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Recensione - Arsenico e dolci vecchietti di Rossella Calabrò

martedì, giugno 11, 2019 Baba Desperate Bookswife 2 Comments

Il libro
Arsenico e dolci vecchietti di Rossella Calabrò
Editore: Emma Books  | Pagine: 180| Pubblicazione:maggio 2019 | Prezzo 2,90€| Trama: Qui
Genere: narrativa 
Notizie sull'autrice
Milanese come si evince dal cognome, oltre ad amare parole, gatti e pandori, è autrice e blogger. Ha scritto per Glamour, Confidenze e altre testate, e ha pubblicato vari libri, tra cui il best seller Cinquanta sbavature di Gigio (Sperling & Kupfer) che poi è diventato trilogia con Cinquanta sbavature di Gina e Cinquanta sbavature di Gigio - il film. Oltre a Il tasto G, Il Bistrò dei libri e dei sogni, Il balcone delle meraviglie, sempre per Sperling & Kupfer, e Di matrigna ce n’è una sola (Sonzogno). Per Emma Books: Perché le donne sposano gli opossum?, Facebook per romantiche, Danza d’amore per principianti, La bambina-fiore (con Elena Malagoli), Farfalle sullo stomaco e Arsenico e dolci vecchietti. Tiene corsi e seminari di scrittura creativa.
Recensione 

Carissimi lettori, preparatevi ad un romanzo umoristico, come afferma la collana, ma di quell'umorismo che nasconde un sacco di verità, perchè si sa, con il sorriso è più semplice dire l'amara verità, proprio come la pillola, che con lo zucchero va giù.
Questa è la storia di tre figlie, che all'ombra di un glicine che abita nel giardino del Bersò, un locale milanese alla moda, si raccontano le proprie sventure, ormai causate dai loro tre anziani genitori che sono sopravvissuti al proprio compagno. Le tre amiche non sono più giovanissime, e oltre alle loro problematiche di vita devono avere sempre uno scomparto di pensieri libero per i propri genitori che ormai vengono trattati come dei bambini.
Ester porta il nome di una stella e ha una madre che ha brillato per tutta la sua esistenza e ancora ci prova, a partire dal nome, si fa chiamare Chanel; Fiamma ha un padre bello come Paul Newman ma malato, infatti è gentilmente soprannominato Ipocondrio; infine Marina, che nella vita restaura mobili e ha una madre che chiama Perfidia.
Come si fa ad avere un rapporto con una madre che ti maltratta e non ti lascia nemmeno un paio di chiavi di casa, lasciando il sangue del suo sangue fuori dall'uscio e dalla vita? Oppure barcamenarsi tra i propri disastri preoccupandosi di un padre che ogni giorno è convinto di morire a causa di un'allergia? Per non parlare di chi deve avere a che fare con una madre convinta che inserire delle parole in francese all'interno della frase sia molto elegante e che va in giro balzellando sui tacchi avvolta da metri di chiffon, mentre la figlia indossa solo mocassini perchè tanto lavora a scuola e da una prof. ci si aspetta questo tipo di abbigliamento.
Non ce la fanno più le figlie, vorrebbero mandare in un pensionato i vegliardi, ma poi il grillo parlante (o il tarlo) consiglia loro di non farlo e allora se li uccidessero con l'arsenico? Per finta certo, come battuta...ma se qualcuno dotato di scarso senso dell'umorismo le sentisse e riportasse la conversazione agli ottuagenari?
Loro scapperanno e lo faranno in grande stile, cantando a squarciagola alla guida di un pulmino e fantasticando come solo a bordo di veicolo improbabile si può fare.
Una storia apparentemente allegra, che strappa tantissimi sorrisi, ma di quelli che lasciano l'amaro in bocca, perché la storia di questi vecchietti inventati dalla cara Calabrò è comune e allora mi fa pensare al tempo che scorre, al fatto che la vecchiaia è brutta perchè i vecchi tornano bambini, però se  fanno la pipì sul sedile posteriore dell'auto...nessuno pensa che sia come quella degli angeli.
Tutte le volte che un autore tratta il tema della senilità a me si apre la mente e si riempie di pensieri: ho sempre faticato ad accettare il trascorrere del tempo e sopratutto ho sempre mal sopportato chi tratta le persone anziane come bambini piccoli, pensando che per loro sia quasi umiliante avere di fronte la persona alla quale si ha pulito il lato B per anni che li tratta come lattanti, dicendo loro con tono accondiscendente di mettere la sciarpina o di non andare a fare la spesa da soli perchè qualcuno potrebbe approfittarsi di loro. E io mi arrabbio, digrigno i denti, scuoto il capo e penso alla difficoltà dei rapporti umani, a quanto uno pensi di fare bene invece è l'esatto contrario, immagino a come sarò io e come vorrei che mi accudissero nel caso ne avessi bisogno. La mente va a finire all'interno delle case di riposo, dove persone con radi capelli argentei e la magrezza di chi ha ancora poco da trascorre su questo pianeta aspetta una visita che non arriva, e la scusa già pronta sulle labbra "lavora tanto, non ce la fa a passare poverino". E le lacrime sgorgano, perchè magari è stato un genitore non dignitoso ma la peggior condanna è l'abbandono proprio quando il tempo trascorre lento e così il mio sguardo diretto fuori dalla finestra lo immagino un po' più in là, circondato da qualche ruga, sperando di poter attendere a casa mia l'arrivo certo di un figlio che con voglia non vede l'ora di scoprire come sua madre ha trascorso la giornata.
Ancora una volta la Calabrò ha creato qualcosa che intrattiene, utile non solo a trascorre del tempo con in mano un libro ben scritto (è artisticamente e creativamente strutturato), ma utile per allargare il proprio pensiero e fare i conti con se stessi (da ambedue le parti eh...utile ai figli, ma anche ai genitori).
Fatemi sapere :-) 

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2 commenti:

  1. Le relazioni genitori /figli sono sempre complesse e in qualche modo questo è un tema che tocca po' tutti noi. Non credo però che questo sia un romanzo adatto a me

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    1. No, conoscendo bene te e i tuoi gusti non credo sia un romanzo nelle tue corde. smack

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