Le pillole di Ste #7: Paulo Coelho

Buongiorno miei cari! Mentre io sguazzo...Ste scrive! Oggi ci presenta un romanzo di un autore che a me piace molto, anche se è un bel po' che non leggo nulla uscito dalla sua riflessiva penna. 









 Titolo: Il Diavolo e la Signorina Prym

Autore: Paulo Coelho

Casa Editrice: Bompiani

Pagine: 182

Prezzo: 18,00€


PILLOLA DI STE

Ogni tanto spunto ad ore strane forse perchè sono preso dai demoni della lettura che mi trasformano in un avido consumatore di pagine e che alla fine mi costringono anche a darne un riassunto,se possibile coerente!.
A proposito di demoni ho appena treminato di leggere "Il Diavolo e la Signorina Prym" di P. COELHO. 
Come da tradizione dell'autore brasiliano anche questo volume era piccolino nelle dimensioni ma non nel contenuto.
Nel pesino di Viscos,situato tra la montagna e la pianura in un paese non identificato, un bel giorno arriva uno straniero. Da queste parti è un vero e proprio evento visto che da anni non succede niente e i suoi 281 abitanti vivono in una specie di limbo felice. Pochi e anziani.
Quest'uomo è posseduto dal Male e ha brutte intenzioni nei confronti degli abitanti di Viscos; porta con se 11 lingotti d'oro, 10 li nasconde nel bosco e uno lo nasconde soto una roccia a forma di Y, poi nel tornare incontra la Signorina Prym che è la più giovane,e forse la più ingenua,del paese e la coinvolge nei suoi piani...... se entro una settimana fosse stato commesso un omicidio lei avrebbe ottenuto il lingotto singolo e il resto del paese avrebbe conquistato il diritto a dividersi il resto del bottino ma tutto ciò avrebbe confermato che il Male esiste nell'animo degli uomini anche più buoni e sperduti.
Chantal non ci sta ma poi presa dai rimorsi e dai tentennamenti di fronte a quella inaspettata fortuna decide di rivelare il piano al prete ed al sindaco. Persone che si ritenevano al di sopra del bene e del male diventano di colpo avide ed egoiste,tutti tramano per cercare di trovare il capro sacrificale che viene individuato nella signora Berta,la più anziana del paese,ormai vedova ma che parla col fantasma del defunto marito e che sta tutto il giorno di guardia ad una delle 3 strade che conducono a Viscos per vedere se il Male entra in paese (e c'è entrato sotto il suo naso).
E di più non racconto!
Coelho descrve i tormenti di un paese e attraverso loro ci mostra l'eterna lotta tra il Bene il Male,nessuno è così buono da essere esente dai pensieri cattivi e non esiste uno così maligno da non avere un fondo si bontà; sta a noi trovare la giusta via ma la lotta è dura!
Carino,ritmo molto lento,molto brasileiro; un invito alla meditazione.

Le pillole di Ste #6: Stefano Benni, una sicurezza.








Titolo: Cari Mostri

Autore: Stefano Benni

Casa Editrice: Feltrinelli

Pagine: 256

Prezzo: 17,00€

Pubblicazione: maggio 2015

SINOSSI:  Stefano Benni sfida il racconto di genere e apre la porta dell’orrore. Lo fa con ironia, lo fa attingendo al grottesco, lo fa tuffandosi nel comico, lo fa tastando l’angoscia, lo fa, in omaggio ai suoi maestri, rammentandoci di cosa è fatta la paura. E finisce con il consegnarci una galleria di memorabili mostri.  E allora ecco gli adolescenti senza prospettiva o speranza, ecco il Wenge – una creatura misteriosa che semina panico e morte –, ecco il plutocrate russo che vuole sbarazzarsi di un albero secolare, ecco una Madonna che invece di piangere ride, dolcemente sfrontata, ecco il manager che vuole ridimensionare un museo egizio sfidando una mummia vendicativa. 
Con meravigliosa destrezza Stefano Benni scende negli anfratti del Male per mettere disordine e promettere il brivido più cupo e la risata liberatoria. E in entrambi i casi per accendere l’immaginazione intorno ai mostri che sono i nostri falsi amici, i nostri veleni, le nostre menzogne.
La paura è una grande passione, se è vera deve essere smisurata e crescente. Di paura si deve morire. Il resto sono piccoli turbamenti, spaventi da salotto, schizzi di sangue da pulire con un fazzolettino. L’abisso non ha comodi gradini.

PILLOLA DI STE:  Ho appena terminato di leggere "Cari mostri" di Stefano Benni; ovviamente mi c'è voluto pochissimo perchè adoro le storie del Lupo e perchè si tratta di una raccolta di racconti. Secondo il mio modesto parere Benni nei racconti brevi da il meglio di se stesso, i romanzi alla lunga sono bellissimi ma ha lo scatto del centometrista e un po' si perde sulle grandi distanze. (Opinione molto opinabile ovviamente...... una chiosa in "O" non mi era mai venuta!!!) Il volume parla di mostri,i mostri non sono solo quelli splatter alla Stephen King o di altri maestri del genere ma sono piuttosto cose piccole,quotidiane,così minime da far davvero paura. Benni è un minatore dell'animo,uno scopritore di ombre,un tombarolo di umane paure e ci regala 25 splendidi racconti con allegra paura; giochi di parole e colpi di scena. Forse alla fine uno pensa di non aver letto niente di così orrorifico ma se poi si guarda intorno comincia sudare freddo! La paura è una grande passione,se è vera deve essere smisurata e crescente. Di paura si deve morire. Il resto sono piccoli turbamenti,spaventi da salotto,schizzi di sangue da pulire con un fazzolettino. L'abisso non ha comodi gradini." (Cit.)


Recensione: "Fiore di Fulmine" di V. Roggeri

Buongiorno. Innanzi tutto vorrei ringraziare la casa Editrice Garzanti per avermi mandato una copia di questo romanzo. Una storia scritta con arguzia e attenzione minuziosa che si lascia leggere con entusiasmo e trasporto.







Titolo: Fiore di fulmine
Autore: Vanessa Roggeri
Casa Editrice: Garzanti
Pagine: 284
Prezzo: 16,40€
Pubblicazione: maggio 2014

Sinossi: Qui sito Garzanti

Notizie sull'autrice:  Vanessa Roggeri è nata e cresciuta a Cagliari, dove si è laureata in Relazioni Internazionali. Ama definirsi una sarda nuragica, innamorata della sua isola così aspra e coriacea, ma anche fiera e indomita. La sua passione per la scrittura è nata fin da quando la nonna le raccontava favole e leggende sarde intrecciate alle proprie memorie d'infanzia. Queste storie di una Sardegna antica, magica e misteriosa l'hanno segnata profondamente facendole nascere il gusto per la narrazione e il desiderio di mantenere vivo il sottile filo che ci collega a un passato ormai perduto.


VOTO



IL MIO COMMENTO

Vi è mai capitato di visitare una terra favolosa come la Sardegna? Probabilmente la maggior parte di voi conoscerà a menadito le meravigliose spiagge ricche di colori intensi e dai profumi decisi e selvaggi, ma all'interno di questa caratteristica isola nostrana si celano tradizioni e luoghi suggestivi degni di essere conosciuti meglio.
Vanessa Roggeri è nata in questo posto suggestivo e incantato, così per la seconda volta, ha ambientato una storia proprio in un luogo a lei tanto noto e caro, regalandoci momenti di puro relax alla scoperta di personaggi suggestivi e dal carattere deciso.

Nora è una bambina di undici anni che vive in paesino di minatori nell'ormai lontano 1899. Durante un temporale il suo gracile corpicino viene attraversato dalla forza di un fulmine e così tutti la danno per morta.  Nora perà è più forte di quello che sembra, così riesce a sopravvivere al terribile incidente ma...qualche cosa è cambiato in lei, la sua pelle non trasmette più calore, il suo volto è pallido come la morte, ma fatto ancor più grave, è diventata una bidemortos , ovvero una persona che riesce a comunicare con lo spirito dei defunti. Questo è un grave peso per la sua famiglia, così, proprio per il suo bene viene allontanata dalla casa natia e mandata in un istituto gestito da donne di Chiesa.

Questo romanzo è uno di quelli che vanno assaporati parola per parola poichè l'autrice dimostra una conoscenza approfondita sia di un linguaggio un po' arcaico, sia di tradizioni e credenze che ormai si sono disperse come polvere nel vento e solo una grande passione per la proprie origini può permetterne una così dettagliata conoscenza.
Lo stile  assomiglia molto ad un ricamo pregiato, proprio come quelli che Nora riesce a realizzare con così tanta maestria con il filo dorato. La storia è ben strutturata senza mai cadere nella banalità, regalando al lettore, passaggio dopo passaggio, un'immersione totale in un tempo ormai lontano.

I personaggi sono ben definiti e ogni carattere è studiato a regola d'arte, pregi e difetti rendono tutti reali e credibili, mettendo a proprio agio il lettore.
Nora è straordinaria, una bambina forte, che deve riscattarsi e crescere da sola, dimostrando al mondo le sue capacità, senza mai essere arrogante. Una creatura spezzata da una forza superiore che è stata in grado di risorgere dalle sue ceneri e si è tramutata in una donna arguta e coraggiosa, che ha saputo compiere le scelte giuste.

Cosa ho maggiormente apprezzato:

  • E' innegabile che ogni personaggio sia dotato di un forte carisma, nel  bene o nel male, quindi li ho amati tutti, da quelli più affini a me a quelli più detestabili (Zia Teresa docet!!!).
  • L'ambientazione e la descrizione dei luoghi, sempre ricercata e mai lasciata al caso.
  • La protagonista, così diversa da me, ma eppure così inspiegabilmente  simile si è accaparrata un posto d'onore nei miei ricordi.
Cosa mi è piaciuto meno:
  • Purtroppo, approcciandomi per la prima volta allo stile di questa autrice, all'inizio ho un po' faticato ad ingranare la marcia, senza riuscire a capire dove mi stesse portando. La prima parte molto descrittiva e un po' lenta non mi ha fatto entrare subito in sintonia con questa storia, anche se. superata la metà, tutto è cambiato magicamente. Solo per questo motivo il mio voto non supera il quattro.

Adesso aspetto i vostri commenti: lo avete già letto? Cosa ne pensate? Io ve lo consiglio, senza ombra di dubbio e nel frattempo ho anche comprato "Il cuore selvatico del ginepro".

A presto,
Salvia

Recensione: "La vita quando era nostra" di Izaguirre Marian

Buongiorno, come state? Non so se ve ne siete accorti, ma ho avuto sofferto di una grave malattia: IL BLOCCO DEL LETTORE. Una tragedia. Ho impiegato dieci giorni per leggere questo romanzo, lo stesso tempo che ho impiegato a leggere Shantaram...peccato che quest'ultimo sia di 1200 pagine!!! Non vi dico come sono stata!!






Titolo: La vita quando era nostra
Autore: Marian Izaguirre
Casa Editrice: Sperling & Kupfer
Pagine: 384
Prezzo: 17,90€
Pubblicazione: 2014

Sinossi: Qui sito Sperling

Notizie sull'autrice:






VOTO:




COMMENTO

Madrid, primi anni cinquanta, un'epoca in cui la femminilità era esaltata al 100% da abiti sensuali ed eleganti, le acconciature ricercate, i copricapo erano un accessorio indispensabile nella mise di una signora. Per le strade della città poche automobili ad infastidire i pensierosi passanti, le botteghe non globalizzate e ricche di personalità trasmessa dai proprietari e....una piccola libreria, stracolma di volumi di ogni tipo, che profuma di carta e di sogni svaniti per colpa della guerra.
Lola e Matìas sono proprio coloro che gestiscono questo spazio ricco di cultura e tradizione. Loro si amano più del primo giorno, nonostante la vita non sia stata facile, nonostante i combattimenti, i problemi familiari e gli affari poco redditizi. Non possono fare a meno l'una dell'altro, ma rimpiangono "la vita quando era nostra", perchè per il momento si sentono schiavi degli eventi e della società.
Alice è una signora inglese dai capelli argentei, che dopo essersi innamorata della Spagna, la considera casa propria. Incuriosita da un libro esposto in vetrina di una piccola libreria, comincia a frequentarla per farsi leggere un giorno alla volta, le pagine di quell'affascinante romanzo. 
Non potrà che nascere un'amicizia tra le due donne, nonostante qualche anno sia prepotentemente insediato tra loro e la diversa origine sociale, ma con calma e naturalezza impareranno a conoscersi e ad apprezzare la reciproca compagnia.

Questa è la storia di un libro racchiuso dentro ad un altro libro, un romanzo all'interno di un romanzo, come una matriosca che racchiude tante piccole bamboline sempre più piccole e noi sentiamo il desiderio ingordo di aprirle ed arrivare alla più piccola, guardarla e assaporarne la bellezza e i minuziosi particolari.
Da una parte è narrata la vita dei due librai, le loro abitudini, i loro discorsi, ma sopratutto i loro sogni; mentre dall'altra c'è una storia che inizia quarant'anni prima, una ragazzina orfana, sballottata a destra e sinistra proprio agli inizi del primo conflitto mondiale, fino ad arrivare alla sua emancipazione.
Un romanzo corposo, trecentottantaquattro pagine di frasi ben studiate per uno stile che non fa mai acqua da nessuna parte, un'autrice spagnola che portato il suo romanzo in sette paesi europei.

Cosa ho apprezzato maggiormente:

  • Ho amato i concetti che questa autrice ha espresso, ma oltre al significato, la forma è davvero impeccabile.
  • "Il primo bacio si da con gli occhi" credo che questa immagine non la scorderò mai, perchè è vera, io e mio marito, prima di sfiorarci, per tantissimo tempo ci siamo baciati con una passione pazzesca, fatta di sguardi, parole non dette ed espressioni facciali.
  • Il romanzo dentro al romanzo, un'idea diversa dal solito, una storia che esce dagli schemi classici, dove il lieto fine non per forza è quello che tutti si aspetterebbero.
Cosa mi è piaciuto meno:
  • Perchè quattro cagnine e non cinque? Bella domanda...forse questo romanzo meriterebbe un voto maggiore, ma come ho scritto all'interno del cappello introduttivo, l'ho letto in un periodo particolare e quindi, avere impiegato dieci giorni non è stato il massimo, tante sottigliezze le ho perse  e alcuni personaggi sono sfuggiti.