#Nadia,
Keep Calm and Read Nadia #38 - Clara Sanchez ed io. Un rapporto di amore e odio
Buongiorno lettrici e lettori, come state? Avete iniziato bene questo nuovo anno di letture? Io non mi posso lamentare: tra l’ultimo
capitolo della saga delle Sette sorelle di Lucinda Riley e l’ultima avventura di Rocco Schiavone che ho appena cominciato questo gennaio mi sta dando non poche soddisfazioni… ovviamente escludendo Tatiana e Alexander, a cui ormai darei fuoco come chi segue il nostro GDL ormai sa ahahahah!
In questo inizio di gennaio parecchio soddisfacente devo però ammettere che una nota un po’ stonata c’è stata: sto parlando di La meraviglia degli anni imperfetti, della spagnola Clara Sanchez. Non vi lascio la trama perché, come vi spiegherò più sotto, conoscerla è perfettamente inutile. Questo libro non mi ha convinta, anzi mi ha fatto abbastanza disperare in alcuni punti, ma devo dire che non sono rimasta sorpresa, anzi, un po’ me l’aspettavo. Perché allora l’hai letto, se sapevi che ti avrebbe deluso, direte voi? Per rispondervi devo raccontarvi del mio rapporto di amore e odio con Clara Sanchez.
Quasi tutti i libri della Sanchez mi lasciano con l’amaro in bocca, ma io li leggo lo stesso. Li ho già letti quasi tutti, quelli che non ho ancora comprato ho intenzione di procurarmeli a breve e, naturalmente, leggerli. Sembro scema, lo so, ma quando vedo un libro di questa scrittrice in me scatta qualcosa. Cerco di spiegarvi il perché. Ormai so che la sinossi dei suoi romanzi sarà inevitabilmente truffaldina. Non so se sia così anche in lingua originale o se alla Garzanti cerchino di abbellire il tutto per renderlo più appetibile al lettore, ma quando leggo la sinossi di un libro della Sanchez sembra sempre che ci sia un mistero da svelare, un inganno da scoprire, un vecchio segreto da far venire alla luce. Insomma, sembra di avere a che fare con un giallo intrigante. Ho imparato a mie spese che non è (quasi) mai così. La prima volta ci sono rimasta male, la seconda un po’ me l’aspettavo, la terza ne ero sicura. Però continuo a leggerla lo stesso. Perché, se non ci si aspetta quello che la sinossi promette, un libro della Sanchez può essere un bel viaggio.
Innanzitutto quest’autrice sa il fatto suo, scrive bene e ti immerge in ambientazioni raffinate, ben descritte, spesso anche leggermente oniriche, ma soltanto quel pizzico che ti fa dubitare di esserti persa qualcosa. I protagonisti della Sanchez, poi, raramente sono “eroi senza macchia e senza paura”: sono persone normali, a volte anche un po’ biasimabili, con i difetti e le meschinità della maggior parte dell’umanità, e questo li rende particolarmente affascinanti, almeno secondo me. Un’altra caratteristica dei libri di questa scrittrice spagnola è la capacità di far riflettere il lettore su temi della quotidianità, ammantandoli però di un tocco filosofico più alto. È come se l’autrice strizzasse l’occhio al lettore, come se gli dicesse “Vedi?Questa riflessione l’ho fatta anch’io, pensiamo alla stessa maniera, hai voglia di continuare a scavare con me nella quotidianità per vedere cosa esce?” e noi sì, ne abbiamo voglia. Questa volta però, con La meraviglia degli anni imperfetti la Sanchez ci è andata giù un po’ troppo pesante, a parer mio.
Perché le parti di riflessione filosofica non sono ben amalgamate nella storia, ma costituiscono delle grosse parentesi anche piuttosto pompose nella storia di Fran, Eduardo e Tania. Il risultato che si ottiene è soltanto quello di appesantire il libro che –pur non risolvendo nessun mistero, bisogna essere franchi- sarebbe potuto essere un gradevole romanzo di formazione, un po’ più “politically uncorrect” rispetto ai classici, un po’ più cinico ma proprio per questo adattissimo ai giorni nostri. Facendo una ricerca ho scoperto che, seppur pubblicato dopo qui da noi, La meraviglia degli anni imperfetti è precedente ad altri successi della Sanchez, come per esempio il famosissimo Il profumo delle foglie di limone o Le mille luci del mattino (che mi era piaciuto molto). Forse per questo la formula dell’autrice non era ancora perfettamente rodata.
In conclusione, voglio lasciarvi con un piccolo consiglio: se non sapete che libro leggere, provate a prenderne uno della Sanchez, anche in biblioteca se avete paura della delusione. Non guardate la sinossi, non fate ipotesi sulla copertina. Leggetelo a scatola chiusa, e poi tornate a darmi le vostre impressioni. Se vi va. Un abbraccio e a presto!
Ciao Nadia
RispondiEliminaHai servito la Sanchez su un piatto d'argento... ottima analisi!! Nessuno potrebbe aggiungere qlcosa a questa tua serie di considerazioni.
Io ne ho letti un paio, ma proprio x i motivi da te detti mi son detta: ma anche basta!
Quello che a te accade con la Sanchez, a me succede con Banana Yoshimoto 😂😂😂
Ma lo sai che mi hai anche fatto ridere - e riconsiderare al contempo l'autrice sotto una luce meno... definitiva...?
Buona giornata- ciao, Marina
Ahah grazie mille Marina, sono contenta di non essere la sola a pensarla così e ancora più contenta di averti divertito! Buon pomeriggio a te!
EliminaIl tuo post mi ha fatta sorridere Nadia! Della Sanchez ho letto solo il libro più famoso e non mi ha convinta. Ne volevo leggere un altro (quello della modella), ma poi una utente me lo ha raccontato dall'inizio alla fine e quindi mi ha tolto tutto il piacere.
RispondiEliminaMagari proverò con quello che è piaciuto a te.
un saluto da Lea
Accidenti, a questi utenti che spoilerano i libri io sospenderei la tessera per punizione 😊 sono contenta di averti fatto sorridere Lea! Un abbraccio!
EliminaCiao, ho letto tre romanzi della Sanchez, ma poi ci ho rinunciato e non credo leggerò altro di suo: le sue trame sono sempre invitanti, ma le storie mi deludono soprattutto per la loro pesantezza di stile...
RispondiEliminaCiao Ariel! A me lo stile della Sanchez piace, ma riconosco che decisamente non è tra i più leggeri!
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