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Presentazione in libreria: Nicola Bolaffi e i suoi magnifici opposti
Buongiorno amici lettori, oggi con grande gioia vi parlerĂ² di una presentazione, di un libro, di un autore. Insomma il mio pomeriggio in compagnia di Nicola Bolaffi.
Dovete sapere che qualche settimana fa Daniela, la titolare della libreria Mondadori di Chivasso, mi ha chiesto se avessi avuto piacere di presentare il Signor Bolaffi, un autore edito dalla famosa Garzanti, decisamente disponibile e desideroso di farsi conoscere sul territorio. Ho accettato, così su due piedi.
La libraia mi ha gentilmente regalato una copia del romanzo e così, a pochi giorni dalla presentazione l'ho letto (con una discreta dose di ansia in effetti), poiché la mia emotività iniziava a far capolino.
Per farla breve io e Nicola (sì perché dopo un paio di messaggi ho smesso di chiamarlo Dottor Bolaffi) ci siamo accordati e abbiamo deciso di incontrarci per un caffè e quattro chiacchiere.
Santo cielo, le mie gambe altro che giacomo-giacomo...insomma mi sono infilata un vestitino carino, ho indossato anche un paio di tacchi (non per far colpo sull'autore, ma per la presentazione, è inutile che facciate quelle espressioni lì), mi avvio alla macchina e...vedo qualcosa di strano sul tettuccio della mia auto. Gomme da masticare, in piemontese detti cicles, sputacchiate sulla MIA MACCHINA (ovviamente ben sciolte dal sole rovente e diventate tutt'uno con la vernice rossa fiammante). Salgo sul "predellino" mi sporgo cercando di non sporcarmi, cerco di staccare quelle robe obbrobriose e penso "cominciamo bene", che la sfiga alla Desperate abbia inizio.
A parte questo imprevisto perĂ², devo ammettere di essere arrivata incolume e in orario all'appuntamento. Tiro un sospiro di sollievo e quando mi trovo davanti Nicola ho pensato che il simpatico diminutivo con il quale l'avevo definito precedentemente sul blog, ovvero "omino", forse non si addica alla perfezione. La sua statura ha dettato subito legge.
Comunque mi sto perdendo in ciance inutili. Io quel giorno ho scoperto non solo un bravo autore, ma una persona affabile, di classe e sopratutto disponibile. Nonostante il mio primo imbarazzo, abbiamo chiacchierato del piĂ¹ e del meno, ci siamo conosciuti un po' di piĂ¹ e ho avuto la fortuna di potergli chiedere direttamente tutto quello che mi frullava per la testa riguardo al suo libro. -BELLISSIMA SENSAZIONE-.
La presentazione poi è stata emozionante, un autore dalle parole ben calibrate, che utilizza l'italiano in maniera corretta e ricercata, un uomo che parla di sentimenti, di emozioni, dell'amore per l'arte, per il bello e narra di passione e cerca di comunicare al suo pubblico tutto quello che ha dentro e spera che il suo libro possa essere conservato per essere riletto di tanto in tanto.
Proprio perché le parole sono a centro di tutto, io e Nicola abbiamo fatto un gioco: io ho scritto delle parole su di un foglio bianco e lui ha ha raccontato alle persone in sala cosa significassero all'interno del suo libro, un esperimento riuscito bene per fortuna! Quanti di voi sanno cosa significhi il termine Cherofobia? Certo, potete cercarlo su google, ma non saprete mai che Greta...
Credo che Bolaffi sia uno che l'anima ce la metta, nella scrittura, nello sport, nel dipingere i suoi quadri. Quest'uomo è riuscito a farmi venir voglia di studiare qualcosina di storia dell'arte - materia a me oscura -, perché ho capito che dietro a delle pennellate si nasconda un mondo a me ignoto.
Ci sono persone che scrivono bene, fanno trascorrere al lettore ore divertenti o di relax, ma una volta finito il libro si riesce a passare ad altro, senza troppo rammarico. Poi ci sono altri autori, che scrivono bene, ma, a differenza dei primi, entrano a gamba tesa nel cuore del lettore, che sottolinea, trascrive, appiccica post-it, fa delle orecchiette, insomma VIVE il romanzo, e quando lo riprende in mano si trova inesorabilmente a sorridere, i ricordi affiorano pian piano, e i personaggi sono come vecchi amici, che si ha il piacere di rivedere e magari, rileggendo le frasi, si comprendono cose rimaste in un angolo, proprio come con il carattere delle persone in carne ed ossa.
Questo è Nicola Bolaffi. O perlomeno questo è ciĂ² che mi ha trasmesso.
Sì, prima che mi dimentichi, rispondo anche alla domanda che in molti mi avete fatto: in questa storia c'è molto dell'autore, sopratutto nel protagonista, Otto. Anche Greta perĂ² ha qualcosa di non totalmente inventato. Poi certo, la fantasia ha lavorato, ed è uscito "La sottile armonia degli opposti", che avrebbe dovuto intitolarsi semplicemente Otto, perchĂ© questo numero è ricorrente, anche nella stesura del libro stesso. In veritĂ anche il numero civico davanti alla libreria è un numero con due pancione. I casi della vita.
Bravissima Baba! Sei riuscita ad incuriosirmi come sempre :-) spero ci saranno altre occasioni, con anche altri autori magari, perché mi è spiaciuto un sacco non poterti sentire dal vivo!
RispondiEliminaCiao Nadia! Spero proprio che ci possano essere altre occasioni, a me farebbe molto piacere :-) ti abbraccio
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