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Recensione di Baba - Giuditta e il Monsù di Costanza DiQuattro

giovedì, ottobre 14, 2021 Baba Desperate Bookswife 0 Comments

 

Il libro
Giuditta e il Monsù di Costanza DiQuattro
Editore: Baldini+Castoldi| Pagine: 224| Pubblicazione: 2021| Prezzo 17,00€| Trama:Qui
Genere: narrativa
Notizie sull'autrice
Costanza DiQuattro (Ragusa, 1986), laureata in Lettere moderne all’Università di Catania, dal 2008 si occupa attivamente del Teatro Donnafugata,
teatro di famiglia restituito alla fruizione del pubblico dopo sei anni di restauri, e nel 2010 ne assume la Direzione artistica con la sorella Vicky, dando inizio a importanti collaborazioni artistiche con prestigiosi teatri nazionali e compagnie teatrali di fama. Parallelamente alle stagioni di prosa, di musica classica e di teatro per bambini, coadiuvata da uno staff tutto al femminile, si apre alla organizzazione di festival e
mostre. Ha collaborato con «Il Foglio» e poi con alcune testate online siciliane. Il suo campo di scrittura spazia dalla critica sociale al costume, dal mondo della cultura a quello più strettamente legato al teatro.
Recensione di Baba
e mezzo

Quando Antonella mi ha proposto la lettura di questo libro, ricordandomi di "Donnafugata" letto lo scorso anno, mi sono sentita felice. Ho pensato che sarei tornata in Sicilia e avrei letto le avventure di un'altra famiglia. Non mi sono sbagliata.
La storia è quella della famiglia del Marchese Romualdo, che non riesce ad avere un figlio maschio: dopo quattro femmine la moglie gli vieta l'accesso alla camera da letto e lui è costretto a farsene una ragione. Il giorno in cui nasce la più piccola, Giuditta, viene portato sull'uscio un fagottino contenente un bambino appena nato. Come fare a fingere indifferenza? Quel bambino viene "adottato" dalla casa e il monsù (il cuoco della nobile famiglia) e sua moglie diventano i suoi genitori. Fortunato è il suo nome di battesimo. Giuditta e Fortunato, coetanei, sono cresciuti insieme, hanno condiviso gioie e dolori, tutto è iniziato perché la fanciulla, che si è sempre comportata in maniera diversa dalle altre bambine, aveva una passione per la cucina e un sangue freddo non da poco: I due erano sempre insieme, a fare cose giuste o a combinare marachelle.
In questo secondo libro l'autrice ci parla ancora della Sicilia dei tempi che furono, sciogliendo il romanzo alla vita. Il risultato di questa dissociazione? (Si vede che sto studiando chimica? Ah ah ah) beh sicuramente un romanzo scorrevole, scritto con arguzia e simpatia, per un risultato coinvolgente.
Quello che più ho apprezzato è proprio lo stile, che ancora una volta fa breccia, conquistando punti, libro dopo libro. I personaggi volano, ma in realtà non lasciano molto, non a me. La storia, come è scritta, è scorrevole ma mi è mancata l'empatia, quella che fa la differenza, almeno per me, però...le ultime trenta pagine sono molto interessanti, insomma hanno fatto svoltare tutta la faccenda! Quindi a volte è proprio vero che bisogna arrivare al fondo prima di farsi un'opinione!
La storia di Giuditta, per gli anni che erano, non stupisce più di quel tanto, i giovani oggi faticano e non comprendono quelli che erano gli usi e le regole di un tempo, che oggi si sono decisamente modificati.
Ne consiglio la lettura?
Dunque consiglio questo libro a chi vuole leggere storie dell'Italia che fu. Lo consiglio agli amanti della Sicilia e a chi non si fa spaventare di qualche frase in dialetto. Lo consiglio a chi ama fantasticare: sarà vero tutto questo o l'autrice ha romanzato praticamente tutto? Non lo sapremo mai! Lo consiglio a chi non si fa scappare autrici italiane che scrivono di ciò che conoscono e lo fanno bene. Lo consiglio a chi cerca finali non scontati.
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