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Recensione - Non volare via di Sara Rattaro
Il libro
Non volare via di Sara Rattaro
Editore: Garzanti| Pagine: 222 | Pubblicazione:2013 | Prezzo: 9,90€| Trama Qui
Genere: narrativa italiana
Notizie sull'autrice
Sara Rattaro è nata a Genova. Laureata in Biologia e in Scienze della Comunicazione, ha lavorato come informatore farmaceutico prima di dedicarsi completamente alla sua grande passione, la scrittura. È già autrice di cinque romanzi, accolti con grande successo da librai, lettori e critica, e tradotti in nove lingue: Sulla sedia sbagliata, Un uso qualunque di te, Non volare via(Premio Città di Rieti 2014), Niente è come te (Premio Bancarella 2015), Splendi più che puoi(Premio Rapallo Carige 2016).
Recensione
Recensione
Alberto è uno dei protagonisti e anche l'Io narrante di questa storia, che è la sua, ma non solo. E' un uomo sui quarantacinque anni, sposato da molti con Sandra, donna di bell'aspetto, acculturata, sicura, fiera, precisa e sopratutto madre dei loro due figli. Alice, la primogenita, uno splendore di bambina, li ha fatti crescere velocemente. Matteo, il più giovane, li ha fatti diventare adulti: è nato sordo e nonostante lui sia speciale, per i genitori tutto cambia, devono poter sentire anche per lui.
Alberto, oltre a dover affrontare i cambiamenti legati al problema di suo figlio, ha una questione irrisolta, un amore adolescenziale mai concluso, una passione che gli ha sconvolto gli anni della giovinezza che oggi torna a bussare alla sua porta, proprio in un momento difficile, dopo anni di rinunce, di programmazioni meticolose, di quotidianità ripetute, sempre uguali, per dare la possibilità a Matteo di sentirsi stabile proprio grazie alle abitudini. Alberto ha tutto: due figli amorevoli, Alice è responsabile e buona, disponibile nonostante l'età critica di quasi tutti i liceali, Matteo è il bambino più buono e affettuoso del mondo; ha una moglie che è stata pronta a sacrificare tutto per la sua famiglia non appena ce n'è stato bisogno, personaggio granitico e colonna portante della famiglia Mainardi. Ma a lui non basta, quindi fugge quasi abilmente dalle sue responsabilità.
Ho letto questo romanzo perchè ancora mi mancava e come ben sapete Sara Rattaro ha scritto "Andiamo a vedere il giorno", in uscita il 6 novembre, che ha dedicato interamente ad Alice Mainardi. Ma torniamo a noi, perchè le emozioni che questo romanzo mi ha provocato sono molteplici.
Prima di tutto FELICITA': ho avuto l'opportunità di conoscere Matteo, l'ho visto crescere e fare progressi, amato, coccolato, protetto da una famiglia apparentemente invidiabile. Felice di aver camminato al suo fianco e di aver cenato insieme a lui alle 20:00 precise seduta al tavolo della cucina.
TRISTEZZA: il passato irrisolto di Alberto ha cambiato il mio umore, ho percepito una lacerazione nella sua anima e niente mi è sembrato al posto giusto. una persona fortunata, ma comunque non completa.
RABBIA: perchè ci sono delle persone che in fondo sono tremendamente egoiste e non sopporto più sentir pronunciare frasi del tipo "va beh, ma con quello che ha passato, bisogna capire...", mi dispiace, ognuno deve prendersi delle responsabilità e non fare ciò che gli pare, andare, venire, giocare con le vite altrui. Non vi svelerò chi, ma all'interno di questo romanzo c'è una persona che proprio mi sta sul groppone.
INCREDULITA': mi sono chiesta come queste persone siano arrivate a quel tipo di epilogo dopo aver letto la loro storia.
In questo momento sto camminando su di un filo teso, sospeso per aria, avrei tante cose da raccontarvi ma non posso svelarne nemmeno una, non posso raccontarvi quello che ho sentito perchè rovinerei parte della storia, ma posso dirvi che lo stile di Sara penetra, non lascia scampo e come sempre fino ad ora mi sono trovata a leggere per necessità. L'autrice non fa sconti e mette nero su bianco la vita vera, quella imperfetta, fatta di difficoltà, di scelte coraggiose, altre meno, di amori puri e di altri nati per esigenza, di sbagli, di problemi e di soluzioni. I romanzi della Rattaro non servono come svago, ma sono spunto di riflessione. Per quanto "un uso qualunque di te" rimanga il mio preferito, anche questa storia mi ha insegnato qualcosa e per l'ennesima volta (con lei è diventata routine) ho messo in discussione il mio punto di vista e ho provato a mettermi nei panni di un'altra persona. In questo caso però non sono riuscita a modificare il mio pensiero iniziale, certe scelte sono state dure da mandare giù, ma sono punti di vista e a volte le scelte più discutibili si rivelano le migliori.
Ho imparato l'importanza dell'amore, di quello imperfetto, di quello che viene fuori a lungo termine e ancora una volta ho imparato a gestire le emozioni quando mi si parano davanti delle possibilità indigeste.
Vi aspetto giovedì, con la tappa del Blog Tour dedicato a "Andiamo a vedere il giorno.
Alberto, oltre a dover affrontare i cambiamenti legati al problema di suo figlio, ha una questione irrisolta, un amore adolescenziale mai concluso, una passione che gli ha sconvolto gli anni della giovinezza che oggi torna a bussare alla sua porta, proprio in un momento difficile, dopo anni di rinunce, di programmazioni meticolose, di quotidianità ripetute, sempre uguali, per dare la possibilità a Matteo di sentirsi stabile proprio grazie alle abitudini. Alberto ha tutto: due figli amorevoli, Alice è responsabile e buona, disponibile nonostante l'età critica di quasi tutti i liceali, Matteo è il bambino più buono e affettuoso del mondo; ha una moglie che è stata pronta a sacrificare tutto per la sua famiglia non appena ce n'è stato bisogno, personaggio granitico e colonna portante della famiglia Mainardi. Ma a lui non basta, quindi fugge quasi abilmente dalle sue responsabilità.
Ho letto questo romanzo perchè ancora mi mancava e come ben sapete Sara Rattaro ha scritto "Andiamo a vedere il giorno", in uscita il 6 novembre, che ha dedicato interamente ad Alice Mainardi. Ma torniamo a noi, perchè le emozioni che questo romanzo mi ha provocato sono molteplici.
Prima di tutto FELICITA': ho avuto l'opportunità di conoscere Matteo, l'ho visto crescere e fare progressi, amato, coccolato, protetto da una famiglia apparentemente invidiabile. Felice di aver camminato al suo fianco e di aver cenato insieme a lui alle 20:00 precise seduta al tavolo della cucina.
TRISTEZZA: il passato irrisolto di Alberto ha cambiato il mio umore, ho percepito una lacerazione nella sua anima e niente mi è sembrato al posto giusto. una persona fortunata, ma comunque non completa.
RABBIA: perchè ci sono delle persone che in fondo sono tremendamente egoiste e non sopporto più sentir pronunciare frasi del tipo "va beh, ma con quello che ha passato, bisogna capire...", mi dispiace, ognuno deve prendersi delle responsabilità e non fare ciò che gli pare, andare, venire, giocare con le vite altrui. Non vi svelerò chi, ma all'interno di questo romanzo c'è una persona che proprio mi sta sul groppone.
INCREDULITA': mi sono chiesta come queste persone siano arrivate a quel tipo di epilogo dopo aver letto la loro storia.
In questo momento sto camminando su di un filo teso, sospeso per aria, avrei tante cose da raccontarvi ma non posso svelarne nemmeno una, non posso raccontarvi quello che ho sentito perchè rovinerei parte della storia, ma posso dirvi che lo stile di Sara penetra, non lascia scampo e come sempre fino ad ora mi sono trovata a leggere per necessità. L'autrice non fa sconti e mette nero su bianco la vita vera, quella imperfetta, fatta di difficoltà, di scelte coraggiose, altre meno, di amori puri e di altri nati per esigenza, di sbagli, di problemi e di soluzioni. I romanzi della Rattaro non servono come svago, ma sono spunto di riflessione. Per quanto "un uso qualunque di te" rimanga il mio preferito, anche questa storia mi ha insegnato qualcosa e per l'ennesima volta (con lei è diventata routine) ho messo in discussione il mio punto di vista e ho provato a mettermi nei panni di un'altra persona. In questo caso però non sono riuscita a modificare il mio pensiero iniziale, certe scelte sono state dure da mandare giù, ma sono punti di vista e a volte le scelte più discutibili si rivelano le migliori.
Ho imparato l'importanza dell'amore, di quello imperfetto, di quello che viene fuori a lungo termine e ancora una volta ho imparato a gestire le emozioni quando mi si parano davanti delle possibilità indigeste.
Vi aspetto giovedì, con la tappa del Blog Tour dedicato a "Andiamo a vedere il giorno.
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