#Nadia,

Keep Calm and Read Nadia #62 -Recensione scoordinata - Saint X di Alexis Schaitkin

martedì, aprile 28, 2020 Baba Desperate Bookswife 4 Comments




Buongiorno lettrici e lettori, cosa fate di bello? Avete già smontato e rimontato ogni angolo di casa? Io sto approfittando di questa clausura forzata per leggere un po’ più del solito, e oggi voglio raccontarvi di un libro che mi ha “chiamato” fortissimo appena ne ho visto la copertina su Goodreads: sto parlando di Saint X, di Alexis Schaitkin.

fonte google
La vicenda comincia in un’immaginaria isola dei Caraibi, Saint X appunto: qui i ricchi di tutto il mondo vengono a trascorrere al caldo le vacanze di Natale, compatendo con sufficienza i turisti un po’ meno ricchi di loro, quelli che Saint X la vedono solo da lontano, sulle navi da crociera che “sembrano parcheggi pluripiano”. Tra gli ospiti del resort Indigo Bay c’è anche la famiglia Thomas: padre, madre, Claire di sette anni e la sorella diciottenne Alison (guai a chiamarla Ali). Alison è una ragazza molto carina, brillante e perfetta agli occhi della sorella che, timidissima e un po’ paurosa, la adora e vive per compiacerla. La notte prima della partenza Alison scompare. Dopo pochi giorni il suo corpo viene ritrovato da una coppia di turisti su un isolotto poco distante. I sospetti cadono su due inservienti del resort, Edwin e Clive, ma non ci sono prove e il caso viene archiviato come incidente. La piccola Clairey cresce e indaga…

Vi è mai capitato, leggendo un romanzo, di pensare che dentro a quelle pagine ci fosse più di quello che riuscivate a comprendere? A me è successo con Saint X. Dall’antefatto che vi ho raccontato verrebbe da pensare che si tratti di un giallo, di un mistero da svelare: c’è anche questo, ma sicuramente si tratta di una parte marginale di ciò che questo libro comunica, quindi se cercate un semplice thriller questa non è la storia che fa per voi. Innanzitutto c’è la personalità di Alison, che affascina e intimorisce Claire da sempre. La sorella minore la vede con adorazione, e anche quando ormai è adulta il suo ricordo rimane in qualche modo cristallizzato nel rapporto che avevano al momento della morte, con gli anni di differenza a scandire un gap poco comprensibile per una bambina di sette anni. Il tempo passa, la sorellina diventa una venticinquenne niente affatto risolta. Un incontro inaspettato a New York fa sì che il vaso di Pandora dei sentimenti per Alison si riapra e spinga Claire a una sorta di resa dei conti con la sorella e la sua perdita.

Un altro tema evidenziabile in Saint X è quello del razzismo: un razzismo non urlato come quello dei gruppi estremisti, ma che viaggia sotto traccia, ammantato di buoni propositi e di un interessamento verso le persone più povere o con la pelle più scura che rimane in superficie e serve soltanto per pulirsi la coscienza. Alexis Shaitkin ha una capacità formidabile di fotografare in modo impietoso atteggiamenti e comportamenti che possono sembrare ordinari, estraendone con estrema lucidità il buonismo paternalista che nascondono, come quando il padre di Alison chiede a uno degli inservienti “dov’è che si possono assaggiare le vostre specialità?”.
Alla resa dei conti, comunque, tutti, indipendentemente dalla loro ricchezza o posizione sociale cercano di “resistere agli urti della vita”, come direbbe Luca Carboni, tentando di sfruttare al meglio le carte che gli sono toccate in mano, e non è detto che i più benestanti siano anche quelli che escono vincenti.

Mi rendo conto che questa recensione, che non si può neanche definire tale ma è soprattutto un insieme di pensieri ingarbugliati, non rende giustizia a quello che è un romanzo complesso e davvero molto interessante. Ci sarebbero tantissime cose da dire su questo libro. Potrei parlarvi dei disturbi ossessivo-compulsivi di Claire, della vera personalità di Alison, della debolezza di Clive o della tenacia di Sara. Ma il motivo principale per cui secondo me dovreste leggere Saint X è che vi darà tantissimi spunti di riflessione. Io credo addirittura che prima o poi lo rileggerò, perché sono certa di essermi persa tantissimo in questa prima lettura.

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#Blogtour,

Blogtour sensoriale - Le parole lo sanno - se fosse...un vino

lunedì, aprile 27, 2020 Baba Desperate Bookswife 2 Comments


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Buongiorno carissimi, come state? Siamo qui oggi per aprire le danze: inizia il Blog Tour sensoriale dedicato al romanzo di Marco Franzoso, Le parole lo sanno, edito da Mondadori.
Innanzi tutto ringrazio Chili di Libri per avermi integrato nel gruppo e gli altri miei compagni di avventura: Il lettore medio, Scaffali e Fornelli e Leggere e rileggere.
CHE COS'è UN BT SENSORIALE? Dopo aver terminato il romanzo noi immaginiamo, facciamo lavorare la fantasia e ci domandiamo: "E se questo romanzo fosse...un vino, un animale, una ricetta, un profumo, un fiore, un'opera d'arte, una melodia, un personaggio storico?"
Grazie alle competenze di mio marito, ho scelto il vino. Prima però vi trascrivo la trama, le informazioni e il link per l'acquisto del romanzo.

TRAMA:






il libro
Alberto scopre di avere un male incurabile: invece di condividere l’inquietudine con chi lo circonda si procura un bastone e degli occhiali da cieco e si rifugia in un luogo già remoto, al riparo anche da se stesso. Entra in un parco, si siede su una panchina. Qui trova, forse per la prima volta, lo stupore di essere vivo. Accanto a lui si siede una giovane donna, Flavia. Si parlano. Flavia si racconta e si confessa. Ha un bambino, e un marito ossessivamente geloso. Nasce qualcosa di semplice, inatteso, che sembra parlare con la voce profonda del destino. L’intesa, il desiderio di ritrovarsi, l’attrazione: l’amore insomma, che nessuno dei due cercava e che li sorprende senza difese. Alberto è sempre più coinvolto in quelle confessioni di violenza subita e, non avendo nulla da perdere, entra nella vita di Flavia come la provvidenza. Tuttavia se il suo drastico intervento abbia liberato o condannato all’infelicità la donna che ama non è dato sapere. Perché Flavia, com’è arrivata, un giorno come un altro scompare per sempre. Ad Alberto non resta che scrivere: affidare a un diario il racconto di ciò che è accaduto, ormai sicuro che “le parole sanno sempre dove andare” e che quindi, in un modo a lui ancora sconosciuto, prima o poi arriveranno a Flavia. È questo il destino delle parole e il destino di ogni racconto che dicono l’amore, liberi entrambi dalla vuota comunicazione a tutti i costi che è dei tempi nostri. Siamo di fronte a una storia dentro una storia, dentro un’altra storia ancora, in un meccanismo concentrico e tecnicamente perfetto. Una dichiarazione d’amore per la letteratura, perché scrivere – e leggere – realizzano il passaggio del testimone più universale e intimo. D’altra parte, si sa, chi legge ama.

Marco Franzoso affronta con delicatezza e passione il romanzo sentimentale, non ha paura del cuore, e costruisce un orologio di emozioni che suona con precisione assoluta, che ossessiona e convince. Una storia d’amore? Forse. Struggente, estrema. Un’opera che riverbera l’intensità dei classici russi e accende il ritmo incalzante di un romanzo d’azione, che non molla mai il lettore.
PAGINE: 180
GENERE: narrativa contemporanea
PREZZO: 18,00€
LINK PER L'AQUISTO: QUI

...E SE FOSSE UN VINO?
Parto subito senza indugio, se questo libro fosse un vino sarebbe un Dulce Monastrell della Bodegas Olivares, regione Mursia, Spagna. 
Dulce Monastrell
Questo vino, nell'aspetto olfattivo ricorda le olive nere in salamoia, accompagnato da note di liquirizia amara. Una sensazione sapida, colui che si avvicina al bicchiere immagina un vino secco e dal sapore marcato.
Dopo aver lentamente fatto decantare il vino nel bicchiere, dopo averne inspirato i profumi, giunge alle labbra desiderose e preparate dell'assaggiatore. In bocca il vino appare denso, pieno e corposo: la dolcezza dilaga e lascia senza parole dallo stupore.
Al naso (così dicono i sommelier)  una persona pensa ad un vino secco, mentre in bocca è dolcissimo e cremoso (questo è un vino da dessert). Se il fortunato fosse bendato e semplicemente gli venisse data la possibilità di annusare e poi scommettere sulla tipologia di vino,   punterebbe del denaro su
tutto, tranne che su di un vino dolce. Non sempre ciò che sembra ... è.
In questo romanzo Marco Franzoso ci racconta una storia, quella di Alberto, cardiologo che ha appena scoperto di avere un tumore al colon, e quella di Flavia, giovane madre dalla vita misteriosa. Ma è anche la storia del ritrovamento di un diario, che contiene esperienze, sentimenti, verità. 
Questo libro, contenitore di storie dentro ad altre storie, ci fa riflettere sull'importanza delle parole e sopratutto sulle verità, apparenti o effettive. Quando una persona ci racconta la propria vita, come facciamo a comprendere se è veritiera oppure interpretata? Quello che ci appare davanti agli occhi è necessariamente quello che è realmente oppure potrebbe riservarci delle sorprese? L'abito fa il monaco? 

La bellezza di questo libro è il lasciare uno spiraglio, permettere al lettore di interpretare la sua verità, senza dare risposte certe, ma è anche l'amarezza della vita che grazie ad un incontro si addolcisce, lasciando i protagonisti a bocca aperta, poichè non immaginavano cosa si sarebbe nascosto all'interno di un parco, proprio come il vino in questione: una sorpresa, dolce e gradita. 
Un libro che si legge d'un fiato ma che si assapora pian piano sopratutto una volta chiuso il volume, dopo una visione completa del tutto. 
calendario

Non perdete gli altri appuntamenti, domani vi aspettano Daniela e Anita per scoprire quale animale sarebbe questo romanzo. Io sono curiosissima! Buone letture e buone bevute! 

2 commenti:

#Recensione,

Recensione - La malalegna di Rosa Ventrella

domenica, aprile 26, 2020 Baba Desperate Bookswife 4 Comments

Il libro
La malalegna   di Rosa Ventrella
Editore: Mondadori| Pagine: 279| Pubblicazione: 2019| Prezzo 18,00€| Trama: Qui
Genere: narrativa contemporanea 
Notizie sull'autrice
Rosa Ventrella è nata a Bari ma vive da più di vent'anni a Cremona con marito e figli. Laureata in Storia contemporanea, insegna Lettere e cura laboratori di scrittura creativa per ragazzi e adulti. Ha tenuto diverse conferenze sulla condizione femminile e scritto su riviste storiche specializzate. Con Newton Compton ha pubblicato Il giardino degli oleandri, Innamorarsi a Parigi e Storia di una famiglia perbene, in corso di traduzione in diciassette Paesi.

Recensione
e 1/2

STORIA DELLA MIA COPIA
Ancora una volta grazie ad una sfida di lettura mi avvicino a un romanzo che mi incuriosiva da un po'. Copertina accattivante, autrice italiana, trama intrigante e ambientazione perfetta per i miei gusti (un pezzo del mio cuore abita in Puglia). Cosa volere di più? Niente, infatti si comincia a leggere :-)
SCARABOCCHI SULL'OPERA
Puglia. Copertino, metà dello scorso secolo. Teresa e Angelina sono due sorelle dalle origini umili, abitano in una stanza dove una tenda divide la cucina dalla zona notte, nel cortile zampettano le galline e per i vicoli le donne parlano, piene di pregiudizi, guidate dall'istinto, dalle leggende, dalle tradizioni. Gli uomini guardano Caterina, madre di Teresa e Angelina, fiera e sicura di stessa, che ancheggia mentre torna a casa dalle sue bambine, con una bellezza che è anche una condanna e nel frattempo le donne sputano veleno, per gelosia oppure per qualcosa che non possono capire.
Teresa è l'Io narrante, la maggiore, e quando il padre parte per la guerra iniziano i guai perchè Caterina, la donna più desiderata di Copertino, utilizza la sua avvenenza per sfamare la famiglia, ma questo non passa inosservato e le lingue si muovono taglienti in ogni dove, al mercato, davanti agli usci, per i vicoli e non si quietano, anzi rimbalzano.
Angelina è come sua madre, ne ha ereditato la bellezza dirompente e calda e forse anche l'animo, anche se è fatta di una pasta diversa: lei non ci vuole stare a Copertino, circondata dalla povertà, Angelina sogna gli amori che legge nei suoi romanzi, storie impossibili eppure che tolgono il respiro. Ma a che prezzo?
Teresa invece tartaglia, è secca e ha radi capelli lisci del colore del miele, se anche fosse bella, nessuno la noterebbe al fianco della sorella, morbida, languida e sicura delle proprie armi. Nonostante siano come il giorno e la notte, le due sorelle si amano silenziosamente e proprio la maggiore,  che solitamente passa inosservata,  racconta la storia della sua famiglia fatta di tormenti, difficoltà ma anche di gioie e di abbracci pieni d'amore.
Questo è un romanzo che parla di sogni ad occhi aperti che si scontrano con la dura realtà, di tempi lontani e di tradizioni paesane, di mammane, magare, briganti e rivolte. Lotte tra contadini e proprietari ricchi, giudizi della gente che pesano come sacchi di cemento sulla schiena. Una storia che ha l'odore della polvere, di terra bruciata, di sudore ma anche di cipria un po' invecchiata, di stoffe nuove, di frutta appena raccolta dall'albero.
Rosa Ventrella ha uno stile quasi antico, porta il lettore in un posto lontano e in un tempo passato che mette un po' di malinconia. Il lettore guarda in silenzio e affronta piccole gioie e grandi drammi, immedesimandosi, ma non troppo.
Un bel libro, un'autrice capace, una narrazione curata e fluida, ma qualcosa non mi ha permesso di considerarlo "Il libro". Forse perchè la parola Scuorno ha popolato per troppo tempo le pagine del volume o forse perchè Angelina proprio non sono riuscita a farmela piacere o più semplicemente perché non è una storia per me in questo momento di vita.
Mi sono imbattuta in un bel libro ma probabilmente nel momento sbagliato, perché la Ventrella è brava, il suo stile mi piace e l'ambientazione anche.
CONCLUSIONI
Un romanzo che consiglio per chi ama le storie italiane, fatte di tradizioni, abitudini e credenze; secondo me adatto a chi ama i romanzi di Vanessa Roggeri, Valentina Cebeni, Cristina Caboni.
Una storia che ha un peso e un sapore molto forti, mi piacerebbe poterne vedere la trasposizione cinematografica.
E voi lo avete letto? 

4 commenti:

#Recensione,

Recensione - Mr Jones e lo zoo della Torre di Londra di Julia Stuart

sabato, aprile 25, 2020 Baba Desperate Bookswife 2 Comments

Il libro
Mr Jones e lo zoo della Torre di Londra   di Julia Stuart
Editore: Corbaccio| Pagine: 256| Pubblicazione: 2010| Prezzo 16,60€| Trama: Qui
Genere: narrativa
Notizie sull'autrice
Julia Stuart, inglese, vive a Londra. E' stata giornalista dell'Indipendent e dell'Indipendent On Sunday. Il suo primo romanzo, Monsieur Ladoucette e il club dei filosofi solitari è stato pubblicato con successo in Italia da Corbaccio (anche in edizione TEA). Successivamente ha anche scritto
Il mistero dei giardini di Hampton Court.

Recensione
e 1/2


STORIA DELLA MIA COPIA
No, questa volta non fatevi domande sulla provenienza di questa copia, perchè semplicemente non me lo ricordo. sono sicura di non averlo acquistato nuovo in libreria, ma anche di non averlo comprato presso un mercatino. Potrei averlo trovato in uno scatolone pieno di libri abbandonato vicino al bidone della carta, oppure potrebbe avermelo donato qualche amico dopo averlo letto (ma non credo perchè lo ricorderei). Insomma, un buco nero. Dato che, come dice la mia cara amica Ombretta, amo i titoli bizzarri, non mi stupisce che io sia in possesso di questa copia ah ah ah!! 

 SCARABOCCHI SULL'OPERA
Dunque, impresa ardua parlarvi di questo romanzo perché sono stata combattuta durante tutta la lettura. Da dove comincio? 
Siamo a Londra, precisamente ci troviamo all'interno della Torre di Londra, un edificio medievale di circa mille anni, costruito accanto al Tamigi, che troneggia sull'intera città. 
Il protagonista, Mr Jones è uno Yo men Warders of Her Majesty's Royal Palace and Fortress the Tower of London, o più semplicemente un Beefeater, un guardiano della Torre, per farla breve. Quest'uomo è sposato con una donna greca, Hebe , impiegata presso l'ufficio oggetti smarriti della metropolitana della città. Intorno a questa coppia ad oggi in crisi, ruotano diversi personaggi eccentrici, quasi surreali, che coloreranno questa storia ingrigita dal tempo piovoso londinese e dalla malinconia che abita nel cuore dei coniugi Jones.
Le particolarità di questo romanzo sono molteplici, in primis lo stile: quasi privo di dialoghi, la narrazione in terza persona sembra rendere distante il lettore, ma allo stesso tempo si ha la sensazione di essere finiti a piedi pari all'interno di una favola dolce amara. 

"Uscito in pigiama sul camminamento merlato, Balthazar Jones scrutava verso l'altra sponda del Tamigi, nel punto in cui un tempo l'orso polare di Enrico III pescava salmoni legato a una fune. Il beefeater non sentiva il freddo che gli trapassava la vestaglia con mortale precisione, nè la terribile umidità che gli serpeggiava attorno alle caviglie. Posando le mani gelate sull'antico parapetto, inclinò  la testa all'indietro e inalò la notte. Eccolo di nuovo lì."

Tutto il romanzo è narrato in questo modo, non so se sono riuscita a rendere l'idea. Sembra sempre che stia par partire, invece dal punto emotivo, non prende mai il via. Questo però non significa che non succedano delle cose o che la storia non abbia un senso, semplicemente sembra di essere stati inseriti in una bolla e non comprendiamo se stiamo volando, rimbalzando oppure volando. 
Alla Torre stanno per arrivare una serie di animali esotici appartenenti alla regina e nel frattempo accadono parecchi contrattempi, come maiali barbuti che scappano, pinguini non pervenuti, scimmie che mostrano le parti intime ai fotografi scandalizzando i piani alti... tutto questo a mio avviso è un contorno, leggermente ironico, tipico esempio di umorismo inglese. 
Mentre il beefeater è alle prese con le faccende importanti del suo lavoro e Hebe ha a che fare con la sua eccentrica collega indossatrice di costumi a forma di cavallo, la storia prende forma, accompagnandoci alla scoperta della vita di Balthazar e di sua moglie, della tragedia che hanno dovuto affrontare e delle decisioni che saranno costretti a prendere. 

CONCLUSIONI
Potrei scrivervi che mi è piaciuto tantissimo, ma non sarebbe del tutto vero; potrei affermare che non mi è piaciuto per nulla, ma anche questo sarebbe errato. Che fare? Bel dilemma, io non lo so. Da una parte questa storia è delicata, commovente, parzialmente ironica; dall'altra parte però c'è questo stile che proprio non fa per me, che confonde, descrive troppo e non mi permette di sentire realmente le emozioni dei personaggi così ben descritti. Più volte ho pensato di non volerlo finire, ma poi ero comunque curiosa di sapere cosa sarebbe accaduto e che piega avrebbe preso. 
Il voto è una via di mezzo, nè carne nè pesce oppure numeri opposti che sommati e poi divisi formano questo 2 e mezzo su cinque. 

2 commenti:

#Recensione,

Recensione - I love shopping a Hollywood di S. Kinsella

mercoledì, aprile 22, 2020 Baba Desperate Bookswife 10 Comments

Il libro
I love shopping a Hollywood  di Sophie Kinsella
Editore: Mondadori| Pagine: 455| Pubblicazione: 2019 (ristampa nuova edizione)| Prezzo "i miti" 7,90€| Trama: Qui
Genere: chick lit
Notizie sull'autrice
SOPHIE KINSELLA è una delle autrici più famose al mondo. Il suo successo ha avuto inizio nel 2000 con il primo romanzo della serie I love shopping, cui sono seguiti I love shopping a New York (2002), I love shopping in bianco (2002), Sai tenere un segreto? (2003), I love shopping con mia sorella (2004), La regina della casa (2005), I love shopping per il baby (2007), Ti ricordi di me? (2008), La ragazza fantasma (2009), I love mini shopping (2010), Ho il tuo numero (2011), Fermate gli sposi! (2013), I love shopping a Hollywood (2014), I love shopping a Las Vegas (2015), La mia vita non proprio perfetta (2017), Sorprendimi! (2018), Dov'è finita Audrey?, il suo primo romanzo young adult (2015), La famiglia prima di tutto! (2019) e dal 2018 la sua serie per bambini Io e Fata Mammetta, tutti pubblicati da Mondadori.
Vive a Londra con il marito e cinque figli.
Recensione
e mezzo
STORIA DELLA MIA COPIA
Sono quasi certa di aver comprato questo volume diversi anni fa in un mercatino dell'usato: probabilmente acquistato insieme a "I love mini shopping" infatti l'edizione è la medesima e anche l'etichetta del negozio. Come forse vi ho già detto, erano tanti anni che avevo interrotto la serie, trovarmeli davanti è stato un po' come tornare indietro nel tempo e non ci ho pensato due volte, li ho comprati, per poi lasciarli anni sullo scaffale. Complice la challenge "Guess my book" ho deciso che era arrivato il momento di smaltirli, o adesso o mai più...forse sarebbe stato meglio avessi scelto la seconda opzione...

SCARABOCCHI SULL'OPERA
Se Rebecca e la sua antipatica pargoletta mi avevano fatto calare l'umore sotto le scarpe durante la lettura dello scorso romanzo...questa fuga in America è stata, come dire, impegnativa. Per i miei nervi, ovviamente.
Non starò qui a farvi il riassunto della trama perchè potrei metterci mezz'ora e nemmeno ricordo tutte le cose che questa pazza ha combinato, ma una cosa è certa: ormai è ufficiale, io la detesto.
Se nel caso di "Tu sei il male " di Roberto Costantini, l'odio verso un personaggio è stato comunque positivo al fine ultimo, in questo caso non è così: sono fermamente convinta che la Kinsella si sarebbe dovuta fermare prima. Quello che non capisco di alcuni autori è come non si rendano conto quando un personaggio meraviglioso debba andare in pensione. Dite che sia tutta una questione di denaro? Non credo, anche perchè la famosa autrice britannica scrive moltissime altre storie e decisamente interessanti, quindi non le manca il talento e nemmeno la fantasia.
In tanti mi hanno detto di tenere duro, di leggere ancora il capitolo ambientato a Las Vegas tappandomi le narici perchè l'ultimo capitolo, a quanto pare, sembra essere tenero e commovente. Ma io ve lo dico, non so se ci riuscirò e comunque non adesso.
Una cosa poi mi ha fatto arrabbiare più di tutto il resto: ma tu puoi far pagare un libro 20,00€ e non concluderlo? Va bene, si tratta di una serie, ma solitamente l'avventura in questione si conclude, non viene troncata così. La sensazione che la Kinsella abbia scritto un libro di circa ottocento pagine e poi lo abbia stracciato più o meno a metà ci è stata. Quindi facciamo due conti: un lettore dovrebbe spendere quaranta euro per scoprire cosa combina la ormai prevedibile Becky negli States? Scusa cara Sophia, mi sembra troppo. Oppure è una scelta della casa editrice e l'autrice non ha avuto voce in capitolo? E va bene che io ho comprato il libro per pochi euro, ma meno male, altrimenti altro che semplici considerazioni, sentivate proprio le urla in originale stile Tarzan.
Comunque lasciatemi spettegolare un momento: non credo che se fossi un uomo intelligente  vorrei Rebecca come moglie, se fosse mia figlia sarei in psicoanalisi da tempo e se fosse una mia amica...beh non credo che potrei sopportare il suo egoismo e egocentrismo, per non parlare della superficialità. Cresci Becky, prima di sposarti e di mettere su famiglia eri simpatica, spiritosa e ti si perdonava tutto, perchè in fondo eri adorabile, ora sei grande, qualche ruga sarà già apparsa sul tuo be visetto ed è meglio che tu cominci a maturare, perchè non fai più ridere, purtroppo.

CONCLUSIONI
Come posso concludere? Che sono sempre più dispiaciuta di essermi imbattuta in questa delusione, mortificata di non trovare un lato positivo, arrabbiata per il "non finale" e abbattuta perchè comunque curiosa di leggere "I love shopping a Natale".



10 commenti:

#Recensione,

Recensione - Pippi Calzelunghe di Astrid Lindgren

martedì, aprile 21, 2020 Baba Desperate Bookswife 6 Comments

Il libro
Pippi Calzelunghe  di Astrid Lindgren
Editore: Salani| Pagine: 304| Pubblicazione: 1988 (in Italia) - 1952 (in Svezia)| Prezzo 9,90€| Trama: Qui
Genere: classici per bambini 
Notizie sull'autrice
Scrittrice svedese per ragazzi. Ignorata all'esordio (Britt-Mari, 1944), ha conquistato fama internazionale con i racconti di Pippi Calzelunghe (1945), una bambina che vive sola e sovverte l'«ordine» stabilito dagli adulti. Tra le altre opere, tutte caratterizzate da grande vivacità e da un'adesione della fantasia alla realtà quotidiana, senza traccia di moralismo, si ricordano Kalle Blomkvist, il grande detective (1946), Il libro di Bullerby (1947-52), Karlsson sul tetto (1955), Rasmus e il vagabondo (1956), Martina di Poggio di Giugno (1960), Emil (1963), Vacanze all'isola dei gabbiani (1964). In altri racconti, temi seri come l'abbandono, il lutto o il conflitto affettivo con i genitori si intessono con trame fantasy (Mio piccolo Mio, 1954; Fratelli Cuordileone, 1973) e storiche (Ronja, la figlia del brigante, 1981). Il Junnibacken di Stoccolma («Poggio di giugno», il parco per bambini) celebra gli amatissimi racconti della scrittrice.

Recensione
STORIA DELLA MIA COPIA
Dovete sapere che quest'anno Babbo Natale ha portato pochi libri sotto l'albero, forse stufo di vederli accumulare sugli scaffali senza dar loro la possibilità di svelare le storie celate tra le pagine. La cugina di mio marito però, conoscendo la mia passione per la lettura, ha voluto dare una possibilità a Isotta, regalandole "Storie della Buonanotte per bambine ribelli" che noi già possedevamo. Così ha gentilmente cambiato il titolo, chiedendomi un elenco di libri che non possedevamo. Io, molto egoisticamente, le ho scritto dei titoli di classici per ragazzi, così, se mia figlia non avesse avuto voglia di leggere, almeno lo avrei fatto io. Una sera però, complice il periodo di Isolamento, mi ha chiesto di iniziare insieme  Pippi Calzelunghe. Secondo voi me lo sono fatto ripetere due volte?

SCARABOCCHI SULL'OPERA
Trovo sempre interessante osservare le facce di un bambino quando sta per immergersi in una storia nuova: tutto è sconosciuto, il tempo per catturare l'interesse di un pargolo iperattivo è poco e l'autore deve far drizzare le antenne in poche pagine, altrimenti il romanzo è spacciato.
La storia di Pippi inizia così:

C'era, alla periferia della minuscola città, un vecchio giardino in rovina; nel giardino c'era una vecchia casa, e nella casa abitava Pippi Calzelunghe. Aveva nove anni e abitava lì tutta sola: non aveva né mamma né papà, e in effetti era una gran bella cosa, perchè così nessuno poteva dirle di andare a dormire proprio quando si stava divertendo di più o propinarle l'olio di fegato di merluzzo quando invece lei avrebbe desiderato delle caramelle.

Come potrete immaginare, il fatto che una bambina solo un anno più vecchia di lei abitasse da sola in una grande casa vecchia, senza prendere ordini da nessuno...beh l'ha incuriosita non poco, infatti dopo poche righe ha iniziato a riempirmi di domande del tipo: "perchè vive da sola?" - "papà e mamma sono morti?" - "i carabinieri non le dicono niente?" - "ma non ha paura dei ladri?" - "chi le prepara da mangiare?" - "ma sei sicura che non c'è nessuno proprio nessuno che viva con lei tipo una nonna, una zia, una vicina, un'amica?".
Ho pensato che...fosse un buon inizio e ho proseguito a leggere. E' difficile spiegare cosa io abbia provato interpretando a voce alta questo libro: sicuramente una folle simpatia verso questo personaggio così bizzarro, inimitabile bambina inventata da una mente brillante e all'avanguardia. Pippi è la migliore amica che tutti vorrebbero avere, la vicina di casa più generosa del mondo, la spalla che ogni bambino gradirebbe al proprio fianco: forte come un gigante, ricca, simpatica, fantasiosa e decisamente buona. Il cavallo in giardino e la scimmietta sempre al suo fianco sono il tocco di classe. La piccola Pippolotta sembra una bambina instancabile, apparentemente menefreghista, invece ha il cuore d'oro e l'unica cosa che realmente le importa è il bene dei suoi due inseparabili amici che la guardano come se fosse una divinità e vorrebbero tanto abitare con lei, ma sanno che ciò che rende straordinaria Pippi è proprio il suo essere libera. E' talmente formidabile che le si perdona la sua "insolenza bonaria" verso alcuni adulti e il suo parlare un po' sgrammaticato.
Gli adulti possono leggere moltissimi messaggi dietro a queste righe, ma ai bambini dona sicurezza e simpatia, stimola la fantasia e insegna loro a non smettere di sognare. C'è indubbiamente un grande insegnamento sull'amicizia, infatti Isotta mi ha fatto capire che le piacerebbe avere un'amica così, perchè Pippi non vuole vedere i suoi amici piangere, mentre tra i suoi compagni compagni di scuola non funziona proprio così. Eh già, le ho risposto, chi trova un amico trova un tesoro, e sopratutto ricorda cara figlia mia, che "Pippi" è molto rara (è unica ma a lei non lo diciamo ancora) e se ti capiterà di incontrarla, magari con un altro nome, tienitela stretta. Potrebbe non avere le trecce rosse e le lentiggini, magari avrà i capelli lisci e biondi e le guanciotte rotonde, ma se sarà una Pippi, beh te ne accorgerai all'istante.

CONCLUSIONI
Come avrete notato, un voto non c'è e nemmeno voglio che ci sia. come ho già scritto più volte, è difficile per me, umile lettrice, "stellizzare" dei classici, ancor di più se sono per bambini. Questo era un tassello che mi mancava, tanto avevo sentito parlare di questo personaggio fuori dagli schemi e mai ho cercato di fare la sua conoscenza, ma ogni cosa a suo tempo, fretta non ne ho e spero di leggere ancora molto in compagnia della mia piccola peste.



6 commenti:

#gruppo di lettura,

Ilaria Tuti GDL - Ninfa dormiente - Tappa 2

lunedì, aprile 20, 2020 Ombretta P. 4 Comments

Buongiorno e benvenuto alla seconda tappa di questo gruppo di lettura dedicato ai romanzi di Ilaria Tuti. Siamo già giunti a metà del secondo libro, è proprio vero, leggere insieme mette le ali!


Ninfa dormiente 
Trama:

Li chiamano «cold case», e sono gli unici di cui posso occuparmi, ormai. Casi freddi, come il vento che spira tra queste valli, come il ghiaccio che lambisce le cime delle montagne. Violenze sepolte dal tempo e che d’improvviso riaffiorano, con la crudele perentorietà di un enigma. Ma ciò che ho di fronte è qualcosa di più cupo e più complicato di quanto mi aspettavo. Il male ha tracciato un disegno e a me non resta che analizzarlo minuziosamente e seguire le tracce, nelle valli più profonde, nel folto del bosco che rinasce a primavera. Dovrò arrivare fin dove gli indizi mi porteranno. E fin dove le forze della mia mente mi sorreggeranno. Mi chiamo Teresa Battaglia e sono un commissario di polizia specializzato in profiling. Ogni giorno cammino sopra l’inferno, ogni giorno l’inferno mi abita e mi divora. Perché c’è qualcosa che, poco a poco, mi sta consumando come fuoco. Il mio lavoro, la mia squadra, sono tutto per me. Perderli sarebbe come se mi venisse strappato il cuore dal petto. Eppure, questa potrebbe essere l’ultima indagine che svolgerò. E, per la prima volta nella mia vita, ho paura di non poter salvare nessuno, nemmeno me stessa.

Dopo Fiori sopra l’inferno – l’esordio italiano del 2018 più amato dai lettori – torna la straordinaria Teresa Battaglia: un carattere fiero e indomito, a tratti brusco, sempre compassionevole. Torna l’ambientazione piena di suggestioni, una natura fatta di boschi e cime montuose, di valli isolate e di bellezze insospettabili. Tornano soprattutto il talento, l’immaginazione e la scrittura piena di grazia di una grande autrice.



--ATTENZIONE SPOILER--


Il capitolo 22 inizia con un ricordo passato, è maggio dell'anno 1945 e il corpo del pittore è appena stato ritrovato, sembra un cadavere...invece respira!
Da qui in poi vanno avanti senza tregua le ricerche dei nostri protagonisti, ma c'è una new entry non troppo simpatica a Marini, anzi due: Smoky e Blanca, ovvero il cane addestrato a cercare resti umani e la sua proprietaria ipovedente.
Come già immaginava la Battaglia, Marini, il bacchettone che non vuole uscire dagli schemi, non prende bene questa decisione non convenzionale di far partecipare degli estranei al caso, ma è il suo capo e non può opporsi (ma farglielo pesare...beh quello sì).
Si recano in Val Resia e facendo un po' di domande giuste riescono ad interrogare Francesco Di Leonardo, ovvero il nipote della "ninfa dormiente",  Aniza. Francesco non scoprì mai che fine fece sua zia alla quale era così legato e scoprire che il suo sangue venne usato per dipingere in suo ritratto lo fece soffrire non poco. La squadra scopre anche che la nipote di Di Leonardo, Krisnja, è la copia di Aniza, in qualche modo quella donna, sparita così misteriosamente, riesce ancora a vivere nel cuore dei suoi cari.
Scopriamo anche che Aniza aveva un appuntamento la notte in cui scomparve, ma non sappiamo ovviamente con chi e spero che presto riusciremo a far luce su questa vicenda.
La tappa si conclude con un altro omicidio in Valle: un cuore ritrovato come monito. Che l'assassino voglia comunicare con la squadra?
Nel frattempo però non mancano i drammi familiari: Marini caccia di casa la sua "compagna" per l'ennesima volta e poi si ubriaca come se non ci fosse un domani;  la Battaglia invece,  a causa di una apparente visione, a momenti manda al cimitero se stessa in compagnia del suo ispettore preferito, Blanca e il fedele cane. Che sia il momento di ritirarsi dalla scena?

Non so bene che dire, sono combattuta: da una parte trovo come sempre un'ambientazione fenomenale, descrizioni accurate senza essere prolisse e l'ottima costruzione dei personaggi; dall'altra però mi sembra qualcosa di già visto, come se questa storia del bosco l'avessimo già vissuta nel capitolo precedente, alcune volte mi sembra di confondere le due storie. Questo caso non mi sta appassionando così tanto, cioè di base, di scoprire chi ha ucciso Aniza settant'anni fa...me ne frega ben poco. Non mi piacciono tantissimo i "cold case" non riesco ad appassionarmi così tanto come invece mi capita quando il morto... è ancora caldo. Certo, adesso c'è un cuore quasi palpitante, quindi un assassino in vita. Ma dopo settant'anni? Reggerà? Non lo so, per il momento sono combattuta perché sto camminando su di una linea sottile: da una parte c'è la salvezza, dall'altra la noia. Spero di riuscire a ricredermi perchè per il momento provo simpatia solo per Teresa Battaglia e le persone che le girano intorno, non certo per il caso...

E voi cosa ne pensate?




CALENDARIO

FIORI SOPRA L'INFERNO
LUNEDì 23 MARZO: da zero fino a pagina 124 (capitolo 22 compreso) di Fiori Sopra l'inferno - Discussione sul blog Desperate Bookswife QUI
LUNEDì 30 MARZO: da pagina 125 a pagina 254 compresa (da capitolo 23 al capitolo 55 compresi) - Discussione sul blog Ombre di carta QUI
LUNEDì 6 APRILE: da pagina 255 alla fine (dal capitolo 56 compreso alla fine) - discussione sul blog Desperate Bookswife QUI
NINFA DORMIENTE
MARTEDì 14 APRILE: da zero a pagine 123 (fino al capitolo 21 compreso) - discussione sul blog Ombre di carta QUI
LUNEDì 20 APRILE: da pagina 124 a pagina 239 ( dal capitolo 22 al capitolo 45 compresi) - discussione sul blog Desperate Bookswife QUI
LUNEDì 27 APRILE: da pagina 240 a pagina 361 (dal capitolo 46 al capitolo 80 compresi) - discussione sul blog Ombre di carta 
LUNEDì 4 MAGGIO: da pagina 362 alla fine ( dal capitolo 81 alla fine) - Discussione sul blog Desperate Bookswife
FIORE DI ROCCIA - quando avrò il libro potrò scrivere un calendario più dettagliato
LUNEDì 11 MAGGIO - discussione prima parte
LUNEDì 18 MAGGIO - discussione seconda parte 
LUNEDì 25 MAGGIO - discussione terza parte




4 commenti:

#Recensione,

Recensione - Tu sei il male di Roberto Costantini

venerdì, aprile 17, 2020 Baba Desperate Bookswife 5 Comments

Il libro
Tu sei il male   di Roberto Costantini
Editore: Marsilio| Pagine: 672| Pubblicazione: 2011| Prezzo 13,00€| Trama: Qui
Genere: thriller-giallo
Notizie sull'autore
Roberto costantini (Tripoli, 1952), ingegnere, consulente aziendale, oggi dirigente della Luiss, è autore per Marsilio della Trilogia del Male con protagonista il commissario Michele Balistreri, bestseller in Italia e già pubblicata negli Stati Uniti e nei maggiori paesi europei, premio speciale Giorgio Scerbanenco 2014 quale "migliore opera noir degli anni 2000". Con La moglie perfetta è stato finalista al premio Bancarella 2016.
Recensione
e 1/2
Chiedo scusa in anticipo per la volgarità di alcune espressioni e magari l'utilizzo di qualche parolaccia, ma per comprendere il personaggio, ho dovuto.

STORIA DELLA MIA COPIA
Posseggo questo libro da almeno un anno: la mamma di una mia carissima amica, che è una divoratrice di libri (sopratutto gialli), di tanto in tanto mi prepara una borsetta piena di volumi per me. Sì, sono fortunata, ne sono consapevole. Questi volumi li spartisco sempre con mia mamma, apriamo le borse e ce li giochiamo, immaginate una scena da vendita all'asta. Questo decisi di tenerlo io, nemmeno glielo feci vedere (figlia disgraziata).
La scorsa settimana, complice il mio amico Paolo detto Shantaram e seguita fedelmente anche dalla cara Daniela di un libro per amico...lo si prende in mano e lo si legge, tutti insieme.

 SCARABOCCHI SULL'OPERA
Signori miei, che sorpresa gradita!
Roberto Costanti ci guida all'interno di un'Italia problematica, in parte corrotta, in parte troppo legata alla religione cattolica, non tanto come "credo" quanto come potenza "voglio, posso, comando".
Roma. 1982. Michele Balistreri è un Commissario di polizia che ha da poco superato i 30 anni, bello, vizioso, svogliato, decisamente poco avvezzo al lavoro che spacca la schiena. Gli viene affidato un commissariato tranquillo, in pieno centro, gente ricca, a due passi dal Vaticano, insomma si trova alle porte del paradiso. Il Commissario, dal passato fascista turbolento, con un padre che deve avergli segnato l'infanzia, ha trascorso parte della sua vita in Libia dove deve aver combinato qualche casino. Tra una bottarella senza implicazioni sentimentali, una partita a poker e qualche superalcolico, conosce Angelo Dioguardi, l'unico amico che avrà.
Durante la finale del Mondiali dell'82, proprio sul più bello viene chiamato per la scomparsa di una ragazza, Elisa Sordi, segretaria proprio di Angelo: lavorano presso il Cardinale Alessandrini, in Via della Camilluccia. Balistreri però non ha nessuna voglia di indagare sulla scomparsa di una figona che semplicemente non è tornata da papino e mammina che dopo poche ore sono già preoccupati mentre lei starà trascorrendo la serata a guardare la partita da amici, dimenticandosi di avvisare a casa. Oppure sarà stata con un bel giovanotto a spassarsela e ovviamente non lo avrebbe detto ai suoi genitori bigotti. Insomma, non bisognava rompere i coglioni a Balistreri, che stava cercando di guardare la partita in santa pace, decisamente alticcio, sperando di concludere il tutto con una bella scopata. Ma invece no, tutti la descrivevano come una santa, non era possibile, Elisa non lo avrebbe mai fatto...ma per il commissario le ragazze erano tutte uguali e lui non aveva intenzione di scomodarsi proprio durante la partita più importante mai vista.
Peccato che il cadavere della ragazza venne ritrovato lungo il Tevere, mangiato dai ratti, bruciato dalle sigarette e devastato da probabili percosse.
Roma. 2006. Strani omicidi mettono in subbuglio la città. La colpa è dei Rom che stuprano, rubano e uccidono senza pietà donne italiane, ma qualcosa non torna, non del tutto. Balistreri, oggi cinquantaseienne magro, depresso e quasi privi di vizi, dovrà decidere se seguire la pista ovvia e buttare in carcere questi personaggi indegni che popolano il Casilino 900, oppure scoprire cosa (o Chi) si nasconde dietro a queste piste troppo ovvie.

CONCLUSIONI
Dire che il commissario sia il mio tipico personaggio ideale è fuori discussione: appena aperto il libro l'antipatia si è fatta sentire e io a stento trattenevo la rabbia. Dall'altra parte però fremevo per scoprire cosa sarebbe successo e continuavo a ingollare pagine senza nemmeno rendermene conto. Ho compreso di essere davanti ad uno di quei rari personaggi talmente antipatici da finire per innamorarsene. Balistreri nasconde dei turbamenti pregressi e anche se questo non giustifica il suo carattere e la sua sbruffonaggine, è indubbiamente una mente da "studiare" e affiancare. Durante queste quasi settecento pagine ne vedremo delle belle e oltre al profilo del commissario, indubbiamente importante, l'autore ci offre un quadro interessante dell'epoca, dove la politica si mescola alla Chiesa, il confine tra il bene e il male si assottiglia; ci mostra quanto i giornali abbiano per il grande pubblico una grande rilevanza, ma non per questo dicano sempre la verità. Costantini ci svela anche quanto la caparbietà di un commissario sia importante per risolvere un caso, sopratutto se scomodo agli abitanti dei piani alti. Roberto Costantini ha creato un giallo dalla struttura complessa ma dalla scorrevolezza inimmaginabile, un thriller che non è semplicemente la risoluzione di un caso, ma uno spaccato di un'epoca, contenete problematiche reali, mescolando fantasia e realtà.
Da leggere. Senza remore. Mio marito lo ha iniziato ieri sera e sono curiosa di scoprire cosa ne penserà!
Inutile dirvi che grazie alla mia libraia e alle sue consegne a domicilio...io mi sia già procurata gli altri!


5 commenti:

#Nadia,

Keep Calm and Read Nadia #61 -Two books is megl che one- Le nostre prime sette volte e L’ultimo bacio di Bianca Marconero

martedì, aprile 14, 2020 Baba Desperate Bookswife 7 Comments




Buongiorno lettrici e lettori, come state? Avete trascorso piacevolmente queste Pasqua e Pasquetta alternative?

Oggi voglio parlarvi del mio rapporto con i libri cosiddetti “romance” e di due volumi appartenenti a questo genere che mi hanno molto piacevolmente intrattenuta: sto parlando di Le nostre prime sette volte e del suo seguito, L’ultimo bacio, di Bianca Marconero.

Una volta, ai tempi delle nostre nonne/mamme, quelli che oggi vengono definiti “romance” erano considerati semplicemente “romanzi rosa”, e così è ancora etichettato il loro scaffale nella biblioteca della mia città: una definizione a mio modesto parere un po’ svilente, perché raccoglie in un unico calderone scrittrici molto diverse da loro. Si passa infatti dai classici Liala e Georgette Heyer ad autrici che definire rosa è decisamente riduttivo, come Lucinda Riley o Corina Bomann. Ci sono poi i romance veri e propri, in cui scrittrici giovani e frizzanti danno una svecchiata al genere classico e propongono personaggi moderni, perfettamente integrati nei nostri tempi, alle prese con vite che potrebbero essere le nostre (con qualche piccolo/grande colpo di fortuna) e storie d’amore sempre romantiche, ma decisamente più appetibili per il pubblico femminile dei giorni nostri: Bianca Marconero ne è un ottimo esempio.


Per la tendenza alla semplificazione di cui parlavo più sopra, e per alcuni miei pregiudizi sulla generale stupidità del genere (a volte avallati – mio modesto parere- da autrici che altre osannano, come Susan Elizabeth Phillips), oltre che per una netta preferenza per thriller e gialli, tendo a leggere pochissimi romance, tranne quando sento la necessità di prendere una pausa netta dal mondo che mi circonda. In questo periodo come potrete capire quest’esigenza si presenta più forte del solito, così ho scelto di dare fiducia a un’autrice che mi aveva conquistato con Albion e di cui avevo letto, apprezzandolo molto, Un altro giorno ancora.

La scelta è caduta su Le nostre prime sette volte (trama qui) e L’ultimo bacio (trama qui) che sono esattamente l’uno il seguito dell’altro. Non voglio dilungarmi sulla trama (che trovate nei link sopra): vi basti sapere che Alex e Alice si conoscono nella redazione di un periodico per ragazzine e che entrambi hanno un talento eccezionale per complicarsi la vita. Pur innamorandosi praticamente subito, infatti, per orgoglio, paura e mancanza di fiducia incasinano in continuazione quella che potrebbe essere una meravigliosa storia d’amore.

Si può divorare in pochi giorni una storia i cui protagonisti ti fanno venire voglia di urlare e picchiarli ogni tre pagine? Se l’autrice è Bianca Marconero, evidentemente sì! Avrei preso a pugni sia Alex sia Alice, ma l’autrice è così brava a caratterizzare i suoi personaggi (non solo quelli principali, ma anche i comprimari Fosco ed Emilia e tutte le figure di contorno) che mi sono fatta conquistare mio malgrado: dovevo assolutamente saperne ancora e ancora e ancora sul loro conto. I difetti dei protagonisti, la vigliaccheria di Alex per buona parte della storia e l’orgoglio smisurato di Alice, sono paradossalmente un pregio per la storia: siamo lontani dai tipici cliché dei romanzi d’amore per il semplice motivo che questi due personaggi ci mettono parecchio per farsi amare, almeno a me è successo questo. Il loro rimane un amore quasi tossico almeno per tutto il primo romanzo. Inoltre la Marconero ha, a mio avviso, l’eccezionale caratteristica di rendere freschi e credibili tutti i dialoghi, capacità per nulla semplice e che permette al romanzo di diventare quasi vivo nelle mani del lettore.

Anche le ambientazioni sono rese benissimo: soprattutto le parti che si svolgono a Parigi mi hanno fatto sognare, ricordando i bei tempi in cui potevamo ancora viaggiare!

In conclusione, Bianca Marconero entra a pieno titolo nel novero di quegli autori di cui leggerei anche la lista della spesa, da Stephen King a Sophie Kinsella, da Michel Bussi a Jussi Adler-Olsen. E voglio assolutamente recuperare tutta la sua produzione (anche se resta sempre il dispiacere per la mancanza del terzo capitolo di Albion!).







7 commenti:

#Recensione,

Recensione - Il silenzio degli innocenti di T. Harris

venerdì, aprile 10, 2020 Baba Desperate Bookswife 2 Comments

Il libro
il silenzio degli innocenti  di Thomas Harris
Editore: Mondadori| Pagine: 462| Pubblicazione: 1988| Prezzo 7,99€| Trama: Qui
Genere: thriller 
Notizie sull'autore
Jackson, Tennessee, 1940. Ha lavorato come reporter e nel 1975 ha esordito come scrittore con il thriller Black Sunday. Sono seguiti Red Dragon (1981), Il silenzio degli innocenti (1988), da cui è stato tratto un film di culto, Hannibal (1999) e Hannibal Lecter (2006).
Recensione

Leggere questo libro è stata un po' una sfida perchè...beh perchè dovete sapere che il film credo di averlo visto almeno una decina di volte, ma che scrivo, forse quindici. 
Ho amato profondamente l'interpretazione di Hopkins nella parte del Dottor Lecter, ma non è da meno la Foster, ricordo il suo ansimare al buio, con la pistola che le trama tra le mani e la tachicardia palpabile. Ancora a pensarci ora mi viene un po' d'ansia. 
Beh, avete capito quanto questo film sia nel mio cuore e il motivo per il quale io non abbia mai letto il romanzo. A volte può succedere il contrario: avere il timore che il libro non sia all'altezza della situazione. 
In questo caso siamo ad un buon pareggio. 
Ho aperto questo volume con le aspettative di un tifoso del Torino che si reca allo stadio per assistere al Derby giocato fuori casa. Ahimè, ci siamo intesi. Però grande speranza, sia inteso. 
Non appena mi sono lasciata alle spalle i primi capitoli ho capito immediatamente quanto il regista all'epoca abbia riprodotto molto fedelmente il racconto di Harris. Fantastico, peccato che avrei potuto ripetere quasi le battute a memoria (no dai, non esageriamo).
Questa è la storia dell'agente Starling, allieva della Sezione Scienza del Comportamento dell'Fbi, che per motivi vari, viene mandata da Jack Crawford a parlare con lo psichiatra Hannibal Lecter, rinchiuso da anni in un ospedale psichiatrico di massima sicurezza poichè aveva il vizietto di mangiarsi i suoi pazienti di tanto in tanto. 
In quel periodo, un pericoloso serial killer soprannominato Buffalo Bill, sequestra giovani donne in carne, le scuoia per poi abbandonarle una alla volta in fiumi differenti. Sembra proprio che il temuto Lecter possa contribuire alla cattura di quest'uomo, ma solo grazie alla sincerità dell'agente Starling, che decide di fidarsi del cannibale finendo per rivelargli informazioni personali in cambio di un aiuto per il caso.

Quello che posso dirvi è l'amore che provo per tutti questi personaggi: c'è Jack Crawford, anziano prossimo alla pensione, che decide di fidarsi della Starling, capisce quanto sia sveglia e cerca di metterla alla prova, anche a costo di farla lavorare il doppio per recuperare le lezioni a Quantico lasciate indietro. C'è un rapporto di stima e affetto, senza smancerie, ma quel sentimento puro che si percepisce dalla descrizione di piccoli gesti e sguardi. Sembrano un padre orgoglioso e duro davanti ad una figlia intraprendente ma timorosa.
C'è Clarice, giovane recluta dall'infanzia burrascosa, alle spalle la mancanza di una famiglia solida e il passaggio da una casa a un istituto, senza amore, senza solidità, senza la sicurezza e il calore di una dimora che profuma di cose conosciute e rassicuranti. Butta tutto il suo impegno nello studio e nel lavoro, è acuta, intelligente, una bella figura che indossa scarpe acquistate a poco prezzo, ma che sa destare comunque interesse e rispetto. 
Il Dottor Lecter, uomo dalla straordinaria intelligenza, un galantuomo con chi se lo merita, un furioso animale che bracca la preda quando gli fa comodo, per divertirsi o semplicemente per sua necessità. Odia la maleducazione, non tollera le mancanze di rispetto e credo si invaghisca della Starling, perchè la trova sincera, disposta a sacrificarsi per salvare un innocente, farebbe di tutto per placare le urla degli agnelli che le devastano i sogni. Con lei è un po' irriverente, si diverte a metterla in imbarazzo, ma non le mente e in fondo al suo strano cuore, fa il tifo per lei. 
Poi c'è Buffalo Bill, uomo sulla trentina con gravi turbe psichiche, un amore smisurato per gli animali e la passione per la pelle delle donne. Un personaggio complicato, ma che non è stato così tanto approfondito.

La bellezza di un thriller è la sorpresa, lo scoprire pian piano l'assassino, farsi sorprendere dalle parole e lasciarsi sopraffare dalle emozioni. Purtroppo in questo non è stato così, io sapevo conoscevo la trama a menadito ed è rimasta poca bellezza, se non quella di incontrare nuovamente dei personaggi che non "vedevo" da un po'. Lo stile dell'autore è  difficile da descrivere, anche se appare un controsenso...sembra un non stile, ovvero non mi sembra un penna riconoscibile, ma potrebbe essere la traduzione ad apparire così, oppure in fatto che sia un giornalista. Indubbiamente Harris ha inventato una storia pazzesca e proprio questa storia ha fruttato cinque Oscar alla trasposizione cinematografica. 
Non vedrete un voto, impossibile assegnarlo, ma sono felice di averlo letto, questa sera andrò a guardare il dvd non appena la pupa si addormenterà! E sono certa che mi farà paura, gli occhi di Lecter sono penetranti, sembra che possa vedere i nostri pensieri più remoti. Aiutooooooo

2 commenti:

#Recensione,

Recensione - Fiori sopra l'inferno di Ilaria Tuti

martedì, aprile 07, 2020 Baba Desperate Bookswife 4 Comments

Il libro
Fiori sopra l'inferno  di Ilaria Tuti
Editore: Longanesi| Pagine: 363| Pubblicazione: 2018| Prezzo 16,90€| Trama: Qui
Genere: thriller 
Notizie sull'autrice
Ilaria Tuti vive a Gemona del Friuli, in provinciadi Udine. Da ragazzina voleva fare la
fotografa, ma ha studiato Economia. Ama
il mare, ma vive in montagna. Appassionata
di pittura, nel tempo libero ha fatto l’illustratrice
per una piccola casa editrice. Il
suo romanzo d’esordio, Fiori sopra l’inferno
(Longanesi 2018), è stato un vero e proprio
caso editoriale in Italia e all’estero, selezionato
come Crime Book of the Month
dal Times nel marzo 2019. Tra i punti di
forza, un’ambientazione suggestiva e inquietante,
uno stile fresco e maturo allo
stesso tempo, un meccanismo narrativo impeccabile
e una protagonista, Teresa Battaglia,
da subito indimenticabile.
Recensione
Questa è una storia narrata tra i monti, a Tavernì, un paese inventato dall'autrice, o per meglio dire un paesello il cui nome è inventato ma l'ambientazione è stata presa in prestito da un Comune che realmente esiste, in Friuli.
Capiamo subito quanto la Tuti sia legata alla sua terra, l'ambientazione è una colonna portatnte di questa storia e le descrizioni dei luoghi sono meticolose, permettono al lettore di immedesimarsi, di vedere quello che lei scrive, di sentire i profumi della terra, del bosco, degli alberi, l'odore tipico degli animali selvatici,  ma anche anche  quello dolciastro del sangue quando si mischia alla candida neve.
Viene ritrovato un cadavere senza gli occhi, apparentemente senza altre lesioni evidenti, ma con il volto sfigurato e uno spaventapasseri agghindato a uomo, con tanto di orologio messo al contrario. Cosa vorrà dire? Ed ecco che compare Teresa Battaglia, donna di mezz'età con la stanchezza a pesarle sulle spalle e su di un corpo un po' sformato e aggravato dalle bruttezze della vita. Una signora spigolosa, dal carattere burbero e poco incline alla socializzazione. Sembra divertirsi a prendersela con il nuovo arrivato, l'ispettore Marini, un giovane sicuro di sé ma che il commissario fa in fretta a smontare, senza troppi giri di parole: lei ha esperienza, ha studiato e in qualche modo riesce a creare il profilo psicologico degli assassini mentre lui è un pivello che è stato trasferito da poco per qualche motivo di cui lui forse si vergogna, un ragazzotto che crede di sapere ma in realtà conosce ben poco, l'inesperienza e l'età non sono dalla sua parte. La gerarchia è presto stabilita.
Perchè mi soffermo così tanto su questi due personaggi? Perchè sono il punto forte, anzi Teresa Battaglia lo è: indipendentemente dalla credibilità della storia, indipendentemente dal thriller, questo libro va letto anche solo per conoscere la protagonista perchè la Tuti ha inventato un personaggio  interessante.
Il lettore poco alla volta vuole sapere tutto sul suo conto, per quanto risulti "tossica"e "velenosa", nonostante uno non vorrebbe mai averla come capo, anche se non ispira simpatia. Teresa Battaglia va scoperta, scartata piano, come una delle sue infinite caramelle nascoste nella tasca del cappotto. Marini è un'ottima spalla e proprio grazie ai battibecchi con l'ispettore, durante questo particolare e delicato caso seriale, riusciamo a scoprire cosa si cela dietro a quel viso stanco, che sembra incapace di sorridere.
Poi ovviamente c'è la ricerca dell'assassino, che come immaginerete non si limiterà all'uomo al quale ha privato gli occhi, ma c'è una gran bella storia dietro e i bambini in qualche modo sono i protagonisti di questa triste vicenda.
Tra il freddo delle montagne e la scontrosità dei locali, così attenti a non aiutare le forze dell'ordine a risolvere il caso per non infangare il nome del paese, il lettore seguirà parallelamente due storie: quella dell'uomo che stiamo cercando e la storia di un passato non così remoto, una storia reale alla quale Ilaria si è ispirata per scrivere questo thriller.
Sì perchè quello che mi piaciuto proprio tanto è stato il fatto che l'autrice  abbia preso spunto da fonti storiche, sia per il luogo che per il fatto, anche se tutto molto romanzato, si intende. Certo, di fiction si tratta...ma siamo poi così distanti da quello che potrebbe accadere?
Un magnifico esordio e indubbiamente io non vedo l'ora di conoscere il seguito, la Battaglia mi ha letteralmente stregata. 

4 commenti:

#gruppo di lettura,

Ilaria Tuti GDL - Tappa 3 - Fiori sopra l'inferno

lunedì, aprile 06, 2020 Baba Desperate Bookswife 2 Comments


Buongiorno lettori, eccoci nuovamente insieme per discutere di questa lettura. Siamo già arrivati al termine del primo romanzo, che per quanto mi riguarda, è volato!


Fiori sopra l'inferno

FIORI SOPRA L'INFERNO
Pagine: 366
Prezzo: 16,90€ - c'è anche in edizione economica
«Tra i boschi e le pareti rocciose a strapiombo, giù nell'orrido che conduce al torrente, tra le pozze d'acqua smeraldo che profuma di ghiaccio, qualcosa si nasconde. Me lo dicono le tracce di sangue, me lo dice l'esperienza: è successo, ma potrebbe risuccedere. Questo è solo l'inizio. Qualcosa di sconvolgente è accaduto, tra queste montagne. Qualcosa che richiede tutta la mia abilità investigativa. Sono un commissario di polizia specializzato in profiling, e ogni giorno cammino sopra l'inferno. Non è la pistola, non è la divisa: è la mia mente la vera arma. Ma proprio lei mi sta tradendo. Non il corpo acciaccato dall'età che avanza, non il mio cuore tormentato. La mia lucidità è a rischio, e questo significa che lo è anche l'indagine. Mi chiamo Teresa Battaglia, ho un segreto che non oso confessare nemmeno a me stessa, e per la prima volta nella vita ho paura».



--ATTENZIONE SPOILER--

Andrò avanti esattamente nel punto dove ci eravamo lasciati. La Squadra investigativa decide di recarsi direttamente a scuola per poter parlare con i bambini, il loro obiettivo è quello di riuscire a trarre delle informazioni. Teresa ce la mette tutta per conquistare la fiducia dei pargoli, arriva perfino a raccontare qualcosa di molto personale pur di metterli a loro agio, con la tecnica "io ti do e tu mi dai", instaurando un clima di fiducia.
Questa donna sta vivendo solo ed esclusivamente per questo caso, non mangia (se non quando si ricorda), addirittura dimentica di fare l'insulina.
Il rapimento del neonato è uno shock per l'intera comunità, la ricerca nel bosco è una vera e propria caccia all'uomo, ma qualcosa non torna. Troppi i segreti custoditi gelosamente nei cassetti della memoria delle persone, lo scandalo non è possibile divulgarlo a forestieri, infangherebbe il nome del paese.  Nessun aiuto per la Battaglia e i suoi uomini, che tanto ci stanno mettendo per riuscire a risolvere questo spinoso caso.
In queste battute finali, se devo essere onesta, mi sono appassionata più alla protagonista che al caso vero e proprio. In qualche modo sapevo che "il mostro" non era di nostra conoscenza e quindi poco mi importava dargli un nome vero e proprio. Ero anche certa che il caso si sarebbe risolto senza intoppi, non so...un sesto senso, quindi in realtà non ero molto preoccupata. Il nome del dottore mi ha stupito, ma non ha fatto cambiare l'andamento del mio elettrocardiogramma, se non quando Teresa era sdraiata sul suo lettino dopo un'iniezione. Ad un certo punto ho temuto che l'avesse avvelenata o comunque messa ko, invece tutto è terminato per il meglio, senza nemmeno troppo sforzo.
Mi sorprende il rapporto che Teresa ha con Marini, è tenero, anche se per lui non troppo ma...sta iniziando a comprendere che dietro al burbero carattere di questa donna, c'è probabilmente un cuore, forse un po' troppo appannato dalle brutture della vita, ma pur sempre un cuore generoso.
Un thriller italiano sicuramente degno di nota, sopratutto per quanto riguarda il profilo della protagonista. A mio avviso la Tuti ha vinto. Vedremo cosa accadrà nel prossimo episodio!



CALENDARIO

FIORI SOPRA L'INFERNO
LUNEDì 23 MARZO: da zero fino a pagina 124 (capitolo 22 compreso) di Fiori Sopra l'inferno - Discussione sul blog Desperate Bookswife
LUNEDì 30 MARZO: da pagina 125 a pagina 254 compresa (da capitolo 23 al capitolo 55 compresi) - Discussione sul blog Ombre di carta
LUNEDì 6 APRILE: da pagina 255 alla fine (dal capitolo 56 compreso alla fine) - discussione sul blog Desperate Bookswife
NINFA DORMIENTE
MARTEDì 14 APRILE: da zero a pagine 123 (fino al capitolo 21 compreso) - discussione sul blog Ombre di carta
LUNEDì 20 APRILE: da pagina 124 a pagina 239 ( dal capitolo 22 al capitolo 45 compresi) - discussione sul blog Desperate Bookswife 
LUNEDì 27 APRILE: da pagina 240 a pagina 361 (dal capitolo 46 al capitolo 80 compresi) - discussione sul blog Ombre di carta 
LUNEDì 4 MAGGIO: da pagina 362 alla fine ( dal capitolo 81 alla fine) - Discussione sul blog Desperate Bookswife
FIORE DI ROCCIA - quando avrò il libro potrò scrivere un calendario più dettagliato
LUNEDì 11 MAGGIO - discussione prima parte
LUNEDì 18 MAGGIO - discussione seconda parte 
LUNEDì 25 MAGGIO - discussione terza parte




2 commenti:

#Recensione,

Malanotte. Lettera aperta a una cara catastrofe di Michele Del Vecchio

domenica, aprile 05, 2020 Baba Desperate Bookswife 4 Comments

Il libro
Malanotte  di Michele Del Vecchio
Editore: BookaBook| Pagine: 336| Pubblicazione: novembre 2019| Prezzo 16,00€| Trama: Qui
Genere: narrativa
Notizie sull'autore
MICHELE DEL VECCHIO nasce a Palermo nel 1994. Trascorre l’infanzia su un’isola, le estati all’ombra del Vesuvio, e presto si trasferisce nella “regione che non esiste”. Vive fra Termoli e Pescara con un gatto tigrato come unica costante e una laurea in Filologia moderna. Autore del blog Diario di una dipendenza, vorrebbe fare delle parole una professione. Malanotte. Lettera aperta a una cara catastrofe è il suo romanzo d’esordio.

Scarabocchi

Scrivere una recensione di un libro di una persona che stimo, non è facile. Scrivere una recensione sulla creatura di una delle persone che seguo da sempre è alquanto difficile, perchè c'è l'affetto, perchè ho tifato poiché questo libro venisse pubblicato, perchè ci scriviamo di tanto in tanto, per un saluto o per parlare di un libro che abbiamo letto entrambi (io gli chiedo di consigliarmi serie tv e lui riesce sempre a soddisfare le mie esigenze). Non sarei obiettiva. Ho deciso di scarabocchiare. Proviamoci. 
Michele, ovvero Mr Ink di Diario di una dipendenza, ho scritto questa storia quando era solo un ragazzo. Era il suo sogno mettere insieme un romanzo e lo ha fatto precocemente, narrando di Milo, un ragazzo straordinario, in tutti i sensi. Una volta terminato è stato riposto nel cassetto e ha fatto altro: un blog in cui parla di libri e serie tv, si è iscritto all'università, si è Laureato e ha collezionato sogni sul suo futuro, spesso riguardanti le parole (al quale non mancano o comunque le sa mettere insieme molto bene).
Poi una casa editrice innovativa, BookaBook, decide che questa storia fa per loro e Michele nemmeno ci credeva, dopo tutto quel tempo avrebbe dovuto riaprire la porta al suo protagonista e di tempo ne era passato, nonostante mai sia uscito dalla sua anima, perchè il detto "lontano dagli occhi, lontano dal cuore" è una grande cagata. Ha lottato il ragazzo, si è messo in gioco per superare l'ostacolo delle prevendite, perchè dovete sapere che BookaBook è una casa editrice che mette in vetrina dei romanzi, permette ai lettori di leggerne un assaggio - i famosi cinque minuti in cui gli autori si giocano tutto - e chiede loro di preordinarli, nel caso siano interessati a scoprire cosa accadrà. Se si arriva ad un determinato numero di prevendite, allora parte il classico lavoro di editing, correzione bozze, etc etc e finalmente il romanzo va in stampa e viene pubblicato. A Michele succede il 7 novembre 2019: un sogno che si avvera. 
Milo è un ragazzo autistico ad alto funzionamento, orfano di madre da quando era piccolo, vive ad Eureka con il padre, ex militare che ha abbandonato la carriera per dedicarsi al figlio. Non hanno chissà quanto da dirsi, sono in effetti molto diversi e Milo non è il classico figlio maschio che i padri si aspetterebbero di avere al proprio fianco. Suona il piano Milo, è metodico, ama le liste e non gradisce i grandi cambiamenti. Il padre lo iscrive in un istituto superiore, ha temuto delle reazioni negative da parte del figlio, invece Milo aveva solo un desiderio: provare a ricominciare. In effetti accade proprio questo, dopo l'incontro con Iris, la ragazza che gli cambierà la vita, ma non nel classico modo che magari immaginate, perchè questo non è un romanzo d'amore tra adolescenti, ma come l'ha descritta l'autore è molto più simile ad una favola splatter, malinconica, dolce, cruenta, soprannaturale, profonda. 
Ho sempre affermato che di Michele avrei letto anche la lista della spesa, sicura che anche quella risulterebbe affascinante, ma ho aspettato a leggere Malanotte, perchè, come ho spiegato su Instagram, ogni libro ha il suo momento e non prendetemi per pazza, ma io li sento quando chiamano (i libri). Durante questa lettura ci sono aspetti che ho follemente apprezzato e altri invece che ho sentito meno affini ai miei gusti, ma partiamo da partiamo dal principio. Immergersi tra le parole di questa avventura è stato educativo, l'autore ha uno stile profondo, empatico, introspettivo e leggermente triste. Come ho scritto qualche riga più in sù, i termini "malinconia" e "dolcezza" sono quelli che mi vengono in mente pensando alla storia di Milo. Questa lettura è un viaggio nel mondo del protagonista, sia interiore che di vita. E non sto a dirvi ancora quanto mi piaccia il suo stile, che ipnotizza, proprio come i bambini vengono ammaliati dalle favole. Un lato che invece ho meno apprezzato è stato quello della sfera "soprannaturale-avventurosa" che amo più nel mondo del cinema e molto meno nei libri, ma questo è un parere assolutamente personale. E' stato per me più difficile appassionarmi al Milo che conoscerete e del quale non posso rivelare molto, quindi se da una parte sono stata al suo fianco dal punto di vista emotivo, lo sono stata meno dal punto di vista dell'azione. 
Un altro aspetto di non poca importanza è l'indice - playlist. Ogni capitolo ha il titolo di una canzone e l'autore suggerisce di leggerlo in compagnia di quella musica lì. Indubbiamente un'esperienza unica ( e alcune delle canzoni, oltre ad essere pilastri della storia musicale, sono tra le mie preferite). 
Ero convinta di scrivere un post molto più breve, invece mi sono dilungata. Vorrei leggere altro del caro Del Vecchio, sarei curiosa di scoprirlo con altri generi. Sappiate che in questo libro ha messo parecchia carne sul fuoco e se durante la lettura ci si pone la domanda se riuscirà a cucinare tutto... alla fine trarrete voi le vostre conclusioni!

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#Recensione,

Recensione - La vita prodigiosa di Isidoro Sifflotin - Enrico Ianniello

giovedì, aprile 02, 2020 Baba Desperate Bookswife 4 Comments

Il libro
La vita prodigiosa di Isidoro Sifflotin  di Enrico Ianniello
Editore: Feltrinelli| Pagine: 272| Pubblicazione: 2015| Prezzo 16,00€| Trama: Qui
Genere: narrativa
Notizie sull'autore
Enrico Ianniello (Caserta, 1970) è un attore, regista e traduttore. Ha lavorato a lungo nella compagnia di Toni Servillo. Dal catalano ha tradotto le opere di Pau Miró, Jordi Galceran, Sergi Belbel. Al cinema ha lavorato con Nanni Moretti, in televisione è il commissario Nappi della serie “Un passo dal cielo”. La vita prodigiosa di Isidoro Sifflotin (Feltrinelli, 2015), il suo primo romanzo, ha vinto il Premio Campiello Opera Prima 2015 e diversi altri premi, tra cui Il premio John Fante Opera prima 2015, il Premio Cuneo 2015 e il premio Selezione Bancarella 2015. Per Feltrinelli ha pubblicato anche, nella collana digitale Zoom Flash, Appocundría (2016) e il romanzo La Compagnia delle Illusioni (2019).
Recensione
e1/2
La vita prodigiosa di Isidoro Sifflotin è il romanzo d'esordio del già famoso Enrico Iannello e narra le avventure di Isidoro, bambino nato in un paesino campano di provincia (Mattinella), figlio unico di Quirino, rosso sindacalista inventaparole, e Stella, morbida donna del sud che profuma di pasta fresca.
Oltre ad essere un ragazzino ben educato, intelligente e capace, Isidoro ha un dono: l'urlafischio. Eh sì, avete letto bene, perché quando venne al mondo lui non pianse, ma fischiò. Oltre ad avere una voce pazzesca, il nostro piccolo amico riesce a comunicare con gli uccelli e se ne accorge grazie ad un merlo indiano di nome Alì.
Il lettore viene catapultato nel mondo di questo personaggio, cosparso di affetto che profuma di farina , e di simpatia durante una pallocentrica completa alle 6 del mattino. Per sapere cosa sia una pallocentrica...dovete leggere il libro.
Fino ad un certo punto ero convinta che questo libro fosse la storia d'infanzia, raccontata in modo ironico, di un ragazzino che sapeva fischiare, pensavo diventasse un personaggio locale famoso grazie ai suoi concerti e pensavo finisse così. Ad un certo punto invece tutto cambia, inizia a percepirsi il senso della perdita, la sua vita da bambino diventa meno spensierata fino a quando...beh anche questo non posso scrivervelo.
Durante la sua prodigiosa vita Isidoro conoscerà moltissime persone e ognuna di loro gli lascerà qualcosa che lui interiorizzerà e lo renderà migliore.
E' complesso da spiegare, ma la delicatezza di questa storia è significativa, come lo è l'ironia con la quale è narrata. Se ad un primo impatto può sembrare semplicemente un racconto divertente, piano piano scopriamo  quanto sia commovente, trattando dei temi purtroppo attuali, che affiorano poco alla volta, rendendolo completo.
Il personaggio che più mi ha colpito è il padre di Isidoro, Quirino, un uomo semplice ma con il cuore pieno d'amore e una capacità straordinaria di mettere nero su bianco i suoi sentimenti, il luogo migliore in cui riesce a farlo è in bagno, quando è da solo con i suoi pensieri e davanti ha un foglio e una matita.
C'è poi l'affetto che si trasmettono un merlo e un bambino che diventerà ragazzo, un rapporto fraterno, che solo un figlio unico probabilmente può capire, e so che sembra un contro senso, ma se ci pensate bene è così.
Se vi state chiedendo allora cosa mi abbia raffreddato, beh proverò a spiegarvelo. Se da una parte ho sorriso moltissimo, mi sono emozionata, ho versato una lacrimuccia e mi sono nutrita d'amore, sopratutto nella parte iniziale del romanzo, dall'altra non riuscivo ad entrare pianamente nella storia, perchè a mio avviso l'autore ha divagato un po' troppo, rendendo la narrazione lenta. Era il romanzo perfetto, di quelli che piacciono a me, peccato che io abbia a volte faticato ad andare avanti e non per scarso interesse; questo è il motivo per il quale ci sono 3 stelline e mezza.
Vorrei però dirvi che questa storia merita di essere letta, il protagonista è pazzesco, ma tutte le sue spalle non sono da meno. Se volete affrontare una lettura diversa dal solito questo libro fa per voi. Se siete amanti dei libri raccontati con ironia, beh allora questo fa per voi. Se non vi spaventano degli aspetti al limite dello straordinario, allora non potete perderlo. Se volete essere coccolati da una famiglia magnifica, dategli una possibilità. Dovete però dedicargli del tempo, perchè questo libro ne ha bisogno. 

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