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Blog Tour - Più forte di ogni addio di E. Galiano - Tappa #4 Gli adolescenti e la scuola
Ed eccomi finalmente a parlarvi dei miei pensieri, oggi l'argomento è: gli adolescenti e la scuola. Preparatevi perché qui si nasconde un mondo.
Innanzi tutto vi dico subito che ci sono due tifoserie: quella a favore dei ragazzini di oggi e quella invece che li condanna sempre e comunque. Sui social è pieno di commenti negativi sui teenagers, perché sono svogliati, sfaccendati, con poca voglia di fare, scarso entusiasmo nello sperimentare, sempre attaccati al cellulare, connessi al web e disconnessi dalla realtà. Vivono nel mondo virtuale e non si godono quello che c'è.
Io vi racconto la mia esperienza, non da mamma perché mia figlia ha solo sette anni, nemmeno da cittadina del mondo perchè esco molto poco dal mio guscio, vi racconto invece quello che vivo grazie al mio lavoro, allenando ragazze, accompagnandole, facendo conoscere loro il fantastico mondo della ginnastica ritmica.
Innanzi tutto vi dico che in effetti io con gli adolescenti ci lavoro tutti i giorni, alcune ragazzine le conosco da una vita e le sento un po' mie, perché il rapporto è proprio affettivo.
Come sono questi ragazzi di oggi?
In questo libro ho conosciuto Michele, che ha quasi diciotto anni, non possiede più la vista e il suo più grande sogno è già infranto. Una persona che però crede nella vita, che ama la sua famiglia, onora l'amicizia e si emoziona grazie alle piccole cose.
Beh nella vita al di fuori del romanzo vedo negli occhi delle mie ragazze la determinazione che avevo io, non alla loro età ma poco dopo (sono un po' più precoci!), vengono in palestra con passione, cercando di unire lo studio allo sport, rinunciando spesso ad uscire e facendosi venire i lividi sulla schiena a forza di fare capovolte per terra, rovinandosi i piedi a forza di girare e piroettare. Sudate a fine allenamento ma quasi sempre soddisfate dell'impegno che ci mettono. Si allenano il sabato mattina, alzandosi presto, quando avrebbero solo voglia di dormire e non trovano mai scuse, sempre presenti, con le mezze punte ai piedi e i capelli ordinatamente acconciati di prima mattina.
In questo libro ho conosciuto Michele, che ha quasi diciotto anni, non possiede più la vista e il suo più grande sogno è già infranto. Una persona che però crede nella vita, che ama la sua famiglia, onora l'amicizia e si emoziona grazie alle piccole cose.
Beh nella vita al di fuori del romanzo vedo negli occhi delle mie ragazze la determinazione che avevo io, non alla loro età ma poco dopo (sono un po' più precoci!), vengono in palestra con passione, cercando di unire lo studio allo sport, rinunciando spesso ad uscire e facendosi venire i lividi sulla schiena a forza di fare capovolte per terra, rovinandosi i piedi a forza di girare e piroettare. Sudate a fine allenamento ma quasi sempre soddisfate dell'impegno che ci mettono. Si allenano il sabato mattina, alzandosi presto, quando avrebbero solo voglia di dormire e non trovano mai scuse, sempre presenti, con le mezze punte ai piedi e i capelli ordinatamente acconciati di prima mattina.
Come sono gli adolescenti oggi?
In "Più forte di ogni addio" ho incontrato Nina, una pazza ragazza che incuriosisce e spaventa, una teenager dalla lingua lunga, dalla fervida fantasia e dalle spalle larghe, allenate a trasportare il dolore della vita. Una persona che si è persa ma vuole ritrovare sopratutto se stessa. Nina sa quello che vuole, nonostante la giovane età ( e poi dicono che i ragazzi non sanno quello che vogliono!)
Io conosco ragazzi connessi, che si preoccupano di quello che pensano gli altri sul web, si scattano delle foto e sognano in fondo al cuore di diventare influenti nel campo che più piace a loro. Sperano di vedere aumentare i cuoricini sotto allo scatto quotidiano. Ma questo lo speravamo anche noi vent'anni fa, non esisteva Instagram, ma chi non ha sperato di essere notato dal particolare allenatore? Sono cambiate le modalità, ma i sogni più o meno sono gli stessi.
In "Più forte di ogni addio" ho incontrato Nina, una pazza ragazza che incuriosisce e spaventa, una teenager dalla lingua lunga, dalla fervida fantasia e dalle spalle larghe, allenate a trasportare il dolore della vita. Una persona che si è persa ma vuole ritrovare sopratutto se stessa. Nina sa quello che vuole, nonostante la giovane età ( e poi dicono che i ragazzi non sanno quello che vogliono!)
Io conosco ragazzi connessi, che si preoccupano di quello che pensano gli altri sul web, si scattano delle foto e sognano in fondo al cuore di diventare influenti nel campo che più piace a loro. Sperano di vedere aumentare i cuoricini sotto allo scatto quotidiano. Ma questo lo speravamo anche noi vent'anni fa, non esisteva Instagram, ma chi non ha sperato di essere notato dal particolare allenatore? Sono cambiate le modalità, ma i sogni più o meno sono gli stessi.
Certo che...forse è necessario avere la situazione sotto controllo, perchè lo smartphone è un nuovo mezzo di comunicazione, ha molti vantaggi, ma sicuramente nasconde dei pericoli. C'è la possibilità di perdere il contatto con la realtà, di restare appiccicati allo schermo invece di chiacchierare con il vicino di sedia (io però sul pullman ascoltavo la musica con il walkman invece di colloquiare con i miei vicini).
E anche la scuola è più social, anche se a volte alcuni docenti sono un po' all'antica, ma non è detto che poi non siano quelli che i ragazzi ricorderanno negli anni, proprio come capitò a me con il mio professore di latino, che per quanto mi sembrasse "vecchio" nei modi e nei contenuti è colui al quale ancora oggi dico grazie.
Enrico Galiano nei suoi romanzi inserisce sempre un professore e dei ragazzi che frequentano gli ultimi anni delle scuole superiori. In quest'ultimo libro non si parla mai dei tanto discussi Social Network, i due protagonisti sembrano un po' fuori dal tempo, mandandosi al massimo qualche vocale su WhatApp. L'autore ci racconta i ragazzi che conosce lui, che vede tutti i giorni a scuola, con i quali parla, si confronta e sopratutto chiede, ascoltando subito dopo la risposta.
Nei suoi libri traspare l'amore per il suo lavoro, l'ammirazione che ha nei loro confronti e sopratutto riesce sempre a portare davanti agli occhi dei lettori storie diverse, ragazzi con trascorsi differenti ma sogni simili. Che poi passano gli anni, ma la frase è sempre la stessa: "non ci sono più i ragazzi di una volta". E come sono questi ragazzi di una volta? Perchè vent'anni fa mia madre si lamentava, ascoltavo la musica sempre e non interagivo in casa, leggevo fumetti e non mi preoccupavo di raccontare la mia giornata, trascorrevo le mie ore in palestra e quando volevo uscire era un problema perché avrei dovuto fare qualcos'altro. Alla fine anche mia stessa mi racconta che la sua nonna borbottava ( e vi assicuro che mia mamma ha condotto una vita dedicata alla famiglia, fin da ragazza). Forse dovremmo abituarci al fatto che il mondo cambia, la vita va avanti, le tecnologie aumentano e la parte più difficile per chi più giovane non è...è adattarsi e vedere le cose da un altro punto di vista.
Ho paura di avere una figlia che tra qualche anno sarà adolescente?
Sarei orgogliosa di avere un figlio come Michele, vorrei che mia figlia crescesse così e io vorrei riuscire ad accompagnare mia figlia per mano, vegliandola da lontano, senza farmi scorgere, proprio come fa la sua di madre. Avrei paura a crescere una ragazza con il carattere di Nina, ma indubbiamente il suo trascorso e il modo di comportarsi di sua madre hanno il loro peso.
E comunque sì, sarei ipocrita ad affermare il contrario, ma sto facendo di tutto per trasmetterle i miei valori sperando che prima o poi possa farli suoi e se anche sbanderà, posso sperare che la mia presenza, quella di suo padre, dei suoi nonni, insomma delle persone che le vogliono bene possa servirle a rimettersi in carreggiata e a trovare l'incrocio giusto nel quale svoltare per prendere la SUA direzione.
Sarei orgogliosa di avere un figlio come Michele, vorrei che mia figlia crescesse così e io vorrei riuscire ad accompagnare mia figlia per mano, vegliandola da lontano, senza farmi scorgere, proprio come fa la sua di madre. Avrei paura a crescere una ragazza con il carattere di Nina, ma indubbiamente il suo trascorso e il modo di comportarsi di sua madre hanno il loro peso.
E comunque sì, sarei ipocrita ad affermare il contrario, ma sto facendo di tutto per trasmetterle i miei valori sperando che prima o poi possa farli suoi e se anche sbanderà, posso sperare che la mia presenza, quella di suo padre, dei suoi nonni, insomma delle persone che le vogliono bene possa servirle a rimettersi in carreggiata e a trovare l'incrocio giusto nel quale svoltare per prendere la SUA direzione.
Devo assolutissimamente recuperare questo e il precedente!
RispondiEliminaCiao! Eh sì...credo che tu debba :-) un abbraccio
EliminaLetto e piaciuto, più di tutti gli altri. E' profondo e maturo.
RispondiEliminaSara
A me invece è quello che è piaciuto meno, ma ciò non toglie il fatto che sia un bellissimo libro!
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