Feltrinelli,
Recensione: "La settima onda" di Daniel Glattauer
Eccomi finalmente con il tanto atteso seguito de "Le ho mai raccontato del vento del nord", un libro che mi ha rapito il cuore. Ammetto di aver avuto timore venerdì sera, quando ho iniziato questo volume, perchè ero ancora così ammaliata dal precedente che l'ansia di imbattermi in una delusione non era poca. Glattauer mi ha donato un secondo capitolo magnifico e io spero di non deludervi con il mio umile commento.
Titolo: La settima onda #2
Autore: Daniel Glattauer
Casa Editrice: Feltrinelli
Pagine: 191
Prezzo: 8,00€
Pubblicazione: 2010
Sinossi: Qui sul sito Feltrinelli
La mia Recensione: "Le ho mai raccontato del vento del nord"
Autore: Daniel Glattauer
Casa Editrice: Feltrinelli
Pagine: 191
Prezzo: 8,00€
Pubblicazione: 2010
Sinossi: Qui sul sito Feltrinelli
La mia Recensione: "Le ho mai raccontato del vento del nord"
Notizie sull'autore: Daniel Glattauer è nato nel 1960
a Vienna e ha lavorato per vent’anni come giornalista prima di dedicarsi a
tempo pieno alla letteratura. Nel 2006, con la pubblicazione di “le ho mai
raccontato del vento del nord”, è diventato autore best seller noto in tutto il
mondo. Il romanzo ha scalato le classifiche internazionali, in Germania ha
superato il milione di copie vendute e ha riscosso un enorme successo come
radiodramma, opera teatrale e audiolibro. L’attesissimo seguito, “La settima
onda” , è stato scritto nel 2009 ottenendo altrettanto consenso. Entrambi i
romanzi sono tradotti in trentasette lingue e pubblicati in Italia da
Feltrinelli. Feltrinelli ha pubblicato anche “In città zero gradi” (2011) e “Per
sempre tuo” (2012).
VOTO:
IL MIO COMMENTO
Ahhhh Emmi e Leo, Leo ed Emmi, due cuori volutamente
lontani, ma le parole che appaiono magicamente sullo schermo di un computer li
fanno sembrare così intimi... in realtà il finale de “Le ho mai raccontato del
vento del Nord” non è che facesse ben sperare. Ma ricapitoliamo: i nostri due
amici di tastiera avrebbero dovuto incontrarsi, guardarsi negli occhi,
studiarsi, ma alla fine Emmi è fuggita e Leo è partito per Boston, il peso da
sopportare troppo gravoso sulle sue spalle. Un cambio di indirizzo repentino e
per due come loro che non hanno niente se non una casella di posta elettronica, può avere un solo significato: FINE.
Emmi non si da per vinta e dopo
mesi e mesi di silenzi forzati vede la luce accesa all’interno dell’appartamento
di Leo e così si riaccende la fiammella
della speranza, LUI potrebbe essere tornato, forse c’è una possibilità di recupero. Con insistenza continua a scrivere quotidianamente allo sventurato indirizzo, e la ragazza ha la testa dura, di solito miete vittime per sfinimento.
La storia di queste due anime
inquiete è straziante, io ho aperto codesto volume e ventiquattro ore dopo era
già terminato –nel frattempo giuro di aver mangiato, bevuto, dormito, sono solo
191 pagine tranquilli - . Un romanzo costruito sulle incertezze, dubbi, cambi di
idee repentini e bugie, raccontate soprattutto a loro stessi. L’autoconvincimento
che la felicità si possa costruire a tavolino, con tanto di istruzioni e viti –
manco fosse un mobile Ikea - è
disarmante, per un momento ci ho creduto anche io. Due persone che si sforzino
così tanto di sguazzare nel proprio brodo stantio e apatico non le ho mai
incontrate prima, due testardi, cocciuti, orgogliosi e lunatici sono rari,
forse solo Salvia riesce a stare al loro passo, ma il bello è quando l’alcol
riesce a strappare dalle loro labbra serrate, verità nascoste, perché è noto che
in vino veritas.
Una storia complicata che mi ha
arricchito la serata di pensieri e dubbi, proprio sui massimi sistemi, la
felicità , la realizzazione personale, la vita di coppia fatta di compromessi,
frasi non dette, sentimenti nascosti per non ferire l’altro. E’ giusto porsi
troppe domande e scatenare il povero cervello a riflessioni dolorose, oppure è
meglio gustarsi la quotidianità , perché in fondo l’essere umano è insoddisfatto
per natura e il meglio non esiste, perché appena raggiunto sentirebbe la
necessità di altro ancora? Vi lascio con questa domanda e sarei curiosa di
conoscere la vostra risposta.
Cosa ho maggiormente apprezzato:
- Emmi e Leo, le loro paure, i sacrifici, i litigi, le vite che proseguono ma la costanza di non mollare la LORO presa.
- Le sensazioni che questo romanzo mi ha lasciato dopo la lettura: come un buon vino lascia il palato impregnato di retrogusto solo dopo aver deglutito il vellutato liquido, questo libro mi ha soffiato sul viso spunti per riflessioni future.
Cosa mi è piaciuto meno:
- Vorrei che venisse scritto un seguito, perché Emmi e Leo mi mancano terribilmente. Proprio così, un libro di questo calibro mi lascia un vuoto dentro e per giorni non so come colmarlo. Burro mi chiede se è tutto ok…lo è nella realtà ma la mia mente continua a pensare ad una storia appena conclusa che non tornerà , nemmeno grazie ad una rilettura, perché storie come queste, in un secondo momento ti possono provocare un sorriso, ma non la stretta al cuore che solo la prima volta concede.
Ok leggo anche questo al più presto, uno dietro l'altro. Gli eterni insoddisfatti non si godono mai nulla fino in fondo, io sono del parere che la vita va assaporata giorno dopo giorno, spesso delude è, ma siamo noi gli artefici del nostro destino e se aspettiamo che le cose belle piovano dal cielo, stiamo freschi, bisogna rimboccarsi le maniche e VIVERE!!!
RispondiEliminaspero che ti possa piacere. Beeeelloooooo
EliminaBaci :-)
questo libro è riuscito a farmi apprezzare ancora di più il primo, completa meravigliosamente la storia.
RispondiEliminaChiara come hai ragione! Adesso credo che pian piano mi procurerò tutti i romanzi antecedenti!! in effetti anche quelli successivi ;-)
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