Brizzi,
Letture Geograficamente Sparpagliate #1: "Se mi vuoi bene" di F. Brizzi
Carissimi come state? Fine settimana lungo o sbaglio? Spero che siate da qualche parte a gozzovigliare e a leggere rilassati sotto ad una bella pianta dalle radici grandi ed accoglienti, spero che abbiate montato una comoda amaca in giardino e stiate sonnecchiando cullati dalla brezza tiepida, spero anche che godiate delle piccole cose che un week-end lungo può regalare, nella sua semplicità . Quello che posso fare per voi oggi, è pubblicare il primo post della Rubrica: Letture Geograficamente Sparpagliate.
Vi ricordate che qualche tempo fa io e le
mie amiche blogger LGS abbiamo pubblicato un post per
presentarvi questa nuova rubrica condivisa? Nel caso l'abbiate
perso, oppure, per tante ragioni non rammentiate più di cosa si
tratti, cliccate qui .
Oggi uscirà contemporaneamente sui nostri
quattro blog il medesimo articolo: ovvero una raccolta di
mini-recensioni della lettura comune di questo mese.
Vi ricordo i blog che aderiscono
all'iniziativa:
- Desperate Bookswife
- La Libridinosa
- Un libro per amico
- La ragazza che annusava i libri
- Cuore Zingaro del "Venerdì di Cuore" ospitato dal Blog: La Libridinosa
Dunque stavamo parlando proprio del libro
del mese, ovvero "Se mi vuoi bene" di Fausto Brizzi. Se proprio
dobbiamo essere oneste, qualcuno ha obbligato consigliato
caldamente di leggere questo libro come prima lettura per la
rubrica. Non abbiamo avuto molta scelta, quindi, a orecchie
basse abbiamo accettato questo consiglio. Adesso scoprirete se
abbiamo "strangolato" le dittatrici oppure se le abbiamo
ringraziate per averci fatto scoprire un romanzo interessante!
Titolo: Se mi vuoi bene
Autore: Fausto Brizzi
Casa Editrice: Einaudi
Pagine: 256
Prezzo: 18,00€
Pubblicazione: 6 marzo 2015
IL COMMENTO DI
SALVIA (Desperate Bookswife) :
Ammetto di non aver mai desiderato leggere
"Cento giorni di felicità ", sarò un po' razzista, ma le
copertine bianche troppo minimal mi incutono timore. E' stato
così per Bianchini e il suo peperoncino (che però poi ho amato)
e la mia presa di posizione è continuata con Brizzi e la
Ciambella. Ho dovuto ricredermi, per l'ennesima volta il mio
sesto senso femminile ha fatto cilecca (che io, in fondo non sia
donna?????). L'autore si è fatto amare dai primi capitoli,
facendomi sorridere, nonostante il tema non fosse dei più
allegri. E' riuscito a farmi immedesimare nel protagonista e nei
suoi problemi, inconcepibili per la maggior parte del mondo. La depressione è al centro di tutta la
storia, perchè è ancora oggi un argomento delicato, per tanti
non è nemmeno considerata una malattia, e andare dallo psicologo
è quasi imbarazzante: se sei ai primi stadi, sei solo giù di
morale, se arrivi a tentare il suicidio o addirittura a
toglierti la vita sei un esibizionista o proprio un pazzo. Come
lo stesso Brizzi dice: "Se mi fossi rotto il femore avrei avuto
tutti al mio capezzale, ma sono depresso e nessuno sembra avere
del tempo da dedicarmi". Questa storia mi ha regalato speranza e
buon umore, perchè Diego, come la Fenice, è rinato praticamente
dalle sue ceneri. Una lode speciale all'autore che ha saputo
trattare un argomento delicato con la giusta ironia in modo da
renderlo appetibile a tutti senza cadere nel patetico e nello
scontato. Amore a prima vista.
IL COMMENTO DI
LAURA (La Libridinosa):
La recensione completa di Laura la trovate qui
Fausto Brizzi, che ho scoperto ed amato
con il suo primo romanzo, Cento
giorni di felicità , è riuscito, anche questa volta, a
sorprendermi.
Con una grande delicatezza, con la sua
solita ironia, Brizzi riesce a trattare un argomento delicato
come la depressione, con la giusta prospettiva.
Un uomo di mezza età che,
improvvisamente, si rende conto di aver perso tutto: un
divorzio, un rapporto blando con i due figli, gli amici che
hanno le loro vite, i loro impegni e non si accorgono di
quanto tu stia male. E così la depressione avanza, si vede
tutto sempre più nero, non si ha voglia di alzarsi da letto,
figuriamoci di uscire e vedere gente. Finché, al culmine,
nonostante uno psicoterapeuta che dovrebbe essere d'aiuto, si
tenta il suicidio.
Ecco, questo è ciò che mi ha colpito di
questo libro. Perché la depressione, anche se pare che certa
gente proprio non lo capisca, è una MALATTIA. E come tale
Brizzi ce la presenta. E come da quasi tutte le malattie, è
vero, si può guarire. Ma non si guarisce da soli e avere
accanto gente che ti ripete "ma dai, sei solo giù di morale,
tutto passa", non fa altro che spingerti sempre più in fondo
al baratro.
Il punto di svolta di questa storia
arriva nel momento in cui, toccato il fondo, il protagonista
si trova, per sua fortuna, ad avere a che fare con due estranei che lo
aiuteranno a fare del bene. Perché c'è una grande differenza
tra voler bene e fare del bene!
IL COMMENTO DI
DANIELA ( Un libro per amico):
Fausto Brizzi, un nome che mi veniva
consigliato allo sfinimento e da cui io mi tenevo alla larga
come il diavolo con l'acqua santa. Non so perchè, ma già dal suo Cento
giorni di felicità con quella ciambellona
smangiucchiata in copertina mi sembrava non adatto a me; in più
tutti questi sentimentalismi nei titoli tendono normalmente a
farmi scappare a gambe levate perchè è facile cascare nella
banalità . Ma quanto mi sbagliavo??????
Ho trovato in questo libro sia i sentimentalismi che mi aspettavo - che sono una minimissima parte e per niente fastidiosi anche per chi come me preferisce libri più noir - sia una profondità nell'affrontare determinati temi che mi ha decisamente sorpreso.
La protagonista indiscussa è la depressione, un tema difficile che necessita una sensibilità tale da non far cadere un libro nella superficialità e nella banalità . Sensibilità che Brizzi, senza ombra di dubbio, ha.Una scrittura scorrevole, fresca, capace di toccare le corde più profonde del cuore con una storia per niente banale e ricca di spunti di riflessione. Che dire? A questo punto mi sa che mi toccherà fare la conoscenza anche della ciambellona smangiucchiata leggendo il libro precedente di questo autore!Un grazie di cuore alle mie LGS che mi hannoobbligato caldamente consigliato
di intraprendere questa lettura!
Ho trovato in questo libro sia i sentimentalismi che mi aspettavo - che sono una minimissima parte e per niente fastidiosi anche per chi come me preferisce libri più noir - sia una profondità nell'affrontare determinati temi che mi ha decisamente sorpreso.
La protagonista indiscussa è la depressione, un tema difficile che necessita una sensibilità tale da non far cadere un libro nella superficialità e nella banalità . Sensibilità che Brizzi, senza ombra di dubbio, ha.Una scrittura scorrevole, fresca, capace di toccare le corde più profonde del cuore con una storia per niente banale e ricca di spunti di riflessione. Che dire? A questo punto mi sa che mi toccherà fare la conoscenza anche della ciambellona smangiucchiata leggendo il libro precedente di questo autore!Un grazie di cuore alle mie LGS che mi hanno
IL COMMENTO DI
STEFANIA (La ragazza che annusava i libri):
La recensione completa di Stefy la
trovate qui
Dopo
aver letto, e amato, Cento
giorni di felicità aspettavo
con impazienza il secondo libro di Fausto Brizzi che, per quanto
mi riguarda, si è rivelato una conferma.
Brizzi
ha una capacità straordinaria: affrontare tematiche forti e
dolorose suscitando lacrime ma soprattutto sorrisi. I dolori di
cui Brizzi ci parla non sono melodrammi, sono sofferenze che si
trasformano in occasioni, discese che diventano salite, buio
oltre il quale si intravede sempre una flebile luce.
E
con grande sensibilità riesce anche stavolta a trattare un tema
delicato senza edulcorarlo né banalizzarlo.
Il
protagonista di Se
mi vuoi bene, Diego Anastasi, ha quarantasei anni, due
figli e un divorzio alle spalle, quando nella sua vita
sopraggiunge un’inquilina inaspettata: la depressione.
Diego inizierà a
precipitare in un abisso senza fine e si accorgerà di poter
tornare in superficie solo uscendo da se stesso per dedicarsi
agli altri. Gli altri, gli affetti, gli amici, i suoi figli,
diventeranno la sua ciambella di salvataggio. Perché in fondo
esiste solo una medicina in grado di curare tutti i mali. Senza
di lei, niente di quello che facciamo ha senso per davvero. Si chiama amore.
IL COMMENTO DI
CUORE (Il venerdì di Cuore)
Fausto Brizzi è un autore molto
speciale, perché oltre ad avere la capacità di scrivere con
uno stile scorrevole e piacevole, ha il dono di saper trattare
argomenti importanti con quel pizzico d’ironia che non fa
deprimere il lettore, ma lo fa commuovere con il sorriso sulle
labbra.
Cento giorni di felicità è il suo primo
lavoro, letto in un periodo particolare, mi sono sentita molto
vicina al protagonista che tutt’ora ricordo con affetto e
intensità , quindi entusiasta, mi sono gettata a capofitto
nella lettura di “Se mi vuoi bene”, con altissime aspettative
e convinta che Faustino non mi avrebbe deluso.
Questo romanzo non è all’altezza del
primo senza dubbio, ma anche qui l’autore ha saputo trovare la
chiave per aprire il mio cuore, nonostante abbia suscitato in
me reazioni diverse: l’ho apprezzato nella prima parte, odiato
nella seconda, e amato nell’epilogo.
Bellissimo l’incipit, dove il
protagonista Diego, ci porta ironicamente al fulcro della
storia, ricordando quanto era bello essere bambini e stare a
casa da scuola coccolati dalla mamma, mangiando la mela
grattugiata, dopo che il termometro, appoggiato delicatamente
sulla lampadina calda della abat jour, segnava 38 di febbre.
Toccante è la parte che parla dei nonni,
presenti a 360° nella vita di Diego, maestri di vita e
dispensatori di amore incondizionato.
Poi ci si ritrova adulti e i problemi
diventano la causa di una tristezza cronica, la depressione.
Questa parte del libro mi ha procurato
una certa insofferenza: non sopporto le persone che si
piangono addosso, che non reagiscono, che ogni scusa è buona
per farsi compatire e per non lottare, che arrivano al
suicidio.
Io faccio parte di quella cerchia di
persone che non sopporta i depressi, che ignora le cause di
questa malattia e che crede fermamente che stando con le mani
in mano o sdraiati in un letto sia impossibile guarire.
Brizzi è stato bravissimo in questo, nel
fare chiarezza su certi aspetti della malattia, confermando
ciò che ho sempre saputo: dalla depressione si guarisce.
La terza parte l’ho amata, l’ho fatta
mia ancor di più, ritrovando un Diego nuovo, aperto alla
guarigione, la volontà di tornare a vivere lo spingono a
mettere in atto un “piano” che comprende i suoi familiari ed
amici; vuole far loro del bene e tenta di aiutarli nelle
situazioni di difficoltà che incontrano nella loro
quotidianità , chiedendo l’aiuto di Gianandrea e Massimiliano,
gli amici del negozio di chiacchiere, un luogo dove chiunque
può trovare conforto, comprensione e consigli.
Il finale è meraviglioso, e anche se in
parte un po’ scontato, l’amicizia sincera e corrisposta hanno
sempre un effetto positivo su di me, e ha colpito nel segno
raccontando l’amore come la cura per ogni stato d’animo,
pensiero affine al mio.
“Non è in pasticche, né in fiale, né
in polvere, è diffusa nell’aria come l’ossigeno, a
disposizione di chi la sa riconoscere. Senza di lei, niente
di quello che facciamo ha senso per davvero. Si chiama
amore.”
Ringrazio le mie amiche LGS per questa
lettura comune, amo condividere i miei pensieri con voi e con
i lettori, vi lascio con la certezza che ce ne saranno altre,
perché la passione per i libri è il sigillo che racchiude la
nostra amicizia.
Che cosa ne pensate di questa nuova
Iniziativa? Siete soddisfatti dei nostri pareri? Direi che
siamo tutte felici di aver letto questo romanzo, che è stata una
conferma per alcune, sulla capacità di scrittura dell'autore, e
una piacevole scoperta per le altre, che molto probabilmente si
butteranno a capofitto su "cento giorni di felicità ".
Alla prossima,
LGS
mi piace questa vostra rubrica, non vedo l'ora di leggere i commenti del prossimo libro
RispondiEliminaGrazie, Chiara!
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