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Recensione di Baba - una festa in nero di Alice Basso

martedì, settembre 17, 2024 Baba Desperate Bookswife 0 Comments

 Il libro
Una festa in nero di Alice Basso
Editore: Garzanti| Pagine: 351| Pubblicazione: 2024| Prezzo 18,60€| Trama:Qui
Genere: narrativa


Notizie sull'autrice
ALICE BASSO è nata nel 1979 a Milano e ora vive in un ridente borgo medievale fuori Torino. Lavora per diverse case editrici come redattrice, traduttrice, valutatrice di proposte editoriali. Nel tempo libero finge di avere ancora vent’anni, canta e scrive canzoni per un paio di rock band. Suona il sassofono, ama disegnare, cucina male, guida ancora peggio e di sport nemmeno a parlarne.

Recensione di Baba

Buongiorno lettori, sono tornata per parlarvi dell'ultimo romanzo che conclude la serie "Le indagini di Anita" scritto dalla magistrale Basso.  Siamo a Torino e corre l'anno 1935, il periodo storico non è dei migliori e anche la vita di Anita sta per cambiare radicalmente. Nonostante lei cerchi di rimandare continuamente le nozze con Corrado, non si interessi ai preparativi e non sudi a causa dell'emozione pensando all'abito da sposa... tra poco la sua vita percorrerà una strada diversa e lei dovrà smettere di andare a lavorare per crescere un'orda di bambini devoti alla patria e dovrà dedicarsi alla casa e al bel maritino, impettito come un piccione impagliato (povero Corrado Leone, non se lo merita, perché è un gran bravo ragazzo). In fondo però le cose sono ancora come prima anche se per poco, quindi è giusto godersi gli ultimi momenti in ufficio insieme a Sebastiano: scrivere articoli e scambiare saliva sono ottime attività poiché la prima è utile a tutta Torino, mentre la seconda...beh la seconda fa bene a loro. Tutto prosegue più o meno come al solito fino a quando Anita non ha sensazione di essere osservata, di sentirsi seguita, così informa Sebastiano e ovviamente hanno paura che le loro attività, ehm, diciamo ludiche, vengano presto scoperte. La faccenda però non è proprio così e in un batter d'occhio avremo a che fare con spie, bugie, una Candida nei guai e un gran giramento di biglie. Dopo qualche colpo di scena, mal di pancia e decisioni complicate da prendere arriveremo ad un epilogo e saremo costretti a salutare anche questi personaggi. Perché è così difficile lasciar andare i personaggi della Basso? 

Facciamo però un salto indietro e torniamo all'inizio, quando l'autrice esce in libreria con un nuovo inizio, ci presenta la signorina Bo, così diversa da Vani Sarca, e non riusciamo a fare a meno, almeno per i primi capitoli, di fare qualche confronto. Subito una ragazza molto carina e vanitosa, poco istruita e così frivola non riesce a convincerci del tutto: dov'è finita la cazzuta Vani? Perché la Basso ha tirato fuori questa ragazza così...come dire, così poco profonda? Poi andiamo avanti, perché ci fidiamo, e poco alla volta scopriamo una donna che ha qualcosa di importante da dire e da dare (così suona male) e il fatto che sia così diversa dalla precedente protagonista è un bene, perché non possiamo paragonarle. Anche se entrambe hanno un interessante ego: Vani era molto consapevole di essere brava e Anita era al corrente di essere bella. Ognuna di loro ha usato le proprie certezze per fare del bene, quindi sì, qualcosa in comune lo hanno. In questa maniera la Bo ha dato un colpo d'anca alla Sarca facendole spostare il sedere qualche centimetro più in là e si è presa un posto sul divano, accanto a lei. Oddio non so se andrebbero d'accordo e quanto tempo ci metterebbero a litigare per il monopolio del telecomando eh...ma di cosa ci preoccupiamo, la tv non c'era ancora! 

Tornando a noi, quest'ultimo libro è un saluto in grande stile, la parte finale ci ha spiazzato, o forse nemmeno più di tanto. L'autrice ha deciso di romanzare un periodo storico complesso, ha scelto di parlare del capoluogo piemontese in periodo fascista, raccontandoci episodi tratti da storie vere, inventandone altri, costruendo una storia per farci capire che aria si respirava all'epoca, quale fosse la condizione femminile e quanto fosse complicato fosse essere semplicemente stessi. 
Ho apprezzato tutto: personaggi, ambientazione, periodo storico, parti investigative, stile di scrittura (assolutamente riconoscibile, come il timbro della voce di ognuno di noi). Mi piace l'ironia che esce dalla sua penna, la "leggerezza" con la quale riesce ad approcciarsi ad argomenti di un certo spessore, la minuzia delle sue ricerche storiche e il modo di caratterizzare i suoi personaggi, che a noi sembra di vedere vagare per l'ufficio o in casa (vedi Mariele) mentre borbottano, sospirano o imprecano "che zucche!" 
Ti ringrazio Alice, perché tieni una  compagnia di qualità. Adesso non vedo l'ora di leggere il tuo romanzo per ragazzi. 

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