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Recensione - Una rivoluzione di carta di Gigliola Alvisi
Il libro
Una rivoluzione di carta di Gigliola Alvisi
Editore: Adelphi| Pagine: 203| Pubblicazione: 2019 | Prezzo 15,00€| Trama: Qui
Genere: narrativa| Traduzione di Matteo Codignola
Notizie sull'autrice
Gigliola Alvisi vive a Padova con il marito e i due figli. Oltre a scrivere romanzi per ragazzi, organizza corsi di scrittura creativa nelle scuole. Nel 2011 ha vinto il Premio Selezione Bancarellino.
Recensione
Gigliola Alvisi vive a Padova con il marito e i due figli. Oltre a scrivere romanzi per ragazzi, organizza corsi di scrittura creativa nelle scuole. Nel 2011 ha vinto il Premio Selezione Bancarellino.
Recensione
Questa è una storia in parte inventata e in parte vera. Le duecento pagine scritte da Gigliola Alvisi sono ispirate ad un personaggio straordinario, una donna che ha cercato di portare e tenere viva la fantasia in un momento dove l'importante era sopravvivere; una donna che non ha avuto paura di nulla e si è battuta perchè i bambini potessero leggere. Lei è Jella Lepman, la fondatrice della biblioteca internazionale più grande per ragazzi che si trova a Monaco, visitabile ancora oggi.
Facciamo però un passo indietro perchè dobbiamo conoscere Fridolin, il protagonista di questo libro per ragazzi ambientato in un posto immaginario, nella città di Land, dove la Guerra è finita, Adesso, ma Prima era tutta un'altra cosa: non c'erano Macerie sparse ovunque e Fridolin aveva una casa, una mamma e un papà. Durante le sue giornate solitarie incontra due amici che diventeranno la sua famiglia, ma sopratutto la sua strada si incrocia con quella di Jella Lepman, una donna straniera che cercherà di aiutare i ragazzi in ogni modo possibile.
Questo libro non era assolutamente preventivato, il mio strano e dormiente agosto mi ha tenuta abbastanza lontana dalla mia quotidianità e anche le letture sono state poche e selezionate con attenzione. Avevo tra le mani "Follia" quando decidiamo di partire per una notte in tenda sui monti valdostani: prepariamo la borsa, il beauty e poi accade un evento impensabile. Catastrofico. Mai accaduto prima. Ho lasciato il libro e anche il kobo sul comodino. Ovviamente me ne accorgo una volta montata la tenda, alle 12:15 in una piazzola di un campeggio di un piccolissimo paesino sperduto tra i monti. Mio marito mi carica in macchina e sfreccia verso il paese, sperando che ci sia una libreria ma sopratutto che sia ancora aperta. Alle 12:26 entro in questa cartolibreria dove la ragazza mi comunica che ha solo libri per bambini da offrirmi. Mi dirigo verso l'unico scaffale e attirata dalla copertina stupenda acquisto senza dubbi "Una rivoluzione di carta". Torniamo soddisfatti davanti alla nostra tendina e io cerco di immergermi nella lettura.
Inizialmente ho fatto fatica ad ambientarmi: era chiaro che il periodo fosse quello della seconda guerra mondiale, ma la scelta di usare luoghi ignoti, che danno al libro quasi un taglio un po' fantastico mi ha subito leggermente disorientata. Ho seguito con una certa curiosità le vicende di Fridolin che riesce a far tenerezza al lettore adulto e magari viaggia sulla stessa lunghezza d'onda di un suo potenziale lettore coetaneo. La scelta dell'autrice di scrivere una storia vera adattata all'età scolare la trovo ammirevole, ma sopratutto anche io ho imparato una parte di storia che non conoscevo: Jella mi era ignota e anche tutta la parte della mostra e della creazione della biblioteca per ragazzi. E' stata una piacevole scoperta.
C'è un però in tutto questo. Mi capita spesso di leggere libri per bambini, avendo io una pupa di sette anni, alcune volte le parole che leggo riescono ad arrivarmi nonostante l'età, mentre altre volte incontro letture che mi intrattengono più o meno piacevolmente ma nulla di più. Non so quanto io riesca ad essere obiettiva, sinceramente. Farò leggere questo libro ad una mia fanciulla-cavia di quasi dieci anni e poi ve ne riparlerà lei, mi ha promesso che scriverà una recensione speciale con tanto di disegni di suo pugno. Io posso dirvi che non mi è arrivato al cuore, anche se è stato piacevole; sono però fermamente convinta che i ragazzini dovrebbero leggerlo, sia per comprendere cosa sia la guerra e quali siano le conseguenze ma anche per apprendere qualcosa di importante e conoscere un personaggio che ha cambiato i fatti e ha operato a favore dei bambini. La narrazione in prima persona aiuta il piccolo lettore ad immedesimarsi nei panni del protagonista e le lettere scritte dalla Lepman rendono questo personaggio un po' più umano e "toccabile".
Voi lo avete letto? Ne avete sentito parlare?
Ps credo che per gli alunni frequentanti il quarto anno della scuola primaria sarebbe perfetto!
Questo libro non era assolutamente preventivato, il mio strano e dormiente agosto mi ha tenuta abbastanza lontana dalla mia quotidianità e anche le letture sono state poche e selezionate con attenzione. Avevo tra le mani "Follia" quando decidiamo di partire per una notte in tenda sui monti valdostani: prepariamo la borsa, il beauty e poi accade un evento impensabile. Catastrofico. Mai accaduto prima. Ho lasciato il libro e anche il kobo sul comodino. Ovviamente me ne accorgo una volta montata la tenda, alle 12:15 in una piazzola di un campeggio di un piccolissimo paesino sperduto tra i monti. Mio marito mi carica in macchina e sfreccia verso il paese, sperando che ci sia una libreria ma sopratutto che sia ancora aperta. Alle 12:26 entro in questa cartolibreria dove la ragazza mi comunica che ha solo libri per bambini da offrirmi. Mi dirigo verso l'unico scaffale e attirata dalla copertina stupenda acquisto senza dubbi "Una rivoluzione di carta". Torniamo soddisfatti davanti alla nostra tendina e io cerco di immergermi nella lettura.
Inizialmente ho fatto fatica ad ambientarmi: era chiaro che il periodo fosse quello della seconda guerra mondiale, ma la scelta di usare luoghi ignoti, che danno al libro quasi un taglio un po' fantastico mi ha subito leggermente disorientata. Ho seguito con una certa curiosità le vicende di Fridolin che riesce a far tenerezza al lettore adulto e magari viaggia sulla stessa lunghezza d'onda di un suo potenziale lettore coetaneo. La scelta dell'autrice di scrivere una storia vera adattata all'età scolare la trovo ammirevole, ma sopratutto anche io ho imparato una parte di storia che non conoscevo: Jella mi era ignota e anche tutta la parte della mostra e della creazione della biblioteca per ragazzi. E' stata una piacevole scoperta.
C'è un però in tutto questo. Mi capita spesso di leggere libri per bambini, avendo io una pupa di sette anni, alcune volte le parole che leggo riescono ad arrivarmi nonostante l'età, mentre altre volte incontro letture che mi intrattengono più o meno piacevolmente ma nulla di più. Non so quanto io riesca ad essere obiettiva, sinceramente. Farò leggere questo libro ad una mia fanciulla-cavia di quasi dieci anni e poi ve ne riparlerà lei, mi ha promesso che scriverà una recensione speciale con tanto di disegni di suo pugno. Io posso dirvi che non mi è arrivato al cuore, anche se è stato piacevole; sono però fermamente convinta che i ragazzini dovrebbero leggerlo, sia per comprendere cosa sia la guerra e quali siano le conseguenze ma anche per apprendere qualcosa di importante e conoscere un personaggio che ha cambiato i fatti e ha operato a favore dei bambini. La narrazione in prima persona aiuta il piccolo lettore ad immedesimarsi nei panni del protagonista e le lettere scritte dalla Lepman rendono questo personaggio un po' più umano e "toccabile".
Voi lo avete letto? Ne avete sentito parlare?
Ps credo che per gli alunni frequentanti il quarto anno della scuola primaria sarebbe perfetto!
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