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Recensione di Nadia - Meno cinque alla felicità di V. Bramati

mercoledì, dicembre 29, 2021 Baba Desperate Bookswife 0 Comments



Il libro
Meno cinque alla felicità di Virginia Bramati
Editore: Mondadori| Pagine: 219| Pubblicazione: 2014| Prezzo 14,00€| Trama:Qui
Genere: narrativa 
Notizie sull'autrice
Virgina Bramati vive e lavora a Milano. Ha esordito in rete, con un ebook che si è presto trasformato anche in un libro di carta: Tutta colpa della neve (e anche un po' di New York) (Mondadori 2014) poi seguito da Meno cinque alla felicità e E se fosse un segreto?. Tutti i suoi romanzi ruotano intorno al piccolo, verdeggiante borgo di Verate, in Brianza: un luogo immaginario eppure più che mai verosimile, destinato a diventare per le sue protagoniste un vero luogo del cuore. 
Recensione di Nadia
Buongiorno lettrici e lettori!

Avete trascorso un buon Natale? Qui tutto bene, per ora, speriamo di continuare così!

Oggi voglio parlarvi di un romanzo che ho letto perché corrispondeva a uno degli obiettivi della challenge, e che diversamente, forse, non avrei considerato: sto parlando di Meno cinque alla felicità, di Virginia Bramati.

Costanza Moretti lavora come giornalista per una rivista di economia la cui sede è a New York, ma lei è originaria di Verate, un paese (che in realtà non esiste) della Brianza. Costanza ha una relazione decisamente poco impegnativa con il direttore della rivista e ama il suo lavoro, ma si avvicina il Natale e inizia a sentire la nostalgia di casa. Quando Costanza comincia a sentire anche la voce del padre, morto da cinque mesi, che le parla, capisce, dopo il primo comprensibile momento di smarrimento, che deve tornare a casa per capire come se la stanno cavando senza di lei la mamma e sua sorella Eleonora. Qui capirà che la famiglia ha bisogno di lei, e forse troverà anche qualcuno capace di farle battere il cuore.

Meno cinque alla felicità è un romanzo scritto in modo frizzante e molto scorrevole, basti dire che l’ho letto in una sola giornata, nonostante i vari impegni del periodo. La Bramati è molto brava a caratterizzare la sua protagonista, una ragazza decisa ma anche sensibile, e anche i comprimari hanno il loro spessore. Ho trovato molto ben resa anche l’atmosfera natalizia, con menù di Natale con e senza oche (chi ha letto il libro sa a cosa mi riferisco), lucine accoglienti e canti della tradizione italiana e americana. Spesso mi sono ritrovata a sorridere e ho apprezzato anche la parte romantica della storia, sebbene forse avrei gradito si sviluppasse in modo un po’ meno frettoloso. Molto simpatici e teneri anche i dialoghi di Costanza con il papà defunto, che nell’aldilà impara l’inglese e segue interessantissimi corsi “di aggiornamento”.

Ho trovato un po’ strano e poco logico che, in una redazione newyorkese, gli unici personaggi citati fossero italiani, ma ammetto che questo è un aspetto decisamente veniale. Sempre parlando di piccolezze (e in questo caso, devo ammettere che si tratta soltanto di gusto personale) mi ha fatto storcere un po’ il naso il richiamo alla tradizione e alla religione, che un’atea miscredente come me ha trovato un po’ troppo presente; inoltre sarò troppo moderna, ma infliggere a una bambina il nome Nuccia nel ventunesimo secolo solo perché era un nome “di famiglia” mi è sembrato un po’ crudele. Ci sono tanti nomi più portabili, anche senza scomodare i vari Jessica, Jennifer e le altre americanate… Ma, ripeto, sono solo mie opinioni, quindi ora che avete finito di leggerle buttatele pure nel cestino. In generale il romanzo mi è piaciuto, l’ho trovato di grande intrattenimento e credo che leggerò altro di questa scrittrice. Per il momento vi saluto e vi auguro buone feste!

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