#Nadia,

Keep Calm and Read Nadia #94 - L'occhio del leopardo di Henning Mankell

venerdì, luglio 30, 2021 Baba Desperate Bookswife 1 Comments


Buongiorno lettrici e lettori!

Se tutto è andato secondo i piani, mentre voi state leggendo questo post io sarò finalmente partita per la mia meritata vacanza… ma non preoccupatevi, i nostri amati libri vengono via con me, pronti per allietarci anche al mare.

Oggi voglio parlarvi di un romanzo che purtroppo non mi ha coinvolta come speravo, e che probabilmente, se non mi avesse portato punti doppi per la Jolly Roger (sempre forza Jolly Roger, vero Baba?!) non avrei neanche terminato. Sto parlando di L’occhio del leopardo, dello svedese Henning Mankell. Nel corso degli anni, pur non avendo letto moltissimi libri di questo autore, ho imparato ad apprezzarne i gialli ambientati in Svezia, sia per la trama fitta e accurata, sia per le riflessioni sociali che Mankell inserisce sempre nelle sue storie, dandoci l’opportunità di aprire una finestra su un Paese, la Svezia, che siamo abituati a considerare come quasi perfetto e che invece, dal punto di vista di uno scrittore che vi è nato e vissuto, presenta luci e ombre come qualsiasi altro stato.
Fonte Google

Questa volta invece Mankell, pur non rinunciando a un protagonista svedese, ci porta nell’Africa nera, e più precisamente in Zambia, con un romanzo che non ha (quasi) nulla del giallo, bensì somiglia più a un incrocio tra un romanzo di formazione e un j’accuse alla politica europea in Africa, politica fatta di ingerenze, razzismo e corruzione.

Hans Olofson è un ragazzino nella Svezia degli anni Cinquanta; non ha mai conosciuto la madre e vive con un padre boscaiolo, alcolizzato e preda dei propri fantasmi. Negli anni Ottanta ritroviamo Hans in Zambia, gestore prima e proprietario poi di una fabbrica che produce uova. La storia di Hans ci viene raccontata alternando episodi del passato in Svezia ad altri del presente in Africa. Il protagonista è un uomo in fuga da se stesso, nient’affatto risolto e anche un po’ vigliacco, che si ritrova in Africa come per una sorta di espiazione e che non riesce mai veramente a prendere le redini della propria vita. Il romanzo prosegue a rilento e, in bilico tra il voler raccontare la storia di un uomo e l’esprimere una denuncia forte verso il colonialismo e il paternalismo europeo verso gli africani, finisce a mio parere per non decollare veramente né in un senso né nell’altro. Per molte, troppe pagine mi sono ritrovata a pensare che nel libro non succedesse niente, anche se comprendevo il punto di vista che voleva esprimere l’autore (almeno credo). Avrei inoltre preferito che l’ambientazione fosse tratteggiata in modo più accurato perché, a parte le impressioni del protagonista appena atterrato in Zambia, i paesaggi e le atmosfere di questo stato africano sono veramente poco protagonisti, e secondo me avrebbero dato un grande valore aggiunto al romanzo. In conclusione, L’occhio del leopardo si è rivelato a mio avviso un esperimento poco riuscito in un genere non prediletto da Mankell, sebbene il potenziale ci fosse tutto. Sicuramente il mio punto di vista sarà diverso da quello di molti di voi, quindi vi chiedo di lasciarmi il vostro parere, se avete letto questo libro e se ne avete voglia!

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1 commento:

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