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Recensione di Nadia #7 - Perla Nera di Liza Marklund

lunedì, aprile 11, 2022 Baba Desperate Bookswife 0 Comments



Il libro
Perla Nera di Liza Marklund
Editore: Marsilio| Pagine: 560| Pubblicazione: 2020| Prezzo 19,00€| Trama:Qui
Genere: giallo
Notizie sull'autrice
Soprannominata la First Lady del giallo svedese, giornalista, scrittrice e moderatrice tv, è l'autrice della serie poliziesca di Annika Bengtzon, un successo internazionale.
Tra i libri pubblicati in Italia, Delitto a Stoccolma (Mondadori, 2001), Studio sex (Mondadori, 2002), I dodici sospetti (Mondadori, 2004 e Marsilio 2015), Il Lupo Rosso (Marsilio, 2008), Il testamento di Nobel (Marsilio, 2009), Finché morte non ci separi (Marsilio, 2010) Freddo sud (Marsilio, 2011) Linea di confine (Marsilio, 2013), Happy Nation (Marsilio, 2014) e Perla Nera (Marsilio, 2020).
 Recensione di Nadia

Buongiorno lettrici e lettori!

Oggi torno con la recensione di un libro che mi ha fatto un po’ penare: sto parlando di Perla nera, della scrittrice svedese Liza Marklund.

Kiona vive a Manihiki, un piccolo atollo nell’arcipelago delle isole Cook, con la sua famiglia, che gestisce un’azienda per la coltivazione e la raccolta di ostriche da perla. È la fine degli anni Ottanta; la sorella maggiore di Kiona è morta durante un’immersione, e la giovane è ancora preda del senso di colpa. Un giorno, durante una violenta tempesta, una barca con un giovane straniero svenuto a bordo si incaglia sulla barriera corallina. Sembra un piacevole diversivo, ma Kiona ancora non sa che quello straniero cambierà la sua vita per sempre…

Avevo conosciuto e apprezzato Liza Marklund grazie alla sua serie di gialli con protagonista la reporter d’assalto Annika Bengtzon e così, quando ho saputo che si era cimentata in una nuova fatica autoconclusiva, ho deciso di darle una chance. Questa volta il progetto della Marklund è parecchio ambizioso: dar vita, in un solo romanzo, a una storia di ampio respiro, che coinvolga ambientazioni esotiche, tensione da thriller e parte di quella finanza che ammanta anche i libri gialli di una sorta di “rispettabilità”. A mio avviso, però, purtroppo l’autrice non ha centrato il suo obiettivo. La storia di Kiona ha soprattutto una pecca: non è sufficientemente avvincente da portare il lettore a interessarsene. La conseguenza, inevitabile e deleteria per la buona riuscita del romanzo, è che, anziché lasciarsi trasportare dal racconto, chi legge tende a soffermarsi sui difetti della struttura. Molti degli avvenimenti che si susseguono sono infatti piuttosto inverosimili: Kiona è vissuta tutta la vita in un luogo quasi fuori dal mondo, dovrebbe far fatica persino a prendere un aeroplano, e invece salta da una parte all’altra del mondo alla ricerca dell’uomo che le ha rubato il cuore, adattandosi senza fare una piega ai colpi di scena che viene a scoprire e gestendo in souplesse cattivi degni del migliore 007.

La parte relativa ai maneggi finanziari mi è risultata decisamente ostica; è vero che in matematica zoppicavo, ma anche Kiona non era una cima quando stava a Manihiki, preferiva leggere romanzo e tabloid sulla principessa Diana… eppure, appena lasciato il suo atollo diventa un’esperta di conti off shore e fondi di investimento. Non lo so, io mi sono sentita profondamente ignorante e ho impiegato quasi una settimana per venire a capo del romanzo, la cui conclusione peraltro mi ha lasciato alquanto insoddisfatta. Se qualcuno l’ha letto e ha un’opinione diversa dalla mia mi piacerebbe molto confrontarmi; diversamente, non credo che consiglierò questo romanzo, neanche ai fan di Annika Bengtzon, purtroppo.

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