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Recensione di Nadia #4 - I miei stupidi intenti di B. Zannoni

mercoledì, febbraio 23, 2022 Baba Desperate Bookswife 0 Comments



Il libro
I miei stupidi intenti di Bernardo Zannoni
Editore: Sellerio| Pagine: 252| Pubblicazione: 2021| Prezzo 16,00€| Trama:Qui
Genere: narrativa
Notizie sull'autore
Bernardo Zannoni (1995) è nato e vive a Sarzana. I miei stupidi intenti (Sellerio 2021) è il suo primo romanzo.

 Recensione di Nadia

Buongiorno lettrici e lettori!

Oggi voglio parlarvi di un romanzo molto particolare, che mi ha incuriosito non appena ne ho sentito parlare. Mi riferisco a I miei stupidi intenti, esordio del venticinquenne Bernardo Zannoni.

Archy, il protagonista del romanzo, è una faina che ci racconta la storia della sua vita. Non ha mai conosciuto il suo papà, perché Denis è stato ucciso da un contadino a cui aveva cercato di rubare una gallina quando i suoi cuccioli erano appena nati. La madre di Archy, Annette, si è ritrovata da sola a dover crescere cinque piccoli perché il sesto, Giosuè, è morto poco dopo la nascita. Annette è una faina indurita dalla vita (e probabilmente dal suo stesso essere una faina): quando Archy diventa zoppo in seguito a una caduta da un albero, non si fa scrupoli a sbarazzarsi di una bocca da sfamare che a suo parere è diventata inutile…

Quando facciamo la conoscenza di Archy veniamo a sapere anche che lui e la sua famiglia vivono in una casa che presenta l’arredamento e le suppellettili delle case umane: anche se la loro è una tana di animali, Archy e i suoi fratelli mangiano nei piatti, si siedono a tavola e dormono nei letti. Questa, che può sembrare un’umanizzazione, non deve però non deve ingannarvi: il bosco in cui si svolge la storia della nostra faina non è affatto il luogo idilliaco in cui vivono Winnie the Pooh e i suoi amici: le insidie si trovano dietro a ogni angolo, ogni autunno si ingaggia una lotta per la sopravvivenza e soltanto i più previdenti e parsimoniosi sopravvivranno all’inverno.

La vita di Archy ci viene raccontata in prima persona, e questo è probabilmente l’elemento di maggiore originalità del romanzo: non avevo mai letto nulla di narrato da una faina, e devo ammettere che l’ho apprezzato più di quanto avrei creduto. La bravura di Zannoni sta nel delineare un personaggio animale in maniera assolutamente credibile, umanizzandolo soltanto quel tanto che basta da permettere a noi lettori di comprenderlo, ma lasciandogli le caratteristiche che ne fanno una faina: l’istinto di sopravvivenza e quello sessuale, il piacere nel predare che supera la pietà e l’empatia nei confronti della vittima.

Nel corso della sua lunga vita Archy farà la conoscenza di diversi personaggi, amici o nemici, e ognuno di essi gli insegnerà qualcosa. Non voglio spoilerare nulla, perché a mio parere la trama che si trova su Amazon lo fa fin troppo, ma il giovane Archy diventerà grande non solo fisicamente: maturerà, conoscerà per quanto possibile come funziona il mondo e arriverà a livelli di consapevolezza che, a mio parere, restano sconosciuti anche a moltissimi umani. Ho apprezzato molto l’idea di Zannoni e il suo svolgimento, anche se ho trovato una piccola pecca “logica” (il fatto che gli animali possiedano suppellettili stride con un altro punto chiave della storia, che non posso svelare). L’autore, che ricordiamolo è un giovane esordiente, è stato molto bravo nella costruzione dei personaggi e ha realizzato un romanzo particolare e originale, che non fa sconti al lettore ma anzi lo fa riflettere su più di un aspetto. Consiglio I miei stupidi intenti se avete voglia di leggere qualcosa di diverso, lontano da melensaggini e buonismi, e se avete voglia di mettervi in gioco.

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