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Recensione di Nadia - Clandestina di Marie Jalowicz Simon

lunedì, febbraio 12, 2024 Baba Desperate Bookswife 0 Comments


Il libro
Clandestina di Marie Jalowicz Simon
Editore: Einaudi| Pagine: 331| Pubblicazione: 2015| Prezzo 20,00€| Trama:Qui
Genere: narrativa

Notizie sull'autrice
Marie Jalowicz è stata una filologa e storica della filosofia tedesca. Divenne nota a un pubblico più vasto per il suo racconto autobiografico della persecuzione degli ebrei nella Germania nazista, che fu pubblicato postumo.
Recensione di Nadia

Buongiorno lettrici e lettori!

Oggi vi parlo di un libro che esula di parecchio dalla mia comfort zone: infatti non si tratta di un romanzo, ma di una storia vera. Sto parlando di Clandestina - Una giovane donna sopravvissuta a Berlino 1940-1945, di Marie Jalowicz Simon.

In questo libro, edito da Einaudi, l'autrice, ebrea, racconta la sua vita da clandestina nella sua citta, Berlino appunto, dopo essere rimasta orfana alla morte del padre, nel 1941. Costretta ai lavori forzati nella fabbrica Siemens, circondata da parenti, amici e conoscenti ebrei che poco per volta vengono deportati nei campi di concentramento nell'est Europa, Marie capisce presto un'amara verità: se vuole sopravvivere deve togliersi la stella di David dai cappotti, tagliare i ponti con tutte le pe ebree che conosce e iniziare una vita in clandestinità. Marie comincerà così un'esistenza fatta di vagabondaggi nel cuore della notte quando non aveva un posto sicuro dove dormire, decisioni dettate dall'istinto e un catalogo di personaggi più o meno bizzarri che, consapevolmente o meno, la aiuteranno a sopravvivere.

Ricordo che, quando ero bambina e a scuola la maestra ci spiegava che durante la seconda guerra mondiale gli ebrei europei dovevano portare una stella di David cucita sul petto per essere immediatamente riconoscibili, pensavo "ma perché non potevano semplicemente togliersela e fingere di essere ariani?". Ecco, aiutata da un aspetto molto "tedesco", che non la denunciava automaticamente come ebrea, Marie fa proprio questo. Pur non perdendo di vista i capisaldi della propria religione decide, in maniera del tutto lucida e determinata, di comportarsi come una non ebrea in tutto e per tutto. Decisa a sopravvivere a tutti i costi, Marie ha patito la fame e il freddo, ha sopportato violenze e angherie, ma la sua volontà ferrea non ha mai vacillato. Marie non mi è risultata particolarmente simpatica, il suo carattere egoista e fortemente indipendente lo ha impedito, ma d'altra parte è ciò che le ha permesso di giungere incolume alla fine della guerra. Alcuni episodi raccontati dalla Jalowicz sono così assurdi da sembrare inventati, ma proprio ciò che ci sembra più incredibile è in realtà veramente accaduto, soprattutto in tempo di guerra. Leggere questo libro, arricchito da alcune foto d'epoca, è stato molto interessante e illuminante, sebbene i personaggi citati dall'autrice siano così numerosi da farmi girare la testa. Mi sono sentita immersa totalmente nella Berlino degli anni Quaranta, e ho palpitato con Marie in più di un'occasione. Un libro molto interessante, che consiglio a chiunque voglia approfondire la questione delle persecuzioni nei confronti degli ebrei, soprattutto in un momento storico come questo, dove i vertici stessi del popolo israeliano sembrano aver dimenticato cosa significhi essere vessati, minacciati e uccisi senza pietà.

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