Corbaccio,
Recensione: "La carovana del sale" di Elena Dak
Carissimi come state? Non mi lamento, finalmente è giunta la mia amata primavera e io non potrei chiedere di meglio. Purtroppo però oggi devo scrivervi una recensione deludente, un libro che pensavo mi facesse innamorare, invece mi ha lasciata indifferente. Il voto 2 e mezzo, ovvero...indifferenza appunto. Non è brutto, ma nemmeno bello. Pazienza...non posso mica sperare di leggere tutti capolavori no?
Titolo: La carovana del sale
Autore: Elena Dak
Casa Editrice: Corbaccio
Pagine: 160
Prezzo: 18,60€
Genere: Diario di Viaggio
Pubblicazione: 2014
Sinossi: Sito Corbaccio
Autore: Elena Dak
Casa Editrice: Corbaccio
Pagine: 160
Prezzo: 18,60€
Genere: Diario di Viaggio
Pubblicazione: 2014
Sinossi: Sito Corbaccio
L'autrice: Elena Dak (Venezia 1970) è una programmatrice e accompagnatrice per l'operatore turistico Kel12. Dopo numerosi viaggi in Medio Oriente ha deciso di laurearsi in Conservazione dei Beni Culturali con Indirizzo Antropologico.
VOTO:
COMMENTO:
Ci sono libri che ti entrano dentro, ti trafiggono e ti lasciano senza fiato per giorni e giorni. Ci sono storie che , nonostante siano state accantonate per un altro romanzo, non ne vogliono sapere di dissolversi.
Amo viaggiare, è una delle mie più grandi passioni, e amo l'Africa. Una volta, durante una vacanza in Egitto, sono stata un paio di giorni nel deserto, con i piedi affondati nella sabbia rovente e il viso esposto al sole. Ho rimirato le dune sabbiose e ho riempito le narici d'aria pesante e polverosa per non dimenticare. Tutto questo per dirvi che la mia lettura non è stata scelta a caso, l'argomento mi interessa parecchio.
Ovviamente sono partita con la consapevolezza che "La carovana del sale" non è un romanzo, ma un diario, un racconto di un'esperienza magnifica che questa donna ha potuto fare. Un sogno che si è avverato. Un diario non può essere avvincente come un romanzo, però potrebbe essere coinvolgente.
Non so spiegare bene cosa mi aspettassi, però sicuramente speravo in un coinvolgimento maggiore.
Posso affermare che l'autrice scrive benissimo, il suo stile è eccellente: delicato, dettagliato, intimo, sembra quasi di leggere i sui pensieri più privati, nascosti all'interno della sua mente e scovati per caso. E' la parte migliore di tutto il libro. Credo però che la penna dell'autore non basti, alcune emozioni devono pur trasparire, e purtroppo nel mio caso, questo non è avvenuto.
Leggere un diario di viaggio dovrebbe portare a due risultati ben distinti: primo, il lettore viene rapito dall'avventura, quindi non vede l'ora di intraprendere un percorso analogo, perchè affascinato dagli eventi e dalle descrizioni, si immedesima talmente tanto nell'autore, che decide di programmare, prima o poi, una simile avventura; secondo, l'esatto opposto, proprio grazie all'esperienza dell'autrice, il lettore si rende conto di aver sbagliato a valutare quell'ipotesi e decide su due piedi che forse, affrontare una viaggio con una carovana nel deserto, non rientra più nelle sue priorità.
Io purtroppo non sono arrivata a nessuna delle due conclusioni, non mi sono innamorata del viaggio, ma nemmeno ho pensato che non facesse per me. Dalle parole dell'autrice traspare l'amore e il senso di appartenenza che ha provato, la malaria, l'episodio di nascita/morte, però tutto...non so nemmeno come descriverlo, troppo intimo. Mi è mancato il "graffio" , quella voglia di non vedere l'ora di scoprire quali sensazioni ha suscitato questa pazza vacanza. In alcuni momenti è stato addirittura monotono, per carità, mi rendo conto che camminare nel deserto tutto il giorno alla velocità di 4 km orari e avere a che fare con persone che parlano una lingua diversa non sia come viaggiare a 300 all'ora su di una Ferrari impazzita, però sono certa che qualche cosa in più si sarebbe potuto fare.
Cosa ho apprezzato maggiormente:
- Lo stile, senza dubbio l'autrice ha un'ottima padronanza della lingua italiana ed è in grado di descrivere molto bene situazioni ed emozioni.
Cosa mi è piaciuto meno:
- ho aperto avidamente il libro pensando di tuffarmi in un'avventura emozionante, invece l'emozione l'ho provata grazie alla mia immaginazione.
Alla prossima, with love...
Salvia
Vedo che sei innamorata dell'Africa, ti consiglio la mia ultima lettura L'albero velenoso della fede di Barbara Kingsolver. L'ho appena recensito e mi è piaciuto tantissimo!
RispondiEliminabaci
Uhhh si, io amo l'Africa. Spero sempre di poterci tornare al più presto, anche se so che per il momento non è fattibile. Vado subito a dare uno sguardo alla tua recensione, grazie per il consiglio!!!
EliminaPeccato per questa delusione, io non sono una cultrice dei libri di viaggio, ma prima o poi vorrei leggere qualcosa di Terzani sui suoi trascorsi in Asia.
RispondiEliminaP.S. Anche io ti ho assegnato il Liebster Awards 2015 (http://libraiainsoffitta.blogspot.it/2015/03/liebster-award-2015_23.html), non mi ero accorta che avevi già fatto un post al riguardo, ma non importa vuol dire che il tuo blog è già molto quotato!
Ciao Beth!! Ti dirò, sai che questo è il primo diario di viaggio che leggo? Però ero davvero incuriosita dalla trama e dal viaggio. Peccato, perchè lo stile dell'autrice è davvero molto buono.
EliminaDavverooooooo ma grazie mille!!!!!! Sei davvero gentile ad aver pensato a me!! Grazie, grazie grazie!!! A presto e ti ringrazio moltissimo per essere passata. Un abbraccio
Ciao, ti capisco è brutto quando si rimane delusi, in genere sempre, ma quando sono i libri (che considero degli amici) ancora peggio.
RispondiEliminaPurtroppo è capitato anche a me, ma facendomi un esami di coscienza posso forse considerare che quando apro un libro con troppe aspettative e più facile la delusione... e soprattutto se non è un genere che leggo solitamente.
Io ho una fervida immaginazione e quindi mi annoiano i libri troppo descrittivi... mi basta un accenno e già mi immagino luoghi e personaggi... quindi, a volte, è un mio problema :P
Comunque hai tutta la mia comprensione ^^
Ciao Sara, innanzi tutto voglio dirti che è un piacere averti qui! Non posso lamentarmi eh...per fortuna i libri-delusione, fido ad ora sono stati pochini, quindi...ci sta!! Io, ti dirò, dipende dalle descrizioni, ad esempio le descrizioni di Joanne Harris mi piacciono da morire, probabilmente il suo modo di scrivere è affine al mio gusto di lettrice. Ti abbraccio a presto
Eliminadelusione :/ i diari sono un genere particolare, essendo un'esperienza autobiografica tutto sta nel riuscire a trasmettere al lettore le emozioni provate, e quanto pare questa autrice non ci è riuscita...
RispondiEliminaSi...un po'. Però pazienza, sono comunque contenta di averlo letto, è stata un'esperienza, mi sono imbattuta in un genere diverso, mi aspettavo di più...ma pace. In questo momento, leggendo Shantaram, non mi posso lamentare!! Qualche delusione ci sta!!! Un bacione per te
EliminaChe brutto quando si parte con una bella dose di energia posiitva a leggere un libro e poi si finisce col restare delusi, capita anche a me purtroppo ma alla fine l'importante è leggere e trarre qualche piccolo vantaggio anche dalle letture che non restano dentro.
RispondiEliminaBello il tuo modo di descrivere il perchè non ti è piaciuto un libro, anche questo è un ottimo consiglio