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Keep Calm and Read Nadia #44 - Recensione di Altered Carbon di R. Morgan

lunedì, maggio 13, 2019 Baba Desperate Bookswife 6 Comments

Buongiorno lettori! Innanzi tutto chiedo ufficialmente scusa a Nadia, lei è sempre puntuale e io ho pubblicato questo pezzo in ritardo. Ma adesso godiamoci questa recensione insieme!


Buongiorno lettrici e lettori!

Qualche tempo fa io e il mio compagno abbiamo cominciato a guardare Altered carbon, una serie tv che si potrebbe definire fantascientifica, hard boiled e distopica al tempo stesso. Purtroppo era estremamente complicata e lasciava molti punti in sospeso senza spiegazione, cosicché dopo alcune puntate ci siamo stufati e l’abbiamo abbandonata. A me però era rimasta la voglia di capirci qualcosa di più, e magari scoprire anche come andasse a finire. Così, dopo aver scoperto che –come la maggior parte delle serie tv in circolazione- anche Altered carbon era tratta da un romanzo, di Richard K. Morgan (pubblicato prima come Bay City e ripubblicato nel 2018 da TEA con il titolo originale Altered carbon), me ne sono procurata una copia, sperando che il libro chiarisse meglio la storia e soddisfacesse la mia curiosità.

Devo dire che sono stata davvero contenta di averlo letto, e adesso vi racconto perché. Innanzitutto, alcune informazioni fondamentali: Bay city è il nome che, in un futuro parecchio lontano, gli abitanti danno alla città di San Francisco. In questo futuro le persone possiedono, inserita in profondità in un punto dietro la nuca, una “pila corticale” in carbonio alterato, sede della personalità (e se vogliamo dell’anima) di ciascun individuo. Quando qualcuno muore, se ha abbastanza soldi e la pila corticale non è danneggiata, può tornare a vivere semplicemente facendo trasferire la pila corticale in un’altra “custodia”, ovvero in un altro corpo. Ci sono custodie sintetiche, ovvero create appositamente in laboratorio, ma anche custodie “naturali”, che vengono messe a disposizione delle persone più ricche nel caso in cui il vecchio proprietario sia stato “immagazzinato”, cioè separato dalla propria custodia per aver commesso qualche tipo di reato o per altri motivi che non starò qui ad elencare.

Il nostro protagonista è Takeshi Kovacs, uno Spedi (una sorta di incrocio tra un soldato e un ninja) originario del pianeta Harlan’s world che, dopo essere stato immagazzinato, viene spedito sulla Terra e impiantato in un’altra custodia per investigare su un apparente caso di suicidio. La personalità di Kovacs è molto forte ed emerge anche in una custodia che non è la sua; tra nuovi amici e vecchie, temibili conoscenze, si troverà ad affrontare un caso decisamente complicato e pieno di colpi di scena, intricato al punto che il lettore faticherà a trovare il bandolo della matassa.

Come vi sarete accorti, le premesse del libro non sono delle più semplici, anche perché non vengono esposte così come ho fatto io in un’introduzione: il lettore viene catapultato nella storia e dovrà capire da sé, un passo alla volta, quali sono le logiche di questo futuro. Morgan ha creato un universo estremamente complesso ma perfettamente logico, in cui tutto ha senso e ogni pezzo del puzzle si incastra alla perfezione; lo scoglio più grosso per il lettore è proprio comprendere i meccanismi che regolano questa società, dopodiché tutto scorrerà liscio o quasi. In Bay city le scene cruente e splatter sono tantissime, quindi astenetevi se non amate il genere ma, se non vi danno fastidio e se amate una distopia che sia davvero rigorosa e non abbia venature young o new adult, mi sento davvero di consigliarvi questo romanzo. Oltre al puro e semplice intrattenimento e a uno stile davvero ammaliante, troverete infatti anche numerosi spunti di riflessione, conditi da una buona dose di disincanto. Ah, sappiate che si tratta del primo volume di una trilogia, ma si può tranquillamente leggere come autoconclusivo. Quindi, se doveste affezionarvi allo Spedi di Harlan’s World, avrete altri due romanzi per approfondirne la conoscenza, e sono già stati pubblicati!


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6 commenti:

  1. Brava Nadia, romanzo spiegato benissimo. Le pile corticali mi mancavano però! Certo mi piacerebbe guardare in quelle degli altri più che nella mia. Mi hai fatto tornare in mentre Strange Days e gli occhi di Ralph Fiennes anche se, ammetto, il distopico non è il mio genere.
    Ciao da Lea

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    1. Strange days, è vero! All'epoca Ralph Fiennes era davvero un bel tipo! Di solito i distopici non fanno impazzire neanche me, ma questo aveva quella giusta dose di originalità che me l'ha fatto apprezzare. Un abbraccio Lea!

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  2. Ciao :) di questa storia voglio leggere il libro e vedere la serie TV. Non so cosa farò prima, probabilmente la serie, ma sicuramente poi recupererò anche il romanzo!

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    1. Ciao Gaia! La serie ha un'ottima fotografia ed è in generale ben fatta... Io ho avuto bisogno di leggere il libro per capirla appieno, ma è anche vero che la guardavo di sera, quando ero "cotta"... E forse non sono una persona così sveglia ahahah!

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