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Keep Calm and Read Nadia #67 - Recensione di Le più fortunate - J. Pachico

venerdì, luglio 10, 2020 Baba Desperate Bookswife 2 Comments


Buongiorno lettori, ecco che con un ritardo di ben tre giorni pubblico il pezzo di Nadia, una recensione un po' particolare, una raccolta di racconti impegnativa e sono felice che Nadia ne abbia parlato qui. Comunque questa copertina è bellissima :-) 


Buongiorno lettrici e lettori, come state? Oggi vi parlo di un libro con una struttura un po’ particolare: si tratta di Le più fortunate, di Julienne Pachico. La Pachico è un’autrice nata in Inghilterra, che però ha trascorso la sua infanzia e l’adolescenza nella città di Cali, in Colombia. Ed è proprio la Colombia, con i suoi problemi e le sue contraddizioni, che si ambienta Le più fortunate.

Dicevo che questo libro ha una struttura un po’ particolare perché non è un romanzo, ma un insieme di racconti, ciascuno dei quali è collegato agli altri per il ripresentarsi di alcuni personaggi, attraverso un differente punto di vista o l’aggiunta di qualche piccola informazione tramite cui scopriamo qualcosa di più sui protagonisti incontrati in precedenza. Di solito io ho un rapporto molto conflittuale con la forma del racconto, perché nella maggioranza dei casi finisce lasciandomi a secco di tutta una serie di dettagli che avrei voluto sapere. Di solito il racconto termina ex abrupto, e io rimango un po’ spiazzata.

Fonte Google

Anche in Le più fortunate succede questo ma, dopo aver letto il secondo racconto e capito il meccanismo, sappiamo che scopriremo altri particolari sulla vita dei personaggi che popolano queste pagine. Per esempio, il professore del secondo racconto è stato l’insegnante della ragazza protagonista del primo, e così via. Questo espediente narrativo mi ha permesso di sentirmi meno insoddisfatta alla fine di ogni tranche, e mi sono divertita a ricercare indizi che collegassero i vari personaggi durante tutta la lettura.

Fin qui, come ho detto, la struttura, che è importante a mio avviso quasi quanto la trama. La Pachico sceglie di raccontare la Colombia (Paese di cui io conoscevo pochissimo) attraverso lo sguardo delle ragazze benestanti, quelle che frequentano le scuole internazionali, i cui genitori hanno forti legami con gli Stati Uniti e che spesso non sanno vedere oltre la patina artefatta del loro idilliaco benessere. “Le più fortunate”, dice il titolo: ma queste ragazze non sono affatto fortunate; nella maggior parte dei casi si scontreranno con quella realtà che il loro genitori hanno sempre voluto tenere fuori dalla porta, fatta di narcotraffico, rapimenti a scopo di estorsione, giungla inospitale, stupri e polizia corrotta. Quelle davvero “fortunate” ne saranno soltanto sfiorate, perché emigreranno in America, dove parleranno delle proprie origini colombiane come di una semplice caratteristica esotica, fingendo persino di aver dimenticato la lingua spagnola.

Questo insieme di racconti è un pugno nello stomaco, infatti ho impiegato un po’ a scriverne dopo averne letto. Ha però il grande pregio di aver aperto nella mia mente una finestra su un Paese a me completamente sconosciuto: sapevo benissimo che ci fosse un mondo oltre a Shakira e al cartello di Medellìn, ma ora ho davvero voglia di saperne di più.




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