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Recensione - Le figlie del Barrio di Arianna Lai

venerdì, dicembre 25, 2020 Baba Desperate Bookswife 0 Comments

 


Il libro
Le figlie del Barrio   di Arianna Lai
Editore: Book a Book| Pagine: 215| Pubblicazione: 2020| Prezzo 14,00€| Trama:Qui
Genere: narrativa
Notizie sull'autrice
Arianna Lai nasce a Cagliari, dove consegue la laurea triennale in Lingue e Comunicazione e la laurea magistrale in Filosofia e Teorie della comunicazione. Prima dei suoi studi universitari vive tra Roma e l’Asia per quattro anni, durante i quali lavora come modella. Dal 2014 inizia la sua carriera nel mondo della comunicazione digitale. Nel 2018 si trasferisce a Madrid, per poi stabilirsi definitivamente a Siviglia, città di cui si è innamorata durante l’Erasmus. Attualmente si occupa a tempo pieno di aiutare i liberi professionisti a creare la propria marca personale. Le figlie del barrio è il suo primo romanzo.
Recensione
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Ma oggi... è Natale! Auguri a tutti voi miei cari. Non è magnifico iniziare una giornata di festa (per molti) con una recensione? Dai, allora non perdiamo tempo e tuffiamoci a capofitto in questa storia. 
Quando l'ufficio stampa di book a book mi ha contattata proponendomi delle storie, la mia attenzione è stata catturata dalla trama di questo libro. Qualcosa di doloroso e intenso mi ha incuriosito e ho subito pensato che questo libro facesse per me, adesso. 
Silvana abita a Roma, quartiere Centocelle, in una casa con i centrini e le tende pregni di polvere stantia, i mobili consumati, una stanza condivisa con la sorella e le camere che odorano sempre di soffritto. Non è una bambina felice, i suoi genitori ormai hanno in comune solo il mutuo, la sgridano sempre e non riescono a comprenderla. Lei è una diversa, non riesce ad integrarsi con gli altri bambini, al massimo è colei che passa i compiti fatti e finiti. Un giorno però arriva a scuola Ivonne, bambina un po' italiana e un po' argentina, esuberante, ingombrante, magnetica. Silvana ne è subito attratta e la loro amicizia si consolida, per arrivare lontano. 

Questa è la storia di rapporti, sani o malsani, è la storia di due amiche che in qualche modo sono dipendenti l'una dall'altra per ragioni differenti. Questa è la storia della vita in periferia, fatta di rapporti sessuali consumati senza amore tra i rami di un parco, di gravidanze precoci, di gomme da masticare rigirate e diventate palloncini pronti a scoppiare su di un viso troppo truccato per l'età, o forse per qualunque ragazza per bene. Le figlie del barrio ci parla di due bambine diventate grandi insieme che cercano di evadere dallo schifo in cui sono immerse, ma ognuna trova un modo differente, a seconda delle carte che ha da giocare. Silvana è intelligente e studiosa, Ivonne è bella e scaltra: la prima non è appoggiata dai genitori che la vorrebbero dietro ad un bancone a servire clienti e a portare a casa soldi, la seconda ha una madre talmente idiota che è come se fosse proprio del tutto sola. 

Questo però è anche un libro sui sogni, quelli che ci si porta dietro da quando si è piccoli. Sogni di gloria, di ricchezza, di felicità. Quanti compromessi per riuscire ad arrivare lontano? Quanto amaro è necessario buttare giù? E invece quanto influiscono le persone alle quali vogliamo bene sulle nostre scelte? quanto può essere vincolante un rapporto di amicizia? La vita di queste due ragazze, narrate da Silvana, mi è entrata dentro, nonostante non abbia provato particolare empatia per nessuna delle due. Silvana è una tosta che crede fortemente nella sua debolezza, mentre Ivonne a mio giudizio è un'insicura che si nasconde dietro alla sfacciataggine e alla finta arroganza. Due amiche che non potrebbero essere più diverse, ma la chiave è proprio la diversità perché queste due bambine non si sono mai omologate, non hanno mai commesso le azioni tipiche delle loro coetanee di periferia e infatti non sono mai riuscite a convivere con il gruppo.

Arianna Lai è brava, diretta e indubbiamente promettente: ai miei occhi non appare come una neofita, ma come una giovane donna abituata a scrivere e a trasmettere emozioni forti, senza esagerare ma senza nemmeno indorare la pillola. Io solitamente prediligo di più i romanzi ironici, ma in questo caso sono stata ammaliata dalla sua penna e ho letto questo romanzo nelle ore a disposizione contenute in una paio di giorni. In questo momento lo sta leggendo la mia amica Tamara, che sono certa apprezzerà. E voi lo conoscete? 

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