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Recensione di Nadia #1 - Morti ma senza esagerare di Fabio Bartolomei

giovedì, gennaio 12, 2023 Baba Desperate Bookswife 0 Comments




Il libro
Morti ma senza esagerare di Fabio Bartolomei
Editore: E/O| Pagine: 112| Pubblicazione: 2020| Prezzo 8,55€| Trama:Qui
Genere: narrativa
Notizie sull'autore
Fabio Bartolomei vive a Roma. Le Edizioni E/O hanno pubblicato Giulia 1300 e altri miracoli, da cui è stato tratto il film Noi e la Giulia, diretto da Edoardo Leo, La banda degli invisibili, We Are Family, Lezioni in Paradiso, La grazia del demolitore, L’ultima volta che siamo stati bambini e le novelle che compongono la Quadrilogia della famiglia, ovvero Morti ma senza esagerare, Diciotto anni e dieci giorni, Tutto perfetto tranne la madre e Il figlio recidivo.
Recensione di Nadia

Buongiorno lettrici e lettori!

In questo inizio di anno voglio parlarvi di un racconto uscito nel 2020, ma che io ho letto soltanto adesso: si tratta di Morti, ma senza esagerare, di Fabio Bartolomei. Questo racconto è il primo della cosiddetta “Quadrilogia della famiglia”, che comprende anche “Diciotto anni e dieci giorni”, “Tutto perfetto tranne la madre” e “Il figlio recidivo”, e adesso mi ispirano tutti.

Vera ha trentasei anni e ha appena seppellito i genitori, morti improvvisamente in un incidente stradale. Per Vera è stato un fulmine a ciel sereno, ovviamente, anche perché né il padre né la madre avevano mai avuto problemi di salute e pertanto, nel suo immaginario, erano praticamente immortali. Dopo aver mantenuto un contegno quasi distaccato durante il funerale, è a casa dei suoi che Vera crolla: gli oggetti che vede, i ricordi che portano alla mente, insieme ai sensi di colpa per non essersi sempre comportata come “la figlia perfetta” che avrebbe voluto essere, fanno sì che Vera si addormenti, stremata dopo un lungo pianto, nel letto della sua ex cameretta. Al risveglio, l’incredibile scoperta: i genitori sono tornati, sono lì, in casa con lei, e le parlano come sempre, come se l’incidente non ci fosse mai stato… o quasi.

Può un racconto di meno di cinquanta pagine far ridere, commuovere e anche riflettere? Per quanto mi riguarda la risposta è sì, o almeno questo “Morti, ma senza esagerare” ci è riuscito. Io sono da sempre molto legata ai miei genitori; anche adesso che ho superato i quaranta li sento più volte al giorno, per assicurarmi che stiano bene o anche solo per raccontar loro qualche aneddoto della mia giornata, in un rapporto che il mio compagno sono certa non capisca e addirittura giudichi malato. Forse è come dice lui, non lo so. Quello che so è che questo rapporto non mi impedisce di vivere la mia vita, e al tempo stesso mi tiene al riparo, almeno spero, dalla preoccupazione di non aver dimostrato loro tutto il mio affetto, nel momento in cui se ne andranno. Questa è una delle cose che maggiormente turbano Vera alla morte dei suoi: l’essere stata sempre pronta a chiedere l’aiuto di mamma e papà per qualsiasi cosa non le riuscisse di fare, dall’aggiustare una tapparella al cucinare le lasagne, e al tempo stesso comportarsi da eterna adolescente malmostosa e poco incline alle testimonianze di affetto, preparata a scattare e “mordere” alla prima “coccola” dei suoi genitori. Nel tempo trascorso con i suoi dopo la loro morte Vera imparerà sia a cogliere e ad apprezzare il loro modo di preoccuparsi per lei, ma anche a ricordare le piccole/grandi abitudini dei suoi che la infastidivano, e a gestire la propria vita da sola, a “spiccare il volo” in autonomia, finalmente, a trentasei anni.

Fabio Bartolomei è riuscito a costruire, in davvero poche pagine, una storia che, questa volta ancor di più rispetto al solito, può leggersi in diverse maniere a seconda del proprio vissuto, e in cui sarà impossibile non ritrovarsi a riflettere, perché dei genitori, bene o male, li abbiamo avuti tutti. L’autore sa usare sapientemente umorismo, garbo e dolcezza, ma sa anche scrollare la protagonista (e forse, di conseguenza, anche ciascuno di noi) quando se lo merita. Sono rimasta davvero colpita dall’intensità di questo racconto, perché in poche pagine mi hanno attraversato tante emozioni, dandomi materiale per riflettere a lungo. Una storia che a mio parere è universale, consigliata a chiunque, a prescindere dal rapporto con i propri genitori.

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