Recensione: "Tre atti e due tempi" di Giorgio Faletti
'Giorno mondo! Oggi vi parlerò di un romanzo di Faletti che non ho molto amato, nonostante la sua scrittura fosse molto particolare e decisamente apprezzabile. Non ho scelto di leggerlo, non l'ho comprato, ma me lo hanno regalato. Adesso cercherò di approfondire la conoscenza di questo autore, magari con "Io uccido", perchè nonostante la storia non mi abbia stregata -anzi - il suo stile ha fatto centro.

Autore: Giorgio Faletti
Casa eDitrice: Einaudi
Genere: Giallo
Pagine: 151
Prezzo: 12,00€
Pubblicazione: 2011
SINOSSI: Qui Sito Einaudi
Notizie sull'autore: Giorgio Faletti
(1950-2014) ha esordito nella narrativa nel 2002 con Io uccido, un romanzo destinato da subito a una immensa popolarità e tradotto nelle principali lingue del mondo, che ha venduto solo in Italia quattro milioni e mezzo di copie. Ha confermato poi il successo con Niente di vero tranne gli occhi, Fuori da un evidente destino, Io sono Dio e la raccolta di racconti Pochi inutili nascondigli. Fino al recente Appunti di un venditore di donne, accolto con molto favore dalla critica. I libri di Giorgio Faletti sono pubblicati da Dalai editore. Ha scritto due racconti per le antologie Crimini (Einaudi Stile libero, 2005) e Crimini italiani (Einaudi Stile libero, 2008), ha pubblicato nel 2011 il romanzo breve Tre atti e due tempi (Einaudi Stile libero Big) e nel 2012 Da quando a ora, un libro autobiografico accompagnato da due CD musicali (Einaudi Stile libero Extra).
VOTO
COMMENTO
Non sopprimetemi, non fate come nel romanzo più famoso di Faletti "Io Uccido", ma a me, "tre atti e due tempi" non è piaciuto molto.
Mi sono approcciata a questo autore proprio grazie a questo romanzo breve, perchè la cara suocera me lo regalò qualche anno fa, ma ho aspettato a leggerlo ben quattro anni.
Sono stata avvisata da quasi tutti gli amici: "guarda che probabilmente è il peggiore che abbia scritto, devi leggerne altri...", ma io sono testona, avevo voglia di una storia breve e l'ho iniziato.
Questa è la storia di Silvano, ex pugile ed ex galeotto di provincia che nonostante tutto è riuscito a riscattarsi e a godersi una vita normale, anche se alcune etichette non sbiadiscano mai del tutto e la vita del figlio Roberto, durante il periodo scolastico, non è stata delle più felici.
Oggi Silvano, detto Silver, è vedovo e lavora come capo magazziniere per la squadra calcistica di punta della città , e Roberto, detto "il Grinta" è la stella del momento, il leader del gruppo.
Non tutte le stelle però brillano e non è oro tutto ciò che luccica, Silvano purtroppo scoprirà delle verità dolorose e inaspettate, e trovandosi nel posto giusto al momento giusto, sarà l'unico che potrà cambiare l'andamento delle cose.
Forse sarà che non amo particolarmente il calcio, sarà che non ho capito fino in fondo dove volesse andare a parare l'autore e sarà anche che se il libricino non fosse stato così breve forse non sarei arrivata alla scritta "fine", ma di fatto non mi sono appassionata per nulla alla storia. Durante tutto il racconto la mia mente vagava altrove e di tanto in tanto scuotevo il capo pensando: "ma che fai...stai leggendo, ripigliati!" .
Per esempio avrei approfondito le sue difficoltà di riscatto, il rapporto idilliaco che aveva con la defunta moglie, il nuovo desiderio di rimettersi in pista sentimentalmente, il rapporto conflittuale con il figlio, ma in centocinquanta pagine mi rendo conto di chiedere la luna.
C'è un però: se Faletti non avesse scritto così bene probabilmente il voto sarebbe stato ancora inferiore, ma lui era un incantatore di serpenti, e nonostante la mia antipatia per la trama, leggere le sue frasi ammalianti è stato piacevole. Credo però di dover commentare il romanzo a 360° e non solo la capacità di scrittura, dato che probabilmente troverei piacevole anche la sua lista della spesa.
Non mi fermerò e non mi lascerò influenzare da un romanzo poco convincente, continuerò per la mia strada indirizzandomi verso i suoi maggiori successi.
Cosa ha apprezzato maggiormente:
- La sua scrittura articolata e ammaliante, la capacità di giocare con i vocaboli. C'è chi ha in mano delle perline e crea un braccialetto e chi invece con lo stesso materiale riesce a costruire un monile di unico.
Cosa mi è piaciuto meno:
- L'argomento: ma in questo caso...de gustibus non disputandum est
Alla prossima, vi abbraccio
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