#Recensione,
Jacopo e Dasha, lui violinista e lei violoncellista, sono i protagonisti di questo breve e intenso
romanzo. Della Calvetti mi fido, ho letto due dei suoi precedenti romanzi e questo suo ultimo lavoro, che indossa una copertina così inerente alla storia, l'ho appena terminato.
Recensione - Gli Innocenti di Paola Calvetti
Il libro
Gli Innocenti di Paola Calvetti
Editore: Mondadori| Pagine: 132| Pubblicazione: 2017|Prezzo 17,00€| Trama Qui
Genere: Narrativa
Notizie sull'autrice
Paola Calvetti, giornalista, ha lavorato alla redazione milanese del quotidiano "la Repubblica" e scritto per il "Corriere della Sera" e il settimanale "Io Donna". Ha diretto l'ufficio stampa del Teatro alla Scala e, in seguito, è stata direttore della comunicazione del Touring Club Italiano e direttore comunicazione e marketing dell'Opera di Firenze - Maggio Musicale Fiorentino.
Finalista al premio Bancarella con il romanzo d'esordio, L'amore segreto, nel 2000 ha pubblicato L'Addio, nel 2004 Né con te né senza di te, nel 2006 Perché tu mi hai sorriso, nel 2009 Noi due come un romanzo (Mondadori), seguito nel 2012 da Olivia, ovvero la lista dei sogni possibili, e nel 2013 da Parlo d'amor con me, pubblicati da Mondadori. I suoi romanzi sono tradotti in Francia, Germania, Spagna, Albania, Giappone, Olanda, Stati Uniti.
Recensione
e 1/2
romanzo. Della Calvetti mi fido, ho letto due dei suoi precedenti romanzi e questo suo ultimo lavoro, che indossa una copertina così inerente alla storia, l'ho appena terminato.
Jacopo oggi è un uomo sulla cinquantina, attraente, schivo, dedito al suo violino e amante delle belle donne, anche se non delle lunghe storie, durante le quali si perde e fa un passo indietro per tornare a casa. Ha trascorso i primi anni della sua vita in un orfanotrofio per poi essere adottato, amato, ma non abbastanza da poter vivere rapporti sereni con donne che un giorno potrebbero diventare madri. E' alla ricerca della sua identità, perchè lui una storia ce l'ha, ma le sue radici non le conosce. Come costruirsi una vita se non si conoscono gli ingredienti della propria infanzia? Come fare ad amare il prossimo se non ci si è sentiti amati? Jacopo non è mai riuscito a vestire i panni di un figlio, le emozioni sono rimaste strozzate nel petto, senza poter uscire. Non è mai stato capace di abbracciare, emozionarsi o semplicemente dire "ti voglio bene". Tutte parole che si arrotolavano sulla lingua per poi tornare indietro. La musica, il pentagramma e un violino lo hanno fatto innamorare e attraverso quel sinuoso strumento Jacopo è riuscito a comunicare, ad emozionare, a parlare una lingua conosciuta da pochi, ma dalla potenza esplosiva, nascosta dalla sinuosità e dall'eleganza.
Dasha è giovane, delicata e bella, arriva dall'Albania, paese dal quale è fuggita ai tempi della fine del regime. Ha lasciato una famiglia unita, che l'ha amata e le ha permesso di studiare al conservatorio. Del violoncello si è innamorata da ragazzina e lo ha trattato come una persona cara, abbracciandolo con trasporto e delicatezza, accarezzando le corde con l'arco e permettendogli di far uscire quei suoni così aggraziati e decisi . Si è innamorata una seconda volta a Parigi, è stato un fulmine a ciel sereno: Jacopo. Si è concessa il lusso di accompagnarlo a passeggio, ed è stato come se si fossero sempre aspettati, così diversi eppure fatti per completarsi e stare insieme. Due amanti della musica, di loro stessi e della vita a due, così perfetta, almeno per lui, che di allargarsi non ci pensa nemmeno. Ma la vita è strana, quello che appare perfetto per un paio d'occhi non lo è per altri due, così piccole crepe si preparano a tramutarsi in catastrofe e due cuori così fatti per battere in sincronia devono imparare ad accettare l'assenza dell'altro.
Un romanzo che ho letto d'un fiato, le poche pagine aiutano ma sopratutto la necessità di comprendere l'epilogo. E' un duetto, ma se parlassimo di ballerini sarebbe un passo a due, se fossero ginnasti sarebbe un'esibizione in coppia, magari cerchio e clavette. I due protagonisti comunicano a suon di note e al lettore sembra di sentire questo dialogo potente, fatto di musica, di passione, di scuse, di necessità, di amore.
Questo non è il mio campo, io nella vita, a parte il flauto suonato un'ora la settimana dalla prima alla terza media, non ho mai preso nient'altro in mano e in fondo non mi è nemmeno mai interessato. La ginnastica ha sempre riempito le mie giornate e ho temuto di non riuscire ad immedesimarmi nei protagonisti di questa storia, che invece mi sono entrati dentro e anche se non potrò mai comprendere la tensione che si prova all'interno di un camerino prima di un concerto o l'adrenalina che scorre nelle vene mentre si suona un pezzo davanti a centinaia di persone, io ho voluto bene a Jacopo, l'ho capito e sopratutto ho condiviso il suo dolore, che lo accompagna per la maggior parte delle pagine. E' una storia d'amore tra due persone diverse, ma entrambe celano un dolore grande, che li accompagna quotidianamente, come se avessero una cicatrice invisibile difficile da lasciarsi alle spalle. Quando suonano però il mondo si ferma, le note ballano un girotondo abbracciando questi due protagonisti che sarebbero fatti per appartenersi e il lettore vorrebbe solo applaudire e ascoltare un'altro duetto.
Dasha è giovane, delicata e bella, arriva dall'Albania, paese dal quale è fuggita ai tempi della fine del regime. Ha lasciato una famiglia unita, che l'ha amata e le ha permesso di studiare al conservatorio. Del violoncello si è innamorata da ragazzina e lo ha trattato come una persona cara, abbracciandolo con trasporto e delicatezza, accarezzando le corde con l'arco e permettendogli di far uscire quei suoni così aggraziati e decisi . Si è innamorata una seconda volta a Parigi, è stato un fulmine a ciel sereno: Jacopo. Si è concessa il lusso di accompagnarlo a passeggio, ed è stato come se si fossero sempre aspettati, così diversi eppure fatti per completarsi e stare insieme. Due amanti della musica, di loro stessi e della vita a due, così perfetta, almeno per lui, che di allargarsi non ci pensa nemmeno. Ma la vita è strana, quello che appare perfetto per un paio d'occhi non lo è per altri due, così piccole crepe si preparano a tramutarsi in catastrofe e due cuori così fatti per battere in sincronia devono imparare ad accettare l'assenza dell'altro.
Un romanzo che ho letto d'un fiato, le poche pagine aiutano ma sopratutto la necessità di comprendere l'epilogo. E' un duetto, ma se parlassimo di ballerini sarebbe un passo a due, se fossero ginnasti sarebbe un'esibizione in coppia, magari cerchio e clavette. I due protagonisti comunicano a suon di note e al lettore sembra di sentire questo dialogo potente, fatto di musica, di passione, di scuse, di necessità, di amore.
Questo non è il mio campo, io nella vita, a parte il flauto suonato un'ora la settimana dalla prima alla terza media, non ho mai preso nient'altro in mano e in fondo non mi è nemmeno mai interessato. La ginnastica ha sempre riempito le mie giornate e ho temuto di non riuscire ad immedesimarmi nei protagonisti di questa storia, che invece mi sono entrati dentro e anche se non potrò mai comprendere la tensione che si prova all'interno di un camerino prima di un concerto o l'adrenalina che scorre nelle vene mentre si suona un pezzo davanti a centinaia di persone, io ho voluto bene a Jacopo, l'ho capito e sopratutto ho condiviso il suo dolore, che lo accompagna per la maggior parte delle pagine. E' una storia d'amore tra due persone diverse, ma entrambe celano un dolore grande, che li accompagna quotidianamente, come se avessero una cicatrice invisibile difficile da lasciarsi alle spalle. Quando suonano però il mondo si ferma, le note ballano un girotondo abbracciando questi due protagonisti che sarebbero fatti per appartenersi e il lettore vorrebbe solo applaudire e ascoltare un'altro duetto.
Punti forti:
- Un romanzo affascinante, scritto con uno stile raffinato, elegante e sopratutto colto, ma la bellezza sta nel fatto che arriva a tutti, anche a coloro che sono totalmente fuori dall'ambiente e le uniche note che conoscono sono quelle a piè di pagina.
- I protagonisti si parlano, senza bisogno di dialoghi e nonostante a me siano mancati un po' Dasha e Jacopo non stanno zitti un solo istante.
- Jacopo mi ha lasciata stecchita, il suo carattere complesso, la sua incapacità di esprimere sentimenti a parole ma la bravura a farli straripare dalle corde del violino...insomma la sua imperfetta esistenza mi ha permesso di chiacchierare delle mezz'ore insieme alla mia amica Daniela. Ci sono dei libri che richiedono il confronto, la condivisione e il poterne parlare con qualcuno li rende ancora più preziosi. Gli Innocenti appartiene a questo gruppo.
- I protagonisti si parlano, senza bisogno di dialoghi e nonostante a me siano mancati un po' Dasha e Jacopo non stanno zitti un solo istante.
- Jacopo mi ha lasciata stecchita, il suo carattere complesso, la sua incapacità di esprimere sentimenti a parole ma la bravura a farli straripare dalle corde del violino...insomma la sua imperfetta esistenza mi ha permesso di chiacchierare delle mezz'ore insieme alla mia amica Daniela. Ci sono dei libri che richiedono il confronto, la condivisione e il poterne parlare con qualcuno li rende ancora più preziosi. Gli Innocenti appartiene a questo gruppo.
Bello, ero titubante, credevo non fosse il mio genere, invece mi ha affascinata per la sua eleganza e originalità. Sono d'accordo con te su tutto! :)
RispondiEliminaCiao Tessa, eh si anche io all'inizio ho avuto un po' di timore, che però è svanito dopo pochissime pagine. Un abbraccio
Eliminane sto sentendo parlare solo benissimo di questo libro. cercherò di infilarlo tra le mie letture :D
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