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Recensione - Il morso della vipera di Alice Basso
Il libro
Il morso della vipera di Alice Basso
Editore: Garzanti | Pagine:302 | Pubblicazione: 02/07/2020 | Prezzo 16,90€| Trama Qui
Genere: narrativa
Notizie sull'autrice
Alice Basso è nata nel 1979 a Milano e ora vive in un ridente borgo medievale fuori Torino. Lavora per diverse case editrici come redattrice, traduttrice, valutatrice di proposte editoriali. Nel tempo libero finge di avere ancora vent’anni canta e scrive canzoni per un paio di rock band. Suona il sassofono, ama disegnare, cucina male, guida ancora peggio e di sport nemmeno a parlarne.
Recensionee 1/2
Recensione
Buongiorno carrissimi, con grande piacere e un discreto ritardo sono finalmente qui a parlarvi dell'ultima "fatica" di Alice Basso, ovvero il primo capitolo di una nuova serie dai toni gialli. Si intitola "Il morso della vipera", è ambientato a Torino negli anni '30 e Anita Bo è la protagonista di questa storia. Ma chi è questa Anita? E' una ragazza bellissima, di quelle che ogni uomo non può fare a meno di guardare, ha studiato, proprio meno del minimo sindacale perchè in fondo a cosa le servirà? Lei è bella, talmente bella da poter trovare marito con un battito di ciglia, così studiare e lavorare...insomma inutile. E così, proprio con la velocità di una sparo, riceve una proposta dal ragazzo più ambito del circondario: Corrado. Bello, fascista, di buona famiglia, buono. Non si sa bene cosa sia capitato nella testolina di Anita ma...lei risponde di sì, ma dopo aver provato a lavorare. Nemmeno lei sa come le sia uscita un'affermazione così.
Giocando tutte le sue carte diventa una pessima dattilografa presso la rivista Saturnalia, dove imparerà che le storie le piacciono e anche le parole e anche un po' il suo datore di lavoro, con il quale dovrà risolvere un mistero del passato.
Con le orecchie basse e la schiena china devo ammettere pubblicamente di non aver ancora terminato l'ultimo capitolo della serie della Gostwriter più amata dai lettori: Vani Sarca. Se un pochino mi conoscete saprete che quando mi affeziono tanto, anzi tantissimo a un personaggio ho delle difficoltà oggettive a lasciarlo andare e così mi tengo il libro in questione sul comodino, quasi a tenermi compagnia, in attesa.
Poi arriva questo, mi rendo conto di volerlo leggere, con non poco timore addosso, e così, complice un blog tour, lo leggo in anteprima (Il mio post lo trovate QUI).
Ero al mare, letteralmente spiaggiata sui sassi di Albenga e appena ho avuto modo di fare la conoscenza di Anita ho pensato che fosse una tostissima ragazza e che avesse le carte in regola per sedersi al fianco di Vani ( e poi non dite che non sono per le pari opportunità). E' inutile che stiamo qui a raccontarci la manfrina, se un autore esordisce con una serie di libri con una protagonista eccezionale, non si può fare a meno di fare il paragone. In cuor nostro ci manca quel protagonista là e quello nuovo viene un po' guardato con sospetto.
Ma Anita, oltre ad essere bella è anche una ragazza intelligente, nonostante quest'ultima qualità sia offuscata dall'aspetto fisico e sicuramente è anche scaltra. Non può non piacere anche alle donne, perchè è per la parità dei sessi (anche se lei ancora non può saperlo), è all'avanguardia, sa come muoversi ed è un'amica leale.
Perchè questo romanzo è convincente? Al suo interno c'è di tutto, a partire dall'ironia che contraddistingue Alice Basso come il suo stile assolutamente riconoscibile, anche al buio; la caratterizzazione dei personaggi è un altro punto di forza, e non solo i protagonisti, ma proprio tutti quelli che hanno un ruolo all'interno della vicenda; non posso non nominare l'ambientazione, una Torino retrò che mi sembra di avere sotto gli occhi.
La parte gialla è convincente, ma sopratutto mi è piaciuto il voler parlare di quando i gialli italiani non si dovevano pubblicare, di quali schifezze venissero fatte sotto agli occhi delle persone, della mancanza di libertà, però raccontato con un altro metodo, in un modo che solo la Basso sa fare in quel modo lì.
Se proprio una pecca la devo trovare è stata quella dell'italianizzazione delle parole. Dovete sapere che Anita e la sua migliore amica si divertono a trasformare le parole straniere utilizzate mentre si parla in italiano e ovviamente vengono fuori delle cose assurde. Ecco, dopo un po' l'ho trovato un po' ripetitivo.
Ma quindi? Come concludiamo questo post? Eh, dicendo che io mi bacchetto da sola le dita e vado a leggere l'ultimo libro della precedente serie perchè ho un'altra protagonista da mettere sul comodino, aspettando con impazienza che "la Basso esca un altro libro"! Forza Alice, batti le dita sulla tastiera, che tu sei più rapida di Anita perchè ci sono un sacco di cose che voglio sapere su questa gagliarda donnina che vive nella mia città nel 1935. Quindi carissimi, LEGGETE LA BASSO. E' UNA GARANZIA DI QUALITA'.
Lo leggerò presto, ne ho bisogno!
RispondiEliminaCiao Michele! Ne vale la pena :-)
EliminaIo lo inizierò proprio oggi. Ho amato le vicende di Vani Sarcia, e questo romanzo non potrà sfuggirmi ☺️
RispondiEliminaCiao Gresi, sono curiosa di conoscere il tuo punto di vista, spero proprio di non perdermi il tuo post :-) Buone letture!
EliminaHo amato la storia di Vani. Anche l'ultimo libro chiude la storia benissimo. Lei mi è piaciuta di più di Anita, forse perché siamo caratterialmente più simili, ma anche lei è una protagonista affascinante e interessante. Adoro tutto lo sfondo storico del libro, si vede che l'autrice ha fatto molte ricerche e ho apprezzato anche la risoluzione "caso". Un ottimo inizio ;)
RispondiEliminaBuone prossime letture!
anche a me è piaciuto (pure l'italianizzazione delle parole, anzi lo facevo anche nella realtà), la Basso è sempre strepitosa
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