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Recensione - Furore di John Steinbeck

mercoledì, dicembre 30, 2020 Baba Desperate Bookswife 0 Comments

Il libro
Furore   di John Steinbeck
Editore: Bompiani| Pagine: 660| Pubblicazione: 1939| Prezzo 14,00€| Trama:Qui
Genere: narrativa
Notizie sull'autore
Steinbeck (1902-1968), è uno dei massimi esponenti della letteratura americana e mondiale. Vincitore del National Book Award e del premio Pulitzer per Furore nel 1940, nel 1962 venne insignito del premio Nobel per la letteratura con la seguente motivazione: “Per le sue scritture realistiche e immaginative, che uniscono l’umore sensibile e la percezione sociale acuta”. Nel 1964 il Presidente Lyndon B. Johnson gli conferì inoltre la Medaglia presidenziale della libertà. Le nuove edizioni di tutte le opere di John Steinbeck sono in corso di pubblicazione presso Bompiani, a cura di Luigi Sampietro.

 Recensione


STORIA DELLA MIA COPIA
Credo che questo libro abiti all'interno della libreria di mia madre da tempo e prima ancora è appartenuto a mia zia che, proprio come mia mamma, leggeva moltissimo. Ho sempre visto quella copia decisamente vintage spuntare tra un romanzo e l'altro ma l'ho sempre tenuto a debita distanza da me. Credo che per i libri sia un po' come per le persone, è questione di simpatie a pelle, di rapporti che nascono di pancia grazie ad un'occhiata, di sentirsi affini oppure no. Questo volume mi ha sempre comunicato una discreta antipatia, è sempre rimasto sulle sue senza farmi l'occhiolino fino a...lo scorso lockdown! Niente, l'ho preso e portato a casa, così, di getto. Zona rossa ieri, zona rossa domani l'ho letto proprio durante quest'ultimo periodo di stop. 
SCARABOCCHIO
Innanzi tutto faccio una premessa: ci ho messo parecchio tempo a terminarlo, non tanto per il numero delle pagine ma per la difficoltà che ho riscontrato a leggere un'edizione degli anni cinquanta, quindi portatrice sana di una traduzione desueta. Non vi nego che a volte ho avuto qualche rallentamento davanti a frasi e costruzioni o termini che proprio non si usano più, ovviamente il tutto diventa meno scorrevole. Nonostante questo, il viaggio di Tom e della sua famiglia è stato eccezionale. 
Siamo negli Stati Uniti al tempo in cui le persone in campagna coltivavo la terra e la smuovevano con l'aratro, procurandosi i piaghe nelle mani, stanchezza oggi non concepibile e pance mai del tutto sazie. Contadini sottopagati destinati a lasciare la terra perchè le banche (o l'Anonima) li manda via da casa loro perchè arrivano le trattrici che possono fare il lavoro in un tempo infinitamente minore e con un decimo degli uomini. Macchine che sono il progresso, ma che sono viste come il male da chi vede davanti a sè il buio e la fame certa. La famiglia Joad  è una delle tante che decide di caricare il furgone per migrare in California, dove si dice che ci sia lavoro da vendere e sopratutto per tutti. Un viaggio della speranza verso un paradiso raccontato dai più ma che più si avvicina e più il vociferare porta notizie diverse e la paura del fallimento inizia a far capolino tra le menti, che però cercano di non concretizzare questo piccolo neo che si cerca di nascondere, proprio come farebbe lo struzzo con la sua testa...nella sabbia. 
Una storia di quasi cento anni fa  che è maledettamente attuale, cambiano gli anni, cambiano i mezzi, cambiano i soggetti ma la storia è la medesima: ci saranno sempre persone disperate che cercano il paradiso altrove. Voci che divinizzano una località che poi si mostra come un arcobaleno, tanto bello ma inafferrabile. 
Temevo di approcciarmi ad un romanzo lontano da me e magari di difficile comprensione: quanto mi sbagliavo! Questo è uno di quei capolavori che colpiscono per la loro semplicità e allo stesso tempo per la loro complessità. Quanto potrebbe essere noioso un viaggio lungo la Route 66 se raccontato da una persona normale? Un viaggio in cui apparentemente non accade nulla ma che in realtà è pieno di fatti pazzeschi? Sono rimasta affascinata dal modo in cui i personaggi comunichino al lettore il proprio stato d'animo, il modo in cui l'autore sia riuscito a costruire un capolavoro comprensibile a tutti. E vogliamo parlare della sottile ironia? Di come alcuni siparietti riescano a intrattenere il lettore distogliendolo dal momento drammatico o dalla routine del viaggio? Geniale. 
Sono sicuramente senza parole, perchè libri del genere non si incontrano tutti i giorni. 
Aggiungo anche un pensiero personale e sicuramente discutibile: di tanto in tanto mi sono avvicinata a classici o capolavori della letteratura italiana o straniera e non sempre l'indice di gradimento è stato così elevato. Cerco di spiegarmi meglio. Non credo sia così semplice comporre un racconto memorabile ma che può arrivare ad un pubblico molto vasto. Non vi è mai capitato di leggere libri premiati ma di far fatica ad arrivare al fondo per la loro complessità? Non vi è mai capitato di leggere romanzi considerati capolavori e alla fine di non averli capiti o di aver faticato ad arrivare al fondo? Quando frequentavo il liceo scientifico c'era un professore di matematica temuto da tutti e che veniva considerato un genio. In classe, in prima, eravamo 32, solo in cinque avevano la sufficienza, tutti gli altri vantavano la media del quattro a scendere. I suoi compiti in classe, scritti e inventati da lui, erano difficili da svolgere anche da studenti di ingegneria. Oh certo, il Professor Pinco Pallino sarà anche stato un genio, ma a mio parere inadatto all'insegnamento perchè se la maggior parte dei suoi studenti non comprendeva...forse l'errore lo sta commettendo lui stesso. Tutto questo per dirvi che secondo me funziona così anche per la narrativa: se si scrive un romanzo questo deve poter arrivare al maggior numero delle persone. E io vi assicuro che non mi reputo proprio scema, ma qualche romanzo quasi incomprensibile l'ho letto. Beh certo, posso "vantarmi" di aver letto anche io quel capolavoro lì...ma poi a cose fatte mi rimane poco in tasca. Questo invece è pazzesco. Punto. Non ho altro da aggiungere e mi scuso per lo sproloquio ah ah ah. 

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