#Recensione,
Recensione - So che un giorno tornerai di Luca Bianchini
Il libro
So che un giorno tornerai di Luca Bianchini
Editore: Mondadori| Pagine: 264| Pubblicazione:10/ 2018 | Prezzo 18,00€| Trama Qui
Genere: narrativa
Notizie sull'autore
Luca Bianchini è nato a Torino nel 1970 e ama scrivere in cucina. Con Mondadori ha pubblicato i romanzi Instant love(2003), Ti seguo ogni notte (2004), la biografia di Eros Ramazzotti, Eros - Lo giuro (2005), Se domani farà bel tempo(2007), Siamo solo amici (2011), Io che amo solo te e La cena di Natale di Io che amo solo te (2013) - da cui sono stati tratti due film di grande successo -, Dimmi che credi al destino (2015) e Nessuno come noi (2017), in uscita sul grande schermo, So che un giorno tornerai in libreria da ottobre 2016 e So che un giorno tornerai, ottobre 2018
Recensione
e 1/2Recensione
Angela Pipan, una delle più belle mule triestine degli anni sessanta, anima inquieta dal corpo favoloso ma dal carattere incerto, a soli vent'anni mette al mondo Emma, che avrebbe voluto chiamare Giorgio, perchè fosse nato un maschio il jeansinaro calabrese Pasquale gli avrebbe dato un cognome, ma il padre della sventurata neonata è sposato e di lasciare la moglie per una femmina proprio non ci pensa. Emma cresce a casa Pipan, circondata dalle attenzioni di numerosi zii, dei pazienti e amorevoli nonni, senza un padre e senza il calore materno. Angela un giorno parte per Bassano per un fine settimana, che diventano due, che si trasformano in un mese che si muta in "non me la sento proprio di tornare".
Ad Emma l'amore e le attenzioni non mancano, ma il suo cervello elabora qualche informazione ricevuta forse per sbaglio e vuole a tutti i costi trasformarsi in un maschio, perchè se avesse il pisello sua madre tornerebbe a riprenderla e amerebbe la creatura messa al mondo anni prima.
Quando l'Ufficio Stampa Mondadori mi comunica che sta per uscire Bianchini non ho nessun dubbio, devo leggerlo subito. Così gentilmente Anna mi invia un file pdf e io mi immergo in un'altra epoca, quella di cui ho tanto sentito parlare dai miei genitori, che mi raccontavano dei meravigliosi tempi in cui si ballava il rock'n roll nelle sale da ballo, quando sulla Cinquecento ci si andava in vacanza in quattro e la Giulietta Spider era da fighi.
Dopo cinquanta pagine sono andata a trovare la mia libraia e ne ho comprata una copia cartacea, semplicemente perchè non poteva mancare.
Non voglio dilungarmi sulla trama, perchè è articolata ed è giusto che la scopriate poco alla volta (anche se non riuscirete a chiudere il libro con facilità), ma vorrei approfondire le emozioni che questa lettura mi ha suscitato.
Indipendentemente che questo romanzo sia tratto da una storia vera (forse l'unico dettaglio ad aver destato qualche paura in me, visto che dimmi che credi al destino mi deluse molto), io mi sono immedesimata in Angela, ragazza forse egoista, forse indecisa, ma indiscutibilmente infelice. Ho cercato di comprendere il suo rifiuto verso la maternità e anche se non ci sono riuscita ho vissuto dentro al suo bellissimo corpo e ho provato la sua irrequietezza sulla mia pelle. Ho pianto, perchè come madre di Emma ho fallito, ma sarei riuscita a riscattarmi?
Poi ho indossato i vestitini della piccola Emma, ho pianto nuovamente perchè mi sono sentita una figlia indesiderata e sono riuscita a sentire il peso della solitudine dentro ad una cucina abitata da almeno otto persone. Mi si è strappato il cuore in tanti pezzettini sentendomi amata ed educata da chi avrebbe solo dovuto viziarmi e portarmi al cinematografo la domenica. Ho sentito la rabbia crescermi dentro e vissuto ogni matrimonio degli zii come un ulteriore abbandono. Avrei trovato il calore che mi mancava? Sarei riuscita a costruire un futuro anche senza fondamenta?
Poi sono andata in cucina, ho infilato un grembiule e ho iniziato a cucinare i piatti preferiti dei miei figli, con il cuore gonfio di delusione nei confronti di una figlia che ha abbandonato una famiglia unita e amorevole, dimenticando un fagottino così piccolo dal peso emotivo insostenibile. L'ho cresciuta quella bambina, come meglio potevo per colmare il vuoto lasciato da una figlia scellerata ma che non riuscivo ad non amare e a non perdonare ogni volta che senza troppa pena varcava per qualche ora la soglia. Mi sono sentita stanca, ma al tempo stesso felice, perchè i Pipan trovano sempre un motivo per gioire.
Avete visto quanto sia riuscita ad entrare nella storia? Ho scritto addirittura mezza recensione in prima persona.
Bianchini riesce nuovamente a donarmi delle ore indimenticabili, creando dei personaggi unici e scoppiettanti - quelli maschili sono sempre pirotecnici e pieni di sorprese - e li inserisce in un contesto sempre diverso ma credibile. Trieste è la nuova città protagonista, affiancata da dalle tinte acquerello di Bassano e la sua precisione per i dettagli è sempre piacevole quanto sorprendente.
Un romanzo sulla ricerca delle proprie origini, sull'amore dato in maniera non canonica, sulla necessità di sentirsi parte di qualcosa, sulla fuga da se stessi e sull'amore nostalgico, che a volte può rovinare il presente invece di generare sorrisi sognanti. Una storia da leggere, perché Bianchini commuove, intrattiene, fa sorridere, ma sopratutto scrive storie restano nel cuore proprio grazie ai suoi personaggi altamente imperfetti e così dannatamente reali.
Ad Emma l'amore e le attenzioni non mancano, ma il suo cervello elabora qualche informazione ricevuta forse per sbaglio e vuole a tutti i costi trasformarsi in un maschio, perchè se avesse il pisello sua madre tornerebbe a riprenderla e amerebbe la creatura messa al mondo anni prima.
Quando l'Ufficio Stampa Mondadori mi comunica che sta per uscire Bianchini non ho nessun dubbio, devo leggerlo subito. Così gentilmente Anna mi invia un file pdf e io mi immergo in un'altra epoca, quella di cui ho tanto sentito parlare dai miei genitori, che mi raccontavano dei meravigliosi tempi in cui si ballava il rock'n roll nelle sale da ballo, quando sulla Cinquecento ci si andava in vacanza in quattro e la Giulietta Spider era da fighi.
Dopo cinquanta pagine sono andata a trovare la mia libraia e ne ho comprata una copia cartacea, semplicemente perchè non poteva mancare.
Non voglio dilungarmi sulla trama, perchè è articolata ed è giusto che la scopriate poco alla volta (anche se non riuscirete a chiudere il libro con facilità), ma vorrei approfondire le emozioni che questa lettura mi ha suscitato.
Indipendentemente che questo romanzo sia tratto da una storia vera (forse l'unico dettaglio ad aver destato qualche paura in me, visto che dimmi che credi al destino mi deluse molto), io mi sono immedesimata in Angela, ragazza forse egoista, forse indecisa, ma indiscutibilmente infelice. Ho cercato di comprendere il suo rifiuto verso la maternità e anche se non ci sono riuscita ho vissuto dentro al suo bellissimo corpo e ho provato la sua irrequietezza sulla mia pelle. Ho pianto, perchè come madre di Emma ho fallito, ma sarei riuscita a riscattarmi?
Poi ho indossato i vestitini della piccola Emma, ho pianto nuovamente perchè mi sono sentita una figlia indesiderata e sono riuscita a sentire il peso della solitudine dentro ad una cucina abitata da almeno otto persone. Mi si è strappato il cuore in tanti pezzettini sentendomi amata ed educata da chi avrebbe solo dovuto viziarmi e portarmi al cinematografo la domenica. Ho sentito la rabbia crescermi dentro e vissuto ogni matrimonio degli zii come un ulteriore abbandono. Avrei trovato il calore che mi mancava? Sarei riuscita a costruire un futuro anche senza fondamenta?
Poi sono andata in cucina, ho infilato un grembiule e ho iniziato a cucinare i piatti preferiti dei miei figli, con il cuore gonfio di delusione nei confronti di una figlia che ha abbandonato una famiglia unita e amorevole, dimenticando un fagottino così piccolo dal peso emotivo insostenibile. L'ho cresciuta quella bambina, come meglio potevo per colmare il vuoto lasciato da una figlia scellerata ma che non riuscivo ad non amare e a non perdonare ogni volta che senza troppa pena varcava per qualche ora la soglia. Mi sono sentita stanca, ma al tempo stesso felice, perchè i Pipan trovano sempre un motivo per gioire.
Avete visto quanto sia riuscita ad entrare nella storia? Ho scritto addirittura mezza recensione in prima persona.
Bianchini riesce nuovamente a donarmi delle ore indimenticabili, creando dei personaggi unici e scoppiettanti - quelli maschili sono sempre pirotecnici e pieni di sorprese - e li inserisce in un contesto sempre diverso ma credibile. Trieste è la nuova città protagonista, affiancata da dalle tinte acquerello di Bassano e la sua precisione per i dettagli è sempre piacevole quanto sorprendente.
Un romanzo sulla ricerca delle proprie origini, sull'amore dato in maniera non canonica, sulla necessità di sentirsi parte di qualcosa, sulla fuga da se stessi e sull'amore nostalgico, che a volte può rovinare il presente invece di generare sorrisi sognanti. Una storia da leggere, perché Bianchini commuove, intrattiene, fa sorridere, ma sopratutto scrive storie restano nel cuore proprio grazie ai suoi personaggi altamente imperfetti e così dannatamente reali.
Romanzo da provare, magari per cambiare idea su un autore che non mi ha mai fatto simpatia, neanche ai tempi di Io che amo solo te. ;)
RispondiEliminaCiao Michele, io mi innamorai di Bianchini grazie a "io che amo solo te". Questo è completamente differente come tipo di storia, anche se certi tratti dei personaggi, sopratutto in Pasquale il jeansinaro, mi fanno capire che l'autore non ha perso il suo stile.
EliminaQuesta storia mi ha fatto male, ma anche bene. Un abbraccio
Lo leggerò sicuramente, amo luca *_*
RispondiEliminaCiao Angela :-) è bellissimo!!
EliminaConcordo su tutto! Per me è stato davvero un piacere ritrovarlo :)
RispondiEliminaSì, bellissima sensazione oserei dire :-) a presto!
EliminaFinalmente comprato. Mi piace Luca è così immensamente vero. Lo leggerò velocemente come tutti gli altri. Grazie mille
RispondiEliminaCiao! Grazie a te per il tuo passaggio da queste parti e buona lettura
EliminaAvevo letto altri libri di Bianchini e non mi erano piaciuti: con questo invece mi ha proprio conquistata!
RispondiElimina