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Recensione - Quella metà di noi di Paola Cereda
Quella metà di noi di Paola Cereda
Editore: Perrone Editore| Pagine: 222| Pubblicazione: 2019 | Prezzo 15,00€| Trama Qui
Genere: narrativa contemporanea
Notizie sull'autrice
Nata e cresciuta in Brianza, si è laureata in Psicologia a Torino con una tesi sull'umorismo ebraico. Si è specializzata in diritti umani e cooperazione internazionale, in particolare in progetti artistici e teatrali nel sociale.Ha viaggiato e lavorato in molti paesi del mondo. Attualmente vive a Torino e collabora con ASAI, Associazione di Animazione Interculturale, dove si occupa di progetti artistici con minori italiani e stranieri. Cura la regia e la drammaturgia della compagnia teatrale integrata assaiASAI, nella quale recitano ragazzi di età, provenienze e abilità differenti.
Vincitrice di numerosi concorsi letterari, è stata finalista al Premio Calvino 2009 con il romanzo Della vita di Alfredo (Bellavite). Per Piemme ha pubblicato nel 2014 Se chiedi al vento di restare (Finalista al Premio Rieti). nel 2019 con Perone Editore ha pubblicato Quella metà di noi".
Recensione
Vincitrice di numerosi concorsi letterari, è stata finalista al Premio Calvino 2009 con il romanzo Della vita di Alfredo (Bellavite). Per Piemme ha pubblicato nel 2014 Se chiedi al vento di restare (Finalista al Premio Rieti). nel 2019 con Perone Editore ha pubblicato Quella metà di noi".
Recensione
Io mi chiedo: fino a metà marzo nemmeno un cinque stelline su cinque e poi tutto d'un tratto due standing ovation? Entrambe causate da autori nostrani? Bellissima sensazione. Ma non voglio far perdere prezioso tempo a nessuno dunque arriviamo al punto, perchè l'attenzione dev'essere tutta per Paola Cereda e per il suo bellissimo romanzo, che tra l'altro è tra i dodici finalisti al Premio Strega 2019.
Matilde Mezzalama abita a Torino, in un quartiere che si chiama Barriera di Milano, è una maestra andata in pensione relativamente giovane, ha una figlia che si chiama Emanuela e due nipoti che vede solo a Natale. E' vedova Matilde, ma ha saputo organizzare la sua vita, nonostante tutto. Già, nonostante sua figlia sia fuggita dal quartiere come se ci fosse stata un'epidemia dalla quale scappare, nonostante la morte abbia deciso di portarle via il marito prematuramente, nonostante debba fare i conti con i soldi e abbia dovuto cercare un lavoro - quello di badante - che chiede molto e paga non così tanto, nonostante il panettone artigianale fatto con lievito madre e canditi che sua figlia le porta per le feste, quasi a sottolineare che Lei Può, glielo porta dalla Precollina Torinese, quella abitata dalla gente con i soldi, quella parte che non si mischia e non ne vuole sapere. Ecco, nonostante tutto Matilde vive la sua vita, fatta di quotidianità, sogni nascosti nell'ultimo cassetto del mobile comprato a rate da Aiazzone, e sospiri, tanti sospiri, che vogliono dire tutto o niente.
Anche questa volta ho capito di avere tra le mani un libro super dopo poche pagine, questo volume mi ha catapultata nelle strade della "mia" città e mi ha fatto respirare l'aria di periferia dove è cresciuta mia madre, descritta così bene dalla Cereda.
Questo è un libro che raccoglie le vite di molte persone, oltre a quella della signora Mezzalama si intende, e racchiude la metà di loro che un po' tutti tendiamo a nascondere al prossimo. Le persone ci vedono per quello che noi gli diamo e ci giudicano per le quello che facciamo, ma non sanno cosa si nasconda dietro al nostro sorriso, che tanto cerchiamo di ostentare per non far vedere lo sconforto che di tanto in tanto prende il sopravvento.
Questo è un libro fatto di vita, costruito sui rapporti, ma non quelli belli e studiati a tavolino, al contrario rapporti umani complicati, fatti di omissioni, cose non dette ma pensate, sensazioni, stati d'animo e perplessità. Un libro fatto di sogni che non è detto che alla fine qualcuno non si avveri, pagine piene di personaggi unici eppure così simili a qualcuno che alla fine conosciamo anche noi.
Un libro che vi farà porre delle domande sulla vostra vita, vi farà riflettere circa le cose che contano, sui rapporti, sulla sincerità, sui desideri e sui propri errori.
Per tutto il libro ho amato Matilde e il suo andare avanti come un treno, incurante della schiena dolorante a causa del troppo peso da portare, sia fisico che metaforico. Ho detestato Emanuela, dal primo incontro e non ho voluto darle una possibilità. Ho comunque fatto male, ho guardato quello che voleva mostrarmi, ma non ho fatto alcuno sforzo per comprenderla (e continuo a non farlo, ma con consapevolezza).
Paola Cereda ha la grande capacità di scrivere con apparente ironia e leggerezza di argomenti profondi e riesce a comunicare con il lettore talmente bene da creare un rapporto, come se lei si sentisse vicina, ascoltasse le persone, trascrivesse le esperienze altrui. Non è facile essere dei buoni ascoltatori.
Io forse sarò di parte, perché questo libro racchiude posti che conosco, rumori, odori, architettura nota, insomma avete presente quando qualcuno vi parla di un posto e voi quel luogo lo conoscete bene e allora vi sentite confortati, vi gonfiate un pochino perché siete sul pezzo? Ecco, io conosco il quartiere, per davvero, e mi sono acclimatata così bene che ormai sono convinta di essere in confidenza con Matilde, Emanuela, l'Ingegnere, Laura, Dora e pure il Lazzi con le sue scurrilità. E sapete cosa spero? Che da qualunque posto veniate voi possiate sentire Barriera come casa vostra, anche solo per qualche giorno, il tempo di leggere il libro.
Matilde Mezzalama abita a Torino, in un quartiere che si chiama Barriera di Milano, è una maestra andata in pensione relativamente giovane, ha una figlia che si chiama Emanuela e due nipoti che vede solo a Natale. E' vedova Matilde, ma ha saputo organizzare la sua vita, nonostante tutto. Già, nonostante sua figlia sia fuggita dal quartiere come se ci fosse stata un'epidemia dalla quale scappare, nonostante la morte abbia deciso di portarle via il marito prematuramente, nonostante debba fare i conti con i soldi e abbia dovuto cercare un lavoro - quello di badante - che chiede molto e paga non così tanto, nonostante il panettone artigianale fatto con lievito madre e canditi che sua figlia le porta per le feste, quasi a sottolineare che Lei Può, glielo porta dalla Precollina Torinese, quella abitata dalla gente con i soldi, quella parte che non si mischia e non ne vuole sapere. Ecco, nonostante tutto Matilde vive la sua vita, fatta di quotidianità, sogni nascosti nell'ultimo cassetto del mobile comprato a rate da Aiazzone, e sospiri, tanti sospiri, che vogliono dire tutto o niente.
Anche questa volta ho capito di avere tra le mani un libro super dopo poche pagine, questo volume mi ha catapultata nelle strade della "mia" città e mi ha fatto respirare l'aria di periferia dove è cresciuta mia madre, descritta così bene dalla Cereda.
Questo è un libro che raccoglie le vite di molte persone, oltre a quella della signora Mezzalama si intende, e racchiude la metà di loro che un po' tutti tendiamo a nascondere al prossimo. Le persone ci vedono per quello che noi gli diamo e ci giudicano per le quello che facciamo, ma non sanno cosa si nasconda dietro al nostro sorriso, che tanto cerchiamo di ostentare per non far vedere lo sconforto che di tanto in tanto prende il sopravvento.
Questo è un libro fatto di vita, costruito sui rapporti, ma non quelli belli e studiati a tavolino, al contrario rapporti umani complicati, fatti di omissioni, cose non dette ma pensate, sensazioni, stati d'animo e perplessità. Un libro fatto di sogni che non è detto che alla fine qualcuno non si avveri, pagine piene di personaggi unici eppure così simili a qualcuno che alla fine conosciamo anche noi.
Un libro che vi farà porre delle domande sulla vostra vita, vi farà riflettere circa le cose che contano, sui rapporti, sulla sincerità, sui desideri e sui propri errori.
Per tutto il libro ho amato Matilde e il suo andare avanti come un treno, incurante della schiena dolorante a causa del troppo peso da portare, sia fisico che metaforico. Ho detestato Emanuela, dal primo incontro e non ho voluto darle una possibilità. Ho comunque fatto male, ho guardato quello che voleva mostrarmi, ma non ho fatto alcuno sforzo per comprenderla (e continuo a non farlo, ma con consapevolezza).
Paola Cereda ha la grande capacità di scrivere con apparente ironia e leggerezza di argomenti profondi e riesce a comunicare con il lettore talmente bene da creare un rapporto, come se lei si sentisse vicina, ascoltasse le persone, trascrivesse le esperienze altrui. Non è facile essere dei buoni ascoltatori.
Io forse sarò di parte, perché questo libro racchiude posti che conosco, rumori, odori, architettura nota, insomma avete presente quando qualcuno vi parla di un posto e voi quel luogo lo conoscete bene e allora vi sentite confortati, vi gonfiate un pochino perché siete sul pezzo? Ecco, io conosco il quartiere, per davvero, e mi sono acclimatata così bene che ormai sono convinta di essere in confidenza con Matilde, Emanuela, l'Ingegnere, Laura, Dora e pure il Lazzi con le sue scurrilità. E sapete cosa spero? Che da qualunque posto veniate voi possiate sentire Barriera come casa vostra, anche solo per qualche giorno, il tempo di leggere il libro.
"Chi non ha qualcosa da nascondere, ha almeno una verità da raccontare."
L'unico romanzo che mi manca di un'autrice splendida.
RispondiEliminaSpero di recuperarlo prestissimo!
Michele è bellissimo. Io non ho letto gli altri, ma ovviamente adesso non posso tirarmi indietro!
EliminaUn libro che come sai mi ha conquistato da subito. Bravissima Paola! Ora non ti resta che fare la conoscenza con il balleroba di liscio! ;)
RispondiEliminaBallerino... Ma al t9 non piace!
EliminaSister, ne abbiamo parlato e sono felice che sia piaciuto così tanto ad entrambe. Ora il ballerino, certo, chi scappa più.
Eliminache belle parole, si sente quanto ti sia piaciuto
RispondiEliminaGrazie Chiara, che bella cosa che mi hai scritto :-)
EliminaNon conosco nè il libro mè l'autrice ma sembra davvero interessante !
RispondiEliminaSi, molto davvero. È arrivata sesta al premio strega quest’anno. La abbiamo presentata a Libri al Leu, la manifestazione che organizziamo qui dove abito io. Leggila se ne avrai l’opportunità. Buon fine settimana anche a te
EliminaUn saluto, buon pomeriggio, migliore fine settimana in arrivo ed ottima estate
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