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Keep Calm and Read Nadia #89 - recensione di Stupidistan - Stefano Amato

martedì, maggio 18, 2021 Baba Desperate Bookswife 4 Comments



Buongiorno lettrici e lettori, come state?

Avete visto la serie Anna o recuperato il relativo romanzo e siete in crisi di astinenza da distopici ambientati in Sicilia? E io comprendo la vostra necessità e ve ne propongo subito uno: sto parlando di Stupidistan, di Stefano Amato.

Che cosa diventerebbe la società civile se le persone decidessero che non vogliono più mandare a scuola i bambini né vaccinarli, se nessuno leggesse più libri, se non ci fossero più medici e se educazione e gentilezza fossero considerate caratteristiche “da sfigati”? Questo è ciò che succede, tra gli anni Venti e gli anni Trenta del ventunesimo secolo, in Sicilia, ridenominata “Stupidistan” dopo che tutte le persone intelligenti e desiderose di migliorare la propria condizione sono emigrate nel continente. Ora non si può più né entrare né uscire legalmente dalla Sicilia, che è completamente isolata dal resto d’Italia e in cui il degrado, la sporcizia, l’arroganza e la maleducazione regnano sovrani.

fonte google

In questa regione che ormai si autogoverna (male) arriva un giorno, in circostanze rocambolesche, la giovane Patty Carnemolla. Figlia di siciliani emigrati a Roma, Patty non si distingue particolarmente per acume o disinvoltura ma, dato che in terra di ciechi anche un orbo è re, attira subito l’attenzione degli stupìdi (così si chiamano gli abitanti di Stupidistan). Patty dovrà sudare sette camicie nel tentativo di tornare a Roma…

Stefano Amato è siracusano, e non credo che abbia ambientato Stupidistan nella sua terra a cuor leggero. Il suo romanzo è comunque un ritratto paurosamente veritiero di cosa potrebbe effettivamente capitare, non solo in Sicilia ma in tutta Italia, se un’ipotetica bilancia della civiltà pendesse del tutto dalla parte dell’ignoranza, della maleducazione e della totale mancanza di ambizione a discapito della voglia di studiare e migliorarsi. Gli abitanti di Stupidistan si muovono solo in auto, passano i giorni nelle sale scommesse e mangiano solo carne. Parlano solo in dialetto e guardano con riprovazione e incomprensione chiunque metta un “per favore” o un “grazie” nelle proprie frasi. Leggendo questa storia alternavo momenti in cui ridevo da sola come una scema ad altri in cui pensavo, con un misto di preoccupazione e disperazione, che purtroppo non siamo così lontani dalla situazione presentata da Amato: basta farsi un giro su Facebook e leggere alcune delle quotidiane polemiche che si scatenano nei commenti per comprendere che la maleducazione e la totale indifferenza verso la cultura sono già imperanti in una grande fetta della popolazione. Ho apprezzato il romanzo di Amato perché è comunque lontano dalla spocchia che spesso viene rimproverata all’ ”intellighenzia”: chi è stupìdo non lo è tanto perché non ha potuto studiare, ma perché ritiene che farlo sia da pazzi e non serva a nulla.

Stupidistan lascia spazio anche alla speranza, ma non nego che il sentimento prevalente, una volta terminato il romanzo, sia stata l’amarezza, forse perché l’ignoranza sguaiata e l’arroganza fanno molto più rumore della gentilezza e dell’educazione. Un romanzo che metterei come lettura obbligatoria in tutte le scuole del Paese.


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4 commenti:

  1. Ciao Nadia, bella recensione, mi hai incuriosito <3 brava, come sempre

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  2. Ciao Nadia,
    il bello, oltre alle recensioni fini a sè stesse, è che proponi libri particolari. E questo è 1 altro che finisce nel mio Listone.
    Interessante. Soprattutto quando elenchi le tematiche, perchè quelle, tra ignoranza dilagante, superbia imperante (dentro ci metto i pappagalli dell'etere su qlsiasi argomento si stia disquisendo, incluse tematiche sui vaccini), e per finire maleducazione e cattiveria gratuite che emergono anche dall'anonimato dei social... sono di un'attualità scottante e preoccupante.
    Ciao e buon inizio settimana!

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  3. Ma grazie Marina! Spesso, non avendo collaborazioni obbligatorie, leggo spinta dalla pura e semplòice curiosità, e a volte trovo delle piccole perle. Questo libro secondo me lo è, ironico e intelligente. Buona continuazione di settimana a te!

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