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Review Party - Isola di Neve di Valentina D'Urbano
Isola di Neve di Valentina D'Urbano
Editore: Einaudi| Pagine: 320| Pubblicazione: 13/09/ 2018 | Prezzo 17,60€| Trama Qui
Genere: narrativa contemporanea
Notizie sull'autrice
VALENTINA D’URBANO è nata nel 1985 a Roma, dove vive e lavora come illustratrice per l’infanzia. Il suo romanzo d’esordio, Il rumore dei tuoi passi, è uscito nel 2012 presso Longanesi conquistando un pubblico sempre più numeroso e affezionato. «Tanto rabbiosamente primitiva quanto capace di plasmare personaggi commoventi.» LA REPUBBLICA
Per comunicare con l’autrice, entrare nella community dei suoi lettori, scoprire di più sui personaggi e gli ambienti dei suoi romanzi e accedere a contenuti extra gratuiti, potete visitare la sua pagina facebook: Valentina D’Urbano Autrice
PREMI E RICONOSCIMENTI:
Il rumore dei tuoi passi
Romanzo vincitore del torneo IoScrittore I° edizione
Premio città di Penne opera prima
Finalista Premio Kihlgren
Finalista Premio Zocca Giovani
Premio città di Cuneo – sezione scuole
Recensione
e mezzoPer comunicare con l’autrice, entrare nella community dei suoi lettori, scoprire di più sui personaggi e gli ambienti dei suoi romanzi e accedere a contenuti extra gratuiti, potete visitare la sua pagina facebook: Valentina D’Urbano Autrice
PREMI E RICONOSCIMENTI:
Il rumore dei tuoi passi
Romanzo vincitore del torneo IoScrittore I° edizione
Premio città di Penne opera prima
Finalista Premio Kihlgren
Finalista Premio Zocca Giovani
Premio città di Cuneo – sezione scuole
Recensione
Chi mi conosce sa che il mio approccio con le storie di Valentina D'Urbano non è stato dei migliori. Lessi "Il Rumore dei tuoi passi" qualche anno fa e rimasi talmente sconvolta dalla potenza della storia da non sapere se questo libro mi piacesse da morire oppure no. Ma l'angoscia che mi lasciò per giorni vinse e decisi che la scrittura di questa autrice era troppo per me. Poi diverse amiche mi dissero di leggere Acquanera, che ne sarebbe valsa la pena. Siamo arrivati al dunque, ho letto Isola di Neve e ho capito di dover rimodellare il mio pensiero.
2004 - Manuel ha ventotto anni, è scappato da Roma per qualcosa che ha commesso e si è rifugiato aEdith, una giovane violinista tedesca, sbarcata sull'isola per una ricerca personale, ma dalla quale non può rimanere indifferente, lui ama il talento e lei ne ha da vendere.
Novembre, nella casa dei suoi nonni, un'isola di pescatori assalita dai turisti nel periodo estivo e dimenticata da Dio in quello invernale. Manuel deve combattere con il suo passato, così ingombrante e restio a farsi lasciare alle spalle. Incontra
1952 - Neve non ha ancora compiuto diciotto anni, è l'ultima di sette sorelle e quella dal carattere più difficile. Lavora sul mare, insieme a suo padre, perchè lui è troppo impegnato a ubriacarsi e a picchiare la sua famiglia e qualcuno deve pur pensare a sfamare le donne di casa. Neve è bella , intelligente, selvatica. Costantemente in pericolo dell'amore paterno, dimostrato dai segni lasciati da una mano troppo pesante per essere appoggiata sul corpo di una donna. Ogni momento è buono per sfogare le frustrazioni su quel viso così affilato e diffidente, davanti ad una madre che ha più paura di prenderle che di assistere ad un genocidio. Neve non ha nulla, eppure è libera, come solo un animo come il suo può essere.
Vicino a Novembre c'è un carcere, quello di Santa Brigida, e un detenuto tedesco è appena stato trasferito. Si chiama Andreas Von Berger, un violinista famoso tra i crucchi, benestante, un delinquente però, perchè a Santa Brigida spediscono solo gli assassini. Un caso fortuito vuole che Neve e Andreas incrocino i loro sguardi la mattina stessa dell'arrivo in cella. Nascerà qualcosa, un rapporto umano considerato sbagliato; perchè tutti possono chiudere gli occhi davanti alla violenza, se consumata in casa, ma non è concessa la dolcezza tra chi ha sbagliato ma sta pagando e chi ha così bisogno di calore umano.
La scrittura di Valentina è un fiume in piena, gli argini non contengono le sue parole e la passione esce da ogni dove, senza riserve, senza paura. Le prime sessanta pagine sono state di assestamento: all'inizio la storia mi sembrava interessante, ma non indispensabile, piacevole ma non magnifica. Poi ho iniziato ad affezionarmi a quella ragazzetta bionda tutta ossa e muscoletti, scavata dalla fame e disidratata dal sole. Ho stimato la sua forza, il coraggio, la ribellione, il non abbassare la testa. Così come ho detestato sua madre, forse ancora più del padre. Il padre pestava Neve a sangue e la madre lo pregava di smettere, ma non si avvicinava, per paura di prenderle anche lei. Ecco, a me prudevano le mani ogni volta e mi sono ritrovata a digrignare i denti ad ogni lamentela o piagnisteo di quella donna inutile, perchè la vita a volte è così ingiusta. Ma quella ragazzina aveva un piano B, una vita di scorta dove il suo nome era Tempesta e i sogni realizzabili. Non sarebbe rimasta zitella come Neve, non avrebbe più preso botte dal padre, non si sarebbe più scorticata le mani tirando su le reti, non avrebbe sofferto ancora la fame e sopratutto sarebbe stata amata senza riserve.
Mi sono dilungata e lo sto facendo ancora, ma voi dovete comprendere che per la seconda volta la D'Urbano mi ha emozionata, anche se in due maniere diverse. Vi assicuro che io ero sull'isola di Novembre, c'ero. Non insieme a Edith e Manuel, che mi sono simpatici ma potrebbero essere in qualche modo sostituibili (anche se alla fine mi sono emozionata anche grazie a loro), io c'ero nel 1952, a fare il tifo, ad aiutare due persone bisognose, anche se per motivi diversi.
Questa storia non potete perderla, perchè sarebbe un peccato, un'occasione mancata, un bel libro lasciato sullo scaffale. Certo, dovete essere pronti alla scrittura tagliente dell'autrice, che non risparmia, che non fa sconti ma ha il potere di catturare il lettore con la forza e graffiarlo, per fargli capire che è tutto vero.
Se ve lo state chiedendo...sì, ho cercato sul web e l'isola di Novembre non l'ho trovata. Nemmeno il violinista. Ci ho sperato, ma no. Ma questo accade con i libri belli, questo succede quando vuoi sapere di più, perchè in qualche modo vuoi continuare a fantasticare su qualcosa che ahimè, è finito.
2004 - Manuel ha ventotto anni, è scappato da Roma per qualcosa che ha commesso e si è rifugiato aEdith, una giovane violinista tedesca, sbarcata sull'isola per una ricerca personale, ma dalla quale non può rimanere indifferente, lui ama il talento e lei ne ha da vendere.
Novembre, nella casa dei suoi nonni, un'isola di pescatori assalita dai turisti nel periodo estivo e dimenticata da Dio in quello invernale. Manuel deve combattere con il suo passato, così ingombrante e restio a farsi lasciare alle spalle. Incontra
1952 - Neve non ha ancora compiuto diciotto anni, è l'ultima di sette sorelle e quella dal carattere più difficile. Lavora sul mare, insieme a suo padre, perchè lui è troppo impegnato a ubriacarsi e a picchiare la sua famiglia e qualcuno deve pur pensare a sfamare le donne di casa. Neve è bella , intelligente, selvatica. Costantemente in pericolo dell'amore paterno, dimostrato dai segni lasciati da una mano troppo pesante per essere appoggiata sul corpo di una donna. Ogni momento è buono per sfogare le frustrazioni su quel viso così affilato e diffidente, davanti ad una madre che ha più paura di prenderle che di assistere ad un genocidio. Neve non ha nulla, eppure è libera, come solo un animo come il suo può essere.
Vicino a Novembre c'è un carcere, quello di Santa Brigida, e un detenuto tedesco è appena stato trasferito. Si chiama Andreas Von Berger, un violinista famoso tra i crucchi, benestante, un delinquente però, perchè a Santa Brigida spediscono solo gli assassini. Un caso fortuito vuole che Neve e Andreas incrocino i loro sguardi la mattina stessa dell'arrivo in cella. Nascerà qualcosa, un rapporto umano considerato sbagliato; perchè tutti possono chiudere gli occhi davanti alla violenza, se consumata in casa, ma non è concessa la dolcezza tra chi ha sbagliato ma sta pagando e chi ha così bisogno di calore umano.
La scrittura di Valentina è un fiume in piena, gli argini non contengono le sue parole e la passione esce da ogni dove, senza riserve, senza paura. Le prime sessanta pagine sono state di assestamento: all'inizio la storia mi sembrava interessante, ma non indispensabile, piacevole ma non magnifica. Poi ho iniziato ad affezionarmi a quella ragazzetta bionda tutta ossa e muscoletti, scavata dalla fame e disidratata dal sole. Ho stimato la sua forza, il coraggio, la ribellione, il non abbassare la testa. Così come ho detestato sua madre, forse ancora più del padre. Il padre pestava Neve a sangue e la madre lo pregava di smettere, ma non si avvicinava, per paura di prenderle anche lei. Ecco, a me prudevano le mani ogni volta e mi sono ritrovata a digrignare i denti ad ogni lamentela o piagnisteo di quella donna inutile, perchè la vita a volte è così ingiusta. Ma quella ragazzina aveva un piano B, una vita di scorta dove il suo nome era Tempesta e i sogni realizzabili. Non sarebbe rimasta zitella come Neve, non avrebbe più preso botte dal padre, non si sarebbe più scorticata le mani tirando su le reti, non avrebbe sofferto ancora la fame e sopratutto sarebbe stata amata senza riserve.
Mi sono dilungata e lo sto facendo ancora, ma voi dovete comprendere che per la seconda volta la D'Urbano mi ha emozionata, anche se in due maniere diverse. Vi assicuro che io ero sull'isola di Novembre, c'ero. Non insieme a Edith e Manuel, che mi sono simpatici ma potrebbero essere in qualche modo sostituibili (anche se alla fine mi sono emozionata anche grazie a loro), io c'ero nel 1952, a fare il tifo, ad aiutare due persone bisognose, anche se per motivi diversi.
Questa storia non potete perderla, perchè sarebbe un peccato, un'occasione mancata, un bel libro lasciato sullo scaffale. Certo, dovete essere pronti alla scrittura tagliente dell'autrice, che non risparmia, che non fa sconti ma ha il potere di catturare il lettore con la forza e graffiarlo, per fargli capire che è tutto vero.
Se ve lo state chiedendo...sì, ho cercato sul web e l'isola di Novembre non l'ho trovata. Nemmeno il violinista. Ci ho sperato, ma no. Ma questo accade con i libri belli, questo succede quando vuoi sapere di più, perchè in qualche modo vuoi continuare a fantasticare su qualcosa che ahimè, è finito.
Punti forti
- La forza della trama, gli intrecci, la forma che prende piano piano, i personaggi che investigano sul passato, i personaggi passati che vorrebbe essere nel futuro.
- La forza della trama, gli intrecci, la forma che prende piano piano, i personaggi che investigano sul passato, i personaggi passati che vorrebbe essere nel futuro.
- Forse qualcosa ce lo si aspetta, ma lo stupore arriva, quando si pensa di aver compreso tutto.
- Lo stile magnetico di Valentina D'Urbano è quasi unico. E' solo il suo secondo romanzo che leggo, ma se con "Il rumore dei tuoi passi" avevo amato la sua scrittura ma il dolore troppo grande da sopportare, questa volta ho sofferto in silenzio, ero preparata e ho indossato lo scudo, che mi ha protetta e mi ha permesso di uscirne vittoriosa.
- Lo stile magnetico di Valentina D'Urbano è quasi unico. E' solo il suo secondo romanzo che leggo, ma se con "Il rumore dei tuoi passi" avevo amato la sua scrittura ma il dolore troppo grande da sopportare, questa volta ho sofferto in silenzio, ero preparata e ho indossato lo scudo, che mi ha protetta e mi ha permesso di uscirne vittoriosa.
Dopo la parziale delusione del precedente, per me molto poco da lei, ho finalmente ritrovato la Valentina che preferisco (quella di Acquanera). Lo finirò a giorni, e mi dispiace parecchio abbandonare Neve e gli altri: cosa che non mi succedeva da tanto, troppo.
RispondiEliminaCiao Michele, io il precedente non l'ho letto, ma questo mi ha conquistata, come te ho fatto fatica a lasciare andare questi personaggi, troppo umani.
EliminaSe le atmosfere sono quelle di "Acquanera" che ho amato allora devo leggerlo!!!
RispondiEliminaCiao! Acquanera ancora non l'ho letto, però vale la pena :-) Grazie e a presto! smack
EliminaDevo assolutamente leggerlo!
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