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Blog tour - Il morso della vipera di Alice Basso - La macchina per scrivere, amica fedele di una dattilografa

lunedì, luglio 06, 2020 Baba Desperate Bookswife 6 Comments



Buongiorno Desperate Readers come state? Oggi siamo qui per la quinta tappa del Blog Tour. Il libro è quello scritto dalla fantastica Alice Basso, ovvero Il morso della vipera, edito da Garzanti. Ho avuto l'enorme piacere di leggerlo in anteprima grazie a Marianna del blog "A spasso coi libri" che mi ha coinvolta in questo progetto. Oggi io vi parlerò della macchina per scrivere. Nel caso aveste perso le tappe precedenti...beh vi lascio i link proprio qui sotto. andate a leggerle perchè sono una più interessante dell'altra. 

Tappa 1 - E se il libro fosse un giallo - Esmeralda Viaggi e Libri: QUI
Tappa 2 - Anita una dattilografa sui generis - Bookspedia: QUI
Tappa 3 - Storia e ambiente della Torino degli anni '30 - Letture a Pois: QUI
Tappa 4 - Il giallo di Alice Basso da Vani Sarca ad Anita - Un libro per amico: QUI

E adesso... non ci resta che parlare della macchina per scrivere, l'amica di ogni dattilografa. Oppure no? 

"Ah, non so come dirtelo, Ani. E' sempre pieno di ragazze giovani e appena diplomate, che hanno le dita fresche di allenamento e digitano alla velocità del fulmine. Ne abbiamo una, una nuova, che sa fare cinquecento battute al minuto. Cinquecento! Tu...sono anni che non metti le mani su una macchina per scrivere. Nel frattempo è perfino cambiato il modello.""Embè?! Vorrà dire che questo nuovo funzionerà anche meglio!". Anita posiziona le dita sopra la tastiera. La Olivetti M40 sembra un piccolo pianoforte verticale. effettivamente ha l'aria minacciosa, con quelle sue piattaformine d'atterraggio per polpastrelli e l'estetica cromata che ricorda le auto naziste dei cinegiornali dell'Istituto Luce.

Come avrete ben compreso grazie alle tappe precedenti Anita è una bellissima ragazza che vive a Torino nel 1935. Ha studiato (oddio studiato, ha scaldato il banco) perchè l'hanno mandata a scuola, alla fine una bella ragazza non ha bisogno di istruzione, basta che sbatta le ciglia e può ottenere quasi tutto quello che desidera. Anita però decide di voler lavorare e la conversazione qui sopra è insieme alla sua amica del cuore Clara, che la mette davanti alla realtà: probabilmente come dattilografa avrà qualche difficoltà, dovrà scontrarsi con persone più preparate, abituate a battere velocemente le dita sui tasti e sopratutto che sanno scrivere le parole senza troppe esitazioni! Il bello di Anita Bo, oltre al fisico ovviamente, è che non si butta giù, combatte come un Gulo Gulo (se solo sapesse come è fatto) per ottenere il risultato. 

La dattilografa è colei che scrive mediante l'utilizzo di una macchina per scrivere. Durante gli anni '30 era un lavoro quasi del tutto femminile e ovviamente c'erano delle scuole apposite dove imparare a dattilografare, stenografare e a svolgere il piccolo lavoro d'ufficio. Che poi diciamolo, quando una donna veniva assunta con il ruolo di dattilografa faceva la donnina di casa...in ufficio e in più batteva a macchina qualche documento. 
Accantoniamo un momento il libro della Basso e andiamo a conoscere una dattilografa realmente esistita. A Torino nel 1936 Piera Bollito ha fatto sognare un po' tutti: in sei minuti ha ricopiato correttamente la prefazione scritta da Mussolini al libro del maresciallo Emilio De Bono sulla guerra d’Etiopia. Erano in 135 partecipanti al cinema Ambrosio, ma Piera è stata la più veloce delle torinesi e nel 1940 è stata la più brava delle italiane! 

Ecco, diciamocelo, Anita Bo e Piera Bollito non avevano le stesse abilità, brave entrambe ma in ambiti  totalmente diversi. Sarebbe stato forse più facile per Alice Basso raccontarci di una super dattilografa sempre sul pezzo, più semplice renderla credibile e attribuirle delle doti da detective, ma se conoscete un po' l'autrice siete al corrente che ama le sfide e che nei suoi personaggi tende a far emergere anche le imperfezioni. Il risultato è ottimo, anche questa volta. 
Come scrive Alice Basso, una fanciulla che voleva trovare lavoro con discreta facilità aveva bisogno di una macchina per scrivere come amica, carpirne i segreti, consumarne i tasti e poi provare a sostenere qualche colloquio e dimostrare la propria velocità. Oppure avere una faccia di tolla come quella della nostra protagonista, improvvisare, sbattere le ciglia, fingersi come non si è, e magari il posto di lavoro lo si portava a casa lo stesso! Per quanto riguarda Anita, beh meno male che ha avuto il posto nonostante non lo meritasse del tutto perchè si rivelerà una persona speciale e lei stessa scoprirà di avere doti nascoste sotto a quelle curve che fanno perdere la testa agli uomini. C'è un giallo da risolvere e l'autrice si servirà di una dattilografa astuta e di un traduttore/autore anticonformista. 

E domani? Sul blog "A spasso coi libri" Marianna intervisterà Anita. Non perdetevi il post perchè sarà uno spasso. 

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6 commenti:

  1. Non avrei saputo fare meglio questa tappa! Brava sorella 😊😊😊

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  2. Bellissima questa tappa. Molto interessante.

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    1. Grazie Manuela! Devo dirti che le macchine per scrivere sono molto affascinanti, io ne ho ben due. Quindi questa tappa è cascata a pennello.

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  3. Non vedo l'ora di leggerlo, lo aspetto a giorni!

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