecco gli ingredienti che compongono questa storia: personaggi con i loro piccoli drammi, un mistero al limite del paranormale da scoprire, un pizzico di ironia e uno stile scorrevole e accogliente. 
Ho scoperto la Corciolani grazie alle mie amiche blogger e non posso che essere felice, si inizia l'anno con il botto! Un consiglio davvero molto azzeccato per quelli che sono i miei gusti da lettrice, necessitavo di una lettura frizzante, attiva, un po' misteriosa e non banale. 
Una particolarità: l'autrice inizia ogni capitolo ( sono molto brevi, un paio di pagine circa, aspetto che io adoro) con la parola che conclude il capitolo precedente. L'ho trovato molto carino e mai forzato, cosa che invece temevo, soprattutto verso la fine del libro, e invece a mio avviso è riuscita sempre a gestire al meglio questa caratteristica, che non so se sia proprio sua o solo del romanzo in questione. 
Di tanto in tanto ci sono dei rimandi alla musica contemporanea, come al "Pescatore" di Fabrizio de Andrè, ligure anche lui e quindi più che a suo agio accanto al mare, durante una passeggiata di alcuni personaggi... Che scorgono un pescatore assopito al sole. 
Nemmeno si lesina sulla buona cucina, la Corciolani è riuscita a farmi venire l'acquolina in bocca, nonostante io non sia proprio una grande appassionata...ma le torte di nonna Bice, con la doppia crosta o il pesto fatto al momento con il pestello di Virginia...mmm roba da leccarsi i baffi o da fare scarpetta con una croccante rosetta ☺️
Se proprio devo trovare una pecca...ho accusato il colpo verso la fine, che non arrivava mai. Non so, un po' lunga ecco...ad un certo punto avrei preferito un po' più di dinamicità. Ma è una piccola pagliuzza all'interno di una storia ben costruita. 
Poi ho una domanda, perché non mi sono informata a riguardo: il romanzo termina, ma il finale è un po' aperto, come se alcuni di questi personaggi potessero ancora avere qualcosa da dire. Chissà, devo andare a vedere! 
Lo consiglio a chi? Ai lettori che amano la letteratura italiana, ai genovesi, belin! Lo consiglio a chi cerca storie ben scritte ma non impegnative, a chi vuole un po' di leggerezza (ma non troppa) in mondo pesante, a chi piacciono i romanzi "quasi corali". 

6 commenti:

#Recensione,

Recensione di Nadia #2 - Agenzia A di Matsumoto Seicho

venerdì, gennaio 28, 2022 Baba Desperate Bookswife 0 Comments




Il libro
Agenzia A di Matsumoto Seicho
Editore: Mondadori| Pagine: 376| Pubblicazione: 2020 questa edizione| Prezzo 15,00€| Trama:Qui
Genere: giallo
Notizie sull'autore
Seicho Matsumoto (1909-1992) è stato un giornalista e scrittore giapponese. Autore molto conosciuto in patria e vincitore del premio Akutagawa nel 1953, ha scritto oltre 300 romanzi e diversi racconti.
Da alcuni definito il “Simenon giapponese” è stato pubblicato per tre volte nel Giallo Mondadori: La Morte è in Orario del 1957 è l’opera più conosciuta, seguita da Come sabbia tra le dita del 1961 e Il palazzo dei matrimoni del 1998. Le tematiche dei suoi gialli affondano spesso le radici nei problemi sociali giapponesi, il tutto unito ad una predilezione per l'indagine strettamente logica ed intuitiva. Nel 2018 Adelphi ha pubblicato Tokyo Express, apparso nell'edizione originale nel 1958, da cui è stato tratto nel 2007 il film Ten to sen, con Takeshi Kitano.
                          Recensione di Nadia
Buongiorno lettrici e lettori!

Oggi voglio parlarvi di un romanzo del mio “autore relax” preferito: mi riferisco a Matsumoto Seicho. A poco a poco vorrei recuperare tutti i romanzi pubblicati in Italia di questo autore, e questa volta la scelta è caduta su Agenzia A.

Teiko è una giovane donna di Tokyo che accetta un matrimonio combinato con Kei’chi Uhara, responsabile presso l’agenzia pubblicitaria A. Pochi giorni dopo il ritorno dalla luna di miele Kei’chi parte per la filiale della sua agenzia a Kanazawa, per completare il passaggio di consegne con il sig. Honda, che dovrà sostituirlo dal momento che Kei’chi andrà a lavorare presso la filiale di Tokyo. Kei’chi assicura alla moglie che tornerà dopo qualche giorno, ma, quando l’assenza del marito si protrae, Teiko decide di partire per Kanazawa alla sua ricerca.

Agenzia A si ambienta in Giappone, a cavallo tra gli anni Cinquanta e Sessanta; naturalmente i cellulari non esistevano ancora, pertanto Teiko è costretta a ripercorrere le orme del marito nel tentativo di scoprire che cosa gli sia successo. Inoltre, trattandosi di un matrimonio combinato, la protagonista conosce pochissimo della vita del marito, e si ritrova a brancolare nel buio e ad affidarsi in parte alle informazioni fornitele dai cognati, che però non sembrano particolarmente preoccupati della scomparsa di Kei’chi. A Kanazawa Teiko incontrerà il signor Honda, che si offrirà subito di indagare insieme a lei sulla scomparsa di Keichi. L’indagine di Teiko scoperchierà segreti relativi agli anni successivi alla seconda guerra mondiale, e la giovane donna arriverà a comprendere come, a volte, il passato a cui si cerca di sfuggire torni a presentare il conto.

Come ho già detto altre volte, Matsumoto Seicho ha la capacità di rilassarmi con il suo stile pulito e suadente. La sua capacità di comprendere e descrivere gli stati d’animo dei personaggi denota un’empatia sopraffina, e i suoi romanzi sono in grado di cullarmi e coccolarmi come pochi altri, nonostante i temi trattati non siano mai facili. Anche Agenzia A è infatti un giallo cupo e triste, in cui anche l’ambientazione, che spazia da Tokyo a Kanazawa alla penisola di Noto (località che non conoscevo affatto, e di cui sono andata a cercare le fotografie, tanto forti sono state le suggestioni che l’autore è stato in grado di comunicare) ha un fortissimo impatto nella mente del lettore e un’importanza fondamentale nello sviluppo della trama.

Ho particolarmente apprezzato il riferimento agli anni successivi la seconda guerra mondiale e all’occupazione americana in Giappone, avvenimento di cui, nella mia grassa ignoranza, ero completamente all’oscuro. Seicho sembra dirci che la Storia, e le decisioni dei potenti, hanno una responsabilità e un impatto fortissimi sulla vita e sul futuro di tutte le persone comuni, e ci insegna a non sottovalutarne il potere. Un romanzo complesso e avvincente, che a mio avviso ha più chiavi di lettura.

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#Nadia,

Recensione di Nadia #1 - Il signore delle mosche di W. Golding

venerdì, gennaio 14, 2022 Baba Desperate Bookswife 0 Comments


Il libro
Il signore delle mosche di William Golding
Editore: Mondadori| Pagine: 277| Pubblicazione: 2017 questa edizione| Prezzo 13,00€| Trama:Qui
Genere: narrativa 
Notizie sull'autore
Sir William Gerald Golding (Newquay, 19 settembre 1911 – Perranarworthal, 19 giugno 1993) è stato uno scrittore britannico. Nel 1952 cominciò a scrivere un romanzo intitolato Strangers from Within che spedì a diversi editori ottenendo solo risposte negative. Nel 1954 il romanzo venne pubblicato con il titolo Lord of the flies (Il signore delle mosche) dalla casa editrice Faber&Faber diretta da Thomas Stearns Eliot, che suggerì lui stesso il nuovo titolo, ispirandosi ad una metafora di Satana. Nel 1982 gli fu conferita la laurea ad honorem alla Sorbona e l’anno seguente il Premio Nobel per la letteratura.
                         Recensione di Nadia
Buongiorno lettrici e lettori!

Oggi voglio parlarvi di un romanzo che credo si possa ormai definire un classico (essendo stato pubblicato nel 1952), per ragazzi, anche se al giorno d’oggi credo che nessun genitore che ne conosca i temi trattati farebbe leggere un romanzo del genere al proprio figlio o figlia dodicenne. Sto parlando de Il signore delle mosche, di William Golding.

In seguito a un non ben identificato conflitto nucleare un aereo che trasportava un gruppo di ragazzini dai 6 ai 12 anni si schianta su un’isola deserta. I giovani superstiti, dopo un primo momento di euforia nel ritrovarsi vivi e padroni di un posto tutto per loro, decidono di costituire una sorta di società organizzata e di autogovernarsi, dal momento che con loro non c’è nessun adulto. L’esperimento però presto degenera in modo drammatico.

Ho sentito parlare tantissimo di questo romanzo e pertanto, sebbene abbia cercato di approcciarmisi nella maniera più neutra possibile, sapevo già in linea di massima cosa aspettarmi. O meglio, credevo di saperlo, perché si è rivelato diverso da ciò che pensavo, e alla fine ne sono rimasta un po’ delusa.

Come parlarvi di questo romanzo senza fare spoiler? Non credo sia facilissimo, ma cercherò di provarci. Il primo ragazzo di cui facciamo la conoscenza è Ralph: è uno dei ragazzi più grandi, con i suoi dodici anni, e all’inizio il gruppo dei ragazzini lo elegge come capo. L’autore stesso dice che non si capisce la motivazione: Ralph non è né il più intelligente né il più forte, ma ha evidentemente quel qualcosa che gli altri riconoscono come necessario al comando. Ciò che probabilmente caratterizza Ralph è soprattutto il buonsenso: requisito indispensabile sull’isola, e che però presto comincerà a difettare in quasi tutti gli altri, intontiti e resi stolidi forse dalla situazione, forse dalla dieta squilibrata o semplicemente dalla pazzia che è insita in quasi tutto il genere umano. A contrapporsi a Ralph troviamo Jack, il cacciatore del gruppo, quello che preferisce andare ad ammazzare maiali piuttosto che mantenere vivo il fuoco (e di conseguenza il fumo) che potrebbe attirare l’attenzione di una nave di passaggio ed essere quindi la loro unica possibilità di salvezza. Ralph e Jack sono la lucidità e la follia, l’equilibrio e la sregolatezza totale, la ragione e l’istinto. Non voglio dirvi da che parte penderà la bilancia, ma credo che leggendo la trama del romanzo su qualunque sito potrete capirlo rapidamente.

La storia in sé ha sicuramente un ottimo potenziale, e a mio avviso risente del passare del tempo, perché ormai, volenti o nolenti, siamo già stati tutti esposti a rivisitazioni più o meno legate a questo romanzo e a libri ben più cruenti di questo (o perlomeno ciò vale per me, che non sono rimasta più di tanto spiazzata dallo svolgimento della storia). Sicuramente negli anni Cinquanta avrebbe fatto molto più scalpore, anche se ho letto che il romanzo ai tempi è stato un vero e proprio flop. Alcune cose non mi sono piaciute: non si dà nessuna rilevanza al contesto esterno all’isola: di questi ragazzi si sa solo che sono inglesi e che alcuni di loro facevano parte di un coro, ma non si sa perché siano precipitati lì, dove stavano andando, dove sono finiti gli adulti che sicuramente dovevano esserci con loro… capisco che l’intento fosse quello di dare enfasi alla situazione sull’isola, ma io mi sono fatta continuamente tutte queste domande, distraendomi dal pathos che avrei probabilmente dovuto provare. Inoltre le descrizioni sono davvero troppo prolisse e a mio avviso non così necessarie alla narrazione. Inoltre credo che Golding non abbia saputo rischiare sul finale: a un certo punto probabilmente non sapeva più come venirne fuori e ha fatto la scelta più semplice, ma non la migliore secondo me.

Voi avete letto questo romanzo? Cosa ne pensate? Avete avuto le mie stesse impressioni? Fatemi sapere, a presto!

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