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Recensione - Orrore di Pietro Grossi
Il libro
Orrore di Pietro Grossi
Editore: Feltrinelli| Pagine: 144| Pubblicazione: 7 giugno 2018 | Prezzo 14,00€| Trama Qui
Genere: horror
Notizie sull'autore
Pietro Grossi (Firenze, 1978) ha pubblicato con Sellerio la raccolta di racconti Pugni (2006, vincitrice di numerosi premi letterari, tra cui il premio Piero Chiara e il premio Campiello Europa 2010) e i romanzi L’acchito (2007) e Martini (2010). Incanto (Mondadori, 2011) ha vinto il Premio Nazionale Letterario Pisa per la Narrativa 2012. Nel 2015, ancora per Mondadori, è uscita la raccolta L’uomo nell’armadio e altri due racconti che non capisco. Feltrinelli ha pubblicato Il passaggio (2016, vincitore del Premio Procida Isola di Arturo Elsa Morante 2017, sezione mare) e Orrore (2018).
Recensione
Recensione
Ho ricevuto questo romanzo a sorpresa, dalla casa editrice, che ringrazio. Nel mio blog amo sempre cercare e scoprire nuovi (per me) autori italiani, così ho ricevuto ben due romanzi a sorpresa. Ho portato al mare quello scritto da Grossi, poche pagine, un genere che non conosco, quello horror, e tanta voglia di provare ansia, paura, e tutte quelle robe lì.
Purtroppo tutto questo non è accaduto. Ora, devo capire se sono io ad avere aspettative troppo alte, se la Lettrice Disperata non si impaurisce con niente e se l'ansia ormai fa talmente parte di me da non poter essere provocata da una semplice scrittura. Perché io due domande me le pongo sempre. Pietro Grossi ha uno stile decisamente diretto, schietto, rapido. I dialoghi sono privi della consueta punteggiatura e all'inizio questo mi ha colto alla sprovvista perchè dovevo fare molta attenzione a quale personaggio stesse parlando e a non confondere un dialogo con un semplice pensiero. Mi ci sono abituata presto, anche se a me comunque non piace come stile, questa però è un'opinione personale.
La storia è ambientata in un bosco, all'interno del quale, nascosta tra le piante sorge una casa apparentemente abbandonata. Il protagonista, del quale non sappiamo nulla, vuole scoprire qualcosa in più, fa lo scrittore e anche se vive a New York con moglie e figlio piccolo, ha bisogno di uno scossone, di una storia da poter trascrivere, di materiale per il suo romanzo. Dopo essere stato accompagnato dal suo amico Diego, aver forzato l'ingresso e sbirciato all'interno, subito si accorge che qualcosa non torna: la polvere avvolge la dimora, ma parti della casa sembrano abitate, come se qualcuno si fosse preso la briga di pulire solo qualcosa e dimenticarsi del resto. Trovano degli oggetti e delle maschere strane, spaventose e il mistero scatena la curiosità. Lo scrittore perde la testa e decide di fermarsi in Italia per investigare, per scoprire cosa succede in quella casa nel bosco, perchè non sembra nulla di buono.Così, quando uno i guai se li va a cercare...è difficile che ne esca illeso. Ma la trama è solo una scusa, perchè qui si parla di problemi di vita, di disturbi, di personalità, di momenti bui e molto probabilmente questa storia è metaforica.
Cosa posso dire? Posso elencarvi i motivi per i quali ho terminato il libro e quelli per i quali lo avrei chiuso e sarei passata oltre.
L'HO PORTATO A TERMINE PERCHE':
- Grossi ha uno stile scorrevole, superata la difficoltà causata dalla mancata segnalazione dei dialoghi l'ho comunque letto.
- E' breve, quindi anche se alla fine non mi fosse piaciuta la storia non avrei impiegato moltissimo tempo per terminarlo.
- Volevo sapere dove tutto questo mi avrebbe portata, in qualche modo ho subito il fascino negativo di quel luogo.
- Il protagonista scrive questo libro al figlio, quindi forse la sua storia l'ha trovata in fin dei conti. Mi piacciono i libri che si rivolgono direttamente a qualcuno, come lunghissime lettere.
HO PENSATO PIU' VOLTE DI ABBANDONARLO PERCHE':
- Il protagonista mi è sfuggito tra le dita, era un personaggio del racconto ma non mi ha entusiasmata, non ho provato niente per lui, quindi ogni volta che aprivo il libro per proseguire la lettura mi ritrovavo ad approcciarmi con un estraneo.
- Se da una parte volevo vedere come andava a finire, dall'altra sapevo che ne avrei fatto tranquillamente a meno.
- Alla fine del romanzo ho capito il messaggio che l'autore ha voluto mandare, ma ho sperato con tutta me stessa di leggere un horror e invece io di paura non ne ho provata.
- Dietro alle frasi si celava un messaggio, ma io ho cercato delle risposte che non mi sono arrivate e alla parte più movimentata e creativa è stata dedicato poco tempo nelle battute finali.
In fin dei conti mi rendo conto di non averlo totalmente compreso, non mi è arrivato come avrei sperato e quindi non è un libro per me. Mi dispiace, vorrei leggere altro perchè so che Grossi è un autore pluripremiato e magari questo non è tra i migliori oppure non ha sfruttato bene le sue capacità.
Purtroppo tutto questo non è accaduto. Ora, devo capire se sono io ad avere aspettative troppo alte, se la Lettrice Disperata non si impaurisce con niente e se l'ansia ormai fa talmente parte di me da non poter essere provocata da una semplice scrittura. Perché io due domande me le pongo sempre. Pietro Grossi ha uno stile decisamente diretto, schietto, rapido. I dialoghi sono privi della consueta punteggiatura e all'inizio questo mi ha colto alla sprovvista perchè dovevo fare molta attenzione a quale personaggio stesse parlando e a non confondere un dialogo con un semplice pensiero. Mi ci sono abituata presto, anche se a me comunque non piace come stile, questa però è un'opinione personale.
La storia è ambientata in un bosco, all'interno del quale, nascosta tra le piante sorge una casa apparentemente abbandonata. Il protagonista, del quale non sappiamo nulla, vuole scoprire qualcosa in più, fa lo scrittore e anche se vive a New York con moglie e figlio piccolo, ha bisogno di uno scossone, di una storia da poter trascrivere, di materiale per il suo romanzo. Dopo essere stato accompagnato dal suo amico Diego, aver forzato l'ingresso e sbirciato all'interno, subito si accorge che qualcosa non torna: la polvere avvolge la dimora, ma parti della casa sembrano abitate, come se qualcuno si fosse preso la briga di pulire solo qualcosa e dimenticarsi del resto. Trovano degli oggetti e delle maschere strane, spaventose e il mistero scatena la curiosità. Lo scrittore perde la testa e decide di fermarsi in Italia per investigare, per scoprire cosa succede in quella casa nel bosco, perchè non sembra nulla di buono.Così, quando uno i guai se li va a cercare...è difficile che ne esca illeso. Ma la trama è solo una scusa, perchè qui si parla di problemi di vita, di disturbi, di personalità, di momenti bui e molto probabilmente questa storia è metaforica.
Cosa posso dire? Posso elencarvi i motivi per i quali ho terminato il libro e quelli per i quali lo avrei chiuso e sarei passata oltre.
L'HO PORTATO A TERMINE PERCHE':
- Grossi ha uno stile scorrevole, superata la difficoltà causata dalla mancata segnalazione dei dialoghi l'ho comunque letto.
- E' breve, quindi anche se alla fine non mi fosse piaciuta la storia non avrei impiegato moltissimo tempo per terminarlo.
- Volevo sapere dove tutto questo mi avrebbe portata, in qualche modo ho subito il fascino negativo di quel luogo.
- Il protagonista scrive questo libro al figlio, quindi forse la sua storia l'ha trovata in fin dei conti. Mi piacciono i libri che si rivolgono direttamente a qualcuno, come lunghissime lettere.
HO PENSATO PIU' VOLTE DI ABBANDONARLO PERCHE':
- Il protagonista mi è sfuggito tra le dita, era un personaggio del racconto ma non mi ha entusiasmata, non ho provato niente per lui, quindi ogni volta che aprivo il libro per proseguire la lettura mi ritrovavo ad approcciarmi con un estraneo.
- Se da una parte volevo vedere come andava a finire, dall'altra sapevo che ne avrei fatto tranquillamente a meno.
- Alla fine del romanzo ho capito il messaggio che l'autore ha voluto mandare, ma ho sperato con tutta me stessa di leggere un horror e invece io di paura non ne ho provata.
- Dietro alle frasi si celava un messaggio, ma io ho cercato delle risposte che non mi sono arrivate e alla parte più movimentata e creativa è stata dedicato poco tempo nelle battute finali.
In fin dei conti mi rendo conto di non averlo totalmente compreso, non mi è arrivato come avrei sperato e quindi non è un libro per me. Mi dispiace, vorrei leggere altro perchè so che Grossi è un autore pluripremiato e magari questo non è tra i migliori oppure non ha sfruttato bene le sue capacità.
In lettura adesso. Spero mi piaccia poco poco di più. :/
RispondiEliminaLo spero davvero Michele. Magari tu scoverai delle cose che io non ho saputo cogliere.
EliminaMmmm... mi sa che stavolta passo... ma se vuoi provare il brivido dell'orrore già lo sai quale libro devi aprire, cara la mia socia... ;-)
RispondiEliminaCiao Nadia! Eh si...lo so eccome! Solo che questo è arrivato a sorpresa e l’ho letto comunque con piacere. Peccato però non essere riuscita ad appassionarmi.
EliminaNoooo me lo sono comprato ieri perchè non sono passata prima di qui ahahah vabbè...speriamo che riesca in qualche modo a colpirmi.
RispondiEliminaBacio cara :-*
Ciao Sonia! MA chi lo sa...probabilmente non l'ho compreso io. Sono curiosa di scoprire il tuo pensiero. a presto, un abbraccio :-)
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