#Nadia,
Keep Calm and Read Nadia #90 - L'invenzione di noi due di Matteo Bussola
Buongiorno lettrici e lettori, come state? Qui tutto bene, finalmente si intravedono l’estate e il calduccio che piace a me, quindi cercherò di godermeli, perché durano sempre troppo poco!
Ma so che voi volete sentir parlare di libri, quindi oggi vi racconterò la mia impressione su un romanzo che mi incuriosiva, ma che mi ha parzialmente deluso. Sto parlando de L’invenzione di noi due, di Matteo Bussola.
Milo e Nadia sono marito e moglie, ormai più vicini ai cinquant’anni che ai quaranta. Da un po’ di tempo Milo si è reso conto che sua moglie non lo ama più come una volta, anzi probabilmente non lo ama affatto. Nonostante non sia mai stato una persona dai grandi slanci emotivi, Milo capisce che deve fare qualcosa se non vuole perdere definitivamente sua moglie: cercherà quindi di riconquistarla come aveva fatto un tempo, cioè scrivendole, ma fingendosi un altro. Riuscirà a fare breccia nel cuore apparentemente spento di Nadia?
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Nei confronti di questo romanzo ho provato emozioni ambivalenti. Ho apprezzato molto i primi capitoli, quelli in cui il protagonista racconta lo sbocciare dell’amore tra i giovani Milo e Nadia. Questa prima parte mi è sembrata la più vera, la più fresca. Ho trovato, in Milo e Nadia liceali, una concretezza e un’autenticità che, a mio parere, mancano quasi del tutto nei protagonisti adulti. Non mi riferisco tanto al fatto che, da ragazzi, tutto sembri più reale e concreto, che i sogni sembrino sempre raggiungibili e che in età adulta subentri il disincanto, anche se tutto questo è sicuramente vero, e chiunque abbia vissuto abbastanza lo potrà confermare. No, mi riferisco al fatto che i personaggi principali di questo romanzo perdono autenticità a mano a mano che l’autore scrive, quasi volesse dimostrare a tutti i costi al lettore di essere romantico, profondo e filosofico, risultando invece, almeno per quanto mi riguarda, soltanto stucchevole. Le mail che si scambiano “Antonio” (l’alter ego di Milo) e Nadia mi sono sembrate davvero troppo costruite, perse in un empireo di illazioni completamente distaccato dalla realtà. Nadia e Milo sono due persone istruite, è vero; forse credono di avere problemi più elevati rispetto a un netturbino o a un fruttivendolo; ma sono sicura che neanche un premio nobel si è mai fatto tanti “pipponi” (scusate il francesismo) in una lettera d’amore.
Si potrà forse obiettare che queste mie impressioni derivino dal fatto che io non sono per nulla una persona romantica, che ho sempre piuttosto i piedi per terra e che non mi emoziono facilmente, ma non credo sia per questo: se una storia è autentica, scritta con sentimento e senza secondi fini, tocca sempre le corde giuste, anche quelle di una vecchietta un po’ cinica come la sottoscritta. In questo romanzo, che comunque scorre con piacevole leggerezza, ho trovato un po’ troppo calcolo. Ovviamente posso sbagliarmi ed è solo la mia impressione, ma quest’impressione mi ha un po’ rovinato la lettura. Inoltre non ho potuto fare a meno di attribuire a Nadia motivi egoistici per il suo comportamento, che non voglio esplicitare troppo per non creare spoiler; questo però non ha fatto altro che aumentare la mia diffidenza verso la storia.
Tutti i romanzi vengono letti e filtrati dall’esperienza personale e dal carattere di ciascuno di noi, e credo che questo sia ancor più valido nel caso di L’invenzione di noi due, che fa del rapporto di coppia la sua stessa ossatura. Quindi sono sicura che, mai come in questo caso, ogni recensione sia diversa da un’altra e l’impressione di qualcun altro possa essere del tutto opposta. Sarei davvero curiosa di conoscere altri punti di vista, se qualcuno ha letto questo romanzo! Per ora vi saluto e vi do appuntamento a presto!
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