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Keep Calm and Read Nadia #31 - Il cavaliere d'inverno

martedì, settembre 11, 2018 Baba Desperate Bookswife 6 Comments

Eccoci qui, con un altro appuntamento in compagnia di Nadia. La fanciulla ha letto un romanzo di cui si è parlato moltissimo sul web, anche io e Daniela volevamo leggerlo, ma ancora non abbiamo trovato il tempo. Però ci ha pensato Lei, la mia socia, con la S maiuscola. Curiosi?

Buongiorno lettrici e lettori, come state? Ripreso a pieno regime il solito tran tran? Dai che oggi vi intrattengo io con la recensione di un libro che probabilmente avete già letto tutti (io arrivo sempre in ritardo sui casi editoriali più famosi!), Il cavaliere d’inverno di Paullina Simons.

Ero molto curiosa di leggere questo libro già da parecchio tempo, per diversi motivi: ne avevo sentito parlare molto bene da persone di cui mi fido, è (almeno per certi aspetti) un romanzo storico e si ambienta in Russia, un altro di quei Paesi per cui ho una fascinazione particolare e dove mi piacerebbe andare, una volta nella vita. Qui però interviene il mio compagno che detesta il freddo e quindi mi accontento –per ora- di leggere i romanzi, ma questa è un’altra storia!

Sì ma alla fine, direte voi, questo romanzo ti è piaciuto? Purtroppo devo dire ni, e cercherò di spiegarvi il perché. Cominciamo con i pro. Lo stile della Simons è avvolgente e avvincente, il libro scorre piacevolmente anche se si tratta di quasi settecento pagine e l’attenzione del lettore è tenuta quasi costantemente viva, in questo devo ammettere che l’autrice è piuttosto brava. Mi è piaciuto moltissimo il suo modo di raccontare la guerra, e in particolare l’assedio di Leningrado: è un argomento che mi affascina sin da quando lessi La città dei ladri (che vi consiglio spassionatamente di recuperare, se ancora non l’avete letto), e leggendo Il cavaliere d’inverno mi è venuta ancora più voglia di informarmi. Ho cercato qualcosa su internet e ho scoperto che la Simons cita tantissimi degli episodi più famosi avvenuti in città e in generale nella parte di Russia occupata dai Tedeschi tra il ‘41 e il ‘43, e questo mi ha fatto molto piacere. Anche la descrizione di alcune zone di Leningrado è accurata e fa venir voglia di andare a vedere di persona la Prospettiva Nevskij o il Giardino d’Estate, ma è anche vero che a me basta un piccolissimo input per risvegliare il mio desiderio di viaggiare, quindi non faccio molto testo!

Un altro punto a favore di questo romanzo è la caratterizzazione che l’autrice fa dei personaggi secondari: mi è piaciuto tantissimo come sono stati resi Dimitri e Dasha, per esempio. Molto meno ho apprezzato invece Alexander e Tatiana, e qui iniziano, per quanto mi riguarda, le note dolenti.

Il cavaliere d’inverno, dicevo più su, è un romanzo storico in parte, ma è soprattutto un romanzo d’amore. Non fraintendetemi, anche se sono più il tipo da thriller e romanzi d’azione amo anche i libri romantici, se sono ben scritti e con almeno una minima profondità. E secondo me, purtroppo, questo è mancato al Cavaliere d’inverno. Alexander e Tatiana sono personaggi troppo banali e poco caratterizzati: tanto alla Simons è riuscito bene il viscido e codardo Dimitri, tanto ha peccato nella realizzazione dei suoi protagonisti. Alexander è l’eroe senza macchia, perfetto se ci dimentichiamo per un attimo i confusi giochetti che porta avanti con Dasha per tutta la prima parte del romanzo (e io, tra l’altro, non riesco a dimenticarmene e mi chiedo come sarebbe andata avanti la storia se… chi ha letto il libro mi ha capito, per gli altri sarebbe uno spoiler troppo grande!). Alexander combatte, salva, nutre, difende, rischia, si butta nella mischia senza pensare a se stesso neanche per un attimo, profuma sempre: il classico “buon americano” contrapposto alla maggioranza dei russi, che sono descritti tendenzialmente come infidi, sporchi e pigri. Capisco che la Simons viva in America e abbia trovato lì la sua dimensione, ma non mi è piaciuta questa dicotomia così netta. Il mio rapporto con Tatiana è stato anche peggiore: ragazzina frivola e vanesia all’inizio del romanzo, si trasforma in eroina praticamente indistruttibile solo grazie all’amore di Alexander, tirando fuori dal cilindro doti di resilienza piuttosto incredibili ed eccessive rispetto al suo carattere iniziale. Capisco che si tratti di un romanzo e capisco anche che le situazioni più difficili facciano emergere lati della personalità inauditi, ma qui davvero mi è sembrato tutto un po’ troppo campato in aria. Un’altra cosa che non mi è piaciuta è stato il modo in cui (non) si è sviluppato l’amore tra Alexander e Tatiana: un instalove in piena regola, basato tutto sull’aspetto fisico. Ma la cosa che meno mi è piaciuta sono state le scene d’amore: le ho trovate banali, melense, troppo sentimentali, tanto che alle volte ho avuto la tentazione di saltarle a piè pari. Ecco, se la Simons avesse messo un po’ più di attenzione nella parte romantica del libro avrebbe potuto realizzare un capolavoro. Invece a mio parere è un libro riuscito a metà. Mi piacerebbe confrontarmi con chi ha apprezzato completamente questo romanzo, per capire se avete colto qualcosa che a me è sfuggito, e poi avrei anche una curiosità: perché in italiano il titolo originale The bronze horseman è stato tradotto con Il cavaliere D’INVERNO e non di bronzo? Paura che il fantasma di Puskin venisse a tirare i piedi al traduttore? ☺

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6 commenti:

  1. Dovevo leggerlo durante le vacanze, lo avevo anche portato con me, ma le tante anteprime hanno avuto la precedenza. Comunque lo leggerò, spero presto, anche se la storia d'amore è proprio la cosa che mi spaventa di più.
    Vedremo... ;)
    Per quanto riguarda la parte storica spero non sia pesante. Di libri ambientati in Russia credo di aver letto solo La ballerina dello Zar di Adrienne Sharp che mi ha affascinato tantissimo (se ti piace l'ambientazione te lo consiglio!!!).

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    1. La parte storica è quella che mi fa salvare il libro! :-) a mio parere rende bene l'idea senza essere troppo cruda, come invece è La città dei ladri. La ballerina dello Zar non lo conoscevo, vado a cercarlo, grazie!

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  2. Ciao Nadia, la Russia mi manca, anche se è uno di quei Paesi di cui si favoleggia, nel bene e nel male.
    Come si suol dire: prima o poi...
    X il Romance vado a periodi e questo è un periodo no x questo genere. La parte storica mi attira di più. Metto in Lista, ma con calma.
    Intanto grazie x avermelo fatto conoscere.
    Ciao e buona settimana, Marina

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    1. Ciao Marina, la Russia mi ha sempre affascinato, studio la lingua anche se la parlo molto male e spero di andarci prima o poi. Se per il romance è un periodo no lascia proprio perdere, non saresti indulgente su certi difetti del libro secondo me! Un abbraccio!

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  3. Carissima ciao! Alla fine lo hai letto prima tu :-) brava ragazza. Mi ha sempre fatto un po' paura, poi la mia amica lo comprò e dopo aver letto 100 pagine mi disse:" vai a stendere tu e il cavaliere d'inverno, troppo prolisso, lento ed esasperante, non fa per me". Da allora mi scruta severo dallo scaffale della libreria. Lo leggerò, prima o poi, se la Dany mi aspetterà.

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    1. Ecco, "esasperante" è un bell'aggettivo per le prime 100 pagine! :-) Sono molto curiosa di sapere se la vostra opinione coinciderà con la mia!

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