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Keep Calm and Read Nadia #71 - Recensione di L'assassinio di Roger Ackroyd

martedì, settembre 08, 2020 Baba Desperate Bookswife 3 Comments



Buongiorno lettrici e lettori, come state?

Qualche giorno fa, dopo una chiacchierata con Baba, mi sono resa conto di quanti classici della letteratura esistano e di quanti (pochi) io ne abbia letti. Per esempio, restando nella mia comfort zone, prendiamo Agatha Christie: di suo avevo letto soltanto Dieci piccoli indiani. A proposito, sapevate che il titolo originale di questo romanzo era Ten little niggers e che poi è stato cambiato in And then there were none per evitare accuse di razzismo? In Francia si chiama ancora Dix petits négres, mentre noi l’abbiamo tradotto sostituendo una popolazione con un’altra, chissà poi perché!

Fonte Google

Tornando a noi, per cominciare a colmare questa grave lacuna nel mio curriculum di lettrice, e spinta da un’osservazione che fa Bussi nel suo ultimo romanzo (tra l’altro mi ha praticamente spoilerato l’assassino, merci Michel!) ho deciso di leggere (anzi, di ascoltare) L’assassinio di Roger Ackroyd, che sicuramente molti di voi conosceranno, in quanto è ritenuto uno dei capolavori della giallista inglese.

La trama che posso svelarvi si riassume molto in fretta: Roger Ackroyd, l’uomo più ricco nel paese di King’s Abbott, viene trovato morto nel suo studio. La nipote Flora, venuta a conoscenza del fatto che il famoso detective Hercule Poirot si è stabilito nel paese per godersi la meritata pensione, lo prega di investigare. 

La storia è narrata in prima persona dal medico del paese, il dottor Sheppard, che funge anche da assistente di Poirot. I sospetti sono numerosi, in quanto molte sono le persone che gravitavano intorno al morto e che avrebbero interesse nel farlo fuori. Ma come sempre, con logica e arguzia, Poirot svelerà il colpevole. Devo ammettere che, soprattutto all’inizio, avendo scelto l’audiolibro sono dovuta tornare indietro più volte per raccapezzarmi con tutti i personaggi che, come credo in molti dei romanzi della Christie, sono abbastanza numerosi. Una volta preso l’avvio, comunque, sono stata risucchiata dal meccanismo e ho apprezzato come ogni singolo tassello trovasse il proprio posto nella storia. Anche il colpo di scena finale è davvero azzeccato e originale, non solo per l’epoca di scrittura ma anche per i giorni nostri, e sono certa che, se non avessi avuto la pulce nell’orecchio dall’inizio per aver letto Au soleil rédouté, me lo sarei goduto infinitamente di più. A differenza di Dieci piccoli indiani, dove credo sia impossibile per il lettore comprendere chi sia il colpevole a causa della scarsità di indizi forniti, qui è possibile farsi un’idea dell’assassino a partire da una serie di particolari, anche se la ricostruzione risulta comunque complicata e macchinosa. “Per solutori esperti”, direbbe la settimana enigmistica!



Bene ragazzi, per un po’ con il poliziesco ho dato, ho bisogno di una piccola pausa. Per ora vi saluto, e vi aspetto alla prossima recensione!




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3 commenti:

  1. Buongiorno carissima. Io di questa autrice...come sai...ancora niente. Mi vergogno un pochetto e temo che un audiolibro, per questo tipo di libro, non faccia la caso mio. Tu sei stata bravissima e paziente.

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    1. Guarda, anch'io di solito con gli audiolibri litigo un po'. Ma questo aveva anche i suoni, tipo telefono che squilla o porta che cigola, e mi sono appassionata. Come i bambini insomma!

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