Cinque blogger per un autore #2 - Jody Picoult - un nuovo battito
Per Shay Bourne, il primo condannato a morte nel New Hampshire da sessantanove anni a questa parte, è iniziato il conto alla rovescia. Il mondo non gli ha dato niente, e lui non ha niente da offrire al mondo. Eppure, in un solo momento, accade qualcosa che cambia tutto. Ora ha un'ultima occasione di salvezza: la possibilità di compiere un gesto che potrebbe riscattare tutta la sua esistenza, riparando forse al male che ha compiuto dodici anni prima... Padre Michael, da giovane, ha fatto una scelta che lo ha condotto a dedicare il resto della sua esistenza a Dio. Ma quando si trova faccia a faccia con Shay, è costretto a mettere in discussione tutto quello che gli hanno insegnato sulla religione, sul bene e il male, sul perdono. E su se stesso. È possibile che ci sia molto da imparare da un condannato a morte? Maggie Bloom, avvocato, è in prima linea nella difesa dei diritti umani, ed è pronta a combattere perché Shay possa esaudire il suo ultimo desiderio, anche se questo significherà affrontare una lunga battaglia in tribunale, e il rischio di svelare segreti che forse è meglio rimangano tali per sempre...
Non saprei come iniziare questo post: ho aperto il libro senza particolari aspettative, direi che è evidente che in questo periodo le mie letture sono ridotte all'osso sia per mancanza di tempo sia per mancanza di volontà . Come ho scritto all'interno di un post su Instagram non ho voglia. In generale non ho voglia di nulla: tutto è difficile e l'apatia mi ha sorpresa. Dopo poche pagine di "un nuovo battito" ho sentito un profumo familiare, la splendida scrittura dell'autrice che ho amato follemente grazie a "La custode di mia sorella" ha mascherato una trama conosciuta. Io non ho ancora letto il famosissimo romanzo di King "Il miglio verde" ma ho visto il film ripetute volte. Adesso non iniziate a dire che non è la stessa cosa, lo so bene anche io...ma insomma la trama è analoga e me ne sono accorta anche io che appunto il libro non l'ho letto. Inizialmente la faccenda non mi turbata più di quel tanto ma ad un certo punto, quando il detenuto condannato a morte per l'assassinio di una bambina e di suo padre salva un uccellino proprio come fece John Coffey con il topo Mr Jingles di Delacroix...mi sono cadute entrambe le braccia. Ora io capisco che si possa tranquillamente ambientare e costruire un romanzo all'interno del braccio della morte, credo però ci siano dei limiti da non varcare, sopratutto se ci si scontra con un titano come "Il Re". La Picoult poteva evitare ( a mio avviso) le troppe scopiazzature che invece di rendere il libro interessante lo trasformano in indigesto. Il motivo davvero non mi è chiaro poiché lei è brava, dico sul serio, e la storia è comunque interessante, solo che ahimè passa la frenesia e lo si legge per scoprire quanto avrà ancora preso spunto dall'altro.
Un libro da leggere, se non si conosce King :-)
neanche io ho letto il libro (ma io non amo King), però ho visto il film che ho adorato. La Picoult mi piace e questo grazie alle tue parole mi incuriosisce
RispondiEliminaCiao Chiara, et indubbiamente scritto molto molto bene. Se lo leggerai mi dirai se anche tu noti delle somiglianze...❤️
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