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Blog Tour - Il gusto di Uccidere di H. Lindberg - Si mangia o si posta #5

sabato, febbraio 02, 2019 Baba Desperate Bookswife 0 Comments


Buongiorno lettori, come state? Siamo giunti alla quinta tappa di questo Blog Tour dedicato al secondo capitolo che vede come protagonista la giornalista Solveig Berg. L'autrice si chiama Hanna Lindberg e la casa editrice Longanesi ha dato l'ok a Noemi del blog RedKedi per procedere con questi approfondimenti.

Ricapitoliamo le tappe:
TAPPA 1 - Recensione di Stockholm Confidential - 28 gennaio - Libri e sognalibri
TAPPA 2 - Recensione di Il gusto di uccidere - 30 gennaio - RedKedi
TAPPA 3 - Focus di Solveig Berg - 31 gennaio - Un libro per amico
TAPPA 4 - Chi è Lennie Lee - 1 febbraio - Il salotto del gatto libraio
TAPPA 5 - Cibo: Si Mangia o si Posta? - 2 febbraio - Desperate Bookswife
TAPPA 6 - Cinque ingredienti per leggere il libro - 3 febbraio - Il colore dei libri
TAPPA 7 - Intervista all'autrice - 4 febbraio - Devilishly Stylish

"Quando sono diventato responsabile del Cuoco d'Oro, e come dicevo è passata una decina d'anni, nessuno all'epoca voleva fare lo chef, era un lavoro sporco, un lavoro pesante da basso salario. Oggi non è più così, la professione gode di uno status completamente diverso. Gli chef sono delle rockstar. Il ristorante è il palco, il cibo la loro arte. Ma i veri vincitori sono le persone comuni, perchè le cene al ristorante si sono trasformate in una festa..."

Come ormai avrete capito, in questo libro c'è un assassino e di conseguenza almeno un cadavere ma...l'ambientazione è un po' particolare, infatti la Linberg ha preso la decisione di catapultare il lettore all'interno di un modo che adesso va molto di moda: quello dell'alta cucina. Fin dalle prime pagine del romanzo il lettore incontrerà Solveig Berg all'interno dello Stockholm Grotesque, ristorante alla moda che ospiterà il ricevimento per la proclamazione del "Cuoco d'Oro".
Ancora una volta gli Chef si ritagliano un ruolo importante e non solo in cucina. La frase che ho riportato poche righe sopra, pronunciata dall'organizzatore responsabile dell'evento, è molto attuale anche in Italia. Fino a non molto tempo fa chi lavorava in cucina non faceva grossa pubblicità al proprio impiego, era un lavoro come un altro, indubbiamente artistico e sentito, ma non particolarmente ben pagato e non c'era nessuna ambizione di successo  (se non quella di lavorare in  una cucina di un ristorante migliore e comunque rimanendo sempre nell'ambito culinario). Oggi i Cuochi non solo svolgono un lavoro ambito (non per questo meno faticoso), ma se fortunati possono diventare delle vere e proprie star. 
Ma parliamoci chiaro, una decina d'anni fa a quale donna sarebbe venuto in mente di farsi fotografare insieme a Cannavacciuolo?
Fonte: La Repubblica.it
Invece oggi gli Chef si mettono in mostra, sfoggiano pose "Rambo Style" ammiccando provocatoriamente e forse volendo far intendere: "la mia arma è il coltello baby..." e così diventano dei Sex Symbol, inutile che vi faccia l'esempio del tanto conosciuto e amato Gordon e del meno famoso ma indubbiamente affascinante Cristiano Bonolo.
Fonte: Reporter Gourmet
Fonte: Vanity Fair
 Il punto è: coloro che trascorrevano le loro giornate dietro ai fornelli sono cambiati, preparano sempre piatti deliziosi e studiano ogni abbinamento ancora inesplorato ma...fanno anche molto altro. Scrivono articoli sui giornali, aprono dei blog, girano video su YouTube, appaiono sulle copertine di riviste famose e alla moda, cantano, girano programmi televisivi, viaggiano, scrivono libri, fanno i modelli. Ma non solo. Le donne li desiderano! 
E allora io penso: ma se ad esempio uno sportivo inizia ad entrare nel mondo dello spettacolo, diventa testimonial di marchi famosi, partecipa ai talkshow e dopo poco la sua carriera agonistica inizia a risentirne perchè tutto quel tempo prezioso viene  tolto all'allenamento, non sarà così anche per chi sta dietro ai fornelli? No... giusto, ci sono i Sous-Chef mentre Valentino Rossi non può mandare il suo sosia. 
Io, prima di conoscere mio marito, mi sedevo a tavola perchè dovevo, insomma mi nutrivo per sopravvivere. Certo, non ho mai disdegnato un cucchiaio o due di Nutella e ho sempre amato la buona pizza, ma non ho mai provato un particolare "godimento" per il buon cibo. Poi ho incontrato lui, il Signor Cravero, che discende da una famiglia di ristoratori e lì non ho avuto scelta. Capiamoci, continuo a rimanere della mia idea e a differenza di Ezio non uso il termine "orgasmico" per definire una portata, però inizio ad apprezzare il lavoro che si nasconde dietro, lo studio, la ricerca e la passione. Io tra cucinare - mangiare o postare...scelgo l'ultima! Leggo, rifletto e scrivo. In cucina sono riuscita a mettere fuori uso addirittura il Bimby (Daniela ha testimoniato con un video), per quanto riguarda il mangiare...io non digerisco quasi niente, sono prevalentemente vegetariana (ma anche qui non approfondiamo l'argomento) e al resto sono intollerante. Non c'è bisogno di commentare vero? Ma a mia discolpa posso dirvi che amo i Dolci e mi diverto sia a cucinarli che ovviamente e mangiarli e finchè non mi verrà il diabete non mi negherò questo lusso!
Ancora una volta però ho divagato, ci leggiamo domani su "Il colore dei libri" per parlare degli ingredienti che servono per leggere un buon libro! 

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