#Nadia,
Keep Calm and Read Nadia #54 - Recensione di Morte nelle Highlands di Lucy Foley
Buongiorno lettrici e lettori!
Avete trascorso delle buone feste? Oggi torno con la recensione di un romanzo che avevo adocchiato da così tanto tempo che, quando finalmente sono riuscita a metterci le mano sopra, è entrato di prepotenza nella lista dei libri da leggere a fine anno (per la cronaca, ho vinto la sfida Goodreads… so che non dormivate la notte in attesa di scoprirlo!)!
Fonte Nadia Canova |
Sto parlando di Morte nelle Highlands, un thriller di Lucy Foley che volevo leggere da quando avevo visto la recensione di Lea di Due lettrici quasi perfette (grazie Lea per farmi scoprire chicche come questa!). La trama è abbastanza lineare, e forse può sapere un po’ di “già sentito”: un gruppo di nove trentenni (più neonata) decide di trascorrere il capodanno in un resort esclusivo tra le montagne selvagge delle Highlands, la regione più a nord della Scozia. Mark, Miranda, Julien, Samira, Giles, Nick, Bo e Katie sono amici di vecchia data; a essersi unita di recente è Emma, fidanzata di Mark, quella che ha scelto la meta e organizzato tutto. La vacanza sembra cominciare sotto i migliori auspici, ma rivangare vecchi ricordi tra fiumi di alcool e strane pasticche porta alla luce rancori mai sopiti e qualcuno potrebbe farne le spese. In un luogo sempre più inospitale, isolati da una tempesta di neve, uno degli ospiti sta per essere ucciso. Ma chi è l’assassino e, soprattutto, chi la vittima?
Con una costruzione del giallo che ricorda le atmosfere alla Agatha Christie e “l’enigma della camera chiusa”, il colpo di genio di Lucy Foley è proprio quello di non svelare fino alla fine non solo l’identità dell’assassino, ma anche quella della vittima. Il romanzo si apre infatti con il ritrovamento da parte del guardacaccia di una persona morta, ma soltanto grazie a una serie di flashback narrati da alcune delle ospiti il lettore potrà ricostruire ciò che è accaduto e provare a indovinare vittima e colpevole.
Nessuno dei personaggi di questa vicenda è uno stinco di santo; ognuno ha le sue debolezze, i suoi scheletri nell’armadio o il suo caratterino difficile. Nel gruppo, apparentemente affiatato e felice di stare insieme, molti nascondono i propri veri sentimenti e l’ipocrisia regna sovrana. Ho apprezzato molto l’accurata costruzione dei personaggi, indispensabile per rendere credibile un romanzo come questo, che diversamente potrebbe sembrare forzato e sopra le righe. La Foley è stata molto brava a rendere certe dinamiche che possono instaurarsi in gruppi di vecchi amici, quando ognuno diventa adulto a modo suo, non si ha più molto in comune ma, per un motivo o per un altro, non si è pronti a “lasciarsi andare”. Alcune parti, con i ricordi dell’adolescenza dei protagonisti, sono forse un po’ lente, ma credo che fosse indispensabile per dare al lettore le informazioni necessarie.
In sintesi un romanzo che a me è piaciuto molto, mi ha tenuta incollata alle pagine quando potevo leggere e mi ha fatto pensare costantemente alle dinamiche tra i personaggi anche mentre facevo altro. Lo consiglio senz’altro a tutti gli amanti del genere!
Sei super, io invece ho letto molto meno del previsto quest'anno. Colpa di tutti i blocchi del lettore che mi son venuti! ah ah ah
RispondiEliminaAhahah dai che quest'anno andrà meglio, ne sono sicura! Anche se, a colpi di tomi come il priorato, leggeremo un libro al mese! :-D
EliminaCiao Nadia e buon anno! Concordo con quanto hai scritto e mi fa piacere che il nostro giudizio su questo romanzo sia simile. Adesso avrei proprio voglia di un bel giallo, ma non so decidere. Qualcosa dal gusto classico... Un saluto da Lea
RispondiEliminaCiao Lea, buon anno anche a te! Sul classico al momento non saprei, però ho letto l'ultimo di Bussi e- anche se non l'ho trovato perfetto come al solito - te lo consiglio come lettura di evasione! Un abbraccio!
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