AAA...Autori Emergenti,

AAA...Autori Emergenti - Andrew Levine e il l'amore scritto da un uomo

lunedì, febbraio 29, 2016 Baba Desperate Bookswife 2 Comments

Buongiorno lettori come state? Si, lo ammetto vi ho trascurati per una settimana intera, ma la colpa non è del tutto mia, purtroppo una brutta influenza mi ha segregata a letto ( di nuovo), con qualche gentil concessione verso la toilette :-)
Adesso però sono tornata tra i vivi e quasi sani!! Come iniziare questa piovosa settimana? Beh...con un autore giovanissimo che ha tutta la necessità di farsi leggere e conoscere.
Andrew è una persona molto molto educata, sembra quasi fuori dal tempo, purtroppo incontro sempre più frequentemente giovanissimi un po' sfacciati, conditi con un goccino di arroganza. Lui no, proprio per questo mi sono soffermata a leggere la trama del suo romanzo e ho accettato di presentare il suo primo libro qui sul blog.
Dopo questa divagazione abbastanza inutile non mi resta che porre alla vostra attenzione il romanzo d'esordio di questa deliziosa persona, che dopo aver eletto Nicholas Sparks suo autore preferito, si è buttato anima e corpo nella scrittura.




Titolo: Love in the scars
Autore: Andrew Levine
Genere: Romantico - Dramma
Casa Editrice: Self Publishing
Pagine: 371
Prezzo: 15,60€ cartaceo - 2,99€ e-book

Link per l'acquisto: Amazon - Wattpad



Sinossi: Carter Avery è un giovane scrittore dal passato burrascoso, colmo di dolore e tristezza. Per un qualche strano scherzo del destino, proprio grazie agli eventi drammatici della sua vita e al suo dolore è riuscito ad affermarsi come scrittore a soli sedici anni, pubblicando il suo primo romanzo, seguito poi da altri successi. Sono passati molti anni da allora e la sua vita, però, non è mai cambiata veramente. Il dolore è l'unica cosa che lo tiene vivo, caratterizzando la sua vita con abitudini crudeli. Tutto ciò cambierà quando Elena Grace, una giovane e aspirante stella del cinema, dopo drammatici eventi, gli farà capire che anche il suo cuore è capace di amare. Starà a lui, però, decidere se accettare il cambiamento e inseguire lo sconosciuto desiderio di luce con Elena, o ricadere nel buio del dolore che l'ha cresciuto. E talvolta, le paure e il destino possono rendere anche la scelta più semplice una tormentata e dolorosa decisione.

NOTIZIE SULL'AUTORE: Andrew Levine è uno scrittore di 21 anni. Ama leggere di tutto e scrivere storie d'amore con un'alta propensione al drammatico, forse a causa della forte influenza di Nicholas Sparks, suo autore preferito, nei primi anni della sua adolescenza. Ha iniziato a scrivere a 16 anni per una strana e ancora inspiegabile voglia di voler creare personaggi e amori che potessero emozionare e far innamorare i lettori. Come quasi tutti, prende questa sua passione molto seriamente, lavorando e cercando di migliorare notte e giorno, e ambire quindi a riprodurre al meglio le storie che fino a poco fa vivevano solo nella sua mente. I suoi interessi oltre alla scrittura sono film, serie tv e, come la maggior parte dei ragazzi, sport. Love in the scars è il suo primo romanzo e, come ogni autore, anche lui spera che non sia l’ultimo.

Buona giornata a tutti, spero che Andrew vi abbia colpiti e affondati :-) , alla prossima

Salvia

2 commenti:

Biblioteca di Casalborgone,

BiblioTea

lunedì, febbraio 22, 2016 Baba Desperate Bookswife 19 Comments

Oggi sono io #4 - BIBLIO-TE'. Tra una frittella e un libro
Buongiorno lettori come state? Oggi vi parlerò del mio primo incontro in biblioteca con i lettori: ho presentato ben quattro romanzi al pubblico casalborgonese.
Tra una tazza di tisana al lampone e qualche frittella di mele, abbiamo chiacchierato come se ci fossimo riuniti in una salotto a disquisire di libri consumando una golosa ( e calorica) merenda. Il clima era familiare, ci siamo scambiati opinioni e consigli, ma sopratutto è stata una piacevole esperienza culturale poichè l'ambiente raccolto ci ha dato modo di confrontarci. 


 Abbiamo iniziato con l'ultimo romanzo di Federica Bosco "Tutto quello che siamo", edito, come sempre, dalla casa editrice Mondadori. Ho scoperto che Federica è molto amata anche dalle persone più "mature", la sua scrittura fresca e scorrevole ma ben strutturata piace assai, sono certa che la storia di Marina abbia incuriosito molto i lettori.
La biblioteca ne ha acquistata una copia lo scorso mese e io e la bibliotecaria Paola non vedevamo l'ora di presentarlo.

La mia recensione qui
 Il secondo romanzo presentato è quello scritto dalla stimata Jodi Picoult, famosa per il Best-Seller "La custode di mia sorella". Oggi la Harper Collins ha pubblicato "Il patto", un mistery scritto quasi vent'anni fa e da poco tradotto in Italia.
La casa editrice ha gentilmente donato una una copia del romanzo alla Biblioteca Civica.
Molte persone sono state attratte dalla trama insolita e complicata. Sicuramente presto verrà preso in prestito :-).

La mia recensione qui

Dal Mistery - Thriller passiamo ad una autobiografia/saggio, scritta dal Dott. Marsh, neurochirurgo britannico di fama internazionale. Credo che tra i quattro, questo sia il volume che mi ha dato più stimoli, uno stralcio di vita vera che porta alle lacrime e a molte riflessioni. "Primo non nuocere" è assolutamente un libro da leggere. Tra l'altro ci tengo a sottolineare che la casa editrice Ponte alle Grazie ha gentilmente donato la copia che vedete in foto alla Biblioteca.

La mia recensione qui







E per finire un romanzo dell'italianissimo  Diego de Silva, "Terapia di coppia per amanti", edito dalla casa editrice Einaudi. Ho presentato questo libro per ultimo perchè è un genere di romanzo che si odia o si ama, non permette le vie di mezzo, infatti abbiamo discusso moltissimo sull'argomento trattato e sopratutto sulla mia "bacchettaggine". Addirittura mia suocera lo leggerà perchè ormai vuole sapere come andrà a finire.  

La mia recensione qui









E così si è concluso il mio primo pomeriggio soprannominato Biblio-Tè , non posso che ritenermi soddisfatta e divertita. Il confronto è sempre stimolante, anche per una persona timida come me.
Ringrazio Martina che si è ricordata di fare queste fotografie, permettendomi di documentare l'evento. Ma abbiamo già le prossime date:

  • 5 marzo alle ore 17:00 - presentazione di "Viola Vertigini e Vaniglia" di Monica Coppola. L'autrice verrà a parlarci in prima persona del suo simpatico romanzo.
  • 19 marzo alle ore 17:00 - secondo appuntamento con Biblio-Tè
Ci tengo ancora a ringraziare le case editrici che si sono gentilmente messe a disposizione per agevolare e rendere possibile questa iniziativa: grazie ad Anna, Francesca e Matteo.
Alla prossima,

Salvia


19 commenti:

Cebeni,

Recensione - "La ricetta segreta per un sogno" di Valentina Cebeni

venerdì, febbraio 19, 2016 Baba Desperate Bookswife 17 Comments

Buongiorno lettori, come state? Ieri è uscito in tutte le librerie il secondo libro di Valentina Cebeni, edito da Garzanti - che ringrazio infinitamente per avermene mandata una copia in anteprima -. Un volume dalla copertina incantevole e dal titolo invitante. 




Titolo: La ricetta segreta per un sogno
Autore: Valentina Cebeni 
Casa Editrice: Garzanti 
Pagine: 352
Prezzo: 16,90€
Pubblicazione:  18 febbraio 2016

                                                                                          

 VOTO: 


Notizie sull'autrice: 
Valentina Cebeni vive a Roma dal 1985, anno della sua nascita, ma ha il mare della Sardegna dei suoi nonni nel cuore. Appassionata di storie sin dall'infanzia, ha un grande amore per la cucina, nato proprio per riscoprire i legami con le radici della sua famiglia.
Con la casa editrice Giunti ha pubblicato "L'ultimo battito del cuore".






Edda ed Elettra, madre e figlia, nemiche e amiche, una panetteria ormai sul lastrico e il sogno di diventare giornalista infranto. 
Un viaggio verso l'ignoto, un'isola lontana dal mondo, dagli usi e costumi distanti dalla società continentale, il profumo di salsedine e la sabbia che si secca velocemente intorno ai piedi. 
Un monastero ormai in disuso e una comunità di donne affiatate ma diffidenti, lavoratrici instancabili che provano a dimenticare il loro doloroso passato.
Elettra è una donna ormai sola, non ha un compagno di vita accanto e la sua unica amica ha una famiglia alla quale rendere conto, la sua vita è sempre stata al fianco della prorompente Edda, una madre amorevole ma dispotica, un passato del quale non vuole parlare. 
Oggi però Edda è in coma, da un anno ormai, e il tempo delle risposte è terminato. Elettra deve combattere contro ogni rimpianto, dolore e curiosità, l'unico indizio a sua disposizione è il nome di un convento, di una Santa alla quale Edda è devota. Non può fare altro che partire, solo così potrà tessere le fila della sua misteriosa storia.

La storia narrata dalla Cebeni ha tutti gli ingredienti giusti per appassionare e incuriosire il lettore, forse la maggior parte del pubblico potrebbe far parte dell'universo femminile, ma comunque non mancano quel velo di mistero e qualche colpo di scena. 
Il viaggio di Elettra è fondamentale per la sua crescita, riuscire a stare al mondo da sola, senza i consigli o i rimproveri di Edda le formerà definitivamente il carattere. Si scontrerà con la diffidenza delle donne che incontrerà durante il suo cammino, fino a conoscere i segreti più inconfessabili di ogni abitante del convento. 
Conoscerà Lea, donna tutta d'un pezzo che farebbe qualsiasi cosa per salvare la sua dimora, la scontrosa Dominique, la sorridente Nicole, la saggia levatrice Isabelle.

Elettra non si perde d'animo e se da una parte si impegna - nonostante la ritrosia di molte persone - a scoprire chi fosse veramente sua madre, dall'altra impiega tutto il suo tempo libero a escogitare un piano per risollevare il convento. La cucina è il suo mondo, da sempre, e antichi profumi piano piano risvegliano gli isolani più nostalgici...

Un romanzo che si lascia leggere e scoprire piano piano, una storia ricca, intensa, dai profumi ben definiti e dal carattere intenso. Va assaporato poco alla volta, senza fretta, lasciandosi cullare dalle onde del mare. 

Cosa ho maggiormente apprezzato:

  • Le ricette allegate all'interno del romanzo tra un capitolo e l'altro, geniale!!! Le ho già appuntate all'interno del mio quadernetto sgualcito.
  • La storia complicata e corposa che l'autrice è riuscita a costruire, una narratrice promettente dalla fantasia fervida.
Cosa mi è piaciuto meno:


  • Per quelli che sono i miei gusti, alcune volte, determinate descrizioni dello stato d'animo sono state approfondite un po' troppo, rendendo la narrazione un po' lenta. 
Alla prossima,

Salvia




17 commenti:

AAA...Autori Emergenti,

AAA...Autori Emergenti + Recensione

lunedì, febbraio 15, 2016 Baba Desperate Bookswife 5 Comments

Buongiorno miei cari come state? Ed è di nuovo lunedì, uno di quelli terribilmente noiosi e lenti, uno di quelli in cui si vorrebbe scappare e andare alle Maldive, insomma se non si fosse capito sto facendo un po' fatica ad ingranare. No, non me lo chiedete, non ho festeggiato San Valentino, non lo sopporto molto, tutte quelle smancerie tutte insieme mi alzano la glicemia.
Oggi vi parlerò di un autore Napoletano, Alberto Corbino e di un libro che vi presentai lo scorso mese. Ecco, l'ho letto e vi scrivo il mio commento!!




Titolo: Questo è un bel libro
Autore: Alberto Corbino
Casa Editrice: Iemme Edizioni
Pagine: 264
Prezzo: 9,90€
Pubblicazione: Novembre 2015

Dove comprarlo:
Mondadori Store
Amazon
Ibs

VOTO:



Sinossi: 
La storia di Tano, Momo e Froid: nord e sud e poi tanto sud, che si incrociano dalla prima adolescenza all'ultimo addio trent'anni dopo, cervello e anima attorcigliati da un filo sottilissimo che è seta e acciaio insieme. Il primo vero romanzo di Alberto Corbino, il primo in cui si sorride e si ride con lacrime e a cento denti, il primo libro scritto solo col cuore a guidare la penna, perché quando si parla di amicizia non c'è altro modo per farlo.

L'autore:
Alberto Corbino, Napoli 1969, laureato in Scienze Politiche Internazionali, un dottorato in Geografia
umana a Padova, coltiva una passione non corrisposta
per l’America Latina e il Mediterraneo. Vive e lavora tra Napoli, Roma e Sorrento, occupandosi di teoria e pratiche di buonaeconomia.
Ha pubblicato il romanzo breve Manguste Metropolitane (Avagliano Editore, 1996) e la raccolta di racconti Il Mare che non scappa (Arte Tipografica, 2001). Ai suoi racconti è dedicato il blog Ventanillas.










Un libro dal titolo superbo ed esuberante, un autore dal carattere solare e sicuro di sè, un messaggio sulla pagina Facebook ed il gioco è fatto.
Alberto mi ha contattata qualche tempo fa cercando di incuriosirmi, il suo buon umore e la sua positività mi hanno colpita, ma sopratutto ha giocato un ruolo in prima linea la sua dose di positività, che per una persona tendenzialmente negativa come me è manna dal cielo.
Devo ammettere che il tutolo del suo romanzo mi aveva inizialmente disarmato, mi era parso un po' sopra le righe, ma durante la lettura ho scoperto il motivo di questa singolare scelta e visto che si cita Mandela...non ho potuto che apprezzare sorridendo.
Questa è la storia di un'amicizia, quella tra Tano - si, lui si chiama proprio così, Tano Gutta - e Froid - no, questo è un soprannome, forse il più azzeccato della storia, ma comunque un nomignolo - .
E' la storia dell'amore per i libri. storia di lealtà, di coraggio, di costanza, di donne, di studi ed esperimenti.
Froid e Tano sono amici da quasi tutta la vita, hanno frequentato lo stesso liceo e hanno scoperto le bellezze dei libri e delle donne insieme, come fratelli. Hanno trascorso i loro pomeriggi  a leggere romanzi che hanno fatto la storia della letteratura come Ray Bradbury, George Orwell e molti autori ancora più classici e hanno passato le mattinate ad osservare le femmine e ad escogitare piano d'attacco.
Hanno scoperto, sempre insieme,  il potere del libro e l'autore lo descrive con queste parole:

"perchè tra il libro e chi lo legge deve succedere qualche cosa: la carta e l'inchiostro sono solo il tramite in cui due menti, quella del lettore e quella dello scrittore, si sintonizzano. Lo scrittore guida il lettore, lo seduce, lo porta dove vuole, in un labirinto di emozioni di cui solo lui conosce l'uscita, il gran finale, e il lettore ne è consapevole e si lascia assorbire dal libro, ma proprio fisicamente, ci entra dentro."

 Ma dentro questo romanzo c'è di più, c'è una storia di rispetto e fiducia, un uomo che ha bisogno di un altro uomo per risolvere un mistero, e a chi chiedere se non ad un amico competente? Tano voleva fare il giornalaio, ma la sua famiglia lo considerava un lavoro troppo misero, così ha fatto il giornalista, poichè i nomi, in fondo, erano simili, e poi sempre  levatacce  si devono fare, in entrambi i mestieri!!
Momo, la fidanzata di Froid, è scomparsa, così quest'ultimo chiede a Tano di cercarla, di metetrsi sulle sue tracce.
Questo libro è un viaggio, tra presente e passato, tra ricordi e fatti appena accaduti e tutta questa vicenda è narrata all'interno di un Bel Libro.
Alberto Corbino imbeve il suo pennino nell'inchiostro mescolato all'ironia, tipica dei napoletani - che a me piacciono tantissimo - e proprio grazie alla sua scrittura il lettore potrà sorridere innumerevoli volte, grazie al nonno più "puttaniere" del mondo (ma con sangue blu che scorre nelle vene), che ha conquistato tutta la mia simpatia.


Cosa ho maggiormente apprezzato:
  • Lo stile decisamente ironico dell'autore, come ormai saprete, io adoro chi riesce a farmi sorridere.
  • L'autore racconta una storia, anzi due. La storia di Tano e quella della ricerca di Momo. Ho apprezzato sopratutto la prima.
  • Come vi ho detto prima, Nonno Gutta e zia Ondina la spilorcia sono veramente forti!!
Cosa mi è piaciuto meno:
  • Ammetto che se non mi fosse stato proposto da Alberto, non avrei mai preso in considerazione questo volume, purtroppo la copertina non attira e l'occhio...vuole la sua parte.
  • Alcuni passaggi sono un po' troppo approfonditi e risultano  lenti all'interno della storia. Non sono molti, ma di tanto in tanto si presentano.
Alla prossima...

Salvia

5 commenti:

Lackberg,

Ti consiglio un libro #14 - Un libro che leggeresti d'inverno

venerdì, febbraio 12, 2016 Baba Desperate Bookswife 18 Comments



Questa è una rubrica nata per far conoscere dei libri senza un criterio particolare. Un paio di volte al mese troverete i nostri (Salvia, La LibridinosaUn libro per amicoLa Biblioteca di Eliza) consigli sui rispettivi blog. Questa settimana abbiamo pensato di scegliere un libo che noi leggeremmo solo d'inverno, uno di quei libri che fanno venir voglia di stare al calduccio con una copertina sulle ginocchia! 


Titolo: La principessa di Ghiaccio
Autore: Camilla Lackberg
Casa Editrice: Marsilio
Genere: Giallo
Pagine: 458
Prezzo: 18,50€
Pubblicazione: 2010

La mia recensione: qui

Sinossi:Erica Falck è tornata nella casa dei genitori a Fjällbacka, incantevole località turistica sulla costa occidentale della Svezia che, come sempre d'inverno, sembra immersa nella quiete più assoluta. Ma il ritrovamento del corpo di Alexandra, l'amica d'infanzia, in una vasca di ghiaccio riapre una misteriosa vicenda che aveva profondamente turbato il piccolo paese dell'arcipelago molti anni prima. Erica è convinta che non si tratti di suicidio, e in coppia con il poliziotto Patrik Hedström cerca di scoprire cosa si nasconde dietro la morte di una persona che credeva di conoscere. A trentacinque anni, con la sensazione di non sapere bene cosa volere nella vita ma stimolata da un nuovo amore, approfitta del suo status di scrittrice per smascherare menzogne e segreti di una comunità dove l'apparenza conta più di ogni cosa.

Lessi "La principessa di ghiaccio" un anno e mezzo fa, ero una blogger alle prime armi, ma sicuramente non sbagliai la scelta del libro: la Lackberg fu un successo per me. Perchè lo consiglierei d'inverno? - premetto che se dovessi leggerlo ad Agosto non è che lo butterei nella spazzatura - Perchè il paesaggio nordico, il paesello dove è ambientata da storia, i fiordi, i pescatori imbacuccati, il gelo, il ghiaccio, insomma è un'ambientazione che per me è sinonimo di inverno, quello che qui, nel 2016 non c'è ancora stato. E' uno di quei libri che leggerei sorseggiando una tazza di tè fumante all'arancio e cannella, una coperta morbida morbida appoggiata sulle gambe e magari una sedia a dondolo sulla quale poter appoggiare il mio Lato B. 
Beh, quest'anno non fa così freddo, ma ve lo consiglio ugualmente!

E adesso andate a leggere i consigli delle mie tre amiche Dany, Laura ed Eliza!

Alla prossima
Salvia

18 commenti:

Bonvicini,

Recensione - "Tutte le donne di " di Caterina Bonvicini

martedì, febbraio 09, 2016 Baba Desperate Bookswife 30 Comments

Fatemelo pur scrivere amici miei, questo è un romanzo che non dovete lasciare sugli scaffali delle librerie, dovete cercarlo in biblioteca, compralo dal vostro libraio di fiducia o acquistarlo su internet per il vostro dispositivo digitale. Ancora una volta un'autrice italiana mi permette di innamorarmi, e non smetterò mai di gongolare, pensando a tutte quelle persone che prediligono gli autori (sì, uomini) e sopratutto stranieri. Libri scritti da loro ne leggo, e parecchi, ma sempre di più scopro quanto le donne mi affascinino e lo ammetto,sui miei scaffali ci sono più fanciulle che principini. Eccone un'altra pronta per voi: Caterina Bonvicini, in tutta la sua bravura.








Titolo: Tutte le donne di
Autore: Caterina Bonvicini
Casa Editrice: Garzanti 
Pagine: 196
Prezzo: 16,00€
Pubblicazione:  gennaio 2016 

                                                                                           VOTO:




Notizie sull'autrice: 
Caterina Bonvicini (1974), cresciuta a Bologna, vive e lavora tra Roma e Milano.Ha pubblicato con Garzanti i romanzi Correva l'anno del nostro amore(2014),Il sorriso lento(2010, premio Bottari Lattes Grinzane) L'equilibrio degli squali(2008, vincitore di numerosi premi tra cui Rapallo e Grand Prix de l'héroïne Madame Figaro), tradotti in diversi paesi da editori prestigiosi come Gallimard in Francia e S. Fischer in Germania.Con Einaudi ha pubblicato Penelope per gioco(2000),Di corsa(2003) I figli degli altri(2006). È autrice di due romanzi per ragazzi:Uno due tre liberi tutti!(Feltrinelli, 2006) In bocca al bruco(Salani, 2011). Con Alberto Garlini ha scritto L'arte di raccontare(Nottetempo, 2015).





Donne, donne e ancora Donne. Donne in carriera, donne che la carriera avrebbero potuto farla ma hanno preferito ripiegare sul taxi, donne che dovrebbero essere in pensione da un pezzo ma si ostinano a non invecchiare in nome della propria libertà, donne angosciate, donne omosessuali, giovani donne che si affacciano ai primi rapporti sessuali. Donne così profondamente diverse ma forse così identiche tra loro, che nonostante l'età, nonostante l'orientamento sessuale e nonostante la famiglia di provenienza sono tremendamente uguali. Non lo vogliono ammettere nemmeno a loro stesse, ma sono tutte donne di. Non è importante il nome del "proprietario", e lo spiega bene la Bonvicini:

Frida comincia a rendersi conto che lei non può essere nessuno per Francesca. Perchè non è una donna di. Il nome nemmeno conta, il succo si concentra nella preposizione. I loro fantasmi abitano in quel complemento di specificazione - in un genitivo, i loro sentimenti.
In questa storia ci sono tante donne e l'autrice le presenta subito al lettore in questo modo, con Nome, Età e Stato di Appartenenza:

Lucrezia, 89 anni, (la madre di)
Ada, 61 anni (L'ex moglie di)
Francesca, 57 anni (La sorella di)
Cristina, 46 anni (La moglie di)
Paoletta, 33 anni (La figlia maggiore di)
Camilla, 26 anni (L'amante di)
Giulia, 16 anni (La figlia minore di) 

Dopo aver svolto le presentazioni ufficiali ci rendiamo subito conto di essere finiti dritti al giorno della Vigilia di Natale, tutta questa improbabile famiglia allargata composta prevalentemente da donne è riunita intorno al tavolo ad aspettare l'uomo più atteso di Milano, l'uomo di tutte loro, l'uomo che però...non si degnerà di presentarsi.
Proprio da qui partono tante storie, capitolo dopo capitolo impareremo a conoscere e convivere con queste rappresentanti del gentil sesso, che a leggerle pagina dopo pagine, di gentil non hanno nulla, ma proveremo a metterci nei loro panni, nei panni delle donne abbandonate senza una spiegazione plausibile proprio la sera durante la quale si dovrebbe mangiare cospicuamente e si dovrebbero scartare regali dalle carte luccicanti. 

Cosa rende questo romanzo indimenticabile? La maestria dell'autrice nel narrare ogni versione dei fatti, da quella della sedicenne Giulia, che trascorre il tempo a chattare o a fare terapia di gruppo su Facebook a quella della quasi novantenne Lucrezia, che fuma, beve, è di bocca buona e non vuole che le si rompano tanto gli zebedei.
Ogni protagonista è descritta con attenzione, il linguaggio è accurato e diverso per ognuna di loro e nonostante siano molte e il libro sia composto da poche pagine, hanno il loro spazio, suddiviso in maniera quasi imparziale. 
L'uomo tanto atteso è il trofeo, colui che si fa desiderare, fino ad arrivare ad una conclusione piacevole e inaspettata, perchè l'uomo di...potrebbe essere colui che inconsapevolmente, grazie alla sua dipartita, regali emozioni nuove a delle persone che mai avrebbero pensato di provare.

 Cosa ho maggiormente apprezzato:

  • Le sorprese, quelle mi piacciono sempre. Devo smettere di comprare libro per la copertina e questo, se non me lo avessero consigliato Laura&Laura - Libridinosa e Biblioteca di Eliza- probabilmente non lo avrei mai letto e non avrei scoperto Caterina Bonvicini.
  • I tanti stili diversi che compongo il romanzo, ogni capitolo una donna e uno stile. Una scelta azzeccata e piacevole, dimostrazione di grande bravura, poichè probabilmente se una mano meno esperta avesse adottato questo metodo, avrebbe corso il rischio di cucinare un gran minestrone.
  • Un uomo che fugge dalle proprie donne, da un vero e proprio harem. Mio papà mi ha insegnato che in amore vince chi fugge e probabilmente queste donzelle non hanno avuto un padre previdente e scafato come il mio!!
Alla prossima,

Salvia

30 commenti:

AAA...Autori Emergenti,

AAA...Autori Emergenti - Sonia Paolini

lunedì, febbraio 08, 2016 Baba Desperate Bookswife 4 Comments

Buongiorno lettori come state? Un'altra settimana  si presenta alla nostra porta e noi non possiamo non cominciare a viverla e a pianificarla.
Vorrei fare gli auguri alla mia Sister, oggi è il sua anniversario e quindi...goditela, mi raccomando!
Oggi vi presento un'autrice, Sonia, che ha pubblicato un romanzo con la Casa Editrice Lettere Animate. Mi ha incuriosito la trama complessa e contemporaneamente intrigante, mi ha colpito l'educazione e la discrezione dell'autrice, che sottovoce mi ha chiesto di presentare il suo libro sul blog. La mia risposta è stata: CON PIACERE SONIA!!



Titolo: Beethoven's Silence - ...Io sono Irina e sono Elise...
Autore: Sonia Paolini
Casa Editrice: Lettere Animate
Genere: Narrativa Contemporanea - rosa
Pagine: 362
Prezzo:1,99€


 Per l'acquisto:
MOndadori qui
Bookrepublic qui
Rizzoli qui

SINOSSI:
Due colleghi psicologi e amici di lunga data ideano un progetto che vede protagonisti due loro pazienti, diversi in tutto ma uniti dalla profonda sofferenza che li ha segnati e inaspettatamente dalla musica classica. Il desiderio della giovane Irina, martire di violenze e abusi, di vivere l’esistenza di una comune adolescente si fonderà con la speranza di Philippe di superare il rimorso di aver permesso che la moglie e il figlio, vittime della sua effimera esistenza, morissero. Faranno da cornice ai loro desideri e speranze l’energia della dottoressa Jean La Mot, che considera il suo operato una missione, la determinazione e il coraggio di Etienne, deciso a percorrere la lunga strada che dista dal proprio cuore a quello della ragazza che ama e l’ossessione di Pierre Danton, un efferato criminale, di riavere accanto a sé la sua donna. Ogni parte del progetto è studiata nei minimi dettagli, niente andrà storto o forse niente andrà per il verso giusto…

L'AUTRICE


Sono Sonia e, come diverse donne, amo riprodurre con le parole scritte le emozioni e i sentimenti. Creo storie che narrano di donne, storie complesse, storie tristi dove quasi sempre è la violenza a interpretare il ruolo della protagonista. E una di queste storie è quella della giovane introversa e scontrosa ragazza di Beethoven’s Silence. Ricordo che Irina è nata una mattina, mentre terminavo di preparare i miei figli per la scuola. Ebbi un’illuminazione: una violenza del passato impossibile da dimenticare, una vita alla ricerca della serenità. E poi? E poi dovevo creare qualcuno che la soccorresse. Nacque così Philippe, il bello e maturo direttore d’orchestra. Ma anche lui doveva essere vittima di un dramma. Allora creai il suo dramma. Ora qualcuno li doveva aiutare. Venne loro in soccorso la dottoressa La Mot e a seguire Etienne, sebbene quest’ultimo, come ogni adolescente degno di rispetto, dovesse necessariamente vivere un personale martirio. Infine l’ostacolo: l’antagonista. Un uomo del passato, l’affascinante Pierre Danton, un criminale ossessionato dalla giovane Irina. Così descritta sembra un caos, ma ti assicuro che non lo è assolutamente e poi non dovrei e non vorrei rivelare troppo!


Sonia Paolini è nata e vive in provincia di Roma insieme ai tre figli e al marito. Lavora in un’azienda di Roma e nel tempo libero si diletta nella scrittura. A dicembre 2012 ha pubblicato un romanzo in versione e-book (‘Sinnerman’, casa editrice Drops Edizioni, ISBN-13 9788898058242), nel 2013 ha pubblicato due racconti in versione cartacea (‘Nothing Else Matters’, casa editrice Montegrappa, raccolta ‘Mon Amour!’, ISBN 978-88-95826-23-3; ‘Sanctae Foedus Amicitiae’, casa editrice Montegrappa, raccolta ‘Mes Amis!’, ISBN 978-88-95826-27-1) arrivati finalisti a due concorsi letterari indetti dalla casa editrice. ‘Beethoven’s Silence’, ISBN 9788868826765, è il suo nuovo romanzo pubblicato a gennaio 2016 dalla casa editrice Lettere Animate. 

https://www.facebook.com/profile.php?id=100010524733444

https://twitter.com/soniapaolini https://www.linkedin.com/in/sonia-paolini-986b8518

Sono riuscita a stuzzicare la vostra curiosità? Spero di si, per ora vi saluto, un abbraccio
Salvia

4 commenti:

Harper Collins,

Recensione - "Il Patto" di Jodi Picoult

venerdì, febbraio 05, 2016 Baba Desperate Bookswife 25 Comments





VOTO: 

Titolo: Il Patto
Autore: Jodi Picoult
Casa Editrice: Harper Collins 
Pagine: 572
Prezzo: 14,90€
Pubblicazione:  gennaio 2016 - in Italia -



Notizie sull'autrice: 
Scrittrice americana. Ha studiato a Princeton scrittura creativa ma, prima di dedicarsi interamente al lavoro di scrittrice, ha fatto disparati mestieri. Ha cominciato a scrivere il primo romanzo mentre aspettava il primo figlio. Vive con i suoi tre figli e il marito Tim a Hanover nel New Hampshire. Tra le sue opere ricordiamo Il custode di mia sorella 
(2005), Il colore della neve (2006), Senza lasciare traccia (2007)Diciannove minuti(2008),Un nuovo battito(2009),La bambina di vetro(2010),Le case degli altri(2011),L'altra famiglia(2012),Incantesimo tra le righe(2013) Intenso come un ricordo(2014), tutti editi da Corbaccio.






Con grande piacere, dopo aver letto "La custode di mia sorella" torno a sfogliare le pagine di un'autrice a me cara. Starete pensando: ma ha letto un libro solo...già cara è diventata? Si, e vi spiego anche il perchè. La custode di mia sorella io non lo avrei  mai e poi mai letto, scappo dalle storie troppo tristi, sopratutto se riguardano bambini indifesi e/o malati o animali. La vita è già spesso triste, al telegiornale sono più le notizie brutte di quelle belle, quindi no, io fuggo come la Roberts da Gere in "Se scappi ti sposo". Una persona, esattamente Daniela di Un libro per amico, mia sorella virtuale, mi ha quasi costretta a leggerlo durante una challenge, mi ha detto "Fidati Sister, ne vale la pena, lei è bravissima". Mi sono fidata. Ho fatto bene, anzi benissimo.

Questo è un libro che è stato pubblicato in America nel 1998, ben prima che la Picoult sfondasse e diventasse famosa in tutto il mondo. Non so bene perchè in Italia abbiano deciso di presentarcelo adesso, forse a causa di una trasposizione cinematografica. 

Il Patto è un romanzo avvincente, che non ti permette di chiudere il libro per andare a dormire: è la misteriosa storia di due ragazzi, Chris ed Emily, cresciuti insieme, prima migliori amici poi fidanzatini quasi modello. La storia di due famiglie che potevano vantare un'amicizia ventennale, fino al giorno in cui Emily è stata trovata senza vita a causa di un colpo di arma da fuoco e Chris svenuto accanto, con un grosso taglio in testa, ma pur sempre vivo.
Qual è la verità? Cosa è accaduto realmente quella sera? Le risposte sono sepolte insieme al corpo di Emily, solo Chris potrebbe rivelare l'arcano, ma non si ricorda a causa di un'amnesia o non vuole raccontare la verità? Forse, molto semplicemente, nessuno gliela chiede, perchè nessuno la vuole sapere.
C'è Melanie, la madre della giovane defunta, che preferisce credere alla verità più facile, ovvero che Chris è un terribile assassino che ha sparato alla sua bambina.
Gus, la madre di Chris, che crede alla versione ufficiale, quella comunicata subito dalla polizia, mentre suo marito non vuole credere in niente, perchè più facile da accettare.
Nemmeno l'avvocato del ragazzo vuole sapere, perchè la verità non serve, servono le prove, gli indizi, le sensazioni, le emozioni che i testimoni riescono a trasmettere alla giuria.

Ma cosa sappiamo di Chris ed Emily? Due persone simbiotiche, nemmeno loro riescono a capire dove finisca uno e inizi l'altra. Le loro anime sono fuse come due metalli così diversi da completarsi. Ma allora, per la miseria che diavolo è successo???? 

E' sempre difficile per me scrivere un commento su di un mistery, perchè o non si svela abbastanza oppure si scrive troppo. Io posso solo dirvi che questo romanzo l'ho adorato, dalle prime dieci pagine.  Un capitolo segue la trama ed è ambientato nel presente, mentre quello successivo  nel passato, così piano piano mentre la storia e le indagini procedono, scopriamo tutti i retroscena della vita di queste due famiglie borghesi e dei loro figli. Il ritmo è incalzante e nonostante non incuta ansia o terrore - non è quello il genere - a modo suo tiene il fiato sospeso quanto basta per volerlo finire in fretta a tutti i costi.

Cosa ho apprezzato maggiormente:

  • I personaggi, ma sopratutto Emily. Nonostante lei non ci sia più, tutti gli excursus approfonditi, capitolo dopo capitolo, ci permettono di conoscere una ragazza insicura, ma squisita. 
  • Lo stile dell'autrice, le sue doti narrative, il saper buttare l'amo e aspettare senza fretta che il lettore abbocchi, fantastico!
  • Questa storia è difficile da catalogare, mi è sembrato di vedere una puntata di Low&Order, prima le indagini della polizia e poi il processo. Ma in mezzo c'è molto di più, pagine fatte di emozioni, amicizia, amore, una vita, anzi due.
Cosa mi è piaciuto meno:
  • si può scrivere? NIENTEEEEE
E anche per oggi è tutto, alla prossima,

Salvia

25 commenti:

Ponte alle Grazie,

Recensione - "Primo non nuocere" di Henry Marsh

giovedì, febbraio 04, 2016 Baba Desperate Bookswife 9 Comments

Buongiorno lettori, oggi vi presento un libro che mi ha colpita, che ho letto in poco tempo e che mi ha appassionata come se fosse un romanzo, nonostante sia un saggio. E' stato difficile dare un voto, come si fa a votare dei frammenti di vite? Delle testimonianze, delle tragedie, dei successi? Quello che vi posso dire è...prima o poi leggetelo. Magari se siete troppo sensibili alternatelo ad un romanzo leggero e allegro, ma questo è il mio consiglio.




VOTO: 

Titolo: Primo non nuocere
Autore: Henry Marsh
Casa Editrice: Ponte alle Grazie
Genere: Saggio
Pagine: 336
Prezzo: 16,80€
Pubblicazione:   28 gennaio 2016



Notizie sull'autore: 

Henry Marsh Ã¨ un neurochirurgo inglese. Prima di iscriversi a Medicina, ha studiato filosofia, politica ed economia. Pensava che la medicina fosse una cosa noiosa fino a che non ha visto un neurochirurgo operare al microscopio per riparare un aneurisma: in quel momento ha avuto inizio la sua lunga carriera, che viene adesso ripercorsa in Primo non nuocere, un grande successo negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, in corso di traduzione in oltre quindici paesi. Marsh è stato anche al centro di un documentario, The English Surgeon (vincitore di numerosi premi, tra cui l’Emmy Award), che ha raccontato la sua attività di volontario in Ucraina. Il suo hobby, per ora, sono le api. E la bicicletta.







Sono sempre stata affascinata dalla medicina e sopratutto da tutto quello che i pazienti non vedono: anni e anni di studio e gavetta, orari pazzeschi, dedizione, precisione, sentimenti che non devono diventare troppo palpabili. Un mondo completamente diverso dal mio. Io sono quella che corre a prendere il treno con il biglietto tra i denti, il portafoglio in mano, i capelli che svolazzano e la borsa aperta dalla quale spunta la bottiglietta dell'acqua. Sono quella che scoppia a piangere se pesta inavvertitamente una cavalletta, mi si contorce lo stomaco se incrocio un bambino che piange perchè ha perso la mamma. Io non potrei sostenere psicologicamente il peso della responsabilità di un chirurgo, credo che mi licenzierei ancora prima di aver firmato un contratto.
Ecco perchè ho deciso di leggere questo libro: voglio sapere cosa passa per la testa di un Dottore e non uno qualsiasi, ma un Neurochirurgo.

Facciamo una premessa: questo non è un romanzo, ma un saggio. Voi vi starete chiedendo come Salvia abbia potuto leggere un saggio sulla Neurochirurgia di quasi 350 pagine mettendoci meno di un anno, vero??  Ebbene Henry Marsh, che prima di prendere la decisione di salvare vite per mestiere ha studiato materie umanistiche, è un grandissimo narratore, oltre ad essere uno dei migliori Neurochirurghi del suo Paese. Ormai prossimo alla pensione ha pensato di mettere nero su bianco tutti i suoi successi ma anche i suoi insuccessi, quelli che lo hanno fatto soffrire ma, anche se è brutto ammetterlo, lo hanno fatto crescere, facendolo diventare quello che è oggi: un professore stimato.

Grazie a questo libro empatizzeremo con l'autore, riusciremo a comprendere i suoi stati d'animo, a capire le sue frustrazioni. Già ho scritto proprio così: capire un neurochirurgo. Se fossi ortopedico, ginecologa, che ne so, reumatologa, dai magari anche infermiera potrei forse avvicinarmi al suo mondo, ma ragazzi miei, io ho provato a studiare lettere prima, e scienze motorie dopo. Mi considero "un'umanista" particolarmente lunatica, dai nervi poco saldi e dalla sensibilità troppo marcata. Ma perchè tutta questa manfrina? Perchè leggendo le pagine scritte dal Dott. Marsh ho imparato moltissimo, ho apprezzato la sua completa onestà, ma quello che mi ha più colpito è stata l'ammissione degli errori commessi. Lui  ricorda simpaticamente che i chirurghi non hanno sfumature o sono bianchi o neri, o sono angeli o bastardi incompetenti, ovviamente dipende dall'esito dell'operazione.  

Questo è un saggio che scorre come fosse un romanzo. Ogni capitolo è una malattia o malformazione che il dottore ha curato o operato. Durante lo stesso capitolo conosceremo i pazienti del dottore  e lentamente riusciremo a delineare il carattere dell'autore.  Crudo, serio, "splatter" - quando un cervello affoga nel sangue del paziente stesso, concedetemi il termine - .
Un libro che ho già consigliato a moltissime persone e che presto presenterò in biblioteca. 

Cosa ho maggiormente apprezzato:

  • L'onestà con la quale sono stati trattati dei temi così delicati, sopratutto in un momento - qui in Italia almeno - in cui si parla spesso di malasanità. 
  • L'autore ha più volte evidenziato che un Neurochirurgo resta sempre e comunque un essere umano, quindi non essendo una macchina, può sbagliare, anche non dovrebbe e tutti si aspetterebbero il contrario.
  • Per diventare un luminare, ahimè, bisogna accumulare esperienza e purtroppo gli insuccessi sono proprio quelli che permettono la crescita.
  • Lo stile molto scorrevole: ho imparato un sacco leggendo velocemente. 
Cosa mi è piaciuto meno:
  • Questo non ha niente a che fare con il libro, ma sicuramente comprendere che alcune "leggerezze" hanno rovinato la vita di pazienti, oppure che un assistente abbia reso invalido un atleta solo perchè il chirurgo ha pensato che l'assistente fosse in grado di operare da solo, insomma non sono mai cose piacevoli da sapere. 


Non mi resta che salutarvi, alla prossima

Salvia

9 commenti:

Bosco,

Tutto quello che siamo

mercoledì, febbraio 03, 2016 Baba Desperate Bookswife 10 Comments

  

Il Libro

Tutto quello che siamo di Federica Bosco
Editore Mondadori | Pagine 348 | Prezzo €18,00 | Pubblicazione 2015 | Sinossi: Qui sul sito Mondadori

Genere:

Notizie sull'autrice

Federica Bosco è scrittrice e sceneggiatrice. Ha al suo attivo una ricchissima produzione di bestseller, da Mi piaci da morirea Un amore di Angelo. Con Mondadori ha pubblicato Pazze di Me (2012), della cui versione cinematografica, per la regia di Fausto Brizzi, è co-sceneggiatrice, Non tutti gli uomini vengono per nuocere (2013), Sms (2014) e Il peso specifico dell'amore(2015).

Recensione

Federica Bosco? Per me una grande autrice italiana, una donna in grado di scrivere un libro ironico, uno young adult un po' paranormal, un libro con protagonista un uomo che parla addirittura in prima persona e infine uno new adult. Il tutto senza batter ciglio. Quello che apprezzo è proprio la sua versatilità, il suo "non avere uno schema", lei riesce a comunicare con ragazzini o adulti, con donne in carriera o casalinghe, con uomini o donne, insomma è completa. 

Questa volta ci parla di Marina, una ragazza di appena diciannove anni che vive tra le bellezze di Firenze, ma nella sua vita di bello c'è ben poco: la mamma è partita, il padre è violento, la nuiva compagna è cattiva, il ragazzo della sua vita non la considera e lei si destreggia tra due lavori per avere un minimo di libertà. Che cosa le permette di tirare avanti? Il suo fratellino di soli nove anni, la perla preziosa che le allieta le giornate, ma se da una parte le consente di alzarsi al mattino, dall'altra parte non le permette di andarsene da una casa ormai stretta.
Marina è una barista al mattino, è una commessa in un negozio di abiti al pomeriggio, ma cosa vorrebbe fare lei veramente? Disegnare, perchè ha talento, ma suo padre lo considera una perdita di tempo, così mette in valigia i suoi pochi  sogni e procede senza indugiare troppo, perchè solo tenendosi impegnata può non soffrire troppo.

Cosa rende questo libro degno di nota? Innanzi tutto la protagonista, che è reale purtroppo: quante giovani donne sono lasciate in balia di loro stesse e della paura di non essere mai abbastanza? Quanto le aspettative dei genitori dei genitori possono minare l'autostima? Sono troppe le storie di violenza domestica che ogni giorno si sentono in televisione, alcune vedono la loro conclusione con una salma, altre si limitano ad essere "lievi" a livello fisico, ma ugualmente gravi a livello psichico. Non c'è niente di peggio del vivere quotidianamente nella paura in casa propria, circondati dalle persone che dovrebbero amarci e proteggerci, invece sono il nemico. Se la famiglia non è il porto sicuro, quale dovrebbe essere, mi chiedo.
La storia di Marina non è eccezionale, non è un fantasy o un paranormal purtroppo, ma è una storia come tante, una di quelle storie che spezzano il cuore perchè non sono così gravi da finire sui giornali - per fortuna - ma nemmeno così facilmente risolvibili. Non è possibile non provare solidarietà o affetto per la protagonista, che con la sua fragilità disarmerebbe anche il cecchino più esperto. Ha bruciato le tappe, ma non per sua volontà, è diventata presto donna senza averlo chiesto, è maggiorenne ma in fondo è ancora una ragazzina che vorrebbe sposare una star del cinema o di diventare una celebre fumettista.

Vi piacerà Marina, perchè è buona, sopporta amici viziati e davvero impossibili come una Ginevra mangia uomini o un Dario eccentrico ed egocentrico, un Nick ambiguo e un Christo un po' lurido. Come finirà questa storia? Sarà fortunata come quella paracula di Cenerentola oppure sarà una delle tante storie normali che non vanno proprio da nessuno parte? Beh leggetelo, io sicuramente non vi dirò molto di più di quello che ho scritto - anche troppo - .

Voto

 

Cosa ho maggiormente apprezzato:

- Lo stile semplice permette di empatizzare con la protagonista, il romanzo è narrato da una diciannovenne particolarmente social, e questo è il "livello" della narrazione.
 - Federica Bosco ha la capacità di inserire molti personaggi, senza trascurarne nemmeno uno.

 

Cosa mi è piaciuto meno:

- Niente in particolare, non è un romanzo con lode, ma sufficientemente bello da essere letto e consigliato.

10 commenti:

De Silva,

Recensione - "Terapia di coppia per amanti" di Diego De Silva

lunedì, febbraio 01, 2016 Baba Desperate Bookswife 18 Comments





VOTO: 

Titolo: Terapia di coppia per amanti
Autore: Diego De Silva
Casa Editrice: Einaudi
Pagine: 288
Prezzo: 18,00€
Pubblicazione:   2015



Notizie sull'autore: 
Diego De Silva è nato a Napoli nel 1964. Presso Einaudi ha pubblicato il romanzo Certi bambini (2001), premio selezione Campiello, da cui è stato tratto il film omonimo diretto dai fratelli Frazzi. Sempre presso Einaudi sono usciti i romanzi La donna di scorta (2001), Voglio guardare (2002 e 2008),Da un'altra carne (2004 e 2009), Non avevo capito niente (2007 e 2010, Premio Napoli, finalista al premio Strega), Mia suocera beve (2010 e 2012), Sono contrario alle emozioni (2011 e 2013), Mancarsi (2013), il racconto Il covo di Teresa (2013, nella collana digitale dei Quanti) e la pièce Casa chiusa, pubblicata con i testi teatrali di Valeria Parrella e Antonio Pascale nel volume Tre terzi. Nel 2013 Einaudi ha pubblicato la trilogia Arrangiati, Malinconico (che riunisce in un unico volume Non avevo capito niente, Sono contrario alle emozioni, Mia suocera beve) e nel 2015 il romanzo Terapia di coppia per amanti. Suoi racconti sono apparsi nelle antologie Disertori, Crimini, Crimini italiani, Questo terribile intricato mondo. È fra gli autori di Scena padre (Einaudi 2013), Giochi criminali (Einaudi Stile Libero 2014, con Giancarlo De Cataldo, Maurizio de Giovanni e Carlo Lucarelli) e Figuracce (Einaudi Stile Libero, 2014). I suoi libri sono tradotti in Inghilterra, Germania, Francia, Spagna, Olanda, Portogallo e Grecia.





Non appena mi sono approcciata a questo libro, dopo aver letto svariate recensioni, da quella della Libridinosa a quella della Lettrice Rampante, ho pensato che avrei avuto serie difficoltà  a mantenermi neutrale.
Come fare a leggere un libro quando si possiede  la consapevolezza che il tema trattato va oltre la nostra comprensione? Non lo so, ormai  l'avevo comprato e di buttare diciotto euro del water non ne avevo nessuna voglia.

Così, con molti pregiudizi ho aperto il libro e ho conosciuto Modesto Fracasso e la sua compagna illegittima Viviana. Già, avete capito bene, la loro relazione è illegittima e segreta, a casa hanno moglie, marito e due figli, ma nonostante tutto si amano alla chetichella, da ben tre anni, condividendo un letto di un motel in periferia, piuttosto che i sedili dell'auto. Sono amanti loro, ma non si limitano a sollazzarsi sessualmente, loro litigano, anzi è più il tempo che trascorrono a lanciarsi oggetti in testa o a sputarsi addosso frasi impronunciabili che a scopare.
Già, c'è un altro dilemma, a Viviana piace fare l'amor, mentre  a Modesto piace proprio scopare. Lui pensa al qui e ora, lei al futuro, lui pensa a non farsi beccare dalla moglie e lei pensa a chiamarlo sul cellulare alle quattro del mattino, lui pensa a dormire dopo un sano e infedele orgasmo, lei ad analizzare punto per punto la loro ultima discussione.

E perchè non andare in terapia? Già, perchè andarci invece? E anche su questo punto sono puntualmente in disaccordo.

Questa è una storia che fa riflettere, anche se non se ne ha la minima intenzione, ti costringe  a tirare fuori la testa dalla sabbia e guardare in faccia la realtà: quanti sono i matrimoni che durano? Quante persone hanno un amante? Quanti uomini vanno a prostitute? Su dai, non prendiamoci in giro, tutti sappiamo cosa tocca ad una coppia che decide di sposarsi, può durare, ma spesso non accade. E quando ci sono dei figli come si fa? E' giusto buttare tutto nel cesso per inseguire la propria felicità e far soffrire degli innocenti, oppure è più logico difendere la verità e il rispetto e vivere una doppia vita?

Io ho un mio pensiero, molto molto quadrato e non smussabile, ma non sto qui a rompervi le balle con pensieri personali, vi assicuro però che nonostante abbia detestato parecchio entrambi i personaggi, sopratutto Viviana che considero la persona dal carattere più nervoso e stressante che abbia avuto il dis-piacere di incontrare tra le pagine, ho rivisto le mie posizioni e comunque ammetto di essermi messa in discussione (ma non allarmatevi, il carattere di cacca ce l'ho anche io e idea non l'ho cambiata, ah ah ah).
Un libro scritto da un autore per me nuovo e molto molto interessante, che ha usato uno stile molto particolare, che io ho apprezzato. I capitoli sono alternati, in uno sono esternati i pensieri di Modesto, nel successivo quelli di Viviana. Si, pensieri, perchè tutto il libro sembra proprio un diario, e nonostante non siano riportati i giorni e l'ora, sembra di essere finiti proprio all'interno della testa dei due protagonisti, che esprimono le loro vite, senza filtro alcuno. Forse all'inizio ho impiegato una buona mezz'ora prima di entrare in sintonia con questo tipo di scrittura, ma poi l'ho trovata confortevole, come un paio di pantofole. Grazie a questo stile ho potuto davvero conoscere i due protagonisti, nel loro profondo, e sembra proprio di aver fatto con loro una bella chiacchierata.

De Silva è bravo, molto bravo, talmente bravo che non vorrei essere sposata con lui :-)

Cosa ho maggiormente apprezzato:

  • La riflessione, questo libro me l'ha imposta e con una discreta prepotenza.
  • Lo stile, assolutamente scorrevole per me, ostico per altri, a me ha permesso di conoscere i personaggi molto a fondo.
Cosa mi è piaciuto meno:
  • Beh, che dirvi, la storia. Due amanti che vanno in terapia...io sono bacchettona e un po' all'antica. Ma proprio questo, che è stato un grande spunto di riflessione, mi ha permesso di crescere, dal punto di vista umano. Un'arma a doppio taglio insomma.
  • Viviana, non per favore, non la reggo, non la sopporto, è stata lei il più grosso trauma!

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