Ponte alle Grazie,

Recensione - "Primo non nuocere" di Henry Marsh

giovedì, febbraio 04, 2016 Baba Desperate Bookswife 9 Comments

Buongiorno lettori, oggi vi presento un libro che mi ha colpita, che ho letto in poco tempo e che mi ha appassionata come se fosse un romanzo, nonostante sia un saggio. E' stato difficile dare un voto, come si fa a votare dei frammenti di vite? Delle testimonianze, delle tragedie, dei successi? Quello che vi posso dire è...prima o poi leggetelo. Magari se siete troppo sensibili alternatelo ad un romanzo leggero e allegro, ma questo è il mio consiglio.




VOTO: 

Titolo: Primo non nuocere
Autore: Henry Marsh
Casa Editrice: Ponte alle Grazie
Genere: Saggio
Pagine: 336
Prezzo: 16,80€
Pubblicazione:   28 gennaio 2016



Notizie sull'autore: 

Henry Marsh Ã¨ un neurochirurgo inglese. Prima di iscriversi a Medicina, ha studiato filosofia, politica ed economia. Pensava che la medicina fosse una cosa noiosa fino a che non ha visto un neurochirurgo operare al microscopio per riparare un aneurisma: in quel momento ha avuto inizio la sua lunga carriera, che viene adesso ripercorsa in Primo non nuocere, un grande successo negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, in corso di traduzione in oltre quindici paesi. Marsh è stato anche al centro di un documentario, The English Surgeon (vincitore di numerosi premi, tra cui l’Emmy Award), che ha raccontato la sua attività di volontario in Ucraina. Il suo hobby, per ora, sono le api. E la bicicletta.







Sono sempre stata affascinata dalla medicina e sopratutto da tutto quello che i pazienti non vedono: anni e anni di studio e gavetta, orari pazzeschi, dedizione, precisione, sentimenti che non devono diventare troppo palpabili. Un mondo completamente diverso dal mio. Io sono quella che corre a prendere il treno con il biglietto tra i denti, il portafoglio in mano, i capelli che svolazzano e la borsa aperta dalla quale spunta la bottiglietta dell'acqua. Sono quella che scoppia a piangere se pesta inavvertitamente una cavalletta, mi si contorce lo stomaco se incrocio un bambino che piange perchè ha perso la mamma. Io non potrei sostenere psicologicamente il peso della responsabilità di un chirurgo, credo che mi licenzierei ancora prima di aver firmato un contratto.
Ecco perchè ho deciso di leggere questo libro: voglio sapere cosa passa per la testa di un Dottore e non uno qualsiasi, ma un Neurochirurgo.

Facciamo una premessa: questo non è un romanzo, ma un saggio. Voi vi starete chiedendo come Salvia abbia potuto leggere un saggio sulla Neurochirurgia di quasi 350 pagine mettendoci meno di un anno, vero??  Ebbene Henry Marsh, che prima di prendere la decisione di salvare vite per mestiere ha studiato materie umanistiche, è un grandissimo narratore, oltre ad essere uno dei migliori Neurochirurghi del suo Paese. Ormai prossimo alla pensione ha pensato di mettere nero su bianco tutti i suoi successi ma anche i suoi insuccessi, quelli che lo hanno fatto soffrire ma, anche se è brutto ammetterlo, lo hanno fatto crescere, facendolo diventare quello che è oggi: un professore stimato.

Grazie a questo libro empatizzeremo con l'autore, riusciremo a comprendere i suoi stati d'animo, a capire le sue frustrazioni. Già ho scritto proprio così: capire un neurochirurgo. Se fossi ortopedico, ginecologa, che ne so, reumatologa, dai magari anche infermiera potrei forse avvicinarmi al suo mondo, ma ragazzi miei, io ho provato a studiare lettere prima, e scienze motorie dopo. Mi considero "un'umanista" particolarmente lunatica, dai nervi poco saldi e dalla sensibilità troppo marcata. Ma perchè tutta questa manfrina? Perchè leggendo le pagine scritte dal Dott. Marsh ho imparato moltissimo, ho apprezzato la sua completa onestà, ma quello che mi ha più colpito è stata l'ammissione degli errori commessi. Lui  ricorda simpaticamente che i chirurghi non hanno sfumature o sono bianchi o neri, o sono angeli o bastardi incompetenti, ovviamente dipende dall'esito dell'operazione.  

Questo è un saggio che scorre come fosse un romanzo. Ogni capitolo è una malattia o malformazione che il dottore ha curato o operato. Durante lo stesso capitolo conosceremo i pazienti del dottore  e lentamente riusciremo a delineare il carattere dell'autore.  Crudo, serio, "splatter" - quando un cervello affoga nel sangue del paziente stesso, concedetemi il termine - .
Un libro che ho già consigliato a moltissime persone e che presto presenterò in biblioteca. 

Cosa ho maggiormente apprezzato:

  • L'onestà con la quale sono stati trattati dei temi così delicati, sopratutto in un momento - qui in Italia almeno - in cui si parla spesso di malasanità. 
  • L'autore ha più volte evidenziato che un Neurochirurgo resta sempre e comunque un essere umano, quindi non essendo una macchina, può sbagliare, anche non dovrebbe e tutti si aspetterebbero il contrario.
  • Per diventare un luminare, ahimè, bisogna accumulare esperienza e purtroppo gli insuccessi sono proprio quelli che permettono la crescita.
  • Lo stile molto scorrevole: ho imparato un sacco leggendo velocemente. 
Cosa mi è piaciuto meno:
  • Questo non ha niente a che fare con il libro, ma sicuramente comprendere che alcune "leggerezze" hanno rovinato la vita di pazienti, oppure che un assistente abbia reso invalido un atleta solo perchè il chirurgo ha pensato che l'assistente fosse in grado di operare da solo, insomma non sono mai cose piacevoli da sapere. 


Non mi resta che salutarvi, alla prossima

Salvia

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9 commenti:

  1. Dillo che hai letto tutto il tempo con in mente la faccia strafiga di Derek Shepherd...ecco perchè lo hai divorata sister! ahahahahahah
    A parte gli scherzi, mi hai convinta ed ora voglio leggere questo libro!!!

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    1. Sister, se ti conosco almeno un pochino...ti piacerebbe!! Ambhè Derek tanta roba comunque, diciamolo ah ah ah

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  2. Ahaha, Salvia, anch'io ho pensato a Derek (il neurochirurgo più figo del pianeta)! Lo leggerò sicuramente, sai che ho un debole per il mondo "medico".

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    1. Ciao Tessa, già, figo figo eh!! Dopo aver letto il libro capisco come mai ha sempre avuto un sacco di problemi sentimentali :-)
      Mentre leggevo questo libro ho proprio pensato a te!!
      Baci

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  3. Io non credo di potercela fare: la parte splatter e le "leggerezze"! Sono un po' pavida e preferisco non sapere. Potrei magari prenderlo per la biblioteca: credo che a molti utenti potrebbe interessare.
    un saluto da lea

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    1. Ciao Lea, oddio splatter è un po' un'esagerazione, nel senso che ci sono punti descritti in maniera molto reale e il sangue non manca, diciamo. Sulle leggerezze, purtroppo non posso ritrattare, quelle a volte sono causate dall'inesperienza e , come dice il Dottore, dall'essere Umani. Però credo che non sia un libro per tutti, sopratutto se tanto sensibili, alcuni casi mi hanno letteralmente fatta piangere a dirotto. Ma allo stesso tempo mi ha fatto bene, ho imparato tanto. Credo che per la biblioteca sarebbe perfetto, anche la mia copia sarà donata alla Biblioteca!

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  4. Non mi piacciono le autobiografie, spesso le trovo piene di autoreferenzialità tuttavia se, come dici, è un saggio, potrebbe essere interessante. Apprezzo spesso questi professionisti che, oltre ad una professione diversa, coltivano l'hobby per la scrittura eppure, talvolta, la diffidenza ha la meglio per il pericolo ghostwriting, Alice Basso docet.

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    1. Ciao Cecilia, non ti nego di aver pensato ad Alice per un sacco di tempo. Ma poi ho letto che il Dottore ha studiato prima filosofia e ho immaginato il suo amore per le materie umanistiche. E' un saggio narrato in prima persona, è strano. Non è un romanzo ma non è nemmeno un saggio tipo "libro di scuola". Per me è stata un'esperienza piacevole :-)
      Baci

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  5. Non ho letto la tua recensione perchè volevo prendere questo libro ma mi basta sapere che ti è piaciuto per infilarlo assolutamente nel carrello di amazon <3

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