#Nadia,
Buongiorno lettori, è martedì!! Quindi tocca a Nadia, alla quale devo chiedere scusa perchè a causa della mia salute precaria di questi ultimi giorni ha saltato una settimana. (Sto bene eh...mali di stagione!) L'articolo di oggi è dedicato al libro di una persona che mi sta a cuore :-) , ma le lascio la parola, anzi la tastiera!
Come sapete non mi piace mai dilungarmi sulla trama, anche perché preferisco lasciare al lettore il piacere di approfondirla a poco a poco. Lo stile di Michele Del Vecchio è già più che buono: scorrevole e personale, cattura da subito il lettore e lo prende per mano, trascinandolo in una storia intrigante, che –in maniera molto intelligente- non scopre subito le sue carte. Se infatti all’inizio potrebbe sembrarvi che vi sia capitato tra le mani uno young adult di ottimo livello, proseguendo nella lettura capirete che vi siete sbagliati, e che state soltanto ammirando le basi di una costruzione decisamente più ambiziosa e dai risvolti articolati. Ottima l’idea di usare come titolo di ogni capitolo quello di una canzone, così da avere una vera e propria colonna sonora del romanzo!
Keep Calm and Read Nadia #53 Recensione - Malanotte di Michele Del Vecchio
Buongiorno lettori, è martedì!! Quindi tocca a Nadia, alla quale devo chiedere scusa perchè a causa della mia salute precaria di questi ultimi giorni ha saltato una settimana. (Sto bene eh...mali di stagione!) L'articolo di oggi è dedicato al libro di una persona che mi sta a cuore :-) , ma le lascio la parola, anzi la tastiera!
Buongiorno lettrici e lettori!
In ritardo sulla tabella di marcia (sono stata in giro tanto per cambiare, e appena riesco vi racconto) vi lascio il mio pensiero sul romanzo di Michele Del Vecchio, Malanotte – Lettera aperta a una cara catastrofe.
Ho acquistato questo libro in edizione cartacea e devo dire che sono rimasta colpita molto positivamente dalla sua veste grafica: sotto questo punto di vista Bookabook non ha nulla da invidiare alle case editrici tradizionali. Il libro è realizzato benissimo e anche la scelta del font, che sulle prime mi ha un po’ spiazzata, si è rivelata decisamente azzeccata.
Milo Jenkins, il protagonista di questa storia, è un quasi diciassettenne un po’ particolare: orfano di mamma a otto anni, vive nella cittadina di Eureka, Connecticut, cercando un equilibrio tra la propria adolescenza e le piccole-grandi nevrosi che la gente non vede l’ora di etichettare. Finché l’ingresso nella prestigiosa scuola St. Regis e l’incontro con la giovane Iris non cominciano a scombussolare le sue poche certezze…
Fofo a cura di Nadia |
Come sapete non mi piace mai dilungarmi sulla trama, anche perché preferisco lasciare al lettore il piacere di approfondirla a poco a poco. Lo stile di Michele Del Vecchio è già più che buono: scorrevole e personale, cattura da subito il lettore e lo prende per mano, trascinandolo in una storia intrigante, che –in maniera molto intelligente- non scopre subito le sue carte. Se infatti all’inizio potrebbe sembrarvi che vi sia capitato tra le mani uno young adult di ottimo livello, proseguendo nella lettura capirete che vi siete sbagliati, e che state soltanto ammirando le basi di una costruzione decisamente più ambiziosa e dai risvolti articolati. Ottima l’idea di usare come titolo di ogni capitolo quello di una canzone, così da avere una vera e propria colonna sonora del romanzo!
Milo è un protagonista a cui mi sono affezionata istantaneamente: sveglio e recettivo, se da una parte può sembrare strano con le sue piccole grandi ossessioni (le stringhe colorate per ciascun stato d’animo, un pesciolino come amico immaginario) dall’altra regge le redini del romanzo in modo perfetto. Anche i comprimari sono azzeccati: ho apprezzato soprattutto Robin e Marcus Costa, mentre avrei preferito avere alcune informazioni in più sull’evoluzione di altri personaggi (non dico di più per non incorrere in spoiler!). A questo proposito a mio parere alcuni passaggi nella parte finale del romanzo avrebbero potuto essere chiariti e approfonditi meglio, perché mi sono sfuggite alcune motivazioni che hanno indirizzato la storia verso la conclusione.
Ancora un piccolo appunto inerente all’ambientazione, stavolta a mio parere imputabile all’editor (è il mestiere che ho fatto per anni, deformazione professionale!): la scelta di svolgere la storia in Connecticut è ottima e dà un respiro internazionale azzeccatissimo, ma ci sono riferimenti che un sedicenne americano non potrebbe conoscere, perché appartengono alla nostra cultura. Penso al color “rosa big babol”, perché è una gomma da masticare assolutamente italiana, o ai riferimenti alla lingua greca, che in America si studia pochissimo, e di sicuro non alle superiori.
Per concludere, a mio parere Malanotte è un esordio molto buono. Michele ha stoffa e spero vivamente di poter leggere altro di suo, augurandogli tutto il successo che merita. Io di sicuro continuerò a sostenerlo!
Ciao Nadia, grazie mille per il tuo tempo e per queste parole! Ho finito il romanzo cinque anni fa, a vent'anni, e la strada verso la pubblicazione è stata lunga e accidentata. È passato troppo tempo e oggi, rileggendomi, mi scopro diversissimo. Sono felice, in ogni caso, che ingenuità più, ingenuità meno, la storia ti abbia appassionato. Se hai dubbi o domande, scrivimi quando vuoi! Un abbraccio, M.
RispondiEliminaGrazie a te Michele! Sarebbe davvero un onore continuare a discutere con te del tuo romanzo: sto attraversando un periodo in cui le mie giornate sono piuttosto frenetiche, ma appena riesco a trovare un attimo ti scrivo senz'altro! A presto!
EliminaCara Nadia, sono felice che tu lo abbia letto. Appena mi riprendo...lo leggo anche io <3
RispondiEliminaBrava Baba! Poi facci sapere! 😘
EliminaThis is a greaat post thanks
RispondiElimina